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Autore: ary91    07/05/2012    3 recensioni
Beh, solitamente viene raccontata la storia del/della Warden... e se questa volta il protagonista fosse il fratello dell'umano nobile?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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    «Spero abbiano un po' di birra», confabulò Fergus, tenendo il passo ben allineato con quello del cavaliere. «È da stamattina che non tocco un goccio!»
    «Prima di svuotarne un barilotto, perlomeno ascoltate cos'hanno da dire...» commentò l'altro, sogghignando.
    «Hai ragione, sarà meglio essere sobrio... Non vogliamo fare brutta impressione all'arl, hmm?»
    Nella regione del suo teyrnir era ormai giunta voce da parecchie settimane dell'incursione di un nuovo Flagello e la cosa, sebbene puzzasse di bruciato per via della rarità dell'evento, stava agitando un po' tutti. Quella sera si sarebbe deciso il ruolo della sua importante famiglia nell'imminente battaglia e l'agitazione nell'aria era ben più che palpabile.
    Un vecchio adagio recita che porta male passeggiare disarmati attraverso i corridoi di un castello nelle notti di luna nuova, ma Fergus Cousland era sempre stato uno che preferisce dare un bel calcio nel didietro alla superstizione, preferendo affrontare a testa alta e con un po' di sano spirito le situazioni più... decise.
    Fece un cenno alle guardie che presiedevano lì fuori, poi spalancò il portone della sala principale.
    A testa alta attraversò, in compagnia del fidato Ser Gilmore, l'intero salone. Sorpassò una fila ordinata di uomini sull'attenti, costeggiando il padre seduto accanto al suo amico di vecchia data Rendon Howe.
    «Ce l'avete fatta alla fine», sentenziò Bryce Cousland, senza distogliere il viso dalla mappa del Ferelden.
    «C'era una rissa giù alla taverna», si giustificò Fergus. «Abbiamo solo dato una mano.»
    «... A riportare l'ordine», precisò il cavaliere dai capelli rossi con le sue maniere impeccabili, guadagnandosi uno sguardo dubbioso di Fergus.
    In fondo non starebbe bene raccontare come l'erede del teyrn abbia messo fine a una zuffa tra bricconcelli, dando al più grosso una padella in testa e ruttando in faccia al più mingherlino, per poi minacciare tutti di infilargli il manico della scopa dell'oste su per il deretano. Sì, Fergus, amabile marito e padre affettuoso, convenne che il silenzio in taluni casi fosse la via migliore per tenere al sicuro la buona reputazione.
    «A quanto pare siete degno del titolo che erediterete», annotò l'arl, alzando lo sguardo vacuo sul più giovane.
    «Oh, sì: l'ordine prima di tutto...»
    «D'accordo, bando alle ciance», fece poi il teyrn, alzandosi e camminando avanti e indietro davanti al focolare. «Sappiamo tutti che la minaccia della Prole Oscura avanza ogni giorno, minacciando di sopraffare il nostro bel Ferelden e...»
    «E re Cailan desidera, no, pretende il nostro aiuto. Quanti più uomini riusciremo a portarci dietro, meglio sarà», venne subito al sodo Rendon Howe, dirigendosi altezzoso al fianco dell'amico e osservando con occhi ridotti a fessura tutti i presenti.
    Le guardie confabularono tra loro, parlottando di vecchie leggende e gloriose battaglie imminenti. Qualcuno pareva sinceramente eccitato all'idea di scendere in campo contro gli esseri mostruosi delle fiabe che i genitori gli leggevano nell'infanzia, altri invece davano l'idea di temere la sorte a cui sarebbero presto andati incontro.
    Dal volto di Ser Gilmore non traspariva alcuna emozione. Stringeva a intermittenza la mascella, scrutando il pavimento di pietra, poi poggiò una mano sulla spalla di Fergus, sussurrando: «Credi che combatteremo al fianco dei Custodi Grigi?».
    L'altro dal canto suo, che già di per sé era pensieroso, non fece granché caso a ciò che gli era stato domandato, al contrario era invece perplesso sull'esito che lo scontro avrebbe prodotto. Gli uomini di quest'epoca non erano affatto preparati ad affrontare il quinto Flagello; nessuno si aspettava una catastrofe simile e nessuno, a parte forse i Custodi Grigi, sapeva come gestire la situazione. Da dove cominciare? Come sconfiggere l'arcidemone? Quante morti avrebbero dovuto subìre? Tutte queste domande lo stesso re se l'era poste?
    «Quale tattica intende perseguire Cailan?» chiese, avvicinandosi al padre e all'arl.
    «Quello sconsiderato vorrebbe l'aiuto di Orlais», sputò Howe, mettendo mano alla spada in nome del dispezzo provato per la suddetta nazione. «Se suo padre ora fosse vivo lo avrebbe...»
    «Suvvia, Rendon, non dovremmo più esserle ostili...» intervenne teyrn Cousland, dando una pacca all'amico di vecchia data.
    «Il condizionale è un valido utilizzo per per quel verbo», grugnì l'altro, passandosi le dita lungo il pizzetto ingrigito. «Soccomberei mille volte, piuttosto che accettare l'aiuto di quei cani.»
    Fergus credeva di aver sempre sentito dire che gli orlesiani fossero gente molto ordinata e perfezionista e al contrario il Ferelden puzzi di cane bagnato, ma tant'è che comunque era troppo impegnato a rimuginare sulla grave situazione che stava venendo a crearsi piuttosto che sindacare le parole dell'antipatico alleato di Amaranthine.
    «Perciò padre qual è il piano?» domandò infine, sobbarcandosi del detto via il dente, via il dolore. «Oltre a suonarle a quei mostri...»
    «Cailan e il generale Loghain stanno riunendo un esercito a Ostagar: è lì che la Prole Oscura attaccherà», spiegò il padre, corrugando la fronte. «Domattina partiremo al più presto.»
    «Domani? Ma... Fra tre giorni è il complenno di Oren e poi ho promesso che...»
    «Niente storie, Fergus», lo zittì il padre, tenendogli una mano poggiata sulla spalla.«In quanto Cousland abbiamo il dovere di dare il nostro supporto a re Cailan, anche se potessimo mai ci tireremo indietro, intesi? So quanto tu tenga alla tua famiglia e ti prometto che sarai presto di ritorno per loro, ché saranno tenuti al sicuro da Elissa e Ser Gilmore.»
    «Io non verrò, Mio Signore?» s'intromise l'interessato, sentendosi ferito per non esser stato preso in considerazione.
    «Oh, no. Tu, ragazzo, sei il Capo delle Guardie e sarà tuo compito tenere a bada la città.»
    Roland Gilmore s'inchinò appena, consapevole di non potersi opporre alla decisione.
    «Se è questo il volere di mio padre, affido a te la mia vita, che è qui assieme a coloro che amo», dichiarò Fergus, dando una stretta amichevole al fidato compagno d'arme che annuì, orgoglioso.
    «Quanto siete dolci», biascicò Howe, mellifluo, tenendo le braccia conserte. «Vi lascio alle vostre smancerie, intanto mi ritiro assieme ai miei uomini per... organizzarci.»
    «Domani sarà un gran giorno», vociò il teyrn di Highever con sguardo fiero.
    «Puoi metterci la mano sul fuoco, amico mio», concluse Rendon Howe.

***

Ed eccoci alla fine anche di questo secondo mini-capitolo. Ambientazione piuttosto noiosa, ma considerando i tempi di guerra che corrono all'interno della storia non poteva non esserci una scena del genere... Trovo comunque scandaloso che nonostante la sua cattiveria, mi sta un sacco simpatico Howe, giusto perché possiede la voce del dolce travestito di The Rocky Horror Picture Show XD
  
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