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Autore: Severa Crouch    04/05/2012    2 recensioni
Questo è un altro spin-off de l'Orizzonte degli Eventi e parte da una frase dell'epilogo: “Alice ricordava, come fosse ieri, l'estate dopo la fine della guerra magica, fu la prima estate di vacanze dopo tanti anni. Alice e Severus viaggiarono molto e trascorsero alcuni giorni nel Wiltshire, lì decisero di sposarsi.”.
Mi son detta perché non mettiamo i nostri due in giro per il mondo (o almeno per la Vecchia Europa) alle prese con qualche avventura -disavventura magica che possa cementare il loro rapporto? (come se 24 anni passati insieme non fossero stati sufficienti..). Dedicata ai lettori che hanno amato la mia Alice. :-)
Ho fatto qualche casino aggiungendo il prologo e spostando i capitoli.. spero che lo recuperiate dal menu!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'orizzonte degli eventi'
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Quinta tappa: Egitto

 

Dalle spesse tende di lino filtrava la luce del mattino già caldo.

Il cotone egiziano del letto era fresco e morbido al contatto con la pelle. Una mano scostò leggermente il lenzuolo dalla spalla nuda e due labbra vi si posarono dolcemente.

Alice si stropicciava gli occhi e sorrideva al ricordo della notte appena trascorsa. Girò il viso dall'altra parte, Severus le accarezzava la schiena provocandole dei brividi di piacere. Sorrise e lui le disse: “Buongiorno”.

Incontrare quegli occhi scuri al mattino era una gioia.

“Buongiorno”, disse con un'aria beata.

Severus baciò nuovamente la spalla e le chiese: “Come mai tanti sorrisi?”

Alice si girò, tornando supina, e avvicinò la testa alla spalla di Severus.

Lui era steso su un fianco, con una mano attorno alla vita di lei, abbassando lo sguardo, era proprio sopra il viso raggiante di Alice.

“Mi domandavo come abbiamo fatto in tutti questi anni”, disse stringendosi a lui.

Severus continuò ad accarezzarle i fianchi, si strinse a lei e le sussurrò: “Vuoi recuperare?”

Alice rise divertita per la proposta, scuotendo la testa, esclamò: “Con questo caldo? Dopo la notte di ieri?”

Lui adorava il sorriso luminoso di Alice, e i suoi occhi, che sembravano tutto fuorché contrari alla proposta appena fatta. La risposta non era un rifiuto, era solo un'altra domanda, a cui lui rispose: “Sì”.

Alice rise, ancora più divertita, disse: “Fa troppo caldo, vado a fare la doccia”.

“Posso raggiungerti sotto l'acqua?” chiese lui, che non aveva nessuna voglia di rinunciare al suo proposito.

Alice era in piedi nella stanza, ai piedi dell'ampio letto matrimoniale, leggermente coperta dalla camicia da notte appoggiata con una mano sui seni; rivolse verso il letto uno sguardo di sfida e sorridendo disse: “Se riesci ad aprire la porta del bagno... ”

Severus sorrideva dal letto: lui adorava le sfide e sapeva benissimo di essere molto più bravo di Alice negli incantesimi. Lo era sempre stato: aprire la porta del bagno sarebbe stata una sciocchezza. Lasciò che Alice entrasse e, dopo qualche minuto, quando sentì lo scroscio della doccia, decise ad alzarsi dal letto.

Fuori dalla finestra entrava un caldo soffocante, il sole stava già eliminando ogni traccia del fresco della notte. Severus arrivò alla porta del bagno e sussurrò: “Finite Incantatem”, sorrise soddisfatto. Probabilmente sarebbe bastato anche un semplice Alohomora, ma la sua mente era già oltre la porta.

Sotto la doccia, Alice regolava la temperatura dell'acqua, era immersa tra i vapori che odoravano di bagnoschiuma. L'acqua scorreva sulla pelle, lavando via i residui di sonno.

Il pensiero della notte precedente, che sembrava non volersene andare, le strappava ancora un altro sorriso.

Percepì un alito di aria fredda entrare nel chiuso della doccia, si girò ed i suoi occhi incontrarono quelli di Severus, soddisfatto per la sfida appena vinta.

“Ce l'hai fatta” disse Alice, il cui sorriso era diventato incredibilmente malizioso.

“Avevi dubbi?” chiese Severus, con il solito filo di sarcasmo nella voce.

Alice gli mise le mani intorno alla nuca, scuotendo la testa, con gli occhi fissi in quelli di Severus, lo tirò a sé.

“Nessuno”.

Negli istanti successivi ci fu molto sapone, e vapore, e quando loro due uscirono dalla doccia, chiunque avesse visto la loro espressione avrebbe potuto dire che quell'aria soddisfatta non era dovuta ad una semplice doccia mattutina.

 

Le strade dell'antica Tebe erano polverose. Il sole ardeva i tetti delle case e qualsiasi cosa su cui si poggiassero i suoi raggi. L'Alto Egitto era un posto magico, perché le tradizioni e l'antica cultura egizia erano sopravvissute all'evoluzione dei Babbani.

I maghi tebani, continuavano in gran segreto i loro riti, attenti a non farsi scoprire dai Babbani, la cui adesione alla religione Islamica li induceva ad essere poco tolleranti verso qualsiasi credo che avesse a che fare con la magia, in quanto sospettato di satanismo.

Molti maghi egizi, tuttavia, erano anche fedeli islamici e cercavano di conciliare la fede per Allah con la pratica magica, considerando la loro condizione come un dono che Allah aveva fatto loro. Tuttavia, non era semplice, soprattutto in tempi complessi come quelli attuali in cui l'intero mondo Mediorientale era in subbuglio per i cambiamenti imposti dalla modernizzazione.

La tensione era palpabile e per quanto l'Egitto fosse conosciuto come un paese moderno e moderato era fin troppo facile eccitare gli animi di fanatici religiosi, per cui i maghi prestavano molta attenzione a palesare la propria esistenza e vivevano una vita separata, chiusi all'interno delle loro comunità, protetti da sofisticati ed antichissimi incantesimi.

Alice e Severus, camminavano tranquillamente in quello che era il quartiere magico. Abituati al clima continentale, faticavano a resistere a quelle temperature, nonostante i freschi abiti di lino che indossavano e la continua ricerca di ombra.

Erano le dieci del mattino, l'ombra dei cappelli era già insufficiente, così che erano costretti a farsi aria con un ventaglio.

“Ricordami perché sei voluta venire in Egitto”, chiese Severus, esasperato dall'afa.

“Per comprare una boccetta di lacrime di Fenice”, rispose Alice che si stava maledicendo per non aver rimandato l'acquisto ad un periodo dell'anno più propizio.

Il mercato del quartiere magico era affollato e rumoroso come quello di Istanbul e all'ombra dei banchi si riusciva a trovare un po' di riparo dal sole. I mercanti esponevano ogni genere di mercanzia, anche se i maghi stranieri erano attratti soprattutto dagli amuleti magici, vista l'antica tradizione magica egizia.

I turisti più facoltosi, invece prediligevano le Fenici: animali molto rari, estremamente fedeli e costose. L'acquisto di una Fenice era un procedimento piuttosto complesso, non solo perché ci voleva una quantità spropositata di Galeoni, quanto perché era la Fenice a dover scegliere se seguire o meno l'aspirante acquirente.

A volte, le Fenici decidevano di lasciare il loro mercante per un numero indefinito di anni e di farvi ritorno solo dopo la morte della persona che avevano deciso di seguire, così che anche il commercio di questi volatili era soggetto alle intemperanze di questi animali, il cui spirito indipendente e fedele era leggendario.

Alice amava le Fenici, per la loro forza e per quello che rappresentavano: erano un simbolo di rinascita e di speranza. Si incantò nel guardarne alcune appollaiate sui trespoli dietro un banco. Cercò di richiamare l'attenzione di Severus tirandolo per un braccio, mentre continuava ad osservare una di queste splendide creature.

“Alice, non possiamo permetterci una Fenice, lo sai bene”, disse Severus, che continuava a farsi aria con un ventaglio ottenuto da una foglia di palma intrecciata.

Alice scosse la testa. “No, Sev, non è per questo. Guarda quella Fenice, non ti sembra di averla già vista?”, disse lei mentre continuava ad osservarla.

“Tu pensi che sia...”, disse Severus, che aveva iniziato ad osservare l'animale.

“No, non può essere è impossibile, magari si somigliano solo”, concluse, portando via Alice da quel banco, dove altrimenti avrebbe trascorso tutta la giornata.

Alice, mentre veniva trascinata via per un braccio da Severus, continuò ad osservare l'animale, questo aprì un occhio e la guardò, facendole un cenno di intesa. Alice sorrise. Fanny era tornata a casa sua in Egitto e doveva averla riconosciuta, dopo tutto il tempo che aveva passato nello studio di Silente ad accarezzarla e a portarle da mangiare.

Alice ricordava ancora il canto straziante di Fanny il giorno della morte di Silente, fu contenta di sapere che adesso la Fenice aveva una nuova vita in Egitto e stava bene.

Acquistarono una boccetta contenente delle preziosissime lacrime di Fenice: l'Egitto era l'unico posto al mondo in cui era possibile trovare una simile rarità, cui molti pozionisti anelavano per la preparazione di antidoti e filtri curativi. Severus precisò che l'avrebbero usato con estrema parsimonia e solo per alcune sperimentazioni, dopo aver testato l'inutilità del bezoar e del corno di unicorno, che, benché raro, era certamente meno costoso e raro delle lacrime di Fenice. Alice annuì, anzi avrebbe vegliato su quella boccetta perché Severus non la sprecasse nelle sue sperimentazioni.

Alice e Severus furono fermati anche da alcuni venditori di tappeti magici, fu difficile convincerli di non poterne acquistare uno, perché il possesso era vietato dal Ministero della Magia Inglese.

I mercanti di tappeti, che non avevano ancora digerito la scelta dei Ministeri europei di vietare i tappeti magici a favore delle scope, quando compresero le ragioni del rifiuto li cacciarono via dalla loro bottega insultandoli e facendo ironie sull'uso delle scope in Europa.

Severus decise che faceva troppo caldo per perdere la pazienza con dei mercanti maleducati, preferì raccontare ad Alice del tappeto da dodici posti che aveva Bartemius Crouch.

Era stato il figlio, Barty junior, a parlarne a Severus, durante i tempi del liceo. Severus ricordava anche che Barty una volta aveva rubato il tappeto del padre insieme a Regulus Black e, insieme ad Avery e Mulciber, erano andati a trovare Severus a Spinner's End, durante l'estate successiva al diploma.

Sembrava passato un secolo da quei tempi, eppure quello era uno dei pochi momenti divertenti del periodo da Mangiamorte di Severus.

Raccontò come avevano sorvolato mezza Inghilterra, fino ad arrivare al mare, senza farsi vedere dai Babbani grazie ad un incantesimo di Disillusione.

Alice rimase incantata da quel racconto, disse che suo padre più volte aveva meditato di comprare un tappeto volante, però non si era mai deciso, frenato di continuo dalla moglie, che preferiva di gran lunga le scope, finché il Ministero non aveva messo fine alla querelle tra i coniugi Leroux, vietando i tappeti magici, con somma gioia di Demetra Lari.

Continuarono a camminare per le vie polverose dell'antica Tebe, cercando riparo nei café, egualmente polverosi e caldi, dove riuscivano a trovare un po' di ristoro dalla canicola, sorseggiando tè alla menta.

Nel pomeriggio andarono a visitare il tempio di Karnak, dedicato al culto di Amon-Ra, divinità del Sole egizia.

Alice raccontò a Severus le origini antiche della cultura egizia e di come un tempo la magia fosse conosciuta dai Babbani. I maghi, come in Grecia, spesso svolgevano il ruolo di sacerdoti del tempio e riuscivano ad incantare i fedeli ed i Faraoni grazie ai loro poteri.

I Babbani tenevano in grande considerazione i maghi, al punto che essi costituivano una classe sociale privilegiata.

Quando un mago diveniva Faraone, il popolo finiva per considerarlo una divinità, come fu per Ramses II e per la sua adorata sposa Nefertari: insieme fecero cose mirabolanti ed il tempio di Karnak era un esempio della loro grandezza.

Il viale d'ingresso, ai cui lati erano poste due file imponenti di sfingi aveva un aspetto trionfale. Severus pensò che una struttura del genere potesse adattarsi perfettamente ai gusti megalomani del Signore Oscuro, e che era solo per merito della guerra che si fosse accontentato della villa dei Malfoy, senza pretendere la costruzione di nulla di simile.

I Babbani vedevano solo rovine. In realtà, quelle erano un'illusione che nascondeva il reale aspetto del tempio, che per i maghi era diventato il fulcro della vita della comunità che abitava l'antica Tebe.

Il colonnato era maestoso e le enormi colonne che rappresentavano alberi di papiro sembravano quasi ricreare la freschezza di una macchia di vegetazione, anche se era un sofisticato insieme di incantesimi a tenere il fresco nel tempio.

Alice e Severus incontrarono il sacerdote Amenophis, che raccontò loro la storia della costruzione di quel tempio e il culto di Amon-Ra, mentre visitavano l'immenso complesso architettonico.

Amenophis era un uomo di circa quarant'anni, alto, magro e dal colorito molto scuro. Portava i capelli acconciati in lunghe trecce nere, secondo la moda degli antichi egizi ed indossava una fresca tunica di lino bianco, che sembrava essere l'unica cosa da poter sopportare in mezzo al caldo del deserto.

“La magia nella nostra lingua si chiama Heka”, diceva Amenophis, scandendo bene le parole per farsi capire meglio, mentre passeggiava per il cortile insieme ai due ospiti.

“La parte finale della parola, -ka, significa anima. Heka è l'energia che esce dall'anima, la magia. Heka è anche il nome di un dio bambino che simboleggia proprio la magia, infatti questa si manifesta per la prima volta nei bambini, come ben sapete”.

Severus sembrava molto interessato alle ricostruzioni che faceva Amenophis e lo ascoltava con attenzione, quando fu distratto da un sibilo sinistro, che gli era fin troppo familiare.

Severus si girò di scatto, così come Alice ed Amenophis: un cobra, seguito da uno sciacallo, stava per varcare l'ingresso del tempio. Probabilmente, i due animali erano attratti dall'odore di cibo che veniva dal tempio e l'ingresso dal deserto circostante aveva fatto credere alle due bestie che il posto fosse disabitato.

Amenophis non sembrò prenderla allo stesso modo: il suo volto scuro per l'abbronzatura impallidì repentinamente e un'espressione di terrore si impadronì dei suoi occhi.

Alice e Severus si guardarono perplessi e rivolsero uno sguardo carico di dubbi ed interrogativi al sacerdote.

Amenophis, dal canto suo, mormorava: “Seth, Apopi, brutto presagio!”, guardò i due ospiti stranieri e cercò di ricomporsi, arrivando a pensare che era strano che Seth e Apopi si fossero manifestati proprio il giorno dell'arrivo dei due visitatori.

Le mani del sacerdote tremavano dal terrore e dalla tensione nervosa. Le infilò frettolosamente nelle tasche della tunica di lino ed estrasse due amuleti. Mise un amuleto in mano a Severus ed uno in mano ad Alice. Adesso i due maghi erano alquanto spaventati da quel comportamento.

Severus chiese: “Ma cosa sta succedendo?”

Amenophis iniziò a camminare velocemente verso l'area sacra del tempio dicendo: “Non c'è tempo, non c'è tempo. Dovete andare! Andate via! Pregherò il grande Ra, Iside e Mehen perché vi proteggano: adesso andate!”

Alice e Severus, sconcertati per quel comportamento bizzarro, si videro spingere per mezzo cortile, poi decisero di andarsene di propria volontà, dato che il sacerdote sembrava non voler dire loro nulla.

Erano quasi all'ingresso quando incontrarono una sacerdotessa del tempio, che riferì di chiamarsi Bastet, in onore della dea-gatto, figlia di Ra, dio del Sole.

Alice provò a chiedere a questa giovane donna, che doveva avere all'incirca la sua stessa età, come mai Amenophis li avesse cacciati via in quel modo, se avessero fatto qualcosa di inappropriato, o se fosse successo qualcosa di terribile.

Quando la giovane Bastet seppe del cobra e dello sciacallo ebbe la stessa reazione del sacerdote. Fece forza su se stessa per non lasciare i due stranieri nel dubbio e spiegò loro: “Vedete, il cobra è una delle figure con cui si manifesta Apopi. Lo sciacallo è la forma di Seth, e quella di Anubi. Non è bene.”

Alice si portò le mani alla bocca, sconcertata. Avrebbe dovuto riconoscere Apopi e Seth, non aveva pensato al forte simbolismo della religione egizia.

Rivolse un sorriso carico di preoccupazione alla sacerdotessa e le mostrò gli amuleti che Amenophis aveva dato loro.

“Questo è l'Ankh, simbolo di vita: ti proteggerà”, disse Bastet, mettendo l'amuleto in mano a Severus.

“Questo è il Tiet, detto anche Nodo di Iside. Protegge le donne, per la famiglia. Tienilo sempre con te: ti aiuterà. Ora andate, non c'è tempo. Offrirò dei sacrifici ad Iside perché vegli su di voi”.

Alice prese per mano Severus, leggermente sconvolta. Camminavano per la città di Tebe senza una meta apparente.

La notte iniziava a scendere, così come le temperature. La vicinanza del deserto comportava forti escursioni termiche, così che la sera i freschi abiti di lino di Alice e Severus apparivano quanto mai inadeguati. Tornarono nella loro locanda per cambiarsi e andarono a cena.

Alice era pensierosa e poco incline a parlare. Severus le cinse un braccio intorno alla vita, le si avvicinò all'orecchio e le disse: “So che sei preoccupata, vuoi mettermene a parte?”

Si sedettero al tavolino in disparte di un café, ordinarono dei falafel, dell'hummus di ceci e del tè alla menta. Le luci colorate delle lanterne creavano un'atmosfera soffusa, ideale per il racconto di antichissimi miti.

Alice raccontò: “Secondo le leggende Egizie, Apopi rappresenta il buio e il Caos. Si racconta che ogni mattina cerchi di attaccare la barca di Ra, con cui fa sorgere il sole nel cielo, per impedire alla luce di sorgere. Rappresenta le forze oscure che ci assalgono. Ogni mattina, secondo la leggenda, Iside e Mehen lottano contro Apopi, lo incatenano e lo scuoiano vivo. Si dice che le nuvole rossastre che si vedono in cielo all'alba siano il sangue di Apopi: il segno che anche questa volta la Luce ha trionfato sull'Oscurità”.

Alice prese un sorso di tè per rinfrescare la gola e continuò: “Seth è il dio della guerra e del Caos. Si narra che cercò di uccidere Osiride, dio dei Morti e della Fertilità, ci riuscì, per poi essere sconfitto da Horus, figlio di Osiride, così venne bandito nel deserto dalle altre divinità Egizie che decisero a favore di Horus. È simboleggiato da uno sciacallo, animale del deserto, che simboleggia anche il dio Anubi, dio dei Morti. Capisci che non è bello incontrare nel tempio di Ra Seth e Apopi?”, disse Alice con lo sguardo preoccupato.

Severus le prese le mani sorridendole con dolcezza: “Andrà tutto bene, vedrai, sono solo coincidenze”

Alice, che non sembrava assolutamente convinta dalla tesi di Severus esclamò: “Oh, Sev, perché siamo perseguitati dai presagi di morte e di oscurità?”

Severus si alzò dal suo posto e si strinse nel divanetto di legno e cuscini su cui era seduta Alice, l'abbracciò per farle coraggio e le disse: “I presagi di morte sono così: dopo che li conosci, li vedi ovunque. Una volta, volevo comprare un libro su questo argomento al Ghirigoro. Sai, dopo la profezia di Sibilla e la morte di Lily, insomma cercai di interessarmi alla Divinazione per cercare di capire se quella profezia potesse essere infondata. Il commesso, che sa sempre tutto, mi sconsigliò di leggere i libri sui presagi di morte, perché ci avrei rimesso la salute, vedendo ovunque presagi di morte. In effetti, dopo aver conosciuto Sibilla Cooman, mi sono detto che forse aveva ragione il commesso e che avevo fatto bene a non dargli retta”.

Alice si sentì sollevata da quel racconto, una parte di lei voleva credere assolutamente a quello che le stava dicendo Severus, però non poteva fare a meno di sentire un nodo allo stomaco. Strinse il Tiet che teneva nella tasca del vestito da strega, sperando che quegli amuleti, che in altre occasioni avrebbe giudicato inutili, servissero a qualcosa e che avesse ragione Severus, che non c'era proprio motivo di preoccuparsi. Pensò a Fanny, che le aveva fatto un cenno di intesa: le Fenici erano associate a Ra. Forse le tenebre che sembravano minacciarli non avrebbero vinto tanto facilmente.

“Se ti senti più tranquilla, domani lasciamo questo caldo infernale, che se non sono le divinità del Caos a farci fuori, di certo sarà lo stesso Ra con il suo sole a farci venire un colpo”, suggerì Severus, che mal tollerava l'idea di passare un'altra giornata tra quelle temperature. Un sorriso ricomparve sul volto di Alice: Severus era tornato sarcastico e questo era confortante. Annuì, l'indomani sarebbero ripartiti.




N.d.A: Al momento della pubblicazione del capitolo, ho scritto due volte queste note e due volte sono andate perse, finché non ho capito che forse alle due e mezza di notte non ero proprio in condizioni ideali per scriverle! 
Ci riprovo adesso che è giorno e il sole è alto nel cielo. :-)
Un saluto ai lettori affezionati, a Lulu_Herm, Austen95 e Glass Heart, che mi seguono sempre e recensiscono, un abbraccio a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite ed ovviamente anche ai lettori silenziosi. Non per fare sentimentalismi, però in un fandom grande come quello di Harry Potter, avere uno zoccolo duro di lettori affezionati, che con il tempo hanno iniziato ad amare le mie storie, è veramente incredibile. Soprattutto se uno pensa che non mi interesso della coppia Granger/Malfoy jr, che "mi dicono" piaccia molto (come se una home piena di Draco/Hermione non fosse sufficiente - lol)
Come i lettori di "Harry, ti presento Lily" sanno, sto riguardando l'Orizzonte degli eventi. Ora, non vi chiedo di rileggerlo, anzi, però vi dico che se ogni tanto passate, potreste trovare delle piccole modifiche, tipo la presenza di una copertina e qualche disegno. Per adesso ho riguardato solo il primo capitolo. I disegni li trovate anche nella mia pagina di  Fb 
https://www.facebook.com/SeveraShaEfp, se passerete a trovarmi, vi posso assicurare che mi farà molto piacere! Troverete gli aggiornamenti delle storie, i disegni e quant'altro.
Vi segnalo, inoltre, (anche se penso che molti di voi le conosceranno già) altre due long che ho in corso: "Scacco matto", che ha un titolo bellissimo, che è troppo presto da capire, che narra le avventure di François Draco Piton http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1032129&i=1  e "Come un satellite" (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1032410&i=1), 
che racconta una storia molto particolare, intrisa di Angst, sul mio nuovo personaggio, Kate Brownhill (della quale presto farò un disegno), compagna di classe di Barty Crouch jr. Capisco che Barty non ha il fascino di Draco e Severus ma, credetemi, è un personaggio fighissimo e sottovalutato, che meriterebbe un po' di credito nel Fandom. 

Vi lascio con un disegno di Alice e Severus (Severus è decisamente OOC nel disegno), ispirato dalle chiacchierate con Austen95, a cui è dedicato.

Alla prossima
Severa_Sha :-) *incrocia le dita che la pubblicazione vada a buon fine*

   
 
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