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Autore: vitoboss32    08/05/2012    1 recensioni
La lotta come soluzione di tutti i problemi...
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bussò alla sua porta:<< Akane posso entrare? >>

<< Entra... cosa vuoi Ranma? >>

<< ecco io vorrei spiegarti…: non ho accettato la sfida di Mousse per Shampoo ma solo perché non volevo perdere contro il quattr’occhi.. >>

<< Per quel che mi riguarda, fai come vuoi! Non mi toccano minimamente queste cose… >>.

<< Se non ti toccano perché mi rispondi con un tono così sgarbato? >>ribatté lui.

<< Sono arrabbiata perché prima mi hai detto che non credi io sia in grado di rappresentare la palestra. Perché, dimmi perché?...Ma chi ti credi di essere? >>

Ranma divenne serio, si rese conto che effettivamente la aveva offesa con le sue parole, anche se non era quello ciò che voleva dire.

Come al solito il suo istinto auto-lesionista lo aveva portato ad esprimere un concetto che lui non pensava per nulla per camuffare il suo reale pensiero, proprio come quando ad esempio le diceva che era un maschiaccio privo di sex appeal anche se in realtà per lei Akane era la più carina del mondo.

Afferrò le spalle della sua fidanzata e la guardò intensamente negli occhi:<< Akane…perdonami!…non volevo dire questo…io semplicemente ho paura per te…stavo già per perderti una volta...non vorrei mai che qualcuno possa colpirti… o ferirti… >>

<< Ranma davvero ti preoccupi per me? >> rispose lei cambiando completamente espressione. Ora fissava il fidanzato con uno sguardo da cerbiatta innamorata.

<< Akane io.. >>iniziò a rispondere lui, mentre le guance si arrossavano per l’imbarazzo.

<< Ragazzi posso entrare? >>

<< Ehm sì Nabiki…entra pure >>.

Li aveva interrotti.

<< Che stavate facendo? >>

<< O niente parlavamo del torneo >> rispose lui.

<< Capito... capito! >>diceva con fare poco convinto:<< Scendete sotto i vostri genitori con Happosai vogliono parlarvi! >>

Si diressero in salone, entrambi infastiditi per la chiamata a colloquio che li aveva interrotti.

Soun prese la parola:<< Non c’è un minuto da perdere, dovrete entrambi allenarvi per presentarvi al meglio. Ormai i giochi sono fatti! Non mi piace l’idea che l’esito della vostra unione sia deciso in combattimento, ma oramai avete dato entrambi la vostra parola, per cui dovrete lottare non solo per la gloria ma anche per difendere la vostra relazione! >>

La loro relazione…lottare per essa…<< niente di nuovo sotto il sole! >> pensarono all’unisono entrambi silenziosamente nelle loro menti. Non si erano mai tirati indietro quando c’era da rischiare la vita, anche a costo della loro stessa esistenza: Safulan, i fatti successi nella foresta di Ryugenzawa… tutte dimostrazioni di amore reciproco….

<< Perché ho un fidanzato/a così testone/a? >>si domandarono perplessi fra se e se.

<< Ci comporteremo così: Io con il maestro Happosai allenerò Ranma. Nodoka e Genma si occuperanno di te Akane.

Vivrete separati per due mesi: Ranma si allenerà in montagna, tu rimarrai invece qui a Nerima. Nell’ultimo mese invece vi allenerete insieme. Prepara lo zaino ragazzo partiremo domani! >> sentenziò volgendo lo sguardo verso il giovane Saotome.

<< Ma papà perché non sei tu ad allenarmi? >>chiese Akane.

<< Perché non sarei abbastanza severo…Genma invece non si farà scrupoli ad allenarti come si deve, inoltre è fondamentale che tu stia con Nodoka, ti farà seguire un allenamento speciale… >>.

<< e perché dovremmo stare separati? >>

<< Oh Akane, hai paura che Ranma ti possa mancare?! >> esclamò Kasumi

<< Ma cosa dici…?! >> esclamò arrossendo la minore delle Tendo.

<< Io con il maniaco non mi ci alleno… >>

<< Ranma ascoltami… >> lo interruppe Happosai:<< Ti devi fidare di me! Questa può essere la mia ultima occasione per aumentare la fama del mio nome negli annali delle Arti Marziali Giapponesi!

Se tu vincerai grazie ai miei insegnamenti, non sarà solo gloria tua ma anche della “Scuola di arti marziali indiscriminate” in quanto io ne sono il primo vero fondatore.

Devi ascoltarmi…sai bene che avrei tanto da insegnarti! >>

Ranma si prese un momento per riflettere:<< E sia...! Ti permetterò di allenarmi…ma al primo dispetto che mi fai mollo tutto e mi alleno solo con Soun! >>

<< Non ti preoccupare…anzi per stare tranquilli perché non indossi questo stupendo zuccherino in pizzo come simbolo del nostro patto? >>

<< Già cominci? >>

<< D’accordo, non ti scaldare… eh eh! >>

Ranma già immaginava cosa lo avrebbe aspettato.

<< Ho ancora una sola domanda…cosa mi può mai insegnare Nodoka? >>

<< Oh piccola Akane lo scoprirai molto presto… >>la interruppe lei sorridendole dolcemente.


Passarono tre ore, nelle quali Ranma preparò lo zaino e consumo un veloce pranzo con tutti i coinquilini della casa.

Durante il pasto come al solito lui e Akane si sedettero vicini.

Non parlavano ed erano molto silenziosi; mangiavano compostamente (il che era normale per Akane ma non di certo per Ranma), entrambi cercavano di non fare trasparire la minima emozione. Non avrebbero mai fatto vedere all’altro la propria sofferenza.

Soffrivano ma non lo avrebbero mai ammesso.

Ad un tratto Akane cedette e risolve uno sguardo triste al suo fidanzato; Ranma si accorse di essere guardato e si girò, incrociando gli occhi di lei.

Non poté fare a meno di far trasparire anche lui la sua tristezza dagli occhi...



Erano le quindici del pomeriggio.

Ranma era ormai pronto per la partenza. Indossò lo zaino e si diresse verso la sua camera.

<< Akane stò entrando! >>

<< Entra pure…! >>

<< Akane io…. Stò per partire, mi raccomando cerca di preparati al meglio.

Appena ritornerò, mi piacerebbe affrontarti, così potrò verificare i tuoi progressi… >>.

Fu bloccato dalle braccia di lei che si avvolgevano intorno alla sua vita. S’irrigidì dalle dita dei piedi alle punte dei capelli.

Akane iniziò a parlare con voce calma e sofferente, con la testa poggiata sul suo petto mentre lo abbracciava: << Ti prego torno presto ! >>.

Sentì il suo cuore battere all’impazzata: << Ehm sì….io… cercherò… >>.

Partì con Happosai e Soun al seguito.

Tutti gli abitanti di casa Tendo li fissarono fino all’ultimo mentre si allontanavano lungo la strada di casa.








   
 
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