«Hermione!», la
chiamò Harry, quella sera.
«Uhm?»,
borbottò, immersa nella lettura di
un libro.
«Che giorno
è oggi?»,
domandò il ragazzo.
«Martedì
16. Perché?», chiese lei,
perplessa.
«Dannazione, il
20 abbiamo la prima partita della stagione
contro i Serpeverde.»,
mugugnò lui, afflitto. «E non abbiamo
ancora uno schema. Dobbiamo fare una riunione.», aggiunse.
«Ora?»,
domandò, chiudendo il libro.
«Sì.
Ron! RON! Raduna la squadra, scendiamo giù agli
spogliatoi.».
«Harry! Ma sono
già le 21!»
«Hermione, lo sai
che questa partita è importante.»,
ribatté lui, serio e, seguito da Ron, Ginny e dal resto
della squadra, varcò il ritratto.
La Prefetta,
con un gran sospiro, raccolse i libri che aveva seminato in giro, li
sistemò
nella borsa e si diresse verso la biblioteca, non senza intimare ad un
paio di
ragazzini del primo anno di smetterla di fare chiasso.
Una strana
sensazione la accompagnò durante tutto
il percorso e non la abbandonò neppure quando mise piede in
biblioteca.
Si rintanò
in una sezione piuttosto lontana e sparpagliò i libri sul
tavolino.
Qualcosa le
impediva di concentrarsi a dovere e non riuscì a scrivere
più di due righe
sulla relazione per Difesa Contro le Arti Oscure. Aveva appena
accennato la
definizione sulla differenza tra Vampiro e Infero quando un rumore la
fece
sobbalzare. Si voltò di scatto, tentando di capire la fonte,
ma non percepì
alcun movimento. Udì il borbottio irritato, ma lontano,
della bibliotecaria.
“Sarà stato un
libro…magari è caduto da solo…”,
si ritrovò a pensare. “Ma
che dici,
Hermione? I libri sono oggetti inanimati. Non possono mica decidere di
camminare.”, esclamò una vocina nella
sua testa.
In realtà, a
deconcentrarla dalla differenza tra Vampiri e Inferi, non era il rumore
di ipotetici
libri caduti a terra, ma un pensiero frequente che la assillava. E quel
pensiero aveva anche un nome che non era molto difficile da indovinare.
Quel
pensiero si chiamava Draco Malfoy e già da un po’
di giorni le impediva di
concentrarsi seriamente.
Rivide gli
occhi di quel ragazzo mentre le dava quel piccolo e tenero bacio,
appena
tornata dalla gita a Hogsmeade, e provò un moto di
contentezza. Un’immagine
prepotente scacciò la prima, poco dopo. Pansy Parkinson in
compagnia di Draco,
che giocava con lui, maliziosa, e che lo baciava. Sentì un
nodo di dispiacere
alla gola che non riusciva a mandare giù e che ad ogni
tentativo le costava una
lacrima. Ripensò a come aveva gettato il suo anello per
terra, quell’anello che,
appena trovato, aveva deciso di restituirgli, premurosa.
Cosa le
succedeva? Erano vere le parole di Ginny? Si stava veramente
innamorando di
Draco Malfoy?
Si morse un
labbro come faceva di solito, quando si sentiva nervosa o incapace di
rispondere a una domanda. I
suoi occhi
erano fissi sul libro di fronte a sé, ma lei non lo stava
guardando veramente.
No. Non era
innamorata di lui. E come poteva esserlo di qualcuno che per cinque
anni non
aveva fatto altro che insultarla? Si ripeteva sempre le stesse cose per
rassicurarsi.
Non sapeva, però, che stava mentendo a se stessa. O forse ne
era consapevole,
ma affrontare la realtà significava vedere tutto con uno
sguardo diverso. E
immaginarsi Malfoy come
il suo ragazzo
era inconcepibile. Non c'era armonia. Loro due vicini stonavano. Sì,
decisamente. Parve
rasserenarsi quando alle sue spalle ci fu un fruscio. Stavolta non se
ne
accorse, risucchiata com’era dai suoi pensieri, e
trasalì vedendo il suo
pensiero frequente Materializzarsi davanti a sé, in carne ed
ossa.
L’aveva
osservata tormentarsi per tutto quel tempo? Era stato lui a provocare
quel
rumore, poco prima? Ma perché era lì? Cosa voleva
da lei?
«Un
Malfoy-topo-da-biblioteca?», chiese lei
sarcastica, la sua voce insolitamente
roca. Non alzò lo sguardo dal libro, ma percepì
con la coda dell’occhio un
brillio verdastro che significava che l’anello era di nuovo
al suo posto.
Draco era
seduto pigramente sulla sedia di fronte a lei e la scrutava
con attenzione.
Sapeva il motivo del suo sguardo fisso sul libro. Percepiva
l’imbarazzo e la
tensione che lei tentava invano di mascherare con il suo tono di
superiorità.
«Sottovaluti la
mia intelligenza, Granger», rispose lui,
semplicemente, allungando con naturalezza, ma
cauto, una mano alla sua. Lei, avvertito il movimento con la coda
dell’occhio,
la ritrasse. Impassibile, Draco la imitò, ricongiungendo le
due mani. Gli era
sembrato il momento giusto, ma lei aveva rovinato tutto.
La
Grifondoro lasciò cadere la conversazione, riprendendo a
scrivere, furiosamente,
la relazione. Una ciocca di morbidi capelli castani sfuggì
alla treccia,
scivolandole davanti agli occhi, ma lei la ignorò e si
ostinò a non alzare lo
sguardo.
Draco così
fissava intensamente quel boccolo ribelle, che alla fine lei se lo
sistemò
dietro un orecchio.
Il ragazzo
si schiarì la voce.
«Granger, non
sopporto essere ignorato.», disse lui.
«Allora puoi
benissimo andartene. Nulla ti trattiene qui e,
personalmente, credo che la tua arroganza mi aiuti ben poco a finire
questa
relazione per Piton. Quindi, se non ti dispiace…»,
replicò la Prefetta,
intimandogli
indirettamente di andarsene.
“Tu mi
trattieni qui, dannata Mezzosangue!
E sei tu, quella arrogante! E sì, in realtà mi
dispiace!”,
pensò infuriato il ragazzo.
«L’altra
sera non mi hai dato tempo di spiegare.»,
continuò lui, fingendo di averla ignorata.
La
Grifondoro scoppiò in una risatina isterica, che
tradì il suo nervosismo.
«Non
c’è proprio nulla da spiegare.»,
obiettò, fissandolo dritto negli occhi. Draco si sorprese
di quel contatto
improvviso e si obbligò
a sostenere lo sguardo, apparentemente privo di emozioni, di lei.
«O forse sei solo
tu che non vuoi ascoltarmi. Ti senti troppo
superiore, per caso?»,
ringhiò lui.
«Silenzio
là in fondo!»,
esclamò lontana Madama Pince.
«Quello arrogante
e superiore mi sembra sia tu, tra noi due. E
hai ragione, non voglio ascoltare le tue sciocche giustificazioni su
quanto
accaduto. E’ alquanto lampante che mi abbia dato quel bacio
solo per prendermi in
giro e che nel frattempo ti diverti con le tue smorfiose amichette.»,
sibilò la Grifondoro.
Draco
ghignò, soddisfatto, per averle provocato una reazione. Lei
si infastidì ancor
di più. Probabilmente il Serpeverde aveva capito cosa lei
stesse provando.
Gelosia.
«Mezzosangue…», disse lui,
l’ombra del ghigno
ancora sul pallido volto.
«Taci!»,
sbottò lei.
«So che sei
gelosa, ma posso assicurarti che tra me e…»,
esclamò, quasi divertito, ma la Prefetta lo interruppe.
«Non me ne
importa un accidente, Malfoy. Smettila di sentirti
così importante. Smettila di credere di essere al centro dei
miei pensieri, perché
posso assicurarti che non è così.».
Detto
questo, Hermione raccolse velocemente i suoi libri e lasciò
solo il Serpeverde.
Draco non
amava essere piantato così, ma un ghigno
increspò nuovamente le sue labbra. Sapeva
che la Mezzosangue mentiva. Lo aveva capito da prima, ma le sue ultime
parole
glielo avevano dimostrato. Lui era
al
centro dei suoi pensieri. E quella ragazza non sapeva decisamente
mentire.
***
Agitò
repentino la bacchetta, richiamando a sé tutte le relazioni.
«Mancano quelle
di Potter e Weasley.»,
comunicò Piton, glaciale. I due Grifondoro si scambiarono
uno sguardo, sconcertati, e poi lanciarono un’ultima occhiata
disperata a
Hermione. Lei inarcò un sopracciglio.
«Punizione.
Venerdì sera.»,
disse il professore, quasi in un sibilo. Poi si rivolse alla classe.
«Bene, ora che abbiamo concluso il
programma dello scorso anno – e siamo terribilmente in
ritardo- possiamo
iniziare ciò che dovrete affrontare quest’anno,
ovvero gli incantesimi non
verbali.», annunciò, con fare annoiato.
«Ora, voi dovreste sapere che non sono
per nulla facili e pretenderò il massimo impegno e la massima
concentrazione perché,
come ben sapete, devo
prepararvi ai
M.A.G.O.», proseguì.
«Per lavorare meglio, ritengo che
lavorare in coppia produca risultati immediati e, spero, soddisfacenti.
Ho già
deciso le coppie. Potete anche mettervi vicini di banco.»,
disse.
«….Potter e Macmillan, Weasley e
Zabini…….
Malfoy e Granger.», annunciò, ripiegando
la pergamena. Qualcosa nello stomaco di Hermione si contorse. Una
creaturina,
che fino a quel momento aveva solamente sonnecchiato, ora si era
svegliata. E
la Grifondoro non riusciva a sopportarla.
Quella di Piton era una punizione?
Guardò nella direzione di Draco e lui
ricambiò. La scrutava con i suoi occhi grigi, costringendola
ad abbassare lo
sguardo. Con la coda dell’occhio lo vide alzarsi e prendere
posto vicino a lei,
lasciandosi cadere di peso sulla sedia.
Hermione evitò con cura di guardarlo,
trovando particolarmente interessanti le proprie mani. Il Serpeverde
sogghignò.
«E così ci ritroviamo a lavorare
insieme.», esclamò lui, con un mezzo sorriso.
“Alquanto
seducente.”, si ritrovò a pensare lei,
mentre la creatura dentro di lei si
agitava. O erano più creaturine? Erano…farfalle?
Percepiva il respiro regolare
del ragazzo accanto a lei e addirittura
il suo calore. Continuò a fissarsi le mani, mordendosi un
labbro dal
nervosismo, e improvvisamente pensò a come sarebbero state
bene le loro mani
insieme. Immaginò quella di Draco stringere la sua, mentre
Piton spiegava, e
con un moto istintivo, la allungò verso quella del ragazzo.
Il Serpeverde finse di ignorarla per
vendicarsi di quando anche lui le aveva teso la mano, ma lei si era
ritratta.
Quando Hermione sospirò, un ghigno
soddisfatto increspò le labbra del ragazzo seduto accanto a
lei.
La campanella suonò e si alzarono. La
Grifondoro continuò a mordicchiarsi il labbro, vedendolo
allontanarsi da lei.
Sentiva un piccolo vuoto.
Poi si ricordò che era arrabbiata con
lui e si chinò per prendere la borsa. La creaturina dentro
di lei protestò. Le
diceva di seguirlo, ma lei si rifiutò. Non era quello, il
momento giusto.
.::
Note
::.
Ehilà, no, non sono sparita del
tutto!
Mi son presa solo una pausa per due motivi! Il primo, mancanza
d’ispirazione;
il secondo, la scuola.
Eh, diciamo che non posto da una ventina di giorni! °O°
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che lascerete qualche
recensione, dal momento che non ne ho ricevuta nessuna, del settimo! E ammetto
che un
po’ mi è dispiaciuto! D:
Il ballo non sarà nel prossimo capitolo, ma nel decimo.
Non so che altro dire. Solo che stavolta la voglio, qualche
recensione! u.ù
Dopotutto, che cosa costa? :P
Un saluto generale a tutte!
Bacioni,
Yuls. ♥