#eleven,
Sgabuzzino 

Se il giorno precedente Puck era felice come una Pasqua (anche se non lo dava a vedere per mantenere il suo atteggiamento da duro) perché Quinn aveva accettato di andare al ballo di fine anno insieme a lui, il giorno successivo appena arrivato a scuola trovò una delle peggiori sorprese che lo potessero aspettare.
Quando la vide arrivare, non ci pensò due volte prima di afferrare la sedia a rotelle e cominciare a spingerla verso quello sgabuzzino dove due anni prima avevano passato delle pause pranzo particolarmente gioiose quei giorni che Quinn era schiava dei suoi ormoni.
«Che diavolo hai in mente di fare?!», gli urlò lei mentre lui serrava la porta, era inutile muoversi, non avrebbe raggiunto alcun obiettivo con lui che le parava la strada.
«Che cazzo c’è sul tuo armadietto?», le chiese lui altrettanto alterato, gesticolando.
Quinn spalancò gli occhi e incrociò le braccia al petto, senza aprire bocca.
«Mi hai detto che ci andavamo insieme! Allora perché quel figlio di puttana si mette a scrivere sul tuo armadietto?!», finì poi, dando la conferma alla domanda silenziosa della ragazza sul perché lui fosse così arrabbiato.
«Non ti è mai passato per quella testa dura che ti ritrovi che magari, dico, MAGARI, non poteva essere al corrente del fatto che me l’avessi già chiesto tu?», iniziò Quinn con un tono di voce irritato.
«Avrebbe dovuto-»
«Avrebbe dovuto un bel niente, Puck. Non può sapere che tu passi le tue nottate a casa mia e non lo saprà mai. E la cosa vale per tutti gli altri ragazzi del Glee Club, tranne Santana.»
Puck alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
«Santana non sa tenere la bocca chiusa. L’avrà già detto a Brittany e adios! Il tuo caro segreto è sulle labbra di tutto il liceo.»
Quinn lo fulminò con lo sguardo.
«Mi fido di Santana. E anche di Brittany.»
Puck si strinse le spalle e incrociò a sua volta le braccia, stando a guardare la ragazza.
«In qualunque modo, il fatto che noi due andiamo al ballo insieme non vuol dire che sono la tua ragazza o hai qualche privilegio in più di altre persone.», finì poi lei, facendosi spazio cercando di andare verso la porta. Lui la fermò quando lei posò la mano sulla maniglia.
«Non vuol dire che smetterò di provarci.», le rispose Puck, prima di lasciarla uscire e guardarla attraversare il corridoio, senza spostarsi da dove si trovava di un solo centimetro.
Se non altro, era sicuro che si sarebbe sbarazzato di Teen Jesus senza troppa fatica.
 



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Qualche nota :)
Joe invita Quinn al ballo di fine anno scrivendo sul suo armadietto e Puck trova il messaggio per primo e allora sono guai! Il mio bambino è geloso :')
Puck ha un linguaggio da scaricatore di porto, lo so, di solito cerco di evitare linguaggi scurrili quando scrivo ma mi è sembrato più realistico se parlasse così. Tra l'altro mi veniva così strano scrivere "figlio di puttana" e "cazzo" perchè nella mia testa pensavo a "motherfucker" e "fucking", non che la cosa possa importare particolarmente a voi che leggete :P 
Ormai sono nove mesi che sono negli USA e l'italiano parte ahah.
Spero il capitolo piaccia,
enjoy
-Aria