Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Hellren    29/11/2006    5 recensioni
Nel cuore dei cespugli di rose protetti dalla foresta di spine e rovi, c’è un piccolo mondo che nessuno può raggiungere. Il nome del mondo è Regno delle Rose. Kagome la principessa è innamorata...ma il suo amore è impossibile perchè l'uomo a cui vuole donare il suo cuore è un semplice umano...il suo nome è Inuyasha
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fairy Rose – La rosa delicata

Fairy Rose – La rosa delicata

 

 

 

 

4. Good bye my lover – Addio amore mio

 

 

“….” parlato

-….- pensato

 

 

 

 

 Il tempo inesorabilmente trascorreva e il legame trai due non faceva che consolidarsi

 

Il sole batteva forte come ogni mattino, in giardino c’era già qualcuno intento ad annaffiare le piante, ogni tanto lanciava uno sguardo alla porta che conduceva in casa, quasi con agitazione e impazienza, attendeva qualcuno, e di quel qualcuno quasi non riusciva a farne a meno, lo sguardo ambrato si soffermò nuovamente su quel legno d’acero, ma ancora niente, decise di lasciar perdere e concentrarsi sulle sue rose. Kagome quel giorno decise di indossare qualcosa di più semplice che la divisa da giardinaggio, tra le cose che le aveva messo a disposizione la signora Izayoi aveva scelto, una maglietta aderente rossa con le spalline sottili in raso, pantaloni di jeans con risvolto all’insù appena sotto il ginocchio, scarpe rosse da ginnastica, e il solito cappello di paglia. Scese di corsa le scale, consapevole di aver fatto tardi per la prima volta da quando era li, e timorosa di aver in qualche modo creato fastidio ad Inuyasha. Attraversò titubante la porta che conduceva in giardino, i raggi del sole sembravano illuminare un’unica figura, un unico essere, sotto quella luce l’uomo che aveva di fronte poteva essere paragonato ad un dio, i lunghi capelli d’argento lasciati liberi di essere accarezzati dall’aria mattutina, pelle come l’avorio, le gocce di sudore che imperlavano ogni parte nuda del suo corpo, scendevano dai pettorali, fino a definirsi lungo le linee dei bicipiti, per poi scomparire nel bordo dei pantaloni, era avvolto da un alone di sacrale bellezza, che lasciò Kagome impalata, senza fiato ne parole. Non sapeva se avvicinarsi o meno. Finchè lui non si sentì osservato e voltò il capo verso di lei.

“Ka…Kagome?! Buon giorno!” rispose lui un po’ impacciato, notando il rossore sulle gote della ragazza, andò verso la sedia in vimini, vicino al tavolo da giardino e ne prese la canotta verde scuro che indossava poco prima.

“Buon giorno” rispose lei ancora leggermente turbata.

Cominciarono a lavorare come di consuetudine, Kagome era intenta a strappare le erbacce quando intravide un piccolo lombrico, su una foglia, cominciò ad urlare, Inuyasha corse da lei credendo chissà cosa le stesse capitando, e quando vide il motivo di quell’agitazione scoppiò in una risata.

“Ma è solo un lombrico!”

“Nooooo! Io lo odio, lo odio, ti prego portalo via!” disse aggrappandosi alla maglia di Inuyasha, e facendo imporporare il viso di lui senza rendersene conto.

Inuyasha riprese con calma il controllo dei propri battiti, dopo quel contatto, prese una pinza, afferrò il lombrico e lo allontanò dal cespuglio.

“I lombrichi sono i nemici naturali delle rose, alcune volte mi viene da pensare che tu sia una rosa, per il modo in cui ti comport…”

- Ma cosa sto dicendo sono impazzito???!- Inuyasha aveva cominciato a comprendere che la vicinanza di Kagome, gli stava suscitando emozioni e sentimenti che credeva di non avere.

Dopo un po’ il sole battente, cominciò a spossare entrambi, Inuyasha andò verso il tavolo in vimini, sopra c’era la colazione che Izayoi aveva preparato loro poco prima di andare via.

“Oh! Oggi abbiamo il tè freddo, la mamma lo ha preparato per noi” disse Inuyasha rivolto a Kagome che si avvicinava al tavolo e prendeva un piccolo barattolo di vetro e lo osservava.

“E non solo! Guarda qui! Abbiamo anche la marmellata di rose!” Kagome prese la confettura e la mostrò al giovane.

“Oh! Quasi dimenticavo! Puoi aspettare qui?” Inuyasha si era diretto di fronte al cespuglio di rose, cominciando ad osservarle una ad una.

“Che cosa fai?” Kagome incuriosita era al suo fianco.

“Voglio far galleggiare i petali nel tè freddo, non usiamo prodotti chimici quindi sono commestibili!”

“Sei una persona così romantica!”

“Z…zitta!”

“Ah! Questa è stupenda!” Kagome aveva visto una rosa veramente meravigliosa, dischiusa appena e dal colore rosso scarlatto, come le sue labbra, stava per avvicinarsi e coglierla a mani nude, ma venne fermata prontamente dal ragazzo.

“Kagome – le prese la mano tra le sue, e incontrò quello sconcertato sguardo castano – Non farlo è pericoloso. Questa rosa ha delle spine molto pungenti, non devi toccarla a mani nude. Un secondo, mi metto i guanti”

Inuyasha indossò i guanti da giardinaggio, tutto questo sotto lo sguardo triste di due occhi nocciola, era rimasta decisamente addolorata.

- I bei fiori hanno le spine …- pensava, osservando quella bellissima rosa, che non poteva essere toccata se non con delle precauzioni.

“Qual’era?” chiese lui tentando di individuare il fiore esatto.

“I bei fiori non dovrebbero avere spine così pungenti!” sussurrò lei con voce triste.

“Ti sbagli! E’ perché sono tanto belli, che devono avere spine pungenti! Così i ladri senza cuore non possono strapparli. E’ autodifesa” Colse la rosa, con delicatezza, quasi timoroso di farle male, il cuore di Kagome nel momento di quel gesto sembrò quasi arrestarsi, tolse lentamente le spine e poi le rivolse un sorriso bellissimo, mentre gli mostrava il fiore.

- Che uomo gentile…le sue parole…io… - mentre pensava, prima che riuscisse a cacciarle indietro, lacrime salate cominciarono a contornarle il volto, allarmando Inuyasha.

“K…Kagome?! Che c’è??? Ho lasciato una spina?!”

“No!” disse debolmente tirando su col naso, alzò il volto verso di lui, si osservarono intensamente, gli occhi d’oro caddero sui rubini di lei, erano sempre più vicini, poteva perfettamente sentire il suo respiro.

“Kagome…!” Con l’indice allontanò le ultime lacrime, ma…

“…Ahi! Che hai fatto Inuyasha... Mi fa male …” disse le massaggiandosi la guancia leggermente arrossata dove si era posato il dito di lui.

“Ops! Scusami non ho tolto i guanti!” rispose nervoso, e prendendosi a schiaffi mentalmente, per l’emerita figura.

“No…ma non devi scusarti!”

“Naaa! Sono una frana, eh? Andiamo a bere il te!” senza guardarla la prese per mano, completamente rosso in volto, per quello che poteva succedere e per sua sbadataggine non era accaduto.

 

Anche il cielo era solidale hai sentimenti della principessa

 

Pioveva.

Il cielo era grigio cupo, gli uccellini che in quei mesi avevano abitato nel grande giardino di casa Shinta, si erano riparati, nelle piccole abitazioni che aveva costruito per loro Inuyasha, i fiori immancabilmente, sotto quel getto cadente e incessante stavano perdendo i loro bellissimi petali, sotto lo sguardo angosciato della loro principessa, oltre il vetro, vedeva perdere la vita delle sue bellissime rose, in quel momento si stava realmente rendendo conto della monotonia che regnava a palazzo, di quante cose non era messa al corrente, di come i suoi amati fiori sfiorissero ogni qual volta la pioggia imperversava. I suoi fiori morivano sotto i suoi occhi e lei non poteva fare niente, era capace di farli sbocciare, ma non poteva proteggerli da quell’elemento.

La signora Izayoi aveva appena salutato Inuyasha dicendogli che suo padre era a letto malato, nella città dove stava lavorando e gli aveva chiesto di raggiungerlo per portargli delle medicine.

“Non so quando potrò essere di ritorno! A proposito, caro! Kagome mi sembra depressa! Sta bene?”

“Sì!... Pare che si annoi perché non può prendersi cura del giardino!” e si soffermò ancora una volta a guardare la ragazza col viso contro la porta finestra, immersa nei suoi tristi pensieri.

“Ah capisco! – la donna diede un’ultima occhiata all’orologio – Oh! Devo proprio andare o rischio di perdere il treno!”

“Fa attenzione mamma, e salutami papà!”

“Sì certo!” incalzò la porta e corse verso il taxi che l’aspettava.

Inuyasha andò alle spalle della ragazza, ancora intenta ad osservare la pioggia bagnare i fiori.

“Kagome, vuoi del te?”

“I fiori, moriranno” poggiando una mano contro il vetro, come a volerlo oltrepassare.

“Oh intendi le camelie? Non possiamo farci niente…la pioggia le sta sommergendo. Ma anche se non piovesse la stagione terminerà col sorgere del nuovo giorno. Ci mancheranno ma non possiamo farci niente!” spiegò lui in un sorriso, sperava di risollevarle il morale.

- Non dirlo con questa non curanza… - pensava lei, mentre il pensiero che con nuovo giorno non avrebbe più trascorso i suoi giorni al fianco del ragazzo le lacerava il cuore.

“Ti verso il te! Siediti e aspettami!” disse lui allegramente, scompigliandole i capelli.

Poco dopo…

“Kagome il te è pronto! Kagome? Ka…?” Nel salotto non c’era nessuno, finché non scorse una figura oltre le vetrate, ferma contro il cespuglio di rose. Uscì in giardino con un ombrello, e vide la tremante e infreddolita mentre con un ombrello tentava di riparare le sue amate rose.

“Io sono qui” sussurrava ai fiori.

“Kagome…”

“Cosa devo fare? Moriranno tutte!” tentando di scaldarsi le dita con l’alito.

“Andiamo dentro, su!” Inuyasha l’aveva presa per un braccio e tentava di condurla in casa.

“No!” svincolandosi.

“Kagome! E’ tutto inutile! Ormai è la fine della loro stagione!”

Poteva vedere benissimo che oltre alla pioggia anche le lacrime scendevano lungo il suo viso, non c’è la fece, la strinse forte a se, sentiva il cuore di lei accelerare, sentiva le sue mani stringesi contro la schiena.

- Se la stagione della fioritura finisce, mi aspetta nuovamente il lungo sonno. E quando arriva quel momento io non posso nemmeno guardarti dalla finestra -

Quel pensiero così amaro e difficile ma allo stesso tempo così vero.

“Kagome, non possiamo impedire a qualcosa di appassire” gli sussurrò lui all’orecchio.

“Ma…nooo…sob…Inuyasha!” si perse in un pianto disperato contro il suo petto, come spettatrice la signora pioggia, che non accennava a cessare, così che ancora molti petali di quelle rose toccavano il terreno.

 

Ancora poche ore e il patto con la strega sarebbe terminato

 

“Che sciocca che sei stata, i fiori sbocceranno di nuovo anche il prossimo anno!”

Inuyasha era riuscito a condurla in casa, erano in camera da letto, l’aveva avvolta in una grande coperta e poggiato un asciugamano sul capo. In quel momento le stava frizionando i capelli.

“Inuyasha – le lacrime non avevano ancora lasciato i suoi occhi castani – sei mai stato un ladro di fiori?”

“Eh?”

“Lo sei stato?”

“Hmmm! Sì! Un ramo di magnolia dal giardino dei vicini, ma tienilo segreto okay?”  le rivelò lui scherzosamente.

“Inuyasha, ti prego… – Kagome fece scivolare l’asciugamano dai capelli, alzò il suo limpido sguardo verso il tramonto che era negli occhi di lui, dischiuse i due rubini, che lui tante volte si era soffermato ad ammirare, per pronunciare delle parole che Inuyasha non avrebbe mai dimenticato –Ti prego coglimi” sussurrò con sensualità, mentre le dita di lui sfioravano le sue labbra, e subito dopo lasciarono che fossero le sue a prendere posto.

Lasciò scivolare in terra anche la coperta che l’avvolgeva, rispondeva a quel bacio con desiderio crescente, aveva chiesto esplicitamente ad Inuyasha di essere nuovamente un ladro di fiori, lei il più puro e intoccabile, voleva essere presa da quell’umano che si era sempre curato di lei, che in cambio aveva solo chiesto di poter osservare ogni anno la magica fioritura che lei donava col suo risveglio. Nessuno poteva cogliere “The fairy rose” era vietato da una delle leggi più antiche del regno, ma ormai Kagome era andata contro tutto e tutti per stare con Inuyasha, e anche questa volta una vecchia legge non l’avrebbe fermata.

Lo amava

Lo desiderava

Lo voleva

Non aveva mai provato nulla del genere, si sentiva morire sotto le sue carezze, i suoi baci, i loro corpi stretti, tremanti, sudati, sentire Inuyasha in lei era al cosa più bella che avesse mai desiderato provare.

“Kagome hai un buon profumo!” Inuyasha con dolcezza crescente, abbatteva tutto ciò che li separava dal piacere.

“D…davvero? Che tipo di profumo?” si aggrappò alle sue spalle, quando capì di averlo completamente dentro di se.

“Il profumo della rosa alba appena colta” disse in un sussurro, rubandole un bacio nello stesso momento in cui un liquido denso e rossastro, macchiò il candido lenzuolo sul quale si stavano amando.

 

Il sole stava per sorgere, l’incanto stava per terminare, come al principio tutto doveva tornare

 

Inuyasha dormiva profondamente, stringeva a se un esile corpo, dalla pelle candida, gote rosate, labbra carminio. Quel calore, quel profumo che conosceva bene, erano diventati ormai parte di lui, quella ragazza arrivata da chissà dove, gli aveva fatto comprendere cosa si poteva provare nel donare se stessi alla persona che si ama. Lui provava proprio quel forte sentimento e voleva dirglielo, ma non riusciva a svegliarsi, non ne capiva il motivo, si sentiva in uno stato di dormi veglia. La sentì muoversi su di lui, allontanarsi, poi baciargli delicatamente le labbra, sussurrargli le due parole che lui non era riuscito ancora a confessarle, e poi…

Nulla…

La presenza di Kagome nella stanza era scomparsa.

Si sentì sfiorare in diverse parti del corpo, da qualcosa di lieve e setoso, anche se con difficoltà riaprì gli occhi.

“Mmn? Kag…” ma non riuscì a terminare, si guardava intorno ogni superficie dal pavimento alle lenzuola era completamente ricoperta da petali di rosa, molti continuavano a vorticare.

Da dove fossero arrivati?

Non trovava una spiegazione razionale.

Scese dal letto, corse fuori, la pioggia non aveva ancora smesso di cadere, in giardino, il cespuglio di rose, aveva perso i petali di tutti i fiori.

Tutti tranne uno…

Una rosa dal colore brillante, e con lievi sfumature d’argento sul bordo, resisteva all’acqua, quasi a sfidarla e a dimostrare la sua regale superiorità. Quella rosa gli ricordava incredibilmente la ragazza che poco prima gli si era donata completamente.

- Kagome era piena del dolce profumo delle Rose -

Avevano tutto di lei...

La bellezza…

Il colore…

La regalità…

La sensualità…

Il profumo…

“Kagome” disse sfiorandone i petali.

Forse in fondo al suo cuore lui l’aveva sempre saputo.

 

Così scadde il tempo della principessa Kagome

 

Una grande stanza, del maestoso castello del regno delle rose, stava per essere oscurata. Le donne della servitù scioglievano i nodi alle pesanti tende. Il consigliere dal buffo codino, si avvicinò all’intarsiato letto a baldacchino sul quale giaceva la principessa.

“Miroku, mi dispiace di averti fatto preoccupare”

“Niente del genere…Adesso principessa, la prego di dormire”

“Ma…” lo osservò senza capire il sorriso che l’uomo le stava facendo a cosa fosse dovuto.

“La principessa ci ha salvati. Ha combattuto contro pericolosi insetti, e strappato le erbacce. Le siamo molto grati” spiegò riconoscente.

“Mi stavate guardando?”

“Naturalmente”

“Dimmi Miroku, io…pensi che io il prossimo anno possa far nascere ancora dei bellissimi fiori?” chiese lei un po’ afflitta.

“Finché quell’umano ti curerà, lo farai!” guardò oltre la finestra, c’era Inuyasha che osservava l’unica rosa ancora intatta, nonostante la pioggia battente.

“Mi chiedo se si ricorderà di me”

- Non so nemmeno quello che realmente provava il suo cuore, non gli ho lasciato il tempo di dire nulla, sono andata via nello stesso modo in cui l’ho incontrato – pensò subito dopo.

“Inuyasha-sama è stata una persona veramente gentile, di sicuro non cambierà mai!” la rassicurò il consigliere, sciogliendo gli ultimi nodi delle tende, quelle del letto della principessa.

“Già…” Kagome come ogni anno al termine della fioritura, chiuse gli occhi e lasciò che il sonno la prendesse tra le sue braccia, fatte di sogni nei quali non faceva altro che incontrare Inuyasha.

 

La principessa cadde in un lungo, lungo sonno. L’estate era trascorsa. Le foglie divennero rosse. Anche quando la neve dai cieli colorava la terra di bianco, c’era sempre la figura dell’uomo gentile. Poi terminò la primavera e vennero di nuovo i giorni del verde

 

Inuyasha osservava il cespuglio di rose, attendeva con un’impazienza che non aveva mai avuto la nuova fioritura.

E anche a palazzo quell’anno c’era più agitazione del solito, un evento molto atteso dai sudditi, ma inaspettato per la principessa stava per avvenire.

“Avete mandato le missive ad ogni principe del regno?”

“Si, signor consigliere!”

“Ottimo! Quest’anno dovranno essere celebrate le nozze della principessa, come chiede il protocollo reale, è giunto il momento che si affianchi ad un sovrano e dia un erede al regno! Ora è giunto il momento di risvegliare la nostra Signora! Deve scegliere il suo futuro marito!” Miroku lasciò lo studio, attraversò i corridoi e arrivò alle porte delle camere di Kagome, alle sue spalle le guardie reali e decine di donne della servitù.

Fuori dalle mura del castello, oltre la coltre di spine e rovi, un ragazzo dai lunghi capelli d’argento ignaro del destino che l’attendeva dopo che il nuovo risveglio fosse avvenuto, curava quella pianta con una dedizione unica, aspettava lo sbocciare dei germogli delle rose Alba come se quelle potessero in qualche modo metterlo nuovamente in contatto con Kagome. Alcune volte sperava che apparisse un qualche passaggio, che giungesse qualcuno per portarlo da lei, ma nulla.

Lui sapeva solo di amare il giardinaggio a Maggio...

Il perché? Penso sia ovvio…

 

Perché ricco del suo amore, per fairy rose

 

 

 

 

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Anche questa fan fiction è terminata…

E dai non mi guardate così…

Tanto lo so che l’avete capito da soli…

C’è il sequel…

Ho lasciato troppe cose in sospeso per non mettere un seguito, non credete???

Ringrazio tutti voi che mi avete seguito in questa breve favola, coloro che hanno recensito o solamente letto…mi auguro vivamente che vi sia piaciuta come a me scriverla.

 

  
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