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Autore: Alehoro    26/04/2012    0 recensioni
Due personalità opposte, un incontro fortuito e la magia delle parole...... Questa storia ha due autrici, oltre a me la mitica Titty1194! Nascerà di volta in volta e nessuna delle due saprà in anticipo come l'altra vuole far andare le cose..
Il tutto inizia in una redazione giornalistica..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ti ti ti! Ti ti ti ti!!

Ecco la sveglia che suona! Le 7 del mattino. Mi alzo.. I pantaloncini e la maglietta sono già pronti sulla sedia. Giusto il tempo di fare una capatina in bagno e prendere l'ipod sotto carica.. Alle 7,10 sono in strada. Cuffie nelle orecchie e per i prossimi 60 minuti il mondo sarà una cosa estranea. Mi piace correre di prima mattina, lasciarmi il sonno alle spalle e salutare il nuovo giorno con una bella sudata.

Alle 8,10 sono nuovamente a casa. Accendo la macchina del caffè e mi dirigo in bagno. Alle 8,30 mi sono fatto la doccia, la barba e ho messo in lavatrice i panni sporchi. Giusto un quarto d'ora per lavarmi i denti e sistemare la cucina, indosso il completo pulito e sono fuori. Entro nella mia Audi nera posando la valigetta nel posto del passeggero e infilo gli occhiali da sole. Mi do 5 secondi per respirare il profumo di nuovo che ancora emana la mia macchina e penso a quanto sono fortunato ad avere una vita perfetta. Ho solamente 24 anni e sono già responsabile del personale, o almeno di parte di esso, di una prestigiosa redazione giornalistica. Certo, c'è da pensare che, data la mia giovane età io sia il tipico raccomandato che, ancor prima di uscire dall'università, aveva già il posto assegnato.. E invece vi sbagliate! È vero che sono fresco di scuola, ho preso un anno fa la laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo editoria e giornalismo in un'università italiana privata e che il capo della rivista per cui lavoro è un amico di famiglia, ma è da quando avevo 12 anni che scrivo prima per il giornalino della scuola, poi per alcuni quotidiani locali, in Italia. Eh sì, perchè io sono di origine italiana. Non vi fate confondere dal nome, Hiro, che ha una provenienza alquanto dubbia.. Ma il cognome, Diaz, non lascia dubbi. E io sono fiero di portare lo stesso cognome del generale italiano Armando Diaz che si fece così valere nell'Italia della Prima Guerra Mondiale! (Non pensate male, non sono un fanatico della guerra!) E, comunque, vorrei dire a tutti quelli che non mi vedono adatto al ruolo di responsabile delle risorse umane, che ho sudato molto per arrivare dove sono e che ancora sto sudando per stare dietro al master in coordinamento che ho iniziato, che in questi 3 mesi da quando sono stato nominato mi sono fatto un culo come una casa, rimanendo sveglio la notte e lavorando anche a casa per cercare di far quadrare i conti e rivedendo gli articoli dei miei sottoposti per evitare di dover apportare tagli alla redazione che, se in un momento di crisi come questo sarebbero più che necessari, dall'altro lato manderebbero sul lastrico quei disgraziati e le loro povere famiglie che, o per un blocco dell'artista o per mancanza d'ispirazione non riescono a produrre un articolo decente.

Ma certamente io queste cose non posso sputarle nel muso alla gente che mi definisce “venduto” o “raccomandato”. Perchè io sono un tipo pacato, che scaccia tutto lo stress con la consueta corsa mattutina.. E la parola culo, poi, non ha nemmeno mai sfiorato le mie labbra.

Io sono un tipo a posto, senza fronzoli per la testa o distrazioni, educato e ben determinato a non creare conflitti o litigare con qualcuno; vorrei stare in un clima il più possibile pacifico e tranquillo.

Ma basta con questi discorsi, ho perso 5 minuti e alle 9,30 devo essere a lavoro. Accendo la macchina e m'immetto nel traffico newyorkese. 25 minuti e sono in ufficio, in anticipo di 10 minuti come al solito. La mia segretaria mi viene incontro e inizia a tempestarmi:

-Buongiorno signore! In anticipo come al solito! Questi sono gli impegni e le chiamate che ha ricevuto oggi!-

-Grazie, Susy – Rispondo con il mio solito sorriso.

-Si figuri, signore! Le ricordo che oggi arriveranno i nuovi apprendisti e lei, in quanto capo del personale, dovrebbe esserci..-

-Io oggi ho una riunione con il caporedattore, te lo sei dimenticata?- Domando posando la valigetta sulla scrivania e accendendo il computer.

-No, signore! Ma ho provveduto a spostarla a oggi pomeriggio alle 15,30- Mi guarda quasi impaurita.

-Magnifico, Susy. Efficiente come al solito! - Credeva di agire nel migliore dei modi, di certo non posso dirle del mio impegno con il dottore.. Vabbè.. Lo rimanderò, in fondo mi sento bene..

La mia segretaria, con gli occhi entusiasti, esce dal mio ufficio salutandomi soddisfatta e io tiro un sospiro. Il telefono squilla:

-Pronto?-

-Diaz? Che cazzo fai, eh?-

Voce inconfondibile -Buongiorno anche a lei! Cosa è successo?-

-Ma come cosa è successo, bimbo! La riunione. L'hai spostata te, no? Non pensare che solo perchè hai una stanza tutta per te, tu possa decidere sul mio tempo! Se ci sei, io ci sono alle 10, sennò faccio le cose da solo e come mi pare!-

-Ok, ok! Non ti arrabbiare! Arrivano i nuovi apprendisti e mi sembrava giusto esserci. Se mi dici però che poi sei impegnato, si rimette la riunione fra mezz'ora, ok?-

-Ecco, bravo. E mandaci la tua segretaria dai tuoi compagni di giochi!-

-Tra mezz'ora nel tuo ufficio, a dopo.-

Riattacco sbuffando.. Una partaccia del genere era quello che mi ci voleva per partire bene oggi!

La mia segretaria rientra e con sguardo mortificato mi chiede scusa per aver agito senza la mia approvazione. La tranquillizzo. Almeno così oggi pomeriggio potrei andare dal dottore.. Quel doloretto a livello dello stomaco mi è appena ricominciato..

Nei 20 minuti che distanziano l'appuntamento con il caporedattore rispondo a qualche telefonata e firmo qualche scartoffia per le ferie. Cinque alle 10 mi alzo e mi avvio verso l'ufficio del collega, dal quale so già che uscirò con una buona dose di pensieri. Sento un po' di confusione nell'atrio che si placa appena esco dal mio ufficio. Non mi spiacerebbe qualche volta prendere parte ai pettegolezzi che girano fra le scrivanie, ma il mio status m'impedisce di poter spendere 10 minuti a parlare con i miei sottoposti durante l'orario di lavoro. Sto per uscire dalla sala quando Susy mi chiama a gran voce:

-Signor Diaz! SIGNOR DIAZ! I fogli che deve portare al caporedattore!!-

Giusto, che sbadato! Torno indietro a passo di corsa ringraziando con gli occhi la mia segretaria che mi ricorda sempre tutto.

-Susy, ma il foglio di bilancio del mese scorso dov'è finito? E.. Le proposte per la nuova copertina? Chi l'ha scritta questa? C'è qualcuno che non ha ancora chiaro che questo giornale si chiama “Life Now” e non “Life How”. Per favore Susy, falla correggere e poi portamela in riunione. Il bilancio?-

-Qui, signore! Provvedo subito e gli faccio avere la copertina.-

-Sei un angelo!-

Mi carico sulle braccia il malloppo pesante di fogli. Guardo l'orologio mentre ricomincio a correre verso l'ufficio del collega.

-Cavolo, le 10,10! Devo sbrig...!!!!-

Non faccio in tempo a finire il discorso mentre rialzo la testa che la mia visuale si riempie di rosso prima di uno scontro. Faccio volare i fogli di mano nel tentativo di frenare la caduta della persona contro la quale ho sbattuto. Me la ritrovo fra le braccia. È uno splendore.

-Mi scusi signorina, sono in ritardo e sono stato sbadato! Spero non si sia fatta male!-

La mia segretaria sopraggiunge correndo e si mette a riordinare i fogli sparsi mentre mi rialzo in tutta fretta rialzando anche la ragazza.

-Signore tutto bene?- mi chiede Susy posandomi i fogli nelle mani tese.

-Sì, Susy, ti prego assicurati che la signorina stia bene. Io vi chiedo scusa, ho una riunione e sono estremamente in ritardo!-

Rimetto a posto gli occhiali e mi tiro indietro i capelli, tornando a correre verso la stanza del caporedattore.

  
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