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Autore: _SKY96_    05/05/2012    1 recensioni
Ero seduto sulla poltrona del salotto. Stavo leggendo la pagina sportiva quando Set venne di sotto a chiamarmi. Era un ragazzo alto, con gli occhi come i miei e i capelli della madre, un misto tra il biondo e l’arancio, era il più grande, aveva già compiuto 17 anni.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo 15 anni. Quello era il primo giorno di scuola. Mi avviai verso la mia classe. Come sempre non guardavo dove andavo così finii per scontrarmi contro qualcuno. Quando alzai gli occhi vidi una ragazzina bellissima. Aveva i capelli lunghissimi e biondi, due occhi grigi come il cielo dell’irlanda e la pelle bianca come la neve. Rimasi con il sedere per terra guardarla mentre entrava in classe. La seguii poco dopo. Salutai l’insegnante che era già alla cattedra. Andai a sedermi al mio solito posto continuando a guardarla. Era diversa da quelle della mia età. Lei indossava una maglia da football con un paio di jeans e delle supra. Non davo importanza a quello che succedeva in classe io ero concentrato su di lei. Verso al fine della lezione si alzò in piedi su rischiesta dell’insegnate e si mise di fronte e tutti.
P: ragazzi lei è una nuova arrivata. Prego presentati.
S: ciao a tutti. Io mi chiamo Natalie però tutti quanti mi chiamano Sky. Ho viaggiato molto. Mi sono trasferita qui da poco dalla Russia. Mio padre è un militare ed è per questo che viaggio molto.
P: avete qualche domanda da fare?
Alzai immediatamente la mano, volevo sapere di più di lei.
P: si Niall! chiedi pure.
I: come mai ti chiamano Sky?
S: come ho già detto ho viaggiato molto e sono stata anche in Africa. Li è raro vedere persone come me così la gente del posto, soprattutto i bambini hanno iniziato a chiamarmi Sky, un po’ per il fatto che ero arrivata li in aereo o come dicevano loro dal cielo ma soprattutto per gli occhi.
La campanella suonò. L’insegnate uscì dall’aula per dare il cambio a qualcun altro. le lezioni si susseguivano e io rimanevo incantato a guardarla. Quando finalmente suonò la campanella per l’uscita corsi in cortile. Le volevo parlare, volevo presentarmi o anche soltanto dirle ciao. La cercai per un paio di minuti poi alla fine riuscii a trovarla. Era vicino a cancello. Era appoggiata alla perete e si stava infilando le cuffiette. Iniziai a camminare per andare da lei ma non la raggiunsi in tempo. Buttò a terra il suo skateboard e corse via. i giorni continuavano a passare. Non riuscivo mai a parlarle e quando avevo coraggio e mi decidevo a farlo lei si volatilizzava. Si può dire che lei sapeva della mia esistenza. Qualche volta eravamo usciti insieme a dei nostri amici. Passarono circa due anni, durante i quali partecipai ad X-factor e con mia grande sorpresa mi presero. Dovetti lasciare al scuola per un po’. In quel periodo incontrai dei ragazzi fantastici con i quali ero finito in gruppo. È vero avevo partecipato come solista ma ma non mi avrebbero mai preso perciò alla fine i giudici decisero di farci formare un band. Ci chiamavamo One Direction. Eravamo diventati inseparabili in pochissimo tempo. Il più grande era Louis, lui veniva da Doncaster , poi c’era Liam, lui era di Wolverhampton, Zayn che era di Bradford e poi c’era Harry, il piccolo del gruppo, lui era di Holmeschappel. Ci raccontammo tutto di noi e io raccontai anche di Sky. Non c’era giorno che non pensassi a lei. intanto le settimane passavano in fretta nella casa e senza neanche accorgercene era il giorno della finale. Arrivammo terzi, ma ottenemmo comunque un contratto. Tornammo a casa vittoriosi. Tutti i miei amici erano felici per me ma tra tutta quella gente io cercavo lei. il giorno stesso in cui tornai a Mullingar andai davanti a casa sua. Al posto della jeep del padre parcheggiata sul viottolo trovai tutte le finestre chiuse e un lucchetto sul cancello. Non passò un giorno che non mi chiedessi che fine avesse fatto e dove fosse finita. Pensavo a Sky e intanto facevo carriera insieme ai miei migliori amici. Speravo che se mai fosse rimasta nei paraggi avesse visto una sola puntata di X-factor e che mi avesse riconosciuto. Passarono anni senza che io avessi sue notizie.

SKY POV.
Ero stata costretta a partire di nuovo. Avevo passato due anni stupendi a Mullingar, avevo anche trovato degli amici ma mio padre ricevette un’altra chiamata. Dovemmo partire immediatamente per l’America, per l’esattezza andammo a Dallas. Li era stupendo. Al contrario dell’Irlanda c’era sempre il sole e raramente pioveva. Era sempre caldo, cosa fantastica per me che potevo spostarmi tranquillamente con il mio skate. Come ogni volta io restavo la maggior parte del tempo da sola a casa, dopotutto mio padre era capitano dell’esercito. È vero, raramente era a casa ma quelle poche volte che c’era non mi faceva sentire mia sola. Li a Dallas ormai mi ero rifatta una vita, avevo amici, andavo a scuola come una ragazza normale e avevo anche un piccolo lavoro come barista in un pub. Andava tutto alla perfezione finchè non arrivò quel giorno. Il primo giorno di pioggia a Dallas dopo tanto tempo. Papà era orami partito da mesi per non so dove. Non era mia autorizzato a dirmelo. Insieme alla pioggia arrivarono altre pessime notizie. Quel gorno bussarono alla porta quando andai ad aprire mi ritrovai davanti un ragazzo giovanissimo in divisa con sotto braccio una bandiera e un cofanetto.
I: mi dica che non è vero.
X: signorina Green suo padre era un grande capitano, un grande soldato ma soprattutto un grande uomo. È morto con onore per difendere il nostro paese.

  
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