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Autore: ary91    04/05/2012    3 recensioni
Beh, solitamente viene raccontata la storia del/della Warden... e se questa volta il protagonista fosse il fratello dell'umano nobile?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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È possibile che voi la conosciate sotto nomi o fattezze differenti, ma la sua storia è raccontata in ogni dove. Qualcuno ne ingigantisce le vicende, altri le rappresentano con dovizia di particolari, in ogni caso l'epicità della sua avventura non sarà mai sminuita né tantomeno taciuta.
    Narra la leggenda di una giovane e del suo fardello, il quale le gravò sull'animo fino alla fine dei suoi giorni. Lei era Elissa Cousland, figlia del teyrn di Highever e penultima guerriera del valoroso ordine dei Custodi Grigi. Ma per raccontarvene, dovrò prima parlarvi del movente per cui ella si unì al campo di battaglia...

    «Avanti! Affonda più in là la spada, forza», sbraitò Fergus Cousland, incitando forsennatamente la ragazza a dare il meglio di sé contro gli uomini di paglia e cuoio creati apposta per il suo allenamento quotidiano.
    Lei, dal canto suo, aveva solo diciannove anni e immaginava per sé un roseo futuro da rispettabile moglie e madre del figlio dell'arl Howe, Thomas, non credeva che infilzare uno spaventapasseri potesse davvero esserle utile in futuro. E così non fece che ripetere a voce i suoi pensieri, annaspando affaticata.
    «E come pensi di difendere il castello mentre io e papà saremo via, hmm?»
    «Io?» replicò lei, indicandosi col pollice di traverso. «Ma ci sono le guardie, no?» e così dicendo lasciò cadere la lama nell'erba, accasciandosi per riprendere fiato. «Davvero fratellone, non credo che io sia la persona più adatta a cui affidare le redini della città...»
    «E chi ha mai parlato di città?»
    La ragazza si sdraiò, lasciando che gli steli d'erba pizzicati di rugiada le accarezzassero il viso roseo. «Tu. Hai appena detto...»
    «...Castello. Ho detto 'castello', Elissa» la interruppe lui, scoppiando a ridere e buttandosi a pesce accanto a lei. Poi scrutò con occhio critico i manichini, che nonostante i numerosi colpi, era come se non fossero mai stati toccati. «Hmm, forse hai ragione: credo proprio che sotto il tuo comando la fortezza finirebbe in rovina in un secondo!» ammise, prendendole il capo sottobraccio e schioccandole un sonoro bacio.
    Elissa si lasciò andare a una risatina, poi osservò silenziosa prima il cielo, di un intenso color pervinca, poi l'elsa color ruggine della sua spada, l'aveva denominata Bistecca quando all'età di dieci anni suo padre gliene aveva fatto dono. Aveva inizialmente creduto che servisse a tagliare la carne... L'innocenza dei bambini è un dono formidabile.
    «Come farai?»
    «A fare cosa, sorellina?»
   «A lasciare Oriana e il bambino...» replicò lei, giocherellando con i folti capelli scuri del fratello, che le poggiò il mento contro la spalla e indirizzò lo sguardo verso la finestra delle sue stanze, dove presumibilmente sua moglie stava adoperando il telaio in compagnia del piccolo Cousland, intento a giocare con immaginari Grifoni.
    Era quantomeno una possibilità rara che Fergus ammettesse di trovarsi impaurito all'idea di abbandonare la sua famiglia. Davanti gli altri cercava sempre di mostrarsi ironico e sicuro di sé. Ma data la differenza di soli cinque anni, Elissa era cresciuta assieme a lui e sapeva alla perfezione che quando al fratello pulsava la vena della tempia destra c'era qualcosa che lo tormentava. E in questo specifico caso il fulcro dei suoi pensieri non poteva che ricadere su Oren e Oriana.
    Gli passò una mano sulla schiena per calmarlo, regalandogli un candido sorriso incoraggiante.
    «La guerra, sorellina, è una faccenda troppo brutta per essere presa alla leggera. Se solo io potessi evitarlo, non esiterei un solo istante a disertare...»
    «Ma non puoi», concluse lei.
    «Già.»
    La ragazza afferrò le sue mani in un moto di contagiosa allegria, trascinandolo con sé per alzarsi. Strinse poi i pugni, sfidandolo a battersi per scovare chi dei due fosse il migliore a lottare, saltellando su se stessa. Fergus accettò divertito la sfida e cominciarono entrambi a picchiare, senza colpirsi realmente, provando a dimenticare ciò che presto li avrebbe attesi.

***

Fine primo capitoletto! Non so bene questa mattina cosa mi sia saltato in mente, solo che grazie all'utente Brida -che ringrazio moltissimo per aver inventato la sua fantastica fanfiction- mi è indirettamente balenato per la testa di scrivere cosa vive Fergus, che poveretto viene solitamente ben poco considerato... trovavo carina l'idea di dare "vita" anche a lui :D grazie a chiunque passerà di qui, che lasci o no traccia del suo passaggio, eheheh. Se vorrete suicidarvi per l'orrore di aver letto una castronata simile vi capisco...
  
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