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Autore: Gemini_no_Aki    07/05/2012    1 recensioni
Ormai in queste settimane, solo settimane? Mi sembra di conoscerti da sempre, ho capito che quando ridi in quel modo è perché mi trovi ingenuo, come uno di quei ragazzini.
Ma anche per questo non riesco ad arrabbiarmi.
Non ci si può arrabbiare con quegli occhi, è impossibile.
Per quanto ci possa provare non riuscirò mai.
E lo sai, Charles.

Se c'è qualcosa che Erik non mostra, o si rifiuta di mostrare, è il fatto che ha ancora paura.
Aveva ancora paura, poi ha incontrato Charles, il suo punto di controllo.
[Si inserisce durante la scena dell'addestramento e della parabola.]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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The Point Between Rage and Serenity




È una cosa che vale per tutti noi mutanti, nessuno escluso.
Il segreto del controllo sta in questo, nel focalizzare un’immagine che ci dia la forza necessaria a tenere tutto sotto controllo.
Sicuramente l’hai sempre ricordato a tutti, avrai sondato le menti di ognuno dei tuoi giovani allievi per riportare in superficie il loro ricordo più luminoso, come hai definito il mio.
Sono... Geloso?


“Sei stato l’unico. Loro avevano solo bisogno di qualcuno che gli dimostrasse di fidarsi. Che credesse in loro.”


Mi volto a guardarti con un mesto sorriso, per quanto possa trovare irritante il fatto che riesci sempre a insinuarti nella mia mente non riesco ad essere arrabbiato.
Mi semplifica molte cose, cose che non riesco a dire a voce, cose che vorrei dire ma non posso.
Cose che vorrei che tu sapessi.


“E tu invece? Tu hai visto il mio ricordo ma io non posso vedere il tuo. Non mi sembra leale come cosa.”


Ormai in queste settimane, solo settimane? Mi sembra di conoscerti da sempre, ho capito che quando ridi in quel modo è perché mi trovi ingenuo, come uno di quei ragazzini.
Ma anche per questo non riesco ad arrabbiarmi.
Non ci si può arrabbiare con quegli occhi, è impossibile.
Per quanto ci possa provare non riuscirò mai.
E lo sai, Charles.


“L’incontro con Raven. Il momento in cui ho finalmente capito che non ero solo, che c’erano altre persone speciali come me.”


Avrei dovuto immaginarlo, solo dicendolo ti si illuminano gli occhi.
Credi così tanto in questa mutazione, credi che un giorno, lentamente, il mondo ci accetterà e magari ci chiederà anche aiuto.
Che saremo tutti su uno stesso piano.
È un ideale di pensiero che ti si addice, ma ho visto uomini che si pensavano superiori che non hanno agito così.
Tu non sei loro, non potresti mai far del male o usare la tua abilità per questo ma come per le persone normali, anche tra i mutanti ci sono persone con quei desideri.


Manie di grandezza, di dominio.
Tutto ricomincerebbe.
Un altro sterminio.
Ancora una volta.
I campi.
Le urla.
Il dolore.
La cenere che si alza col vento e ti viene addosso.
L’identità, il nome strappato di dosso come una camicia logora.
Il fango.
Le false promesse.


Il vuoto.


È questo che invade la mia mente in poco meno di un istante, il vuoto.
Ogni cosa si fa bianca ai miei occhi, la Terra si muove attorno a me, mi solleva, o forse mi schiaccia.
Mai come in questo momento, mai un pensiero mi ha reso così vulnerabile e stanco.
Non riesco più a controllare il mio corpo, penso che... Mi lascerò andare ora.
Dopo sarà tutto passato.


“Erik!”


Mi riscuoto di colpo aggrappandomi alla balaustra come se d’improvviso fosse diventata l’unica cosa solida e sicura attorno a me.
Non era la prima volta che mi chiamavi, me ne rendo conto dalla tua espressione.
Su, forza, leggi nella mia mente cosa stavo pensando, cosa mi ha terrorizzato per un attimo, più del pericolo di una guerra nucleare che dovremo forse fermare.
Guarda, non ti fermerò, non ti dirò di non farlo.
Voglio che tu lo sappia.
Stringo così forte la balaustra che le nocche si sono fatte bianche, la mano trema, come forse tutto il mio corpo.
Ho vissuto una volta quell’orrore, la disumanità della razza umana verso se stessa.
Il fatto che sono un mutante non porterà nulla di buono, mi farà vedere quegli orrori ancora, e ancora, e ancora.


Vorrei non essere così!


Posi la mano sulla mia, un gesto delicato, come sempre, come ogni tuo movimento.
Oh, si!
Hai sentito quello che ho appena pensato e non ti è piaciuto.
Vorrei dirti semplicemente che non sono in me, ma non ce n’è bisogno, non abituarti a vedermi così, Charles, non accadrà più.


“Non sei solo. Non ti lascerò solo.”


È incredibile come poche parole possano rinfrancare la mia mente.
Incredibile quanto la tua voce possa rilassarmi, farmi tirare un sospiro di sollievo, sorridere.
Non sei solo un telepate, non puoi essere solo questo.
C’è molto di più e so bene che non hai usato il tuo potere di controllo mentale solo per calmarmi.
Sei troppo leale e se sai che ci sono altre soluzioni le usi.
Chiudo gli occhi, dovrei scusarmi per quello che ho detto.
Che ho pensato.


“Su, riprova.”


Sposti la mano e già mi sembra di essere di nuovo schiacciato a terra, se non cercassi di incanalare il mio potere in entrambe le mani forse tornerei a stringerla.


“Un punto tra la rabbia e la serenità.”


Penso di averlo trovato ora, Charles, e non è più un lontano ricordo.
Sei tu.
È la mia paura di rivedere l’inferno, la mia paura di perderti, e il tuo essere qui.
Al mio fianco.



No, non siamo soli.





Angolo Autrice: Prima FanFic scritta nel fandom e una delle poche in cui decido di tenere tutti i personaggi vivi e integri.
Per tutto il film continuavo a pensare che Erik avesse solo bisogno di un abbraccio, bene, nemmeno l'ha avuto qui, non ci stava bene insomma... xD
Spero vi sia piaciuta e... spero di non aver scritto una cavolata dietro l'altra.
nel caso... abbiate pietà~.

Bye Bye~
Aki
   
 
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