“ La sveglia come suo solito strillò puntuale.
Con la mano la cercai essendo con la testa sprofondata nel guanciale del cuscino.
La trovai ma cadde per terra contiunando a strillare.
<< E va bene… mi sveglio!>> bonfocchiai sbadigliando.
Di malavoglia mi svegliai e affacciai lo sguardo alla finestra.
La zona più centrale di Bedford una città situata vicino Londra : sempre trafficata vivace; piena di locali notturni in cui la gente risiedeva fino a tarda notte.
Sorrisi beffarda a me stessa e andai in bagno a sciaquarmi il viso.
Mi ero da poco trasferita in questa città e per una come me che proveniva da un paesino dallo stato della Finlandia era come dire “ Tutto nuovo”.
Vivevo assieme a mio padre ma purtroppo essendo un uomo d’affari è sempre destinato a spostarsi per viaggi di lavoro e rimanevo sola dato che mia mamma era morta non appena ebbi compiuto il secondo anno di vita in un incidente stradale.
Così mi trasferì da zia Elvy ottenendo così l’affidamento dato che sono ancora minorenne.
Sinceramente di mia madre non ricordo un granché sapevo solo che gli occhi castano scuri li avevo ereditato da lei.
<< Evvy…!! La colazione è pronta! >> eccola la voce di zia che proveniva dal piano di sotto.
Mi preparai velocemente con un filo di trucco e scesi giù a fare colazione.
<< Colatione!! >> esclamò il piccolo Mark sul seggiolone ; era il figlioletto di zia e fratello minore di mia cugina Cassandra che era partita da poco per degli studi all’Estero.
Zia era un tipo dall’aria materna e sorrise al piccolo che aveva tre anni appena.
Quella scena mi rattristì facendomi pensare a come sarebbe stata la mia vita con mamma se fosse continuata serenamente e zia se ne accorse.
Venne da me e porse delle frittelle sul mio piatto.
<< Ecco a te.. piccola. E’ o non è il tuo piatto preferito? >> e mi diede un buffetto sulla testa.
Sorrisi.
Quella donna sapeva sempre come prendermi e mi conosceva come un libro aperto.
Sorrisi e iniziai a mangiare.
<< Grazie zia… era tutto delizioso come sempre >> momormorai e presi la cartella.
Lei mi osservò.
<< Non doveva venire a prenderti Mike? >> domandò sorpresa.
Annuii. << Si ma vado a aspettarlo alla porta >>.
Mi sorrise. << Va bene >> rispose dandomi il pranzo. << Allora ci vediamo oggi! >>
<< A dopo >> salutai e diedi un bacio sulla guancia al piccolo Mark. << E tu fai il bravo… >> sorrisi e mi avviai alla porta quando sentii sumare il campanello.
“ Eccolo” pensai e aprì la porta. Avevo indovinato.
<< Buongiorno >> disse con un sorriso che ricambiai.
Lui era il mio migliore amico. Colui che mi faceva stare bene pronto a tirarmi su di morale quando ero triste… e anche in quel momento lo aveva fatto inconsciamente.
<< Ciao Mark >> risposi e chiusi la porta cominciando camminare verso la scuola.
Iniziai a farmi vento con la mano; faceva davvero molto caldo tipico delle giornate afose.
<< Chissà quanto vento ti starai facendo >> comemmentò ridendo.
Inarcai un sopracciglio e lo scrutai.
Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi a caschetto e indossava lo zaino con la fibbia solamente su una spalla.
<< Fa troppo caldo per risponderti >> commentai bonfocchiando. << Certo che potevamo andarcene anche a mare >>.
Lui annuì.
<< Già invece ci dobbiamo sorbire un altro noisissimo giorno di scuola! >> commentò annoiato. << Fortuna che è quasi finita >>.
Quando svoltammo l’angolo intravedemmo Kate.
Lei era una mia carissima amica.
Aveva i capelli neri con un ciuffetto rosso al lato destro.
<< Kate!! >> chiamai e lei si voltò di scatto riconoscendoci.
Corse verso di noi raggiungendoci.
<< Salve ragazzi >> aveva l’aria piuttosto esuberante e questo era molto strano dato che lei odiava la scuola.
Continuammo a camminare. << Sapete l’ultima? >> domandò.
<< No >> commentò Mark scuotendo il capo.
La osservai curiosa.
<< Pare che ci sia un nuovo compagno di classe… almeno così ho sentito dire >> spiegò portandosi l’indice sotto il mento.
<< Davvero? >> domandai.
<< Magari è qualche bel ragazzo!! >> commentò esaltata stringendomi le mani, la osservai rassegnata e scossa.
<< Ecco perché eri così felice di venire a scuola!! >> spiegai.
Lei annuì. << Ogni tanto capitano cose belle >> ammise.
Mark scocciato constinuò a camminare. << Le femmine >> commentò.
Mi voltai e corsi raggiungendolo.
<< Mark… aspetta!!>> gridai e Kate mi seguì a ruota. <
Una nuova giornata era appena cominciata”.