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Autore: _SKY96_    05/05/2012    0 recensioni
Ero seduto sulla poltrona del salotto. Stavo leggendo la pagina sportiva quando Set venne di sotto a chiamarmi. Era un ragazzo alto, con gli occhi come i miei e i capelli della madre, un misto tra il biondo e l’arancio, era il più grande, aveva già compiuto 17 anni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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X: signorina Green suo padre era un grande capitano, un grande soldato ma soprattutto un grande uomo. È morto con onore per difendere il nostro paese.

Iniziai a piangere.il ragazzo mi porse la bandiera e il cofanetto, poi facendo il saluto se ne andò. aprii immediatamente il cofanetto. Dentro ci trovai il suo testamento diceva che mi avrebbe lasciato la casa a Mullingar e che sarei dovuta tornare li appena possibile. Non finii nemmeno di leggere che preparai immediatamente le valigie e prenotai il volo. Passarono si e no due giorni durante i quali salutai gli amici che mi ero trovata e la mia casa. Fu un lungo viaggio e quando arrivai all’aeroporto fui travolta dalla classica pioggia sottile e dal leggero venticello che ti entra nelle ossa. Andai subito a ritirare i miei bagagli e chiamai un taxi. Mentre aspettavo all’ingresso dell’aeroporto una massa di ragazzine urlanti mi travolse facendomi cadere a terra. Quando mi rimisi in piedi riuscii soltanto a vedere cinque teste fare capolino tra tutta quella gente. Senza dare molta importanza salii sul mio taxi e mi diressi verso casa. A causa del mal tempo ci volle più del previsto ad arrivare. Quando finalmente fui davanti a casa mia scaricai le valigie e rimasi li davanti al cancello a guardare come fosse diventata quella casa. Il posto dove fino a qualche anno prima vivevo con mio padre era ridotto uno schifo. cercai al chiave per aprire il lucchetto ormai arrugginito ed antrai attraversando il cortile. Arrivai davanti al portoncino e aprii lentamente. La casa all’interno era rimasta come me la ricordavo. Iniziai a togliere i teli binchi da sopra i mobili. Era tutto al suo posto. andai dritta in garage per vedere se la vecchia auto di papà era ancora li. Come sospettavo anche quella era ricoperta di polvere e il motore non andava più. Decisi di aprire il portellone che dava diretto verso il cancello. Fuori pioveva ancora quindi avrei escluso di andare a fare un giro. Tornai in casa e andai dritta in camera mia ad infilarmi i pantaloni di una tuta e una maglia che avrei tranquillamente potuto sporcare. Scesi di nuovo in garage e togliendo il freno feci scire di poco la jeep. Presi il mio vecchio skate, anch’esso rimasto li e lo usai come tavola per scorrere da sotto l’auto.

NIALL POV
Eravamo in aeroporto. come sempre le fan ci venivano in contro urlando. Adoravo quelle ragazze. Era grazie a loro che eravamo tutto questo, ma come sempre io tra i loro visi cercavo Sky. Rimanemmo ancora un po’ a firmare autografi poi ce ne andammo. Il nostro furgoncino ci aspettava fuori come ogni volta. Eravamo appena tornati da Dallas. I ragazzi si sarebbero fermati per un po’ da me. il traffico scorreva lento a causa del brutto tempo ci volle decisamente molto più del previsto per arrivare ma il tempo con loro passava in fretta. Come sempre facevamo gli idioti e cantavamo, era quello che ci riusciva meglio ma come ogni volta che pioveva guardavo il cielo. Il colore delle nuvole mi ricordava i suoi occhi.
L: ehy Nialler, che succede?
I: niente Liam.
L: invece si che succede qualche cosa. Pensi a Sky?
I: come sempre.
H: Niall rassegnati, non tornerà più e in più anche se tornasse non riusciresti nemmeno a riconoscerla.
I: invece si. la riconoscerei.
Z: e come? Forse potrebbe essere cresciuta? Forse potrebbe non essere più la stessa persona? Andiamo Niall sii realita.
Lou: mi dispiace dirlo ma Zayn ha ragione.
I: io so che tornerà.
Liam mi mise una mano sulla spalla prima di tornare al suo posto. passai il resto del viaggio in silenzio. Dopo circa un’ora arrivammo a Mullingar e come sempre passavamo davanti alla sua casa. Questa volta però c’era qualche cosa di strano. Era come se avessi visto un ragazza uscire fuori dal garage. Sicuramente era solo una mia impressione. Percorremmo un altro paio di solati e finalmente ci fermammo davanti a casa mia. Scaricammo le valigie ed entrammo dentro. Mia madre ci venne subto in contro. Ci salutò tutti quanti e iniziò a farci domande su domande. I ragazzi parlavano tranquillamente mentre io avevo la testa da un’altra parte. Non resistetti più. Mi infilai un giubbotto e uscii di casa. Dovevo capire se stavo immaginando tutto oppure no. camminavo svelto sotto quella pioggia sottile perso nei miei pensieri. Fui riportato con i piedi per terra solo quando mi accorsi che i ragazzi mi stavano seguendo.
L: Niall! fermati! Dove stai andando?
I: devo controllare una cosa.
Z: vai a casa sua non è vero?
I: già…
Continuai a camminare con loro che mi stavano dietro. in cinque minuti arrivai davanti a quell’enorme cancello di ferro dove fino a qualche settimana prima c’era un lucchetto arrugginito. Mi affaciai per vedere se veramente c’era quella ragazza. notai che il portellone del garage era aperto e che la jeep del signor Green aveva il cofano aperto. Il cuore iniziò a battermi a mille quando vidi due piedi fare capolino da sotto l’auto. Un sorriso si dipinse sul mio volto. Mi mancava l’aria e con un filo di voce riuscii a spiccicare solo poche parole.
I: è…è tornata.
H: cosa? Niall parla più forte.
I: è tornata! Ragazzi è tornata!
Lou: sei sicuro di quello che stai dicendo?
I: più che sicuro. Quella è l’auto del padre. Devono essere tornati tutti e due.
Dovevo aver urlato un po’ troppo forte dato che la persona che stava sistemando l’auto era uscita da li sotto scivolando su una vecchia tavola da skate. Rimanemmo senza parole quando ci accorgemmo che quello che stava sistemando l’auto non era un uomo ma una ragazza. aveva i capelli lunghi raccolti in una treccia disordinata, la canotta bianca sporca di grasso di motore e i pantaloni della tuta erano tutti bucati. Avrei riconosciuto ovunque quella camminata, quel modo di fare. Più si avvicinava a noi più ero certo che fosse lei.
I: è lei.
H: quella è Sky?!
I: si. la riconoscerei ovnque.
Era ormai a pochi metri da noi quando si fermò a guardarci. Con il lato del braccio si pulì la fronte dallo sporco poi ci rivolse finalmente la parola.
S: vi serve qualche cosa?
Z: stavamo solo facendo due passi e ci siamoo fermati a guardare chi ci fosse in casa.
S: e perché?
Lou: è stata abbandonata per tanto tempo. Pensavamo che fosse disabitata.
S: beh pensavate male. Questa è casa mia.
Stavo per dire qualche cosa quando Harry mi pestò un piede per non farmi aprire bocca. Lo guardai confuso poi lui mi fece soltanto segno di stare zitto.
H: ti sei trasferita da poco?
S: a dire il vero sono arrivata solo oggi.
L: da dove vieni?
I: America. Dallas.
Dallas?! Le ero stato così vicino senza neanche saperlo? Un sorriso si dipinse automaticamente sul mio volto. Dio mio quanto era bella. non era cambiata affatto.
S: senite volete entrare? vi state bagnando tutti qui fuori.
H: non preocuparti. Senti stasera daremo una festa ti va di venire?
S: si ok. dove abitate?
Z: nella casa bianca infondo all’isolato. Ci vediamo stasera verso le 8?
S: certo!

  
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