Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: AngelWithoutWings    01/05/2012    3 recensioni
Cinque ragazze. Cambridge. Tutto normale, no?
Sì, forse è anche un po' troppo noioso, però...
Non sarebbe tutto un po' più divertente se, come compagni di stanza, due di loro, si ritrovassero i One Direction?
Uhuh... e visto che mi piace incasinare la vita ai miei personaggi, perché non aggiungere un pizzico d'amore qua e là?
Voilà, una FF piena di colpi di scena, sbaciucchiamenti e... Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

21 – A proposito, ti amo.

L’intervista era appena finita.
Finalmente, quell’interminabile intervista era terminata, senza un minuto in cui non avessi pensato a lei.
Estrassi il cellulare dalla tasca, mentre aspettavamo l’auto nell’atrio degli studi radio, al riparo dalla pioggia che si abbatteva violenta sulla città.
Guardai il display, sperando di leggervi il suo nome.
Invece no, ovviamente.
Nessuna delle dodici chiamate che avevo effettuato aveva avuto una risposta.
Lo stesso destino avevano avuto i sette messaggi inviati.
Richiamai Julia “E’ tornata?”
“Ancora no. Ma perché sei così preoccupato?” rispose “Dovrei preoccuparmi anch’io?”
“Ma no, tranquilla...” lasciai il telefono, passandolo al suo ragazzo.
Paul, dall’interno dell’auto, suonò il clacson, richiamando la nostra attenzione.
Aperti gli ombrelli, lo raggiungemmo, salendo in macchina e partimmo verso l’università.
Una decina di minuti dopo, mentre guardavo una Londra grigia e triste sotto la pioggia attraverso il finestrino, vidi una macchia di colore viola che colpì subito la mia attenzione.
Conoscevo due persone che possedevano una Jack Wills viola: una era il sottoscritto.
L’altra era Jennifer.
“Fermo!” urlai a Paul, che inchiodò, voltandosi per vedere che cosa non andasse.
“Voi andate pure!” Non gli diedi il tempo di chiedermi niente o di fermarmi, che aprii lo sportello, precipitandomi dall’altra parte della strada.
La chiamai e si voltò, raggiungendola sotto al balcone di un palazzo, davanti all’insegna luminosa di un pub.
“Che ci fai qui?” chiese, tenendo la testa bassa sotto al cappuccio.
“Stavo per farti la stessa domanda.” Sorrisi, avvicinandomi.
“Aspetta!” la sentii ridere, mentre alzava una mano per indicarmi di rimanere dov’ero “Devo farti vedere una cosa...” mandò indietro il cappuccio, rivelando una cascata di capelli...
Rossi!
Spalancai gli occhi, mentre lei sorrideva divertita e la raggiunsi, studiandola.
“Sono così mostruosa?” alzò un sopracciglio.
Scossi la testa -infondo l’avrei trovata bellissima anche con i capelli verdi- ma non riuscii a non rattristarmi “L’hai fatto per lui?”
Lei rise –anche se non capii perché continuava a ridere, mi piaceva. Mi piaceva vederla sorridere dopo la discussione di oggi, mi piaceva il suo sorriso e mi piaceva che fossi io a farla ridere.- “Sapevo che l’avresti detto...” raccolse tutti i capelli con la mano, sfilandoli dal cappuccio.
Sorrisi, guardando i boccoli che si era fatta arricciare “Sei bellissima.”
Si scostò la frangia, avvicinandosi e cingendomi il collo, guardandomi per un po’.
Rimasi immobile, cercando di capire che cosa volesse fare.
Alzò la mano, giocando con i miei capelli bagnati, allontanandoli dal mio viso “Anche tu.”
“Eh?” risi, confuso.
“Lo sai Harry, anch’io penso che tu sia bellissimo.” Sorrise, mordicchiandosi il labbro “Anzi, con i capelli bagnati sei ancora più...”
“Ok, ho capito!” risi, sentendo l’odore d’alcool che proveniva dalle sue labbra rosee “Hai bevuto vero?”
“Io? No...” scosse la testa, agitando la massa rossa di capelli alla quale dovevo ancora abituarmi “Diciamo che il barista è stato molto gentile con me.”
Risi, cingendole la vita per aiutarla, mentre poggiava la testa sulla mia spalla “Lo vedo.”
“Mi ha dato il suo numero di telefono, sai?” mi cinse il collo, sostenendosi.
Guardai verso la strada, aspettando di beccare un taxi o un autobus, assecondandola “Davvero? E lo chiamerai?”
Scosse la testa “Ho detto che era gentile, non che fosse bello!” Risi, avvistandone uno in lontananza.
“Non era bello come te...” si alzò, prendendomi il viso tra le mani.
La guardai divertito, trovandola semplicemente adorabile da ubriaca, mentre mi sporgevo verso la strada, fermando il taxi.
“Ieri ho letto un articolo su di te.” Sorrise.
“E cosa diceva?” le accostai il cappuccio alla fronte, per prepararla ad uscire in strada.
Camminò con me, avvicinandosi al bordo del marciapiede “Hai detto che vorresti uno di quei baci sotto la pioggia da film.”
Mi fermai, guardandola divertito mentre posava di nuovo le mani tra i miei capelli “Sarà per il prossimo temporale, che ne dici? Quando sarai sobria!”
“Uff, come siamo noiosi, Styles! Ho bevuto poco così!” brontolò, indicò la quantità con le dita.
“Certo, Jen...” le baciai la fronte “Comunque non penso che Cam ne sarebbe entusiasta...”
Il tassista, ci guardò sbuffando. Premette l’acceleratore e se ne andò, nonostante avessi provato a fermarlo.
“Tranquillo, Cam adesso sarà con Joey!” rise.
Alzai il sopracciglio e lei alzò le spalle, sorridendo ‘adorabilmente’ da ebete.
“Credevo che lo sapessi.” Rise di nuovo “Sei stato tu a dirmi che Cam era andato con un’altra. Pensavo che sapessi che si trattava della tua amichetta.”
Le cinsi le spalle, portandola di nuovo sotto al balcone “Jen, che stai dicendo?”
Alzò di nuovo le spalle e ringraziai il cielo che fosse ubriaca, perché in circostanze normali adesso l’avrei sicuramente vista piangere.
Vidi un altro taxi e le allungai la mano, indicandole di tornare in strada.
Mi seguì, entrando nell’auto.
Mentre tornavamo all’università, oltre a smettere di piovere, Jen si addormentò sulla mia spalla.
   Entrai nella nostra camera, vuota.
“Giusto...” pensai. Julia, Liam, Louis e Juls avevano fatto il miglior compito di storia ed il prof li aveva premiati con delle lezioni a Manchester e dovevano essere già partiti.
Niall e Zayn invece, dovevano averne approfittato per trasferirsi dalle loro ragazze.
Posai delicato Jennifer sul suo letto, sfilandole le Converse e la felpa fradice, accostando le coperte fino alle spalle.
Mi voltai, per andarmene, quando sentii prendermi il polso “Te ne vai?”
“Dormi Jen...” le sorrisi.
“Resta, ti prego.” Mi strattonò il polso.
Risi, annuendo “Vado a mettermi qualcosa di asciutto. Tu dovresti fare lo stesso.”
Rientrai in camera sua qualche minuto dopo, trovandola già addormentata.
Pensai di andarmene, sapendo che era la cosa giusta.
Poi pensai che le avevo detto che sarei rimasto. Non volevo deluderla, giusto?
Scostai le coperte e mi infilai affianco a lei, che aprì gli occhi.
“Buongiorno, pel di carota.” Risi, scostandole i capelli dal viso.
Rise, guardandomi poi negli occhi “Devo parlarti.”
Le sorrisi, baciandole la guancia “Ora dormi, parleremo domani mattina.”
Anche lei sorrise, posando la testa sul mio petto.
La strinsi a me, affondando il viso tra i capelli rossi che profumavano di shampoo al cocco.

Mi svegliai qualche ora dopo. Svegliato dai suoi singhiozzi.
Le accarezzai i capelli, chiamandola mentre i miei occhi si abituavano al buio.
“Scusa, non volevo svegliarti.” Sussurrò “E non volevo neanche bagnarti la maglietta.”
“Che schifo, hai sbavato?” la presi in giro, meritandomi un cazzotto.
“Sei sempre il solito sensibile, Styles!” Rise, puntandosi sui gomiti per alzarsi.
“Sai, ti preferivo quando eri ubriaca.” Lei alzò il sopracciglio ed io annuii “Mi hai detto che sono bellissimo e per una volta non sono stato io a provare a baciarti!”
Rise, scostandosi i capelli imbarazzata mentre io la guardavo.
“Non me li sono tinti da ubriaca se è quello che pensi!” ridemmo “Stavo solo camminando e, mentre ascoltavo i Paramore, mi sono ritrovata davanti ad una parrucchiera.” Alzò le spalle “Poi mi sono accorta che tu avresti pensato che mi fossi tinta per Cam... e li ho fatti ricci.”
Sorrisi, accarezzandole la guancia, trovandola bagnata “Jen, hai pianto?”
Lei non rispose, posando di nuovo la testa sul cuscino e girandosi dall’altra parte.
“Hai pianto...” avevo paura a dirlo, mentre scavalcavo la massa rossa, per guardare il profilo del suo viso oltre spalle “...per colpa mia?”
Non rispose, facendo iniziare a far battere il mio cuore più veloce, ansioso “Jen, mi dispiace per oggi...”
Lei si voltò di scatto, interrompendomi.
Mi prese il viso tra le mani e accostò le mie labbra alle sue delicata.
“E questo per cos’era?” sussurrai confuso, a pochi centimetri dai suoi occhi lucidi.
“Era per dirti che tu avevi ragione ed io sono una cogliona!” abbassò lo sguardo e temetti fosse di nuovo sul punto di piangere.
“Jen, ascoltami...” le accarezzai la guancia, asciugandole qualche lacrima e le alzai il viso “Non dovresti sprecare neanche una lacrima per quel coglione!” lei mi abbracciò, affondando la testa sul mio petto, stringendo tra le mani la mia T-shirt, continuando a singhiozzare. Le accarezzai i capelli “Non puoi soffrire per lui! Era il ragazzo più fortunato del mondo e ha scelto di andare con la regina delle stronze! L’unico che dovrebbe piangere è lui...” Non riuscii a consolarla, mentre altre lacrime scendevano dai suoi occhi.
Le presi di nuovo il viso tra le mani e cominciai a lasciarle dei baci delicato sulle guance, asciugandole.
Quando smise di piangere, singhiozzando ogni tanto, le accarezzai la guancia, aspettando che mi guardasse negli occhi “Io non ti farei mai soffrire come ha fatto lui, lo sai?”
Annuì, accarezzandomi anche lei la guancia dove avevo ricevuto il cazzotto.
Mi avvicinai, baciandola.
La strinsi a me, cingendole la vita, mentre sentivo la sua presa dietro la mia nuca.
“Ho sbagliato tutto.” Si allontanò, poggiando la fronte sulla mia.
Il mio cuore perse qualche battito.
No, non di nuovo. Io non sarei più riuscito a stare senza di lei...
“Avrei dovuto lasciarlo quando ci siamo baciati la prima volta.” Sorrise, mordicchiandosi il labbro.
Sorrisi, tornando a sentire il cuore battere normalmente e quella sensazione alla bocca dello stomaco che ormai era diventata familiare, affianco a lei.
La baciai di nuovo, stavolta spostandomi poi lungo la guancia fino a raggiungere il suo orecchio “Jen, ti amo.”
Lei sorrise, puntando le mani sul materasso e mettendosi con il viso sopra al mio, sorridendo “No, Styles: io ti amo di più.”
Le posai una mano sul collo, tra i capelli rossi dietro la nuca, accarezzandole con il pollice la guancia, avvicinandola di nuovo a me per baciarla.
Misi le mani sui suoi fianchi, reggendola per girarmi e farla sdraiare con la schiena sul materasso.
Sorrise, cingendomi il collo per avvicinarmi, baciandola di nuovo.
Mentre lei aveva preso ad accarezzarmi i capelli, io cominciai a lasciarle una scia di baci lungo il collo, fino alla spalla. Posai una mano sulla spallina della sua canottiera.
“Aspetta!” Mi prese il mento con la mano “E se entra Julia?”
“Julia è a Manchester con Liam e Louis.” La rassicurai. Guardò comunque la porta “Zayn e Niall dormiranno sicuramente da Sarah e Marty.” La baciai sul neo che aveva sul collo, sotto l’orecchio.
Sorrise, baciandomi.
Riprovai, posando di nuovo la mano sulla sua spalla “Aspetta!”
Sospirai, alzando lo sguardo sul suo viso e vedendola sorridere, divertita “Jen, ma chi vuoi che entri, la regina?” Scoppiò a ridere, contagiandomi.
Mi prese il viso tra le mani, dandomi un bacio a stampo sulle labbra, prima di avvicinarsi al mio orecchio, posarvi un bacio e sussurrarmi “Volevo solo dirti che mi dispiace di averci messo così tanto a capire che eri solo tu quello che volevo.”
Sorrisi, sentendo il cuore leggero come una piuma e le solite farfalle a spasso per la mia pancia.
E mentre io ancora pensavo alle sue parole, lei prendeva l’iniziativa, sentendo le sue mani afferrare la mia maglietta.

Aprii gli occhi, svegliandomi di soprassalto per un colpo alla spalla.
“Scusa!” rise Jen, baciandomi nel punto in cui mi aveva colpito “Stavo cercando di scendere dal letto senza svegliarti, per comprarti la colazione... ma non ci sono riuscita.”
Le sorrisi, cingendole la vita e guardandola seduta a gambe incrociate affianco a me, indossando la mia maglietta del pigiama e un paio di slip “E pensavi di andare in caffetteria così?”
Lei alzò un sopracciglio, scuotendo la testa divertita.
Prese il colletto della T-shirt, nascondendoci il viso fino alla punta del naso “Mi piace. Ha il tuo profumo.”
“Puoi tenerla se vuoi.” L’avvicinai a me, poggiando la schiena alla spalliera del letto.
“A proposito, buongiorno.” Sorrise, baciandomi la guancia prima di posare la testa sulla mia spalla.
“A proposito, ti amo.” Le alzai il viso, baciandola.
La porta si aprì all’improvviso e ci separammo immediatamente, non appena sentimmo le voci dei ragazzi.
“Ci sembrava di aver sentito qualcuno parlare.” Si affacciò Zayn.
“Mhm... non mi sembra che stiano parlando.” Rise Niall.
“Voi non avete una camera?” li interruppi, scocciato.
“Siamo appena tornati...” si vantò Zayn.
“Già, giusto in tempo per guadagnare dodici dollari!” esultò l’irlandese “Sapevo di poter contare su di te, Hazza!”
Jen, superato l’imbarazzo, si mise a sedere, guardandoli con un sopracciglio alzato “Dovrei sapere di cosa state parlando?” mi guardò, ma alzai le spalle, anch’io confuso.
“La scommessa!” rispose Zayn “A proposito, bei capelli...”
“La scommessa!?!” l’espressione sul viso di Jen cambiò, fissandomi.
Spalancai gli occhi, ricordandomi di quella stupida scommessa che avevo fatto con loro, prima di conoscerla.
Prima di innamorarmi di lei.
“Ci hai messo un po’, ma sei ancora entro i termini, Styles.” Niall alzò il pollice “Sbaglio o hai qualcosa di diverso, Jen?”
Di nuovo, ignorò le domande sui suoi capelli, insistendo “In cosa consisteva la scommessa?”
Interruppi Niall prima che potesse rispondere, lanciandogli un’occhiataccia “Jen, calma! Non è...”
“In cosa diavolo consiste questa scommessa?” esclamò, mentre la vedevo diventare nervosa.
Zayn fece per parlare, ma lei lo zittì con un gesto della mano “Voglio che sia tu a dirmelo.”
Abbassai lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo, non appena si posò sul mio viso.
Presi un respiro profondo e alzai la testa “Ho scommesso che sarei riuscito a venire...” sospirai, tornando a guardare il copriletto rosso “...a letto con te entro un mese.”
Rimase un attimo immobile, mentre gli angoli della bocca si piegavano verso il basso e le sopracciglia si corrugavano. Si riprese, cercando di alzarsi.
“Aspetta! E’...” non terminai la frase, ritrovandomi con le sue cinque dita sulla mia guancia, lasciando uno schiocco e probabilmente anche l’impronta.
“Fammi un favore, ok? Non rivolgermi più la parola.” Mi guardò dura, come non l’avevo mai vista e si alzò, liberando il polso dalla mia presa.
Si voltò di nuovo, guardandomi, prima di sbattere la porta ed andarsene.
Nei suoi occhi si leggeva tutta la delusione.
Era appena stata delusa dal suo ragazzo ed io, dopo averle promesso che non l’avrei mai trattata allo stesso modo... le avevo appena spezzato il cuore.
Lanciai un’occhiataccia ai miei amici, aprendo la porta mentre suonava il campanello.
Jen raggiunse la porta d’entrata, aprendola.
Rimanemmo entrambi immobili, quando vedemmo Cam.
Era davanti a lei, con un borsone in mano “La mia camera è allagata. Il rettore mi ha mandato qui, dice che avete dei posti letto disponibili.”
No, non era possibile.

A little space for me...

E si scende ancora, ragazzi!
Lo so, la storia è un po'... turbolenta!
Aspettate di leggere il prossimo capitolo... <3

  Cam <3
 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: AngelWithoutWings