Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: shadowofthemoon    07/05/2012    2 recensioni
E' la mia personale continuazione del primo episodio della seconda stagione di Sherlock. Ho voluto immaginare ciò che non c'era stato fatto vedere nell'episodio. Ovviamente da leggere solo se si è visto l'episodio. Direi che è di genere avventuroso-romantico. Ho cercato di non tradire troppo il carattere dei personaggi ( anche se Irene forse è un po' out of character, per me giustificato dalle situazioni che la coinvolgono), ma temo di non esserci sempre riuscita.
E' sulla coppia Irene- Sherlock.
Anche i disegni presenti nei capitoli sono fatti da me.
Ovviamente questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della BBC e di Sir Arthur Conan Doyle. La mia storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

III

Era trascorsa una settimana da quella sera. Sherlock aveva ricominciato la solita routine. Lestrade gli aveva proposto un nuovo caso, ma non ci volle molto per risolverlo, era alquanto banale, come sono sempre i delitti passionali.
Eppure nonostante i giorni passassero una parte del suo cervello era ancora focalizzato quegli eventi di quella serata, sugli avvenimenti degli ultimi mesi. Oramai non era nemmeno più infastidito dalla cosa, aveva deciso di fare finta di niente con tutti, anche perché aveva già deciso il da farsi. Aveva incaricato alcuni dei membri della sua rete di senzatetto di tenerlo informato su tutti i movimenti intorno ad alcuni target, tra cui casa di Mycroft e il Diogenes Club dal quale gestiva molte delle sue attività.
Era riuscito a sapere finora di tutti i movimenti di Lei negli ultimi giorni, e a quanto pare era tenuta in una località segreta ( non per lui ovviamente, conoscendo Mycroft) prima di trasferirla altrove.
Con disappunto Sherlock aveva capito che Mycroft non l’aveva arrestata, ma la teneva solo sotto custodia mentre ne preparava l’espatrio. Questo voleva dire che era totalmente senza protezione una volta lasciato il suolo inglese. Sherlock immaginava di non potersi fidare del fratello. Probabilmente il suo disinteresse aveva qualcosa a che vedere con lui, come sempre. Era un modo per Mycroft di mandare un messaggio a lui, di gestire indirettamente la sua vita. 
In quei giorni era anche passato a fargli visita, chiaramente per controllare la situazione, ma Sherlock aveva fatto finta di nulla, non toccando nemmeno l’argomento. Mycroft aveva cercato di accennare alla cosa, ma aveva subito lasciato perdere visto la reazione del fratello. Gelida ma di chiaro disappunto. In quella visita Sherlock era riuscito però a captare qualche informazione. Ovviamente Mycroft aveva ricevuto una telefonata, come sempre, si era allontanato da Sherlock ed era andato a parlare in cucina. Parlava in codice chiaramente, ma ci volle molto poco per capire di  chi stava parlando. Capì che stava per essere trasferita fuori dalla Gran Bretagna con un volo in partenza la sera successiva. Non era un volo diretto,  in quanto si trattava di un volo per Parigi e probabilmente la sua destinazione finale doveva essere più lontana.
Appena il fratello se ne fu andato, e mentre John si trovava a lavoro, continuò con le sue ricerche. Per ora Lei sembrava essere in buone mani, ma quello che lo preoccupava era cosa sarebbe potuto succedere non appena avesse varcato i confini del Paese. Non voleva condividere tutto ciò con John. John era la cosa più vicina ad una famiglia che potesse avere, ma non poteva condividere questa parte di sé con lui. Non se la sentiva. Sentiva questa cosa come solo sua, ma non capiva perché.
Nei giorni successivi continuò a seguire i movimenti di Lei, aveva scoperto sempre dalle telefonate di Mycroft e anche spiando alcuni suoi documenti, l’identità falsa sotto la quale si celava La Donna e tramite il GPS del suo cellulare ( Mycroft le aveva lasciato il suo cellulare era evidente, essendo interessato solo al contenuto dell’altro telefono, quello che conteneva le informazioni) riusciva a sapere sempre dove fosse. Era persino arrivato ad hackerare il sito del suo gestore per sapere la sua posizione nel caso il GPS venisse disattivato.
Una mattina, qualche settimana dopo,  Sherlock era seduto a tavola intento a fare colazione, quando John rientrò dal suo turno portando il giornale. Una notizia colpì Sherlock come un pugno.Dovette usare tutto il proprio autocontrollo per non mostrare reazioni, quando lesse che un volo diretto da Parigi a New York era stato dirottato da alcuni terroristi verso Karachi. La maggior parte dei passeggeri stava bene ma alcuni occidentali erano stati sequestrati, probabilmente per chiedere rivendicazioni ai vari Governi. Sapeva benissimo che Lei era su quel volo. Aveva seguito fino a un giorno prima i suoi movimenti sapeva che c’era una prenotazione a suo nome su quell’aereo. Il suo cervello sembrò esplodere. E non solo quello. Sentì una sgradevole sensazione di panico e una fitta alla bocca della stomaco. Evidentemente non era riuscito a dissimulare quello che stava succedendo perché persino John se ne rese conto.
“Che c’è sul giornale? Sembri…strano… cioè più strano del solito.” Gli chiese John, fissandolo in modo curioso mentre addentava una fetta di pane tostato.
“Niente” rispose con un ghigno” Nessun omicidio degno di interesse in città. Se continua così morirò di noia. Noia”
“Non è bello gioire della morte della gente…” ribatté John
“Ah, come se non morissi di noia anche tu! Solo che il mio cervello non può sopportare tutta questa calma piatta. Vado in camera a vedere se c’è qualcosa sul blog.” Disse piegando il giornale e si alzò dalla sedia.
“Aspetta, volevo dirti che vado fuori per qualche giorno, Harry sta male, ed è tanto che non vado a trovarla… non ho potuto dire di no, visto che non abbiamo casi al momento e non sono andato a trovarla a Natale. Tornerò non appena starà meglio.” Si affretto a dire John. Sherlock lo guardò fisso in volto e mormorò: “ Devi proprio annoiarti a morte per andare a trovare tua sorella. Quando parti?”
“Tra un paio di giorni. Ma non starò via molto…” ma non fece in tempo a finire la frase che Sherlock si era già voltato e diretto verso la propria camera, chiudendo la porta dietro di sé. A John tutto ciò sembrò ancora più strano, si preoccupò per un attimo del fatto di doverlo lasciare solo. Ma alla fine era un uomo adulto, e c’era comunque Mrs. Hudson a badare a lui. Cercò di non sentirsi troppo in colpa, in fondo non andava  certo a divertirsi  e l’idea di affrontare la sorella non lo rallegrava troppo.
 
Sherlock nel frattempo aveva aperto il suo portatile sul letto. Era seduto sul letto con le mani giunte, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e cercava di  fare ordine tra i milioni di pensieri che come sempre affollavano al sua mente. Doveva pensare ad una soluzione in fretta. Ne passò in rassegna varie. Era certo che i terroristi avessero dirottato il volo per Lei. Se non faceva in fretta qualcosa era morta. In modo definitivo stavolta. Si alzò in piedi e cominciò a camminare in modo frenetico per la stanza. Doveva esserci un modo, e lui doveva trovarlo. All’improvviso trovo l’unica soluzione possibile. Il panico lasciò il posto all’eccitazione, si attaccò al portatile e cominciò a inviare mail. Sapeva a chi rivolgersi anche in Paesi del genere e in circostanze del genere. In passato per combattere la noia aveva viaggiato molto e aveva parecchie persone che ancora gli dovevano favori . Conosceva anche i peggiori criminali. E anche quelli avevano favori da rendergli.
Velocemente contattò chiunque potesse tornargli utile per lo scopo. Aveva urgente bisogno di documenti falsi e prenotazioni, sempre sotto falso nome. Gli ci vollero due giorni per organizzare ogni cosa ma alla fine tutto tornava. Lavorò al piano anche di notte senza dormire, per non far insospettire troppo John. Non era stupido e avrebbe facilmente capito se non avesse preso le massime precauzioni.
Alla fine, quando tutto sembrava pronto si sedette in poltrona. Esitò un attimo, indugiò in un ricordo , quello dello sguardo di Lei fisso nel suo. Perché lo stava facendo? Senso di colpa? Era solo quello? Perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa, visto che l’unica persona che potesse essere incolpata di tutte le sue disgrazie era solo sé stessa? Aveva giocato col fuoco e si era bruciata. Eppure quella punizione gli sembrava enorme, sproporzionata, per una così brava giocatrice. La sua punizione l’aveva già scontata, quella sera, e era stato lui ad infliggerla. Lui, unico giudice e unico carnefice. Aveva già pagato. E lui non riusciva nemmeno più a portarle rancore. Riusciva solo a ricordare quei momenti stranamente piacevoli in sua compagnia. Allora era per quello? Per quella sensazione di smarrimento? Per il gusto del gioco mentale con La Donna, così stimolante per lui, per quel senso di continua sfida che lo aveva spinto a mettersi in mostra come un pavone davanti a Lei? Per quella reazione chimica? Chimica? Era solo una questione di chimica? Il punto era che non riusciva a capirlo. Per queste cose lui non era proprio portato. Sapeva solo che doveva farlo. Doveva, doveva assolutamente.
 
La mattina successiva John partiva per andare a trovare Harry. Sherlock era intento a fare colazione quando John scese, con una piccola valigia in mano, che lasciò a fianco della porta sul pianerottolo delle scale. Si sedette al tavolo. Sherlock negli ultimi giorni gli era sembrato il solito Sherlock, anche se sembrava più eccitato che annoiato. Ma visto che non c’era nulla per cui potesse essere eccitato vista la mancanza di casi, pensò che fosse solo il solito Sherlock. Si rallegrò del fatto che non fosse ancora annoiato al punto di rimettersi a sparare in giro per la casa. John cercò di fargli qualche raccomandazione, sperando di non trovare al suo ritorno la casa totalmente distrutta da chissà quale avvenimento o da un suo attacco di noia. Sherlock  lo ascoltava distrattamente, assorto, a quanto sembrava, nella lettura del giornale. John avrebbe voluto approfondire, ma doveva scappare visto che il taxi sarebbe arrivato a breve. “ Io vado , mi raccomando.” Disse John.
“Ti raccomandi cosa?” rispose con tono stupito Sherlock
“Niente, niente…” mormorò sconsolato John scuotendo la testa, non aveva ascoltato una parola di tutto quello che aveva detto.“ Ci sentiamo più tardi” disse prendendo la valigia e scese le scale velocemente. Sherlock aspettò  di sentire la porta che si chiudeva. Si alzò e guardò in strada John che saliva su un taxi. Sentì dei rumori sulle scale, tornò a sedersi, riprendendo in mano il giornale. Dai passi era chiaramente Mrs. Hudson. 
“Sherlock, caro, ho visto che John è già andato via, che peccato avrei voluto salutarlo! Tu hai bisogno di qualcosa? Giusto per questa volta, visto che non c’è John . Sai bene che non sono la vostra domestica!“ Disse continuando a muoversi per l’appartamento, agitando le mani, chiaramente  indecisa se mettere a posto qualcosa o no.
“John tornerà tra pochi giorni , non si preoccupi per me, Mrs. Hudson” le rispose alzando la testa dal giornale “ io e il mio amico teschio staremo benissimo. Anzi, se gentilmente me lo volesse rendere. Di nuovo”
Mrs. Hudson sospirò dirigendosi verso le scale, ma fu richiamata dalla voce di Sherlock “Ah , probabilmente non starò molto in casa in questi giorni. Ho appena ricevuto una mail con un caso che sembra interessante. “
“ Va bene, Sherlock, cerca di stare attento, visto che non c’è John con te, caro.” rispose dirigendosi al piano di sotto.
Non appena Sherlock senti la porta dell’appartamento sottostante chiudersi, si alzò e si tolse la vestaglia, prese la valigia pronta in camera, i documenti falsi che si era fatto preparare, e infilato il cappotto scese velocemente in strada,  dove prese al volo un taxi per l’aeroporto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: shadowofthemoon