Film > Sweeney Todd
Segui la storia  |       
Autore: Elelovett    02/05/2012    0 recensioni
Questo è il sequel della mia altra storia "Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se..." perciò vi prego di leggere prima quella fic e poi questa! Sono passati anni dalla tragica notte ed Emily e Claudia cercano di dimenticare. Ma il ricordo di Sweeney è duro a morire e darà loro del filo da torcere ancora una volta...Specie se Anthony Hope è veramente deciso a risolvere il mistero del barbiere. Riuscirà Emily a tenere all'oscuro di tutto la figlia di Pirelli?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony Hope, Johanna Barker, Nuovo personaggio, Tobias Ragg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*

 

Piazza di St. Dunstan, piazza di St. Dunstan, piazza di St. Dunstan!

Questo pensavano freneticamente le menti dei due ragazzi mentre, entrati in città, correvano verso il centro. Il sole era quasi tramontato del tutto, Serafine sperò con tutto il cuore di essere in tempo…Per fare qualsiasi cosa. Toby sapeva che era pericoloso per lui entrare in città, perché avrebbero potuto riconoscerlo da un momento all’altro, ma cercava di non dare nell’occhio e di stare lontano dalle pattuglie dei poliziotti. In questo modo non avrebbe corso alcun pericolo.

Quando arrivarono nella piazza del mercato di St. Dunstan la trovarono quasi deserta. Serafine tirò un sospiro si sollievo: allora ce l’avevano fatta! Quando però vide il patibolo con i due cappi vuoti le tremarono le gambe. Anche se non c’erano corpi, era una visione orribile. Nonostante questo, disse:

  • - Ci siamo riusciti. Ma non c’è nessuno?
  • Toby non si sentiva affatto tranquillo. Rispose piano:

  • - Io non ne sarei così sicuro…
  • Un uomo stava attraversando la piazza trasportando un carretto pieno di verdura. Il ragazzo lo fermò chiedendogli:

  • - Scusatemi, potete dirmi se ci sarà un’esecuzione?
  • Stava indicando il patibolo. L’uomo rispose:

  • - No figliolo, non lo sapete? L’esecuzione c’è già stata! È finita giusto un quarto d’ora fa, hanno subito portato via i corpi…Non li hanno lasciati esposti, stavolta. Il patibolo è rimasto per un’altra esecuzione che si terrà domani.
  • Toby perse un colpo, e tentando di nascondere la voce che gli tremava, chiese:

  • - E…Chi erano i giustiziati?
  • - Due donne- rispose l’uomo lasciando il carretto per un attimo- due assassine, pare. Una vecchia storia. Ve l’ho detto, un quarto d’ora e potevate vederle appese laggiù.
  • Serafine aveva gli occhi umidi e una mano di fronte alla bocca, stentava a nascondere il suo dolore. Disse con voce flebile, quasi impercettibile:

  • - Dove le porteranno?
  • L’uomo rispose:

  • - Le getteranno nella fossa comune credo, come tutti i giustiziati. Ora scusatemi, ma devo andare.
  • E riprese la sua strada. Serafine cadde in ginocchio e cominciò a piangere. Non ce l’aveva fatta, sua madre era morta. Anche Toby piangeva, ma in silenzio. Il ragazzo cercò di far alzare Serafine, ma invano. La ragazza gridava, e piangeva dal dolore.

  • - Non può essere! No!- singhiozzava.
  • Alla fine fu lei a gettarsi tra le braccia di Toby. Come era sempre successo. Lui la consolava, quando da bambina le succedeva qualcosa di brutto. Niente era cambiato. Il ragazzo la strinse forte e tutti e due rimasero fermi in mezzo alla piazza, a singhiozzare. Toby sarebbe stato per sempre grato ad Emily e Claudia, che avevano dato la vita anche per lui, allontanandolo da Londra e di conseguenza salvandolo da morte certa.

    Quando Serafine ebbe consumato tutte le sue lacrime cominciava a farsi buio. La ragazza singhiozzava ancora, il corpo scosso da fremiti. Disse:

  • - Dobbiamo trovare i loro corpi.
  • - È impossibile, purtroppo. Non ci faranno mai avvicinare alla fossa comune, loro sono…Sono considerate criminali, non possiamo seppellirle. E poi se andassimo a reclamare i corpi mi riconoscerebbero e mi ucciderebbero, Serafine.- rispose Toby.
  • La ragazza lo abbracciò ancora, dicendo:

  • - Se fossero partite con noi…Ora…
  • - Non potevano sapere che sarebbe andata a finire così…
  • - Non le ho neanche viste un’ultima volta.
  • - Forse è proprio questo che volevano, che tu non le vedessi all’esecuzione. Ti hanno risparmiato quell’orribile spettacolo.
  • - Oh Dio, Toby…
  • - E comunque tua madre ti ha sempre voluto bene, Serafine. L’ultima volta che l’hai vista lei sapeva che forse sarebbe stata l’ultima. E ti ha dimostrato quanto ti voleva bene.
  • - Era un addio, e io non lo sapevo…
  • - Ti ha lasciata sapendo che te la saresti cavata.
  • - Sì, lei si fidava di te.
  • - E di te. Ti voleva un gran bene, come Claudia del resto.
  • - Non posso credere che non ci siano più.
  • - Lo so…Il mondo è orrendo e crudele, Serafine. Ti porta via le persone che ami, ti sconvolge la vita e ti illude. Ma non puoi mai sapere se alla fine lo scopo sia negativo o positivo…A volte dalle ceneri rinascono nuove speranze. È quello che spero per te.
  • Insieme si allontanarono, sempre abbracciati. Le lacrime avevano offuscato a Serafine la vista, intorno a lei tutto sembrava sfocato, il buio e gli improvvisi bagliori…Toby giudicò pericoloso tornare a casa loro, che probabilmente era sorvegliata. Avrebbero passato la notte in una locanda in città, aveva i soldi per pagare. Trovarono un posto molto affollato, ma dove era rimasta una stanza libera. Dopo aver pagato, Toby notò sul bancone una lanterna spenta e all’improvviso gli venne un’idea. Senza che nessuno se ne accorgesse la prese e disse a Serafine:

  • - So che non portai mai visitare il luogo in cui è stata portata tua madre, ma forse c’è un posto che dovresti vedere…Vieni con me.
  • Serafine, che ormai si era asciugata le lacrime, lo seguì, senza capire il perché di quell’improvvisa idea.

    Fuori era buio pesto, ma ogni tanto i lampioni illuminavano la strada. Normalmente Toby non avrebbe percorso quella strada di notte, ma questa volta era particolare.

    Teneva la lanterna nascosta sotto la giacca, e Serafine camminava al suo fianco. Ad un certo punto costeggiarono un muro piuttosto alto, al di là del quale non si riusciva a vedere niente. In quel pezzo di strada non c’erano lampioni a illuminare, regnava l’oscurità. Il muro si interruppe e trovarono un enorme cancello arrugginito, solo socchiuso. Toby dette un’occhiata in giro, dato che quel luogo era abbastanza vicino alla loro vecchia casa, tirò fuori dalla tasca un fiammifero e accese la lanterna. Serafine chiese:

  • - Che cosa vuoi fare?
  • Toby le fece cenno di tacere e spinse il cancello, che cigolò. All’interno c’era un vecchio parco abbandonato, dove ormai crescevano le erbacce, e Serafine riusciva a vedere nel raggio di luce della lanterna qualche vecchio albero.

    Avanzarono, sempre di più, mentre il ragazzo sembrava cercare di ricordare qualcosa. Poi sussurrò:

  • - Siamo arrivati.
  • Fecero qualche passo e la luce illuminò il tronco di un vecchio albero curvo. Sotto l’albero si vedeva un cumulo di terra marrone, sulla quale erano appoggiati dei fiori ancora abbastanza freschi. Qualcuno doveva averli messi di recente. Toby spiegò:

  • - Serafine, qui sotto è sepolto tuo padre.
  • La ragazza rimase in silenzio, contemplando il tumulo, e sentendosi assalire da una forte emozione. Non poteva dire che fosse gioia, ma se non fosse stata sconvolta dal lutto, di certo l’avrebbe chiamata così. Finalmente era vicina a suo padre, sulla tomba che quasi credeva non esistesse più. Il ragazzo proseguì:

  • - La notte in cui morì, tua madre volle assolutamente seppellirlo. E lo portammo in questo parco abbandonato, dove ormai non viene quasi nessuno. È qui sotto, scavai la fossa proprio io, insieme a Claudia. Non è una bella tomba, non ha lapide, né monumento, ma tua madre ha preferito così. Aveva paura che se lo avessero ritrovato tra i cadaveri di quella sera l’avrebbero gettato nella fossa. Così ha preferito una semplice tomba, ma che fosse più…Come dire, intima, dove lei potesse venirlo a trovare in pace quando avesse voluto. Veniva spesso qui, tutte le settimane. Avrebbe tanto voluto portarti con sé, ma aveva paura che tu le facessi troppe domande sul perché fosse lì e che tu venissi a sapere tutto. Credo che sarebbe felice di sapere che alla fine ci sei venuta. Voleva che tu ti sentissi vicina a tuo padre, siete le cose che più ha amato.
  • Serafine si inginocchiò e accarezzò il cumulo. Suo padre era lì sotto, per la prima volta era veramente vicina…Come avrebbe voluto sua madre…

    Poi vide i fiori. Sua madre doveva averli portati prima di venire arrestata. Doveva amarlo veramente tanto. Restarono là per un po’, poi, quando la luce della lanterna si andava affievolendo, decisero di tornare alla locanda. Serafine sapeva benissimo che non sarebbe più tornata in quel posto, che la mattina dopo avrebbero lasciato Londra se non per sempre almeno per molto tempo, finché Toby non fosse stato fuori pericolo, perciò cercò di lasciarlo impresso nella sua mente. Era un luogo quasi magico, la faceva sentire in pace. Si ripromise che un giorno sarebbe tornata, e sarebbe stata lei a portare i fiori. Per suo padre e per sua madre.

    Mentre tornavano alla locanda Toby le cinse le spalle con un braccio, e lei gli sorrise. Era ancora triste e spaventata, ma sapeva di non essere sola. Toby sarebbe stata la sua famiglia d’ora in avanti. Si sarebbero presi cura l’uno dell’altra e si sarebbero amati per sempre.

    Quella notte, abbracciata a lui, Serafine fece un sogno. Si trovava in un prato verde, all’apparenza infinito. Ad un tratto lontano davanti a lei vide Claudia che passeggiava allegra. Cercò di raggiungerla ma le sue gambe non si mossero, dalla gola non le uscì un suono. Dietro alla donna venivano Emily e Pirelli. A Serafine cominciò a battere forte il cuore, e le venne da piangere. Vedeva chiaramente suo padre passeggiare accanto a sua madre, e tenerla a braccetto guardandola negli occhi come se non volesse perderla mai. Lei gli sorrideva, e chiacchieravano. Poi tutti e tre si voltarono verso Serafine, e la salutarono con la mano, agitando le braccia e gridando per farsi sentire. Le stavano dicendo addio, sua madre le mandava un bacio e Pirelli le diceva di volerle bene. Serafine finalmente riuscì a parlare, agitò la mano e disse loro addio. Mi mancherete. I tre sorrisero, Claudia le fece l’occhiolino e Pirelli ed Emily si guardarono come per complimentarsi l’un l’altra della figlia che avevano messo al mondo. Poi proseguirono, e ridendo e scherzando sparirono all’orizzonte. Serafine agitò la mano finché non li vide più. Rimase a fissare sorridendo il punto in cui erano spariti. E in quel momento seppe con certezza che stavano bene, che i suoi genitori si erano finalmente ritrovati per amarsi in eterno, e che le avevano lasciato una vita meravigliosa da vivere appieno con l’uomo che amava.

     

    Fine

     

    -----------------------------------------------------------------------------------------
    Finalmente finita! Sì, lo so che è passato un anno dall'ultimo capitolo, ma pur avendolo pronto esitavo a caricarlo. Spero che questa fic non vi abbia delusi per la morte di Emily e Claudia (sappiate però che avevo in mente almeno due finali alternativi, dove la loro non era una vera morte ma un ritorno alla loro vera dimensione, opzione che ho poi escluso perché poco d'effetto). Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, a presto! ;)

      
    Leggi le 0 recensioni
    Segui la storia  |        |  Torna su
    Cosa pensi della storia?
    Per recensire esegui il login oppure registrati.
    Capitoli:
     <<  
    Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sweeney Todd / Vai alla pagina dell'autore: Elelovett