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Autore: Vals Fanwriter    02/05/2012    7 recensioni
L’accademia privata Ouran è conosciuta, uno, per il prestigio e, due, per la ricchezza. Le persone ricche hanno molto tempo a disposizione perciò, nell’Host Club dell’Ouran, alcuni gentiluomini dedicano il loro tempo, offrendo compagnia a delle adorabili fanciulle e traendo profitto da loro. Questo è il gioco elegante e unico di questa scuola di ricchi.
Per la Kurtofsky Week | 4th day – Cartoon/anime crossovers
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kurtofsky Week 2012'
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Per la Kurtofsky Week

4th day – Cartoon/anime crossovers

 

Premessa: Okay, sinceramente voglio avvertirvi, perché non so quanti di voi conoscono “Ouran Host Club” (l’anime con cui ho fatto questo crossover) e voglio dirvi che c’è veramente poco da sapere in proposito. Il contesto si spiega da solo, ma nel caso non si spiegasse, vi basterebbe cercare la trama dell’anime su wikipedia. Ma ve l’assicuro, non è fondamentale che conosciate l’anime. È uno dei miei preferiti ed è la cosa più demenziale che esista, soprattutto perché ho passato i pomeriggi a riderci appresso – e sì, sto facendo pubblicità occulta, ma neanche tanto occulta. However, gran parte dei dialoghi della fanfiction sono presi proprio dall’inizio del primo episodio e magari ve lo linko pure così potete confrontare: cliccate su demenzialità. Per concludere, penso di dovervi dire che è davvero una sciocchezza questa fic, ma non potevo presentarmi a mani vuote e quindi, boh niente, buona lettura e grazie per le recensioni che mi avete lasciato / mi lascerete.

Un abbraccio. ♥

Vale

 

~

 

Welcome to Host Club

 

 

 

Kurt Hummel si avvicinò alla porta socchiusa dell’ennesima sala lettura, quel pomeriggio, e vi sbirciò all’interno, alquanto riluttante all’idea di riuscire nel suo intento. Neanche diede uno sguardo dentro che già sbuffò avvilito. Era già la quarta che trovava completamente occupata, non era riuscito a scorgere nemmeno un piccolo angolino su un tavolo, che gli permettesse di accomodarsi e studiare in pace. Oltretutto sembrava che tutti i ragazzi stessero lì soltanto per fare conversazione. Pareva, più che altro, un luogo di incontro, non un’aula studio, e questo, se possibile, gli fece saltare i nervi ancora di più.

Era passata mezz’ora e il suo istinto gli diceva di arrendersi e di andare a prendere una boccata d’aria fuori dall’accademia per smaltire quella tensione, ma ciò non era affatto concepibile. Lui non poteva permettersi di arrivare impreparato al compito di matematica del giorno dopo. Lui non era come gli altri studenti. Lui si era guadagnato il posto in quella scuola grazie a una borsa di studio, divorando libri su libri per esserne all’altezza, a differenza loro, ai quali era bastato sborsare quattrini. Ma anche se avesse potuto permettersi la retta di quel prestigioso istituto, di certo non avrebbe avuto il coraggio di vivere nell’ignoranza. Non che insinuasse che gli altri studenti ci convivessero, con l’ignoranza, solo che, al contrario di loro, la sua coscienza gli impediva di non preoccuparsi della sua media scolastica.

Mentre era alle prese con quelle elucubrazioni e, al contempo, con la voglia di andarsi a coricare sul prato sotto i raggi del sole, giunse all’aula di musica numero 3 e pensò che forse, data l’assenza del consueto chiacchiericcio degli studenti, quella doveva essere perlomeno poco affollata.

‹‹Benvenuta››

Ma dopo aver aperto la porta, ciò che trovò fu l’Host Club.

 

‹‹L’accademia privata Ouran è conosciuta, uno, per il prestigio e, due, per la ricchezza. Le persone ricche hanno molto tempo a disposizione perciò, nell’Host Club dell’Ouran, alcuni gentiluomini dedicano il loro tempo, offrendo compagnia a delle adorabili fanciulle e traendo profitto da loro. Questo è il gioco elegante e unico di questa scuola di ricchi››.

 

‹‹Ho-Ho-Ho-Host Club?!›› balbettò Kurt, col viso completamente rosso.

E chi avrebbe potuto biasimarlo? Davanti a sé aveva i ragazzi più belli di tutta l’accademia Ouran. Non vi era ragazza che non sospirasse al loro passaggio o che si astenesse dal frequentare quello strambo Club, e Kurt, ora, ne capiva il motivo.

‹‹Cosa? È un ragazzo?›› dissero all’unisono due gemelli dai capelli rossi.

‹‹Hikaru, Kaoru, voi due siete nella stessa classe del nostro ospite, giusto?›› domandò loro un ragazzo moro con gli occhiali.

‹‹Sì, ma questa persona non sta mai con nessuno, quindi non lo conosciamo affatto›› risposero Hikaru e Kaoru, continuando a pronunciare le parole all’unisono.

Kurt si ricordava di loro, erano davvero in classe con lui. E sì, lui non era un tipo che aveva molte amicizie, ma non era mica colpa sua!

Mise il broncio per quell’affermazione e fu tentato dal fare dietro front ed andarsene via, se non che il ragazzo con gli occhiali rimproverò i gemelli dicendo: ‹‹Questa non è gentilezza›› e poi proseguì, col sorriso più affascinante che Kurt avesse mai visto, ‹‹Benvenuto all’Host Club dell’Ouran, studente con borsa di studio››.

Kurt aggrottò le sopracciglia e quasi stava per chiedere loro come facessero a sapere della sua borsa di studio, ma qualcosa gli disse che i gemelli dovevano aver divulgato la notizia e dunque tacque, tuttavia non si risparmiò di mostrare un’espressione basita al database immaginario che avevano di lui.

‹‹Ad ogni modo›› borbottò quello che pareva il presidente di quel Club strampalato, un ragazzo alto, dai capelli biondi e i bellissimi occhi blu, portandosi una mano sul mento, ‹‹Non mi sarei mai aspettato che il famoso topo di biblioteca dell’Ouran fosse gay››.

Kurt sobbalzò a quella frase e il suo imbarazzo divenne un po’ più evidente sulle sue gote. E questo come l’avevano scoperto?

Il biondo, che Kurt era quasi certo si chiamasse Tamaki, si passò una mano tra i capelli, con fare avvenente e mantenendo un sorriso impeccabile e smagliante.

‹‹Comunque, qual è il tipo che preferisci?›› gli domandò, puntando l’indice su un membro del club per volta, ‹‹Il tipo tenebroso, il tipo tenero, il tipo vivace, il tipo affascinante?››.

Kurt indietreggiò. Non poteva esporsi così tanto, non in un posto che pareva pubblico e che veniva frequentato dall’intera categoria femminile della scuola.

‹‹N-no!›› farfugliò impacciato, ‹‹Io stavo solo cercando un posto dove studiare tranquillamente››.

Ma per tutta risposta, Tamaki si avvicinò a lui, con quello sguardo spudoratamente illegale, e gli sollevò il viso, facendo scivolare una mano sotto il suo mento.

‹‹Oppure… Vuoi provare me? Vuoi?›› concluse quello, quasi teatralmente, e a Kurt sarebbe tanto piaciuto lasciarsi andare alle moine di quel giovane bellissimo, se non che una mano gli afferrò il polso e lo tirò via dalla mira di Tamaki.

Kurt si riscosse da quella sorta di magia e spostò lo sguardo sul suo salvatore.

David Karofsky stava lanciando al ragazzo biondo fulmini e saette con gli occhi, con un’insegna al neon al seguito, che recitava palesemente “gelosia”.

‹‹E se invece tu provassi la mia Furia?!›› ringhiò Dave, puntando il suo destro in direzione di Tamaki e sospingendo Kurt dietro di sé, con l’intenzione di proteggerlo da quei bigotti e dal potenziale fascino che – lo ammetteva – irradiavano.

Il presidente dell’Host Club alzò le mani sopra la testa e il suo sorriso si allargò.

E mentre Dave si allontanava, trascinandosi dietro Kurt, lo sentì sussurrare: ‹‹Figurati, è tutto tuo››.

 

Quando furono fuori e Dave ebbe chiuso con un tonfo la porta dell’aula di musica, una smorfia infastidita sul volto di Kurt gli impedì di continuare ad ignorarlo.

Sbuffò, mentre le guance gli si spruzzavano leggermente di rosa, e poi sbottò, con fare scontroso: ‹‹Che c’è?››.

L’altro strappò la mano dalla sua presa ed incrociò le braccia al petto.

‹‹Dovevi per forza minacciarlo in quel modo?›› gli chiese, inchiodando il suo sguardo, colmo di rimprovero, sul viso di Dave.

Quest’ultimo si grattò la testa, mentre il suo broncio si acuiva maggiormente.

‹‹Ti stava corteggiando›› si difese, iniziando a tormentarsi le mani, ‹‹E tu mi sembravi fin troppo coinvolto›› aggiunse subito dopo e lo sguardo ferito, che mostrò in quel momento, fece venire una stretta allo stomaco a Kurt.

‹‹Oh, Dave›› sussurrò mortificato il ragazzo dagli occhi azzurri, accostandosi a Dave e prendendogli il volto tra le mani, ‹‹Sei molto meglio tu, di quei tipi alti, slanciati, eleganti, ammalianti e…››.

‹‹Puoi evitare questa parte e passare direttamente al bacio? Mi sto deprimendo›› si lamentò Dave, al che Kurt fece di tutto per trattenersi dal ghignare. Si limitò a sorridere e a lasciarsi prendere dalla tenerezza che gli stava facendo il suo ragazzo.

Gli avvolse le braccia intorno al collo, avvicinandolo a sé, e poi gli soffiò sulle labbra, a mezza voce: ‹‹Come preferisci››, baciandolo dolcemente, mentre Dave lo stringeva a sua volta.

 

Fine.

   
 
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