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Autore: Armida    04/05/2012    1 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 La mattina del 25 dicembre era trascorsa in tranquillità tra auguri, regali e dolci natalizi sgraffignati di nascosto in cucina.
Arrivata l'ora di pranzo la tavola era imbandita e tutti erano pronti a sedersi, aspettavano solo l'arrivo del solito ritardatario: George Weasley ancora dava segni di vita.
Ron cominciò a borbottare e inveire contro il fratello che non gli permetteva di addentare quel tacchino fumante e quelle patate croccanti e pareva concentrato solo e soltanto su quello.
Improvvisamente, nella sua testa si insinuò un folle dubbio. Cominciò ad agitarsi visibilmente. Era stato un deficiente! Un idiota, un decelebrato!
Quando realizzò che qualcosa poteva essere andato storto, schizzò in piedi e scappò fuori, evitando di rispondere alle domande della madre e alle occhiate allarmate del resto dei parenti, semplicemente corse per un po' finchè non si ricordò di essere un mago e si smaterializzò davanti l'entrata dei Tiri Vispi.
Posò la mano sulla maniglia, la porta era aperta.
Cattivo segno.
"George" provò "George!"
nessuna risposta.
"George se sei sveglio ti prego non farmi scherzi! E' Natale!"
Ancora nulla.
"Geor..." Ron si bloccò di scatto "GEORGE!" Urlò ancora rimanendo però immobile.
Il fratello era disteso in terra, gli occhi aperti e completamente bianchi, la carnagione pallida, le labbra violacee.
"GEORGE!" Continuò a chiamarlo Ron, incapace di muoversi.
La paura gli crollò addosso definitivamente.
"Non ancora "si limitò a pensare accasciandosi a terra e trascinandosi fino al punto in cui giaceva il fratello. Provò a scuoterlo sperando stupidamente che si riprendesse, ma ciò ovviamente non avvenne.
Le lacrime cominciarono ad inondargli il viso e non fece nulla per allontanarle o fermarle.
Sollevò con qualche fatica quel corpo inerme e lo depose sulla scrivania evocando un cuscino e una coperta (era così freddo!). Si diresse quindi a passo deciso verso il camino dove scomparve fra le fiamme verdi dopo aver urlato deciso: "Casa di Angelina!"
In un attimo si ritrovò in un salone arredato a festa.
Una donna fece cadere un bicchiere e quel suono stridente fece voltare tutti i commensali verso di lui.
Ron non lasciò spazio alla vergona e piantò immediatamente un dito contro Angelina, che riconosciutolo si era alzata in piedi.
"Tu!" strepitò il ragazzo "Angelina vieni subito con me!"
"Ron? Che ti prende?"
"Fred, anche George..." scosse la testa "Vieni subito se non vuoi macchiarti della loro morte!"
La voce tragica del rosso aveva un non so che di comico, ma nessuno ebbe la forza di ridere, bloccati da quella scena tanto strana e opprimente.
"No, Ron non so cosa tu stia blaterando ma non ho intenzione di vedere più George..."
"Non lo vedrai più, infatti! È morto, è morto per te... la pozione, non sappiamo quanto duri prima che..." deglutì non riuscendo a concludere la frase.
Guardò negli occhi Angelina, vi si rispecchiò e le lacrime tornarono ad affacciarsi sul suo viso: "Siamo due stupidi sai. Tutti e due. Siamo insicuri. Ma con i sentimenti non ci sono certezze, solo emozioni, passioni. Puoi decidere di rimanere lì, fredda e vuota, oppure provare a lasciarti riscaldare dalla completezza che un'altra persona può regalarti."
Ron si bloccò, stupito dal discorso che era riuscito a pronunciare.
Angelina non mostrava reazioni, ma non poteva lasciarla così, era arrivato il momento di tirar fuori le palle e lottare per qualcosa, lottare anche da solo per qualcosa in cui credeva davvero.
Uscì dal perimetro del camino per andarle incontro, l'afferrò duramente per un braccio e se la trascinò dietro tra le fiamme verdi senza che lei opponesse la benchè minima resistenza.
"Affronta la realtà, Angelina" Le disse appena si trovarono dentro il negozio a Diagon Alley. Teneva ancora la mano serrata intorno al polso della ragazza e la condusse così nella stanzetta del retro dove aveva lasciato il corpo di George. La ragazza lo guardò per alcuni istanti per poi fissare Ron come se fosse un pazzo, come se le stesse facendo uno scherzo.
"Ha preso una pozione. Una pozione preparata illegalmente. È una morte apparente, come quella delle fiabe babbane, si risveglierà solo col bacio del vero amore. Per questo ti aveva fatta venire qui ieri. Vedi" Le mostrò il biglietto che ancora il ragazzo stringeva tra le mani "Questo era per te"
Angelina afferrò quel pezzo di carta titubante.
"Non doveva passare tutto questo tempo. Potrebbero esserci delle controindicazioni, non sappiamo..." fece una pausa "Vi lascio soli, sperando che tu già non lo sia."
Quando sentì la porta richiudersi alle proprie spalle la ragazza si decise ad aprire il biglietto.

"E' il modo più sensato che ho trovato per dirti che ti amo. Non ho paura di morire per te, se qualcosa dovesse andare storto: se accadesse sarei ugualmente sereno perchè è la morte più bella che possa capitarmi. I messaggi smielati non sono il mio forte e lo sai, non voglio rovinare tutto dicendo anzi scrivendo qualcosa di profondamente stupido. Quindi mi fermo qui.

George

PS: Anche Fred ti amava e lo sai. Non possiamo stare qui a domandarci come sarebbe andata se... Magari doveva andare così e basta. Non nasconderti davanti le potenzialità della vita. Vivila appieno perchè poi finisce. Fred ci avrebbe voluti contenti, e a questo, per quanto scontato, ci credo davvero. Voglio renderlo felice, raggiungendolo o rimanendo al tuo fianco lo sarei in ogni caso grazie a te.

PPS: baciami per svegliarmi!

Angelina scoppiò a piangere, a quel punto tutto era andato a puttane, ogni sua certezza costruita con precisione. Il suo castello di carte era crollato miseramente e a lei non rimaneva che quel profondo senso di solitudine.
Se fosse morto per lei non l'avrebbe accettato mai, perchè morendo l'avrebbe lasciata triste e non era la felicità lo scopo di tutto quanto?
Si sentiva egoista e al contempo sincera come non lo era mai stata.
Lui doveva rimanere per renderla felice, perchè lei non era pronta a morire con lui.
Ma non sempre le cose vanno come speri. Con Fred... era stato, era stato quello che era stato. E aveva paura del rapporto con George, sapendo di aver amato il gemello. Aveva paura di confondere i sentimenti per l'uno con la figura dell'altro. Non basta essere amati per amare, ne era certa.
Si posò una mano sul cuore e lo sentì battere all'impazzata.
Rimase ferma ancora un minuto, tentando di far chiarezza in sè stessa, senza raggiungere nessuna conclusione limitandosi a fissare il vuoto.
Dopo un tempo indecifrabile si riscosse e come un automa si avvicinò al corpo del ragazzo e lasciò che le loro bocche si sfiorassero in un bacio lieve.
Sentì il freddo di quelle labbra ma non accadde nulla di più.
Si ritrasse appena per guardarlo.
Come poteva non pensare a cosa sarebbe stato se fosse andata diversamente quel giorno.
E come poteva lasciarsi frenare dalla paura, lei che i sentimenti li aveva sempre presi di petto, con coraggio Grifondoro.
La paura di perdere non le avrebbe più impedito di partecipare.
Baciò ancora George, ancora e ancora e ancora.
Non successe nulla. Per un attimo pensò che magari non era lei il suo Amore, ma poi lui si riprese, come nelle più romantiche fiabe babbane.
Lentamente le sue guance si imporporarono di nuovo e il suo corpo acquistò calore segno che il sangue aveva ripreso a circolare. Gli scostò una ciocca dal viso osservando quel risveglio che continuava.
Lo vide muovere appena le mani e strizzare gli occhi mentre riacquistava un respiro regolare.
Angelina non aveva mai visto nulla di più bello e sensuale e dolce.
"Sarei morto per te, se avessi deciso di lasciarmi andare..." bisbigliò lui tenendo ancora gli occhi chiusi.
"Non puoi morire, ti voglio qui."
"C'è qualcosa di tragico in tutti gli amori. Li rende più forti, intensi, veri."
"Perchè vuoi essere catastrofico?"
George aprì gli occhi di scatto: "IO?! Catastrofico?! Mai! Era una constatazione, ho effettutato studi approfonditi su tutte le fiabe babbane. L'amore si fortifica col dolore."
"Magari ci sarà nuovo dolore anche per noi, ma ora non mi rovinare il momento: sono troppo contenta di aver scoperto di amarti"
si chinò ancora sul suo viso per baciarlo e baciarlo e toccarlo per sentirlo vivo.
La confusione e la paura erano svanite, c'era spazio solo per George Weasley, nel cuore di Angelina.
 

  
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