Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: FairLady    06/05/2012    4 recensioni
Roxie e la sua vita. Tanto soddisfacente nel lato professionale, quanto incasinata e sconnessa in quello privato. Chissà se certi muri, eretti con tanta volontà e determinazione, riusciranno un giorno ad essere abbattuti?!
Revisione in corso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Roxie pov
 
Il resto della giornata trascorse tra documenti, scatole e cibo cinese d’asporto.
Ed Anne mi chiamò per avvisarmi che la prova dell’abito era saltata a causa di un suo impegno di lavoro imprevisto. La cosa un po’ mi sollevò.
Era indecifrabile il clima presente. Più sciolto, quello si. Ma dopo quel bacio e quelle sensazioni che erano esplose dentro di me, annientando qualsiasi mia reticenza, non avevamo cambiato atteggiamento, l’uno verso l’altra.
Certo, ero la prima a voler procedere coi piedi di piombo. Mi stava bene.
Eppure la voglia di sfiorare ancora quelle labbra e sentire le sue mani sul mio viso, mi portava in ogni momento a cercare un contatto.
Una mano appoggiata al suo braccio per fargli vedere un vecchio test dell’università rimasto incastrato tra le pagine di un libro.
Un dito che toglieva della soia dall’angolo della sua bocca, inarcata in un breve sorriso.
Le nostre braccia intrecciate a tenere chiuso uno scatolone che non voleva saperne di restare al suo posto.
“Allora domani arriveranno i tuoi amici?”
Gli chiesi verso sera. Lo studio era pronto per i lavori del giorno dopo, ormai. Stavamo raccogliendo quei pochi effetti che sarebbero venuti via con me.
“Stasera, in verità.”
Lo guardai per un attimo, pensierosa. Era per quello che stranamente non mi aveva chiesto di cenare insieme.
Dio, stavo già pensando come una fidanzatina messa da parte!
“Parlami un po’ di loro…” un modo come un altro per sviare i miei stessi pensieri.
Lo vidi sorridere. Nei suoi occhi una tenerezza che gli avevo riconosciuto solo quando parlava di Ariel. O quando si rivolgeva a sua sorella Robyn. Quando parlava di famiglia.
“Sono dei pazzoidi, ti avviso…” e traspariva solo dolcezza da quelle parole. “Ma sono le migliori persone che abbia mai incontrato.”
“E sono anche loro degli attori come te?”
“In effetti si. Recitano nel mio stesso show. Per gran parte dell’anno sto con loro ventiquattro ore su ventiquattro. Sono la mia famiglia.”
Ecco. Appunto.
“Converrà chiamare il tecnico per quell’aggeggio infernale.”
Avevo finito di impacchettare le ultime cose. Presi il giubbino e lui fece altrettanto.
“Mi mette a disagio pensare che probabilmente tutto il paese sa chi sei mentre io…” per non so quale motivo non riuscii a terminare la frase. Cosa avrei voluto dire?
“… beh. Mi fa sentire un po’ antiquata.”
Con una mano impercettibilmente appoggiata alla mia schiena e l’altra impegnata a portare una delle mie borse, mi accompagnò fuori dallo studio e chiuse la porta dietro di se.
“In realtà un po’ ti invidio. La maggior parte di ciò che danno in tv è davvero spazzatura. E’ un bene per te, esserne fuori…” Il suo sorriso rischiarò il corridoio praticamente buio del reparto. Eccetto per le flebili luci di emergenza che spiccavano in cima ai muri.
“Non mi ero accorta che si fosse fatto così tardi…” sussurrai, rendendomi conto che sicuramente i piccoli ospiti fossero sicuramente già nel mondo dei sogni.
“Con te passa sempre troppo in fretta il tempo.” Furono le sue labbra a sussurrarlo, ad un centimetro dalle mie, davanti all’ascensore. Poi vi si poggiarono appena, sfiorandole con un bacio.
Tenni il respiro. Mi sentii sopraffatta. Da me. Dalla mie sensazioni sempre più acute, più decise. Più dirompenti.
Sopraffatta da lui. Da quello che le parole tacevano ma gli occhi trasmettevano chiaramente.
Sopraffatta da qualcosa che mi ero negata per colpa di gente ingrata, immeritevole.
Non che Ian non lo fosse. Per quanto ne sapevo poteva essere anche peggio di tutti gli uomini che avevo conosciuto nella mia vita, messi insieme.
Il mio intuito in fatto di uomini aveva il sistema operativo fermo al 1999. Quando l’uomo migliore che conoscessi era mio padre.
Non ne facevano più di persone così. L’ultimo esemplare era lui e morendo aveva portato all’estinzione la razza.
Ma il suo sguardo pulito. Il modo che aveva di parlare. Il suo slancio quando si trattava di aiutare gli altri. Il suo modo silenzioso di esserci. Di aiutarmi. Di sostenermi.
I suoi sorrisi quando gli avevo parlato di me durante quella giornata. Le sue braccia, pronte a stringermi quando ne avevo bisogno.
Tutto questo mi faceva ben sperare.
“Ormai è tardi per andare dai miei amici.” Mi disse mentre smorzava il bacio e l’ascensore si richiudeva vuoto per la terza o quarta volta.
“Ormai è tardi per qualsiasi cosa.”
Risposi, senza sapere cosa volessi realmente dire.
Tardi per tornare indietro?
Tardi per dirti che ho paura?
Tardi per chiederti se vuoi stare con me stanotte?


Ian pov
 
La pioggia aveva ricominciato la sua discesa.
Arrivammo alla macchina di corsa, con le borse in mano che ci rallentavano un po’ e, grazie alle quali, giungemmo all’interno dell’abitacolo completamente zuppi.
Era bellissima.
Tutto la rendeva magica.
Anche la semplice e fredda luce dei lampioni che rifletteva sui suoi capelli bagnati e nei suoi occhi, riusciva a diventare un ottima complice e a trasformarla in una fatina di quelle che pensi possano esistere solo nelle favole.
Avevo bisogno di assaggiarla ancora. Già mi mancava il suo sapore, reso sicuramente ancora più buono dalle gocce di pioggia che cadevano verso il basso.
Mi ero trattenuto tutto il giorno, dopo il nostro primo bacio. Non volevo pensasse che volessi correre, che la vedessi come una facile. Non volevo temesse che potessi approfittare di un lieve cedimento delle barriere, per buttarle giù con un unico colpo di gomito.
Volevo rispettare i suoi tempi. I suoi dolori.
Volevo che imparasse a fidarsi di nuovo. Volevo che imparasse a fidarsi di me.
Perché poi?
Nel giro di un paio di settimane sarei partito. Avrei lasciato Franklinton. La Louisiana. Per tornare in Georgia. Per restarci altri lunghi mesi. Per tornare qui solo di rado, a visitare la mia famiglia.
Forse l’avrei ferita anche più dei colpi che altri le avevano inferto.
L’avrei lasciata qui da sola.
Cosa potevo pretendere di darle? Sicurezza? Con me lontano. Difficile.
“Dove sei, Ian?” la sua voce, flebile e ancora rotta dalle emozioni.
“Mh?” mi ero allontanato da lei. Prima del tempo?
“Un attimo fa eri qui con me. Ed ora invece?”
Era la persona più chiusa che conoscessi eppure la più diretta. La più perspicace. Mi aveva preso per i piedi e mi aveva riportato da lei.
“Stavo pensando…”
La pioggia si era fatta quasi una tempesta.
“A cosa?”
“Al fatto che non voglio farti del male.”
Una goccia scivolò veloce sulla sua guancia. La raccolsi istintivamente col dito.
“Non me ne farai.”
“Come fai ad esserne così sicura?”
“Non lo sono.” La guardai esterrefatto. Quanto coraggio stava mettendo nel dire quello che stava per dire? Si fidava già di me, più di quanto potessi sperare.
Mi carezzò una guancia e mi costrinse a guardarla negli occhi.
“Ma non voglio pensarci. Mi sono fatta più male, murandomi in casa per tutto questo tempo, probabilmente…”
Desideravo con tutto me stesso quel corpo minuto tra le mie braccia. Desideravo le sue mani sul mio. L’avevo desiderato dal primo giorno che vi avevo posato lo sguardo sopra.
Le sorrisi e la baciai. Ero commosso da quanta forza avesse quello scricciolo e sentivo il naso pizzicare dalle lacrime che combattevano per uscire.
“Sarà meglio che ti porti a casa ora. Domani sarà una lunga giornata.”

L’accompagnai fino alla porta di casa.
Le chiavi della macchina pesavano in tasca come un macigno. Volevano ricordarmi che le mie gambe avrebbero dovuto portarmi fuori da quel condominio, e dirigermi in albergo.
“Ho un divano letto…” le sue mani dietro di lei, appoggiate allo stipite della porta.
“Ah si? E si comporta bene?” una ciocca bagnata, attaccata alla fronte, gocciolava ancora. La spostai e le asciugai la pelle con una carezza.
“Buck pensa di si…” Si spostò per farmi vedere il suo Jack Russell che cercava pigramente la posizione più giusta per dormire. Non si era minimamente accorto della nostra presenza.
“Non vorrei certo spodestare il Re di casa dal suo giaciglio…” le sussurrai avvicinandomi alle sue labbra ancora un volta e baciandola. Si schiusero e mi lasciarono approfondire. Mi schiacciai lievemente a lei… “… sono maledettamente territoriali, lo sai…”
Sospirava nella mia bocca mentre le mie braccia la stringevano e la mia lingua danzava lentamente con la sua.
“C’è sempre il letto. Ha due piazze parecchio comode…”
Non mi feci pregare. Non me lo feci ripetere.
Passammo quelle che potevano essere ore a baciarci ed esplorarci.
Sentirla gemere sotto al mio tocco. Vedere le briglie che di solito la trattenevano, spezzarsi e liberarla ad ogni mia carezza, mi fece credere che forse, no, non l’avrei ferita, dopotutto.
Essere dentro di lei, mi fece sentire completo. Come se avessi vagato per trent’anni con una metà di me stesso e finalmente avessi trovato il pezzo mancante.
La cosa che però più apprezzai di quella notte, fu il dopo.
La mattina.
La pioggia aveva smesso di scrosciare fastidiosa. Seppure le nuvole ancora incupissero il cielo.
Ma quando Roxanne aprì gli occhi e mi sorrise, mi resi conto che fuori poteva pure imperversare il più potente dei temporali, ma con lei, ci sarebbe sempre stato il sole.

Buonasera a tutti!
Come sono in ritardo, accidenti! Beh...so già che mi perdonerete perchè questo capitolo è, come dire, miele e sole. 
Complice una serata malinconica, solitaria e piovosa. 
Non date la colpa a me... piuttosto prendetevela con loro:


Ryan Star - Losing Your Memory
Howie Day - Longest Night
Sleeperstar "I Was Wrong"
Athlete - Wires
 
Scusate se sono stata troppo romantica ma stasera andava così…
Naturalmente grazie a chi legge/segue/preferisce e a chi lascia la recensione. E a chi ha portato pazienza fino ad oggi!
Grazie a Gaia!
Un bacione e alla prossima.
xoxo
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: FairLady