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Autore: givemetherapy    06/05/2012    2 recensioni
Per mia mamma questo ed altro. Non avevo mai rifiutato l’idea di vederla felice al fianco di un altro uomo…anzi ne ero fiera, poterla vedere di nuovo sorridere mi faceva stare bene.
Ma quando pronunciò questa frase: ‘Ah ecco stasera a cena ci saranno pure i figli di Ruben!’. Mi si raggelò il sangue nelle vene. Cosa?! Ok, un patrigno si ci stava ma dei fratellastri no. Assolutamente no.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per mia mamma questo ed altro. Non avevo mai rifiutato l’idea di vederla felice al fianco di un altro uomo…anzi ne ero fiera, poterla vedere di nuovo sorridere mi faceva stare bene.
Ma quando pronunciò questa frase: ‘Ah ecco stasera a cena ci saranno pure i figli di Ruben!’. Mi si raggelò il sangue nelle vene. Cosa?! Ok, un patrigno si ci stava ma dei fratellastri no. Assolutamente no.
‘Mamma non puoi farmi questo’ – delusione totale.
‘Rebecca…’ – mi prese il volto fra le sue mani calde - ‘vi troverete bene, avete anche la stessa età…’
‘Spero tanto mamma, lo spero’ – dopo un abbraccio ci andammo a preparare per la serata.
‘Vestiti elegante tesoro e non quel pigiamone che hai sempre su!’ – mi strillò mia mamma fuori dalla mia stanza.
Sbuffai. Vincendo la forza gravitazionale che di colpo era aumentata mi alzai e mi piazzai davanti all’armadio.
‘Elegante né…’ pensai tra me e me medesima. Optai per un semplice paio di jeans e una maglia a mezza manica con lo scollo tutto drappeggiato dorata e pantofole. No queste non sono eleganti. Che sfiga! Mi toccava mettere i tacchi. Dato che c’ero mi misi un filo di trucco e un po’ di Chanel n°5. Le cose vanno fate bene o non vanno fatte per nulla. Percorsi il corridoio che separava la mia stanza da quella di mia mamma ed entrai nella sua stanza.
‘Allora come sto?!’ – esordì lei facendo una piroetta su se stessa.
‘Sei bellissima!’ – era magnifica. Quel vestito a tubino rosso era straordinario, le calzava a pennello. Non l’avevo mai vista così sexy. ‘Se Ruben ha dei ripensamenti sul matrimonio questa sera gli svaniranno subito!’. Ridemmo entrambe. Peccato che la nostra risata fu interrotta dal suono metallico del citofono. Andai ad accogliere gli ospiti, ero stranamente ‘felice’ ma curiosa e ansiosa di sapere chi fossero i miei futuri fratellastri.
‘Ciao Rebecca!’ – esclamò Ruben appena mi vide. Ci scambiammo un bacio sulla guancia e mi porse la confezione di pasticcini che teneva in mano. Poi dietro di lui spuntarono due figure a me molto familiari. Rimasi basita alla visti di loro due. Non poteva essere! E’ proprio azzeccato che la fortuna si chiami la dea bendata, è davvero cieca al massimo!
‘Sei bellissima stasera’ – mi disse nell’orecchio Omar quando mi si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia. Dei due era indubbiamente il più bello, eccome se lo era. Quando ero in 2° superiore avevo avuto una cotta per lui. Per fortuna passata molto in fretta.
‘Ti farò andare giù di testa!’ – queso è Edgar. Non rimasi scossa da quelle parole. Era normale da parte sua. Io e Edgar eravamo nella stessa classe 3° superiore, lui ripetente, nonché compagni di banco. Omar invece era in 4°  superiore.
Dopo averli fatti entrare in casa ci accomodammo tutti quanti in salotto a prendere un aperitivo. L’aria era molto tesa soprattutto tra me e i ragazzi.
‘Su tutti a tavola!’ – esclamò mamma. Preparò i suoi assi nella manica: carbonara, tonno alla piastra con pomodorini e tiramisù. Una cena favolosa. Nonostante tutto mi divertii, abbiamo riso tutti come dei matti quando Omar raccontava le sue barzellette stupide o quando Ruben raccontava le sue imprese a pesca. Mamma lo guardava con occhi sognanti, una principessa innamorata. Poi Ruben prese la mano di mamma e la strinse tra le sue disse: ‘Ragazzi…da domani abiteremo in questa casa’.
‘Oh no!’ – l’unica cosa che riuscirono a dire quei due trogloditi.
Io non dissi nulla, sapevo che prima o poi quel momento doveva arrivare ma non pensavo così da un giorno all’altro. Mi alzai e andai in camera mia. Presi la borsetta e uscii diretta al locale dove mi aspettava la mia migliore amica, Paola. Io ero innamorata cotta di Roberto, il fratello maggiore di Pao, e lei lo invitata sempre a venire a casa il più presto possibile dicendo, e mentiva spudoratamente, che le mancava e voleva passare più tempo con il suo fratellone. Ma lei lo faceva per far passare più tempo insieme me e Roberto. La amavo anche per questo. Ci salutammo e rientrai a casa. Entrai in casa pian piano ed entrai in camera mia quando scoprii l’orrore. Omar e Edgar se ne stavano belli svaccati a petto nudo sul mio letto a dormire. Dopo tutto mi dispiaceva svegliarli e decisi di andare a dormire in salotto. Al mattino mi sveglio per andare in bagno e passo davanti alla mia stanza, entro per dare un’ occhiata e Omar si accorge di me.
‘Reb…’ – mugugnò ancora con gli occhi impastati dal sonno.
Mi avvicinai a lui. ‘Vai avanti a dormire io sono in salotto’ Mi alzai. Omar mi afferrò il braccio destro e mi trattenne li nel letto con loro. Con una gomitata fece spostare più in là Edgar e mi fece stendere vicino a lui. Quando mi svegliai per prepararmi per andare a scuola mi ritrovai il braccio di Omar sulla pancia e lui che dormiva a pancia in già con il viso affondato nel cuscino. Mi chiedo ancora come riusciva a respirare. Quando mi alzai sentii tutte le ossa scricchiolare e i muscoli tirarsi.
‘Quanto mai non sono stata in salotto!’ – pensai. Dormire in 3 in un letto da una piazza e mezzo non è stata un’ idea geniale. No, per niente. Svegliai i ragazzi e ci preparammo per andare a scuola. Arrivati a scuola eravamo tutti e tre stravolti. Omar ci saluta e va nella sua classe.
‘Ma che è quella faccia stravolta?! Che avete fatto?!’ – esordì Paola.
‘Nulla Pao, nulla. Abbiamo solo dormito insieme’. Mi accorsi dopo che risposi affermativamente alla domanda idiota della mia amica.
‘Lo sapeeeeevo! Era ora Reb!’
‘No non è quello che pensi, diglielo te Edgar!’
‘Ok allora, i nostri genitori si sposeranno a breve e hanno deciso che da oggi noi viviamo sotto lo stesso tetto a casa di Reb e lei era fuori cosi non sapendo dove dormire io e mio fratello Omar ci siamo messi nel letto di Reb, poi però non so come mai c’era anche lei questa mattina nel letto, dormivo troppo bene’ Esauriente la spiegazione di mio fratello. Pardon! Fratellastro.
Paola esclamo un ‘oooh’ di sorpresa e la smise con le sue allusioni a una notte brava.
Passarono i mesi e la mia convivenza con due animali in casa era migliorata, il matrimonio di mamma andava a gonfie vele e con Roberto…avevamo iniziato a sentirci ogni tanto.
Me ne stavo tranquillamente chiusa nella mia stanza a studiare quando Omar bussò alla porta. ‘Entra’ gli dissi.
‘Hei senti, questa sera un mio amico fa una festa…tu vieni vero?’
‘Si bell’idea! Grazie…’
Ci preparammo tutti quanti e andammo alla festa. Una cosa fantastica! Edgar si buttò subito alla caccia di qualche preda mentre io e Omar prendemmo un drink e ballavamo insieme. Paola non l’avevo ancora vista sebbene mi avesse detto che veniva alla festa. Probabilmente era in ritardo. Fuori dal bagno c’erano Edgar e Omar ad aspettarmi, uscita mi presero uno per uno braccio uno per l’altro e mi portarono nel retro dell’abitazione in cui si svolgeva la festa. C’era una piscina con le candele galleggianti, un gazebo con un tavolino e sedie in ferro battuto e da esso pendevano delle piccole lune di carta, e come sottofondo c’era ‘under a paper moon’, una delle mie canzoni preferite. I ragazzi sparirono subito, io resti li da sola a guardarmi in giro ma non vidi nessuno. Sentii delle mani calde scivolarmi sui fianchi e stringersi tutt’intorno a me. Riconobbi il suo profumo.
 
Roberto.
 
Mi voltai e lo vidi. Era lui, il ragazzo di cui ero innamorata.
‘Che ci fai tu qui?’
‘Per te questo e altro’ Non disse nient’altro solo queste cinque semplici parole. Gli occhi di entrambi brillavano di gioia, i miei trattenevano anche qualche lacrima, Roberto mi baciò. Un bacio lungo, dolce, appassionato. Mano nella mano andammo verso la sua moto e mi riaccompagnò a casa. Scesi dalla moto e gli riconsegnai il casco.
‘No è tuo ormai quello’ disse lui porgendomelo di nuovo. Ero impacciatissima nonostante sapevo ciò che provava per me. Gli diedi un bacio sulla guancia e lo salutai. Rientrata in casa vidi mia mamma e Ruben sul divano abbracciati a vedersi un film. Corsi da mia mamma e la abbracciai più forte che potevo. Non le dissi nulla aveva capito subito tutto.
Corsi in camera e mi buttai sul letto, ero euforica non credevo ancora fosse possibili tutto ciò. La mattina dopo mi svegliai e scesi in cucina dove incontrai Omar e Edgar intenti a prepararsi la colazione. Presi la rincorsa e saltai in spalle a Edgar e li abbracciai tutti e due.
‘Siete i migliori fratelli del mondo!’ esclamai.
 
 
 
 
 
 
 
 
Aloha!
Questa storia è nata da un mio sogno.
E’ modificata rispetto ad esso ho aggiunto e tolto particolari.
Spero che vi piaccia e che sia di vostro gradimento.
Buona lettura e recensite pinguini!
-Reb.
 

   
 
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