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Autore: semplicementeme     27/11/2006    7 recensioni
Usagi e Mamoru..20 anni lei 26 lui..Niente mostri o folli che vogliono conquistare la terra.Caratteri un pò diversi da quelli del manga e dell'anime. Un amore travagliato. Un amore sofferto. E'la mia prima FF siate clementi!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13: Padre e figlia

Ero stanchissimo. Ma per fortuna il mio viaggio era giunto al capolinea. Ero finalmente arrivato alla grande stazione di Tokyo, un altro mondo se paragonata alla piccola stazione del paesino che mi aveva ospitato sino al giorno prima. Il via vai di gente rendeva quel luogo sempre vivo. Subito fuori dalla stazione cercai un taxi tra i tanti che coloravano di giallo il grande parcheggio della stazione; subito fui raggiunto da una di queste vetture gialle, il conducente scese e prese dalle mie mani il mio bagaglio: un piccolo borsone con dentro poche cose, io lo feci fare tanta era la stanchezza che non capivo più nulla. Erano le 7:40, ero partito da quel paese la sera prima alle ore 23:15 in punto.

Ero rimasto solo una notte in clinica da Usagi poi la conversazione avuta con il professore Onija mi aveva fatto avere questa idea, sul momento geniale, ma adesso... Non ero più molto sicuro di ciò che stavo per fare; erano molti i punti interrogativi che rimanevano senza una risposta. Ma non avevo il tempo per dei ripensamenti. Dovevo fare qualcosa o sarei impazzito. Lei doveva tornare da me.

Avevo giusto il tempo di andare a casa, fare una doccia, cambiarmi e correre subito dalla mia unica speranza.

Diedi all’uomo il mio indirizzo e poggia la testa sul finestrino posteriore. Chiusi gli occhi... Mi addormentai e subito il viso di Usagi comparì davanti i miei occhi: mi fissava con i suoi grandi occhi azzurri, lo sguardo era attento, vigile; ad un tratto mi parlò:

“ Mamoru ma sei certo di ciò che stai per fare? Sei certo che lui mi voglia aiutare? ”

“ E’ la nostra unica speranza Usako. Lui deve aiutarci. Farò di tutto affinchè venga da te. Stai tranquilla, entro domani saremo di nuovo insieme. ”

Mi sorrise amorevolmente, poi la sua mano si posò sulla mia guancia in una delicata carezza e parlò nuovamente:

“ Sei così stanco amore mio ed è tutta colpa mia. Mi spiace così tanto. Mi fiderò di te e crederò nelle tue parole. Mamoru, è solo per te che resto ancora in questo mondo. ”

“ Usako non dire così, pensa a tua madre e a Shingo, anche loro ti amano. ”

“ Hai ragione... Mamoru? Mi daresti un bacio? ”

Oddio Usagi mi stava chiedendo un bacio. Sorrisi e mi avvicinai a lei. Le presi la mano destra con la mia sinistra e la portai all’altezza del mio cuore; le cinsi la vita con il mio braccio destro e l’avvicinai a me; la fissai negli occhi per cercare un qualche segno di pentimento ma non trovai nulla, mi chinai verso le sue labbra socchiuse in cerca di un pò di calore, ma non le trovai... L’autista mi svegliò per indicarmi che la corsa era giunta al termine. Mi trovavo sotto casa mia. Mi ritrovai a sorridere: era proprio sfortuna la mia, non riuscivo a baciarla neanche in sogno! Pagai, presi il mio borsone ed entrai dentro il portone del mio condominio. Erano le 8:10. Avevo ancora un’ora di tempo. Appena entrato nel mio appartamento il cattivo odore di rinchiuso mi investì in pieno. Senza accendere la luce mi diressi verso la porta finestra che dava sulla terrazza, l’aprii e lasciai che la luce e l’aria fresca prendessero possesso della casa. Mi fermai ad osservare il paesaggio: la città era ai miei piedi ed il mare sembrava ad un passo. Chissà cosa avrebbe detto Usagi difronte un paesaggio simile: se il panorama dell’ospedale l’aveva ipnotizzata in quella maniera figuariamoci questo! Dovevo avere ancora un pò di pazienza e poi lei stessa avrebbe risposto a questa mia curiosità. Mi diressi verso il bagno, passando notai che la spia della segreteria lampeggiava, pigiai il pulsante e la voce meccanica mi disse che avevo tre messaggi in segreteria: decisi di ascoltarli. Il primo era dell’ospedale, mi informavano che presto ci sarebbe stato un convegno a Kyoto ed era richiesta la mia presenza: non sarei andato a quel congresso, molto probabilmente il professore Nazaki aveva bisogno di qualche porta borse, io non ero di certo la persona più adatta. Il secondo messaggio era di Motoki e mi chiedeva che fine avessi fatto dato che era da più di tre giorni che non aveva mie notizie: lo avrei chiamato non appena trovavo un attimo di tempo libero, magari in treno, mentre ritornavo in clinica da Usagi, non gli avrei raccontato nulla ma avrei usato la scusa del mio lavoro. Il terzo messaggio era della ragazza del piano di sotto, cancellai il messaggio senza ascoltarlo: probabilmente era l’ennessimo invito a passare una notte di fuoco con lei, forse un tempo avrei accettato ma da quando Usagi era nella mia vita tutto era diverso, era lei l’unica capace di regalarmi notti di fuoco, anche solo sognandole! Dopo aver sentito i messaggi mi diressi in bagno a fare la mia doccia.

Lasciai che l’acqua calda scendesse sul mio corpo per un tempo imprecisato: avevo bisogno di rilassare i miei muscoli, erano troppo tesi. L’acqua lungo il mio corpo era come un tocco delicato, e per un attimo immaginai che Usagi fosse lì accanto a me, che fossero le sue dita a regalarmi quella sensazione di benessere. Mi ritrovai a pensarla e a desiderarla. Avevo preso una decisione: appena si sarebbe ripresa le avrei dichiarato il mio amore e avrei sperato in una sua risposta positiva. Forse quella sera in ospedale l’avevo solo spaventata. Pensai alla prima volta che la vidi, come era bella. Il nostro rapporto era nato in maniera burrascosa, si basava molto sull’ironia ma quello era l’unico modo per farmi notare da lei, che era sempre circondata da ragazzi che la invitavano ad uscire; io ero l’unico che riusciva a farle perderle la pazienza, e quando si infuriava diventava molto sensuale. Ok! Mi stavo eccitando nuovamente, non era il caso. Decisi di uscire dalla doccia, ero stato già troppo sotto l’acqua. Erano le 8:40: ancora trenta minuti potevo fare con calma. Preparai un caffè e mi diressi in camera mia a prendere dei vestiti puliti ripensai di nuovo a lei, a ciò che mi aveva detto poco più di una settimana prima...

- L’evidenziatore giallo serve per ricordarmi di colorare un pò la tua vita, sei così monotematico. Camicia azzurro, slavato direi io, pantalone nero, scarpe nere.. Per andare a lavoro va bene, ma il tuo camice? È funereo: bianco senza un tocco di colore, anzi, mi correggo! A spezzare il tutto ci pensa il tuo fonendo nero! Che tristezza! -

Al ricordo di quelle parole le mie labbra si incresparono in un sorriso, altra cosa da fare appena Usagi si sarebbe ripresa: fare shopping insieme, magari avrebbe colorato un pò il mio guardaroba, per colorare la mia vita bastava già lei! Fu il fischio della caffettiera a farmi tornare sul pianeta Terra. Bevvi il mio caffè, amaro, dovevo ricaricare le pile; presi le chiavi della moto,infilai gli occhiali e scesi in garage. Tirai la moto fuori e partii, direzione: ufficio del signor Kenji Tsukino.

* * * * *

Arrivai all’ufficio del signoro Tsukino alle 9:07, in perfetto orario. Le parole di Ikuko mi tornarono alla mente:

“ Mamoru ti prego cerca di convincere Kenji. Lui non è stato un ottimo padre ma vuole un gran bene a sua figlia. Ti prego, anche per lui è stato uno shock enorme perdere Ayko, ed adesso con Usagi in queste condizioni... Ti chiedo solo di non essere troppo duro con lui. ”

Non ero certo di riuscire a trattenermi dall’urlare in faccia a quell’uomo tutto il mio rancore ma avrei tentato! Dopotutto era pur sempre il padre della donna che amavo: dovevo trattenermi, ne andava della mia futura felicità! Entrai e dissi al portiere che avevo un appuntamento con il signor Tsukino. Mi presentai come il medico curante della figlia e dissi che dovevamo discutere dello stato di salute di Usagi; non sapevo se Kenji avesse mai parlato della malattia di Usagi a quell’uomo ma dovevo pur tentare. L’uomo mi fece salire senza fare altre domande, forse era stato mertito anche del mio sguardo glaciale: quello di solito metteva la coda tra le gambe a tutti gli uomoni! Presi l’ascensore e pigiai il numero 15, il piano dove lavorava l’uomo che cercavo. Le ante dell’ascensore si aprirono dopo alcuni minuti, una luce improvvisa mi investì in pieno tanto che dovetti chiudere gli occhi per evitare di esserne ferito. Il pavimento era coperto da un parquet di legno pregiato, forse merbau dato il colore rosso del legno; uscendo dall’ascensore la parete alla mia destra era costituita da enormi vetrate, velate da soffici tende bianche trasparenti, era entrata da questo lato la luce che mi aveva abbagliato, ai lati solo in quel momento notai delle enormi piante di dracaena, beucarnea e kentia, tutti arbusti con un’altezza media di 150 centimetri; la parete sinistra invece era occupata da un divano a tre posti in pelle di un colore di una tonalità più chiara rispetto al pavimento; difronte a me stava da una parte una scrivania, credo in ciliegio, lunga almeno due metri dalle linee classiche e decise, mentre centralmente si trovava una porta anch’essa in legno pregiato. Il padre di Usagi aveva arredato almeno la parte antestante il proprio ufficio con gran gusto, e soprattutto doveva averci speso un bel pò dato i legni pregiati che erano lì presenti! Una voce mi riportò sulla Terra e fece terminare il mio stato di contemplazione:

“ Buongiorno signore. ”

Doveva essere per forza la segretaria. Era una bella donna di circa quarant’anni, capelli scuri lasciati ricadere sulle spalle; gli occhi, nascosti dietro a delle lenti rettangolari, erano dello stesso colore dei capelli ed erano vivaci ed attenti a ciò ch eli circondava; le labbra, tinte di rosa, erano ricurve in lieve sorriso. La donna mi fissava già da alcuni secondi attendendo una mia risposta:

“ Buongiorno, sono il dottor Chiba. Sono il medico curante della figlia del signor Tsukino. Avevamo un appuntamento per le 9:15. ”

La donna mi guardò alquanto perplessa, poi controllò in agenda e mi rispose:

“ Mi spiace dottor Chiba, ma ho controllato sull’agenda del dottor Tsukino e non c’è nessun appuntamento in programma per lei né per oggi nè per i giorni a venire. Se vuole provo a chiedere al dottore ma credo che sia difficile, è molto impegnato in questo periodo. Se vuole lasciarmi un suo biglietto da visita la richiamerò personalmente non appena avremo fissato un nuovo appuntamento! ”

Quella donna mi stava deliberatamente mandando a quel paese e così le risposi:

“ Forse non mi sono spiegato bene. Io sono qui per comunicare al dottor Tsukino lo stato di salute della figlia, credo che non occorra tornare un altro giorno. Ed adesso se vuole scusarmi... ”

Mi sbarazzai della segretaria e senza aspettare abbassai la maniglia ed oltrepassai la soglia della porta entrando nell’ufficio dell’uomo che avevo imparato ad odiare avendolo visto solo una volta in vita mia.

* * * * *

Entrai nell’ufficio seguito a ruota dalla segretaria:

“ Ma che diamine sta accadendo. Signorina Mirashjto cosa è tutta questa confusione e chi è quest’uomo? ”

Bene adesso neanche mi riconosceva l’idiota! Per me parlò la segretaria:

“ Mi perdoni dottor Tsukino, sono mortificata. Ho cercato di trattenrlo ma è stato inutile. Vede, dice di essere il medico curante di sua figlia Usagi. Gli ho detto di tornare non appena avremmo fissato un appuntamento ma è entrato lo stesso. ”

Scrutavo l’uomo era ben diverso dalla persona che tre giorni prima mi aveva aperto la porta di casa. All’uomo stanco con la barba incolta adesso si era sostituito un altro: un menager, in doppiopetto serio e rispettato. Poi parlò, almeno la voce continuava ad essere quella si sempre, fredda e distaccata:

“ Adesso mi ricordo di lei: è l’amico di Usagi, quel dottorre che doveva aiutarla con l’esame di fisiologia. Ci lasci pure soli Mirashjto, e mi raccomando non ci sono per nessuno fino a quando il signore sarà con me. ”

La segretaria mi fissò perplessa, altrettanto feci io con lei non mi aspettavo una reazione simile, non credevo che l’Idiota avrebbe ceduto con tanta facilità. La segretaria salutò ed uscì. Un dubbio mi passò per la mente: possibile che Ikuko avesse chiamato al marito avvertendolo della mia visita? Non era possibile: era deciso, dovevamo colpirlo di sorpresa.

“ Allora dottor Chiba, cosa vuole ancora da me? Mi sembra che Shingo le abbia dato l’indirizzo che desiderava. Posso sapere perchè si trova qui? ”

“ Sua moglie non le ha detto nulla? ”

“ Non sento Ikuko da due giorni. Allora vuole dirmelo lei o devo indovinarlo da solo? ”

Quell’uomo iniziava a darmi sui nervi. Il suo modo arrogante me lo faceva detestare ancora di più se era possibile.

“ Sono qui per farle sapere come sta Usagi. ”

Volevo essere diretto come lui. Solo che la sua risposta mi spiazzò totalemente:

“ So benissimo come sta Usagi. Il professore Onija mi informa personalmente tutti i giorni sullo stato di salute di mia figlia. So che prima del suo arrivo si trovava in uno stato di catalessi. So che non mangiava, non parlava e che non comunicava con il mondo esterno. So anche che dopo che lei le ha raccontato la sua storia, molto triste e molto toccante mi creda, Usagi ha pianto. So anche che lei è convinto che portando me da lei e facendoci confrontare forse si potrebbe riprendere. Onija però mi ha anche avvertito delle possibili reazioni avverse, e quindi la mia risposta è NO! Non posso perdere anche quest’altra figlia. Adesso se non le dispiace avrei del lavoro da fare, quella è la porta. Arrivederci dottor Chiba. Ah dimenticavo! Se avesse bisogno di qualsiasi cosa non si faccia problemi e parli pure con Ikuko: la sua storia mi ha molto colpito. Non immaginavo un passato così burrascoso. Lo consideri il mio modo di sdebitarmi per tutto ciò che sta facendo per Usagi! Ed adesso... Quella è la porta! ”

Ero scioccato dalle parole di quell’uomo! Era un essere abietto e senza cuore. Aveva parlato della situazione della figlia come se si fosse trattato di una transazione economica; aveva parlato della mia vita come se si trattasse della trama di un film: il professore Onija avrebbe pagato caro il suo comportamento, ma in quel preciso istante la mia attenzione era rivolta all’essere spregevole che avevo davanti. Non ricordo come ma mi ritrovai dall’altro lato della scrivania e tenevo Tsukino per il bavero della giacca:

“ E così brutto bastardo hai comprato il professore Onija. Come hai fatto? Dimmelo! Sei un essere senza cuore, sei un mostro, non sei degno di avere una figlia come Usagi. Mi chiedo come puoi vivere in pace. Dimmelo! Sono proprio curioso di saperlo. ”

Senza essermene reso conto partì un destro che prese Tsukino proprio sul labbro inferiore; glielo tagliai e un piccolo rivolo di sangue scendeva proprio dalla ferita che gli avevo provocato pochi istanti prima. Con calma l’uomo si passò una mano in corrispondenza del taglio e notando il sangue tirò fuori dalla tasca interna della sua giacca un fazzoletto bianco che al contatto con il denso liquido rosso si macchiò all’istante; quindi aggiunse:

“ Chiba vedo che perdi la pazienza con molta facilità. Nel tuo lavoro ciò non dovrebbe accadere, sei un medico devi tenere i nervi sotto controllo. Ma cosa vuoi farci, probabilmente avrai ereditato qualche gene malato da tua madre. Magari anche tu sei schizofrenico. ”

Sentivo la rabbia montarmi in corpo. Non sopportavo quell’uomo. Diedi un pugno con tutta la mia forza in sua direzione, ma feci attenzione a non colpirlo, infatti il colpo si fermò all’altezza del suo orecchio sinistro, sfiorando solamente la sua guancia. Stavolta il sangue fuoriuscì dalle nocche della mia mano. Ritirai il pugno e portai il braccio offeso lungo il mio fianco, quindi cercando di fare ricorso a tutto il mio autocontrollo e dissi:

“ Puoi provocarmi quanto vuoi, non cadrò nuovamente nella tua trappola. Usa i tuoi giochetti psicologici con qualcun’altro ma non con me. Mi spiace ma non mi piegherai come hai fatto con Usagi. E sai perché? Lei ti vuole bene, mentre a me fai schifo! Adesso muoviti e seguimi, tu verrai con me da Usagi e la sveglierai! Sono stato abbastanza chiaro? ”

L’uomo mi gaurdò e poi accese una sigaretta, si girò verso la grande vetrata del suo studio e sospirò rumorosamente...

Eccomi tornata. Mi spiace avervi fatto aspettare tanto ma ho studiato un bel pò e poi si è messa di mezzo anche l’ispirazione che non voleva arrivare. Mi scusso per la parolaccia scritta ma era necessaria altrimenti addio enfasi.

RINGRAZIAMENTI:

-MIKI90: mi spiace averti fatto aspettare molto m aeccomi con un nuovo capitolo. Il film di cui parli l’ho visto m anon ricordo benissimo la trama. Oddio vuoi vedere che adesso mi denunciate per plagio? Scherzi a parte aspetto i tuoi commenti mi raccomando!

-SAILOR83: mi spiace finire sul più bello ma era inevitabile. Infatti anche stavolta ho finito così senza sapere cosa accadrà veramente ancora non lo so neanche io!

-STREGA_MOGANA: innanzitutto grazie per aver distrutto i miei sogni di gloria in due modi diversi! Come? 1) mi riferisco alla tua FF “LE TRACCE DEL PASSATO” non è il padrigno di Usagi l’assassino. Perchè? Ed io che ne ero quasi certa! Non si fa così; 2) Hai azzeccato subito che era il padre di Usagi! Scherzo naturalmente era evidente, a meno che non facessi resuscitare Ayko o fare qualche seduta spiritica per richiamare il suo spirito! Comunque spero che questa scena non sia stata troppo strappalacrime!

-STELLA: anche tu! Brava! Hai infranto i miei sogni ma meglio così! Vuol dire che non sono troppo contorta quando scrivo! Vedrai come ci stupirà il padre di Usagi... Anche se ancora non lo so neanche io come!

-DOLCE BUNNY: in questo capitolo non accade moltissimo ma spero che tu lo considererai un pochino fantastico. Incrociamo le dita!

-LUNACHAN62: guarda che mi faccio violenza da sola per non montarmi la testa. Questa è la mia prima FF e 72 recensioni e più di 13 capitoli non erano nei miei piani! Devo ringraziare chi come te legge e commenta se sto andando avanti con la storia! infinitamente grazie!

ADA: sono mortificata! Non volevo farti aspettare tanto ma lo studio prima di tutto; già lo avevo lasciato per troppo tempo indietro e non sai che fatica per recuperare! Prometto che prima della metà del mese prossimo sapremo come si concluderà la mia FF.

Grazie anche a tutti coloro che leggono senza recensire. Al prossimo capitolo!

   
 
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