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Autore: Yuls    07/05/2012    3 recensioni
Hermione fissò meravigliata l’anello d’argento e notò un piccolo serpentello inciso sulla pietra.
Glielo restituì, sorridendo lievemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Gli occhi grigi la fissavano, enigmatici. La Grifondoro non riuscì a cogliere quali pensieri o emozioni gli passassero per la mente.
Improvvisamente vi notò un cambiamento, un guizzo di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Percepì che il ragazzo si stava avvicinando a lei, molto lentamente. Chiuse gli occhi, in un gesto istintivo. Sentì il suo respiro sempre più vicino.
Attese, lievemente a disagio, ciò che stava per succedere. Attese, il cuore a mille. Attese secondi, minuti.
Ma non successe nulla. Quando aprì gli occhi, si trovò sola.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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«Hermione!», la chiamò Harry, quella sera.
«
Uhm?», borbottò, immersa nella lettura di un libro.
«
Che giorno è oggi?», domandò il ragazzo.
«
Martedì 16. Perché?», chiese lei, perplessa.
«
Dannazione, il 20 abbiamo la prima partita della stagione contro i Serpeverde.», mugugnò lui, afflitto. «E non abbiamo ancora uno schema. Dobbiamo fare una riunione.», aggiunse.
«
Ora?», domandò, chiudendo il libro.
«
Sì. Ron! RON! Raduna la squadra, scendiamo giù agli spogliatoi.».
«
Harry! Ma sono già le 21!»
«
Hermione, lo sai che questa partita è importante.», ribatté lui, serio e, seguito da Ron, Ginny e dal resto della squadra, varcò il ritratto.
La Prefetta, con un gran sospiro, raccolse i libri che aveva seminato in giro, li sistemò nella borsa e si diresse verso la biblioteca, non senza intimare ad un paio di ragazzini del primo anno di smetterla di fare chiasso.
Una strana sensazione la accompagnò durante tutto il percorso e non la abbandonò neppure quando mise piede in biblioteca.
Si rintanò in una sezione piuttosto lontana e sparpagliò i libri sul tavolino.
Qualcosa le impediva di concentrarsi a dovere e non riuscì a scrivere più di due righe sulla relazione per Difesa Contro le Arti Oscure. Aveva appena accennato la definizione sulla differenza tra Vampiro e Infero quando un rumore la fece sobbalzare. Si voltò di scatto, tentando di capire la fonte, ma non percepì alcun movimento. Udì il borbottio irritato, ma lontano, della bibliotecaria.
Sarà stato un libro…magari è caduto da solo…”, si ritrovò a pensare. “Ma che dici, Hermione? I libri sono oggetti inanimati. Non possono mica decidere di camminare.”, esclamò una vocina nella sua testa.
In realtà, a deconcentrarla dalla differenza tra Vampiri e Inferi, non era il rumore di ipotetici libri caduti a terra, ma un pensiero frequente che la assillava. E quel pensiero aveva anche un nome che non era molto difficile da indovinare. Quel pensiero si chiamava Draco Malfoy e già da un po’ di giorni le impediva di concentrarsi seriamente.
Rivide gli occhi di quel ragazzo mentre le dava quel piccolo e tenero bacio, appena tornata dalla gita a Hogsmeade, e provò un moto di contentezza. Un’immagine prepotente scacciò la prima, poco dopo. Pansy Parkinson in compagnia di Draco, che giocava con lui, maliziosa, e che lo baciava. Sentì un nodo di dispiacere alla gola che non riusciva a mandare giù e che ad ogni tentativo le costava una lacrima. Ripensò a come aveva gettato il suo anello per terra, quell’anello che, appena trovato, aveva deciso di restituirgli, premurosa.
Cosa le succedeva? Erano vere le parole di Ginny? Si stava veramente innamorando di Draco Malfoy?
Si morse un labbro come faceva di solito, quando si sentiva nervosa o incapace di rispondere a una domanda.  I suoi occhi erano fissi sul libro di fronte a sé, ma lei non lo stava guardando veramente.
No. Non era innamorata di lui. E come poteva esserlo di qualcuno che per cinque anni non aveva fatto altro che insultarla? Si ripeteva sempre le stesse cose per rassicurarsi. Non sapeva, però, che stava mentendo a se stessa. O forse ne era consapevole, ma affrontare la realtà significava vedere tutto con uno sguardo diverso. E immaginarsi Malfoy  come il suo ragazzo era inconcepibile. Non c'era armonia. Loro due vicini stonavano. Sì, decisamente. Parve rasserenarsi quando alle sue spalle ci fu un fruscio. Stavolta non se ne accorse, risucchiata com’era dai suoi pensieri, e trasalì vedendo il suo pensiero frequente Materializzarsi davanti a sé, in carne ed ossa.
L’aveva osservata tormentarsi per tutto quel tempo? Era stato lui a provocare quel rumore, poco prima? Ma perché era lì? Cosa voleva da lei?
«
Un Malfoy-topo-da-biblioteca?», chiese lei sarcastica, la sua voce insolitamente roca. Non alzò lo sguardo dal libro, ma percepì con la coda dell’occhio un brillio verdastro che significava che l’anello era di nuovo al suo posto.
Draco era seduto pigramente sulla sedia di fronte a lei e la scrutava con attenzione. Sapeva il motivo del suo sguardo fisso sul libro. Percepiva l’imbarazzo e la tensione che lei tentava invano di mascherare con il suo tono di superiorità.
«
Sottovaluti la mia intelligenza, Granger», rispose lui, semplicemente, allungando con naturalezza, ma cauto, una mano alla sua. Lei, avvertito il movimento con la coda dell’occhio, la ritrasse. Impassibile, Draco la imitò, ricongiungendo le due mani. Gli era sembrato il momento giusto, ma lei aveva rovinato tutto.
La Grifondoro lasciò cadere la conversazione, riprendendo a scrivere, furiosamente, la relazione. Una ciocca di morbidi capelli castani sfuggì alla treccia, scivolandole davanti agli occhi, ma lei la ignorò e si ostinò a non alzare lo sguardo.
Draco così fissava intensamente quel boccolo ribelle, che alla fine lei se lo sistemò dietro un orecchio.
Il ragazzo si schiarì la voce.
«
Granger, non sopporto essere ignorato.», disse lui.
«
Allora puoi benissimo andartene. Nulla ti trattiene qui e, personalmente, credo che la tua arroganza mi aiuti ben poco a finire questa relazione per Piton. Quindi, se non ti dispiace…», replicò la Prefetta,
intimandogli indirettamente di andarsene.

“Tu mi trattieni qui, dannata Mezzosangue! E sei tu, quella arrogante! E sì, in realtà mi dispiace!”, pensò infuriato il ragazzo.
«
L’altra sera non mi hai dato tempo di spiegare.», continuò lui, fingendo di averla ignorata.
La Grifondoro scoppiò in una risatina isterica, che tradì il suo nervosismo.
«
Non c’è proprio nulla da spiegare.», obiettò, fissandolo dritto negli occhi. Draco si sorprese di quel  contatto improvviso e si obbligò a sostenere lo sguardo, apparentemente privo di emozioni, di lei.
«
O forse sei solo tu che non vuoi ascoltarmi. Ti senti troppo superiore, per caso?», ringhiò lui.
«
Silenzio là in fondo!», esclamò lontana Madama Pince.
«
Quello arrogante e superiore mi sembra sia tu, tra noi due. E hai ragione, non voglio ascoltare le tue sciocche giustificazioni su quanto accaduto. E’ alquanto lampante che mi abbia dato quel bacio solo per prendermi in giro e che nel frattempo ti diverti con le tue smorfiose amichette.», sibilò la Grifondoro.
Draco ghignò, soddisfatto, per averle provocato una reazione. Lei si infastidì ancor di più. Probabilmente il Serpeverde aveva capito cosa lei stesse provando. Gelosia.
«
Mezzosangue…», disse lui, l’ombra del ghigno ancora sul pallido volto.
«
Taci!», sbottò lei.
«
So che sei gelosa, ma posso assicurarti che tra me e…», esclamò, quasi divertito, ma la Prefetta lo interruppe.
«
Non me ne importa un accidente, Malfoy. Smettila di sentirti così importante. Smettila di credere di essere al centro dei miei pensieri, perché posso assicurarti che non è così.».
Detto questo, Hermione raccolse velocemente i suoi libri e lasciò solo il Serpeverde.
Draco non amava essere piantato così, ma un ghigno increspò nuovamente le sue labbra. Sapeva che la Mezzosangue mentiva. Lo aveva capito da prima, ma le sue ultime parole glielo avevano dimostrato. Lui era al centro dei suoi pensieri. E quella ragazza non sapeva decisamente mentire.


***

Agitò repentino la bacchetta, richiamando a sé tutte le relazioni.
«
Mancano quelle di Potter e Weasley.», comunicò Piton, glaciale. I due Grifondoro si scambiarono uno sguardo, sconcertati, e poi lanciarono un’ultima occhiata disperata a Hermione. Lei inarcò un sopracciglio.
«
Punizione. Venerdì sera.», disse il professore, quasi in un sibilo. Poi si rivolse alla classe.
«Bene, ora che abbiamo concluso il programma dello scorso anno – e siamo terribilmente in ritardo- possiamo iniziare ciò che dovrete affrontare quest’anno, ovvero gli incantesimi non verbali.», annunciò, con fare annoiato.
«Ora, voi dovreste sapere che non sono per nulla facili e pretenderò il massimo impegno e la massima concentrazione perché, come ben sapete,  devo prepararvi ai M.A.G.O.», proseguì.
«Per lavorare meglio, ritengo che lavorare in coppia produca risultati immediati e, spero, soddisfacenti. Ho già deciso le coppie. Potete anche mettervi vicini di banco.», disse.
«….Potter e Macmillan, Weasley e Zabini……. Malfoy e Granger.», annunciò,  ripiegando la pergamena. Qualcosa nello stomaco di Hermione si contorse. Una creaturina, che fino a quel momento aveva solamente sonnecchiato, ora si era svegliata. E la Grifondoro non riusciva a sopportarla.
Quella di Piton era una punizione?
Guardò nella direzione di Draco e lui ricambiò. La scrutava con i suoi occhi grigi, costringendola ad abbassare lo sguardo. Con la coda dell’occhio lo vide alzarsi e prendere posto vicino a lei, lasciandosi cadere di peso sulla sedia.
Hermione evitò con cura di guardarlo, trovando particolarmente interessanti le proprie mani. Il Serpeverde sogghignò.
«E così ci ritroviamo a lavorare insieme.», esclamò lui, con un mezzo sorriso.
 Alquanto seducente.”, si ritrovò a pensare lei, mentre la creatura dentro di lei si agitava. O erano più creaturine? Erano…farfalle? Percepiva il respiro regolare del ragazzo accanto a lei e  addirittura il suo calore. Continuò a fissarsi le mani, mordendosi un labbro dal nervosismo, e improvvisamente pensò a come sarebbero state bene le loro mani insieme. Immaginò quella di Draco stringere la sua, mentre Piton spiegava, e con un moto istintivo, la allungò verso quella del ragazzo.
Il Serpeverde finse di ignorarla per vendicarsi di quando anche lui le aveva teso la mano, ma lei si era ritratta.
Quando Hermione sospirò, un ghigno soddisfatto increspò le labbra del ragazzo seduto accanto a lei.
La campanella suonò e si alzarono. La Grifondoro continuò a mordicchiarsi il labbro, vedendolo allontanarsi da lei. Sentiva un piccolo vuoto.
Poi si ricordò che era arrabbiata con lui e si chinò per prendere la borsa. La creaturina dentro di lei protestò. Le diceva di seguirlo, ma lei si rifiutò. Non era quello, il momento giusto.

 

 

.:: Note ::.

 
Ehilà, no, non sono sparita del tutto!
Mi son presa solo una pausa per due motivi! Il primo, mancanza d’ispirazione; il secondo, la scuola.
Eh, diciamo che non posto da una ventina di giorni! °O°
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che lascerete qualche recensione, dal momento che non ne ho ricevuta nessuna, del settimo! E ammetto che un po’ mi è dispiaciuto! D:
Il ballo non sarà nel prossimo capitolo, ma nel decimo.
Non so che altro dire. Solo che stavolta la voglio, qualche recensione! u.ù
Dopotutto, che cosa costa? :P
Un saluto generale a tutte!
Bacioni,

Yuls.

  
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