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Autore: Vals Fanwriter    04/05/2012    4 recensioni
Kurt si guardò indietro, prima che il campo potesse sparire definitivamente dalla sua vista, ed incontrò gli occhi di quel ragazzo che tanto lo affascinava. Erano puntati su di lui, concentrati, mentre se ne stava immobile nel cielo, a cavallo della sua scopa.
Per la Kurtofsky Week | 6thday – Harry Potter / Hogwarts
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Dave/Kurt
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kurtofsky Week 2012'
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Per la Kurtofsky Week

6thday – Harry Potter / Hogwarts

 

Premessa: Mi sto presentando con una flash, una FLASH!? Che impiastro che sono. Al solito, volevo scrivere di meglio, ma sono tornata tipo verso le sette e trenta dall’università e – una cosa tira l’altra – ho iniziato a scrivere dopo cena. Boh, non lanciatemi troppi pomodori, mi raccomando.

Un grazie a tutti quelli che perderanno due secondi a leggere quest’obbrobrio e un grosso bacio a tutti.

Vale

P.S. Il titolo è anche peggio. xD

 

~

 

Spying

 

 

 

Il Quidditch non era uno sport che affascinava particolarmente Kurt Hummel. Non si faceva altro che sudare, rischiando la pelle su quelle dannate scope voltanti che, dal canto suo, proprio non sopportava, per il semplice fatto che il volo e i suoi capelli non andavano per niente d’accordo. Ma, ecco, guardare i ragazzi giocare era un’altra storia, soprattutto perché, la maggior parte del tempo, la sua attenzione era rivolta ad una persona in particolare. Era un ragazzo alto, di corporatura grossa e decisamente muscolosa, capelli castani, corti, e una scintilla di vitalità che gli irradiava gli occhi color nocciola.

A Kurt piaceva molto guardarlo giocare, perché era in quei momenti che lo vedeva divertirsi veramente. Non nei corridoi, a scuola, al seguito del suo fidato compagno Azimio, a fare stronzate, ma su quel campo da gioco, sì invece. Kurt non riusciva proprio a spiegarsi cosa ci fosse di bello in quello sport. Certo, adorava andare a fare il tifo, ma solo per avere l’occasione di sfoggiare tutte le sciarpe rosso-oro del suo guardaroba.

‹‹Kurt›› una voce femminile lo fece sobbalzare, quel pomeriggio di fine novembre, in cui aveva stupidamente deciso di rimanere ancora un altro po’ ad osservare i passaggi precisi di quei giocatori. Si voltò lentamente, come per assicurarsi che quella voce non fosse stato frutto della sua immaginazione, e quasi gli si gelò il sangue nelle vene nel vedere l’espressione minacciosa che gli stava rivolgendo Rachel Berry.

‹‹Che… Che ci fai qui?›› farfugliò, cercando di non attirare l’attenzione dei ragazzi in campo, dal suo posto all’ultima fila degli spalti.

‹‹Sono venuta a controllare che tu non ti faccia pestare da quei bigotti di Serpeverde perché stai tentando di spiare la loro strategia di gioco›› rispose la ragazza, portandosi le mani sui fianchi con fare autoritario.

‹‹Ma io non sto spiando la concorrenza›› precisò Kurt, con quanta più convinzione riuscì a racimolare.

‹‹Anche se volessi crederti, questo non cambierebbe il fatto che quelli là pensano esattamente questo di te››.

Kurt aggrottò le sopracciglia ed incrociò le braccia al petto, apparendo agli occhi dell’amica un bambino capriccioso.

‹‹Avanti›› soffiò Rachel, intenerita, avvicinandosi a lui e prendendogli una mano, ‹‹Raccoglierai informazioni sulla squadra avversaria, per Finn, un altro giorno›› e detto ciò, iniziò a trascinarlo via dallo stadio.

Kurt si guardò indietro, prima che il campo potesse sparire definitivamente dalla sua vista, ed incontrò gli occhi di quel ragazzo che tanto lo affascinava. Erano puntati su di lui, concentrati, mentre se ne stava immobile nel cielo, a cavallo della sua scopa. Perse un battito in quell’istante, quasi certo che quegli sprazzi di rosa sulle guance del Serpeverde non fossero dovute alla fatica degli allenamenti, ma a ben altro.

Superò l’ultima fila di posti e poi sparì oltre le scale che conducevano fuori dallo stadio, sorridendo a causa dell’attenzione che gli era stata dedicata.

 

 

 

‹‹Dave!›› strillò Azimio, dal lato opposto del campo.

‹‹Mmh?›› mugugnò il ragazzo, distogliendo lo sguardo dal punto in cui era sparito Hummel.

‹‹La pluff-!!››

Quell’avvertimento non riuscì, però, ad fagli evitare il bernoccolo.

 

Fine.

 

 

Note conclusive: Sì, Dave è una Serpe. Tassorosso non poteva essere, Grifondoro figuriamoci e Corvonero non mi convinceva. Tutto qui.

 

E poi i Serpeverde sono fighi!

 

E poi io sono Serpeverde in Pottermore. :P

   
 
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