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Autore: Dark soul_    04/05/2012    3 recensioni
Questa storia si ispira a varie canzoni dei Rammstein.
"- E' tanto bella ... -
- La Porta di Brandeburgo? Certo che è bella amore mio ... certo che è bella ma.. -
- Non la porta. La pioggia .... è tanto bella la pioggia -
- Mein Schatz, la pioggia la puoi vedere anche dalla finestra della tua cameretta, andiamo a casa -
- La pioggia li porterà via -
Ingrid la guardò stranita cercando di asciugarla con un panno e cercando di coprirla con l'ombrello:
- Chi piccola mia? Chi porterà via la pioggia? -
- I nostri peccati ... la pioggia ci purificherà dai nostri peccati, li farà scivolare via, lontano da noi e ci concederà la pace eterna, la pioggia è buona - "
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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DAS ALTE LEID

Stirb nicht vor mir 

Richard entrò furtivamente in casa della sua ragazza e si diresse subito in camera sua dove era sicuro di trovarla. Come previsto la ragazza era sdraiata sul letto in mutande e canottiera, aveva scaraventato gli anfibi e i vestiti il più lontano possibile e dopo aver pianto per qualche minuto si era addormentata in una posa che il ragazzo trovava assolutamente sexy.
Si sedette sul bordo del letto ad osservarla, iniziò ad accarezzarle lievemente la schiena e i capelli, Anke si svegliò e con un gesto scocciato allontanò la mano di Richard e si rannicchiò in un angolo del letto:
- Possiamo almeno parlare? -
La ragazza sollevò il capo di qualche centimetro e alzò, indifferente, le spalle:
- Tu non c'entri .. non ho nulla contro di te .. -
Richard si avvicinò a lei e la fece sedere facendole appoggiare la testa sulla sua spalla:
- Tu .. sei incinta ..?-
Di nuovo Anke sollevò le le spalle:
- Non lo so. A quanto pare -
Il ragazzo le accarezzò la pancia, un gesto a cui lei reagì con una smorfia irritata:
- Senti .. non devi avere paura, io sono qui e voglio crescere questo bambino con te-
La giovane scrollò indietro la testa con un sorriso bastardo dipinto sul volto:
- Guarda che non dobbiamo giocare alla bella famiglia felice... stiamo insieme da neanche due mesi, ok sì, ora ci amiamo follemente ma magari fra una settimana non abbiamo più nulla da dirci e il nostro rapporto va a puttane. Per quanto mi riguarda ho 18 anni e non voglio un figlio sulle spalle -
Richard si alzò dal letto e fissò con uno sguardo disgustato la compagna:
- Sai cosa? Mi aspettavo un ragionamento del genere perché credevo che non ti fidassi di me, credevo che avresti pensato che ti volessi lasciare. No, non lo farei mai. E ora tu te ne salti fuori con 'sta storia? Non vuoi mio figlio? Bene ... allora scordati anche suo padre. Se uccidi lui io me ne vado. Capito? Tu prova a toccare MIO figlio e giuro che sarà l'ultima volta che mi vedrai. Non vuoi avere un figlio perché vuoi avere ancora tempo per goderti sesso, droga e alcool? Benissimo, tu partorisci io lo tiro su -
Anke cercò invano, dopo essersi alzata, di abbracciare il suo ragazzo ma venne respinta e cadde sul letto:
- Ma fai quel cazzo che ti pare! Ma te ne vuoi andare? E vattene porca puttana! E' la mia minchia di vita, ne faccio quello che mi pare!-
Richard serrò i pugni e uscì sbattendo pesantemente la porta. Anke tornò a sedersi sul letto, prese il cellulare e telefonò a un ginecologo:
- Sì, volevo solo prenotare per un aborto. -

****
Anke era sdraiata sul lettino della sua ginecologa, le gambe aperte e appoggiate ai freddi sostegni in metallo. Conosceva quella donna da quanto aveva 12 anni:
- Cara, sai vero qual'è il rischio che corri con un secondo aborto? -
La ragazza annuì leggermente perfettamente consapevole sia del fatto che l'interlocutrice non avrebbe potuto vederla da quella posa scomoda che del fatto che conosceva perfettamente la risposta:
- Io te lo programmo ... ma se cambi idea sarebbe meglio-
- O.K. -
Dopo essersi ricomposta e aver pagato la visita uscì e si diresse verso la macchina, la aprì e, dopo essersi seduta, si concesse cinque minuti di riflessione osservando un grosso pino lambito dal vento. Il cellulare squillò ... una, due, tre, quattro volte, poi smise lasciando ancora qualche attimo di silenzio alla ragazza, poi riprese: "Welcome to the jungle" risuonava in tutta la macchina, Afferrò il telefono e rispose con la voce che da qualche giorno aveva: Asettica, impassibile e imperturbabile:
- Pronto? -
Rispose Till, confuso, turbato e in totale panico:
- Ehm, ascolta, ci sarebbe un problemino ... -
Anke sbuffò:
- Quale? -
L'altro accennò un colpo di tosse per prendere tempo:
- Vieni in ospedale. Io sono qui davanti .. ti devo spiegare un paio di cose -
-Okay -
E riattaccò. Lentamente si allacciò la cintura e iniziò a guidare fino alla struttura; Arrivò e con la stessa calma disinteressata trovò un parcheggio non troppo lontano dall'ingresso, si fermo e dopo essere scesa cominciò a cercare Till con lo sguardo. Lo trovò agitatissimo davanti all'entrata e subito le vomitò addosso una storia confusionaria e quasi delirante:
- Ieri .. ehm, allora aspetta... dunque, ieri è tornato dopo essere stato da te, io non so cosa fosse successo ma Richard era nervoso e... ecco ha detto... ha detto che voleva andare a prendere aria ... e beh io non lo so perché ... ma è andato non so dove ... l'hanno trovato e ... oggi mi hanno chiamato dicendo che era .. in coma. -
Anke pietrificata non sapeva cosa rispondere, gli aveva detto che non le importava se se ne fosse andato invece .. invece lui era tutto quello che aveva ... e si sentiva dannatamente in colpa perché era tutta colpa sua, se lei non fosse stata così stupita, così cretina non avrebbe creato tutti quei problemi ... Il suo ragazzo rischiava la vita e lei sarebbe rimasta di nuovo sola. No non l'avrebbe permesso. Avrebbe tenuto il bambino perché era così che voleva lui e sarebbe stata al suo fianco per tutti i giorni in cui l'avrebbero tenuto in ospedale. Ora che quello strato impalpabile di nebbia li divideva, ora che lui era così vicino alla morte ma così vicino a scoprire la vita lei doveva mantenere un contatto fra lui e il mondo, non avrebbe permesso che i giornalisti sapessero nulla, voleva conservare quell'innocente riservatezza che avevano sempre avuto ... " Non morire Richard, amore, non farlo prima che lo faccia io, non puoi morire prima di me. Io aspetto qui, non morire prima di me. Io aspetto qui, non morire prima di me. Tutte le case sono coperte di neve, e nelle finestre luci di candele, Là giacciono insieme. E io. Aspetto solo te. A volte l'amore sembra così lontano, io aspetto qui, Non posso abbandonare il tuo amore, Non morire prima di me. "


****
Buon Salve.
A mia discolpa dico solo che quando ho letto " Stirb nicht vor mir" sono scoppiata a piangere ... intanto la storia prende forma, una forma strana ... decisamente.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguire e recensire questo delirio.
Alla prossima
D.
 
  
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