“ Correvamo senza sapere dove andare.
I piedi durante la corsa si incominciarono ad appesantirsi sempre di più oramai avvolti dalla stanchezza assieme al respiro divenuto più affannoso.
Scappavamo dai predatori e nessuno di noi avrebbe capito che c’è l’avremmo fatta solamente se avremmo utilizzato il gioco di squadra… perché ognuno pensava per la propria vita.
Il tempo scorreva… e non ne era rimasto molto.
Oramai stanca mi accasciai posando la mano sul muro.
C’è l’avremmo mai fatta?
Chi sarebbe uscito come vincitore?
Non mi accorsi però che qualcuno mi osservava dietro di me e quando mi voltai vidi  un cacciatore pronto ad un uccidermi puntando una pistola e un ghigno.
Il mio corpo si pietrificò per il terrore.
Oramai era finita.
Lui mi scrutò quasi come se fosse sicuro di posseder in mano la vittoria e forse aveva ragione.
Una sola frase in punto di morte mi riecheggiò: un cacciatore e una preda non potranno mai essere amici.
A quel punto un colpo di pistola di udì provenire dall’altra stanza.
Non volevo vedere da chi provenisse.
Chiusi gli occhi. ”