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Autore: IwannabedrunkwhenIwakeup    08/05/2012    1 recensioni
Jasmine è una normale ragazza, va a scuola, ha delle amiche, le piace un ragazzo. Finchè ad una festa bacia il ragazzo della sua migliore amica..
(Dal prologo)
Poi ci baciavamo. Le sue labbra erano sulle mie. Le mie labbra erano sulle sue. Sapeva di fragola e cioccolato. Avevo paura di fare qualcosa di sbagliato. Non avevo mai baciato un ragazzo prima.
Ma era come se noi due ci appartenessimo da una vita. Eravamo le parti di qualcosa separato dalla nascita, che finalmente tornava a ricongiungersi.
Eravamo NOI. Noi.
Le sue mani vagavano tra i miei capelli, mi piaceva il suo tocco. Pensare che ho sempre odiato chi mi toccava i capelli. Lui era l'eccezione. Quella che conferma la regola, si.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Passai secondi,minuti ed ore a pensare, non sapevo cosa fare, in classe mi odiavano tutti e i professori non erano da meno. Volevo che qualcuno mi dicesse che era tutto un incubo e che presto mi sarei svegliata ma non fu cosi, questa era la realtà e dovevo affrontare le cose.
Andai davanti al classico alla fine delle lezioni, cercai disperatamente Marco, lo vidi, infuriata lo tirai per un braccio e iniziai ad urlargli contro, non mi ero mai sentita cosi.
Mi sentivo presa in giro e nessuno poteva capirmi, pensavano tutti che fossi una puttana anche se io sapevo che si sbagliavano.
 Non mi ricordo niente ma lui mi aveva fatto perdere la cosa più importante che avevo, la mia migliore amica. Ce l'avevo con lui, ma era l'unico che sapeva la verità.
Gli dissi che era uno stronzo, che non avrebbe dovuto comportarsi così, che si era approfittato di me, che prima o poi l'avrebbe pagata.
Lui mi prese tra le mani e mi baciò, una e poi altre volte, stavo soffocando nei suoi baci, ero confusa. Come poteva?
Gli lanciai uno schiaffo e gli dissi :" Come osi? Non rivolgermi più la parola, noi due non potremmo mai più essere nemmeno amici"
Mi voltai per andarmene, ma lui mi prese per un braccio, la sua presa era abbastanza forte da non farmi andare via, ma non abbastanza per voltarmi verso di lui.
Così vidi Luke. Che guardava verso di noi e rideva. Rideva di me, di Marco. Era insieme ad una ragazza, una di quelle belle che riescono a far girare la testa. Con un braccio le cingeva la vita.
"Senti, io.." stava iniziando a dire Marco. Io lo strattonai e riuscii a liberarmi.E scappai via subito.
 No, non avrei avuto il coraggio di sentire la risposta, le sue scuse. Non sarei riuscita ad accettare le sue parole. Non ero pronta. Per niente. Lo lasciai lì, da solo, in mezzo alla folla che gli diceva che era un perdente, che ben due ragazze gli avevano urlato in faccia nelle ultime 24 ore. Gli stava bene. 
Ed ora che avrei fatto? Dove sarei andata?
A casa no, perchè mi sarei ritrovata soltanto mio padre e mia madre che mi urlavano dietro.
Sarei dovuta partire ed andare lontano. Almeno abbastanza lontano da fuggire da questa città.
Andai in stazione, presi il primo treno che passava. Mi fermai alla fermata successiva. Non potevo farmi scoprire senza biglietto.
 
La fuga non durò molto. Cinque ore dopo ero già segregata in casa, per il resto della vita. 
Scesa dal treno, entrai in un bar, presi due panini e andai in giro per i campi. Pensai, pensai tanto. Mi sedetti sotto ad una grande quercia e dopo poco il sonno mi prese con se, visto tutto quel che era successo. Mi svegliai poco dopo con una goccia d'acqua che mi bagno il viso. Aveva iniziato a piovere. Erano le quattro del pomeriggio, e il prossimo treno verso Milano era alle sei. Non avrei potuto aspettare così tanto. Presi il telefono e cercai di chiamare i miei. Ma non c'era linea. 
Cosa è successo oggi, che tutto è contro di me? Il tempo, la mia migliore amica, Marco, tutte le prof, i miei genitori, persino Luke, che avrà visto Marco mentre mi baciava..!
Entrai nel primo bar che trovai e chiamai i miei genitori. Mi dissero che erano preoccupati, che avevo marinato la scuola, che ero nei guai; mi sarebbero venuti a prendere in 10 minuti..
Non riuscii a rispondere. La paura si impossessò di me. E se per colpa della punizione che sarebbe arrivata io non sarei più riuscita a chiarire con nessuno. 
Poco dopo arrivò mio padre, mi urlò contro di salire in macchina. Non parlammo per tutto il viaggio. Era una situazione strana, con loro avevo sempre parlato di tutto. Non mi era mai capitato che rimanessero senza parole. 
Arrivata a casa iniziarono ad urlarmi contro. Io scappai in camera e mi chiusi dentro. Avevo affrontato troppi problemi per quel giorno, volevo un attimo di calma. Infilai un messaggio sotto la porta.
-Scusate, ma se urlate ancora mi sento davvero male. Esco solo se la smettete e promettete di non gridare più-
I miei genitori lessero il messaggio e così si  calmarono, mia madre entro in camera mia, mi chiese di  raccontagli tutto quello che era successo, mi  sfogai con lei, mi misi a piangere sulla sua  spalla come quando stavo con Soph solo che  ora non c'era.
Non avrei resistito ad un altro litigio no, ero  stanca, mi ha fatto bene sfogarmi un pò.
"Jasmine, non credere che non abbiamo dimenticato tutto, tu sei sempre in punizione, ma a questo ci penseremo domani. Vai a farti una doccia intanto parlo con il babbo, e ti preparo da mangiare."
"Grazie di tutto, mami"
"Dovevo farmi perdonare per il brutto consiglio di stamattina, no? Dai, vedrai che tutto si sistema!"
Mi abbraccio e uscì dalla camera.
Stavo per andare in bagno quando mi resi conto di essermi dimenticata il telefono, per mettere la musica.
Ritornai in camera a prenderlo. Mi resi conto che era scarico. Lo misi a ricaricare e lo accesi. 
4 chiamate perse. 7 messaggi. Tutti da Marco. Voglia di leggerli? Sotto zero. Rispensi il telefono. Potevo fare la doccia anche senza musica.
Tanto i miei pensieri avevano già un volume così alto da far girar la testa.
Andai a fare la doccia e intanto i pensieri mi affollavano la mente, e le domande non finivano più, mi chiedevo cosa mi volesse dire Marco, Luke e Soph. Mi misi a pensare a tutto quello che era successo e il tempo passò così velocemente che sentii le urla di mia mamma che mi diceva di uscire dalla doccia perchè era ora di cena.
Iniziai a chiedermi cosa avrei fatto l'indomani mattina a scuola.
Tutti mi odiavano e non sarei resistita agli sguardi incazzati di Soph, chiesi a mia mamma se per quella mattina potevo stare a casa e lei mi disse che per questa volta poteva andare bene ma di non prenderci l'abitudine.
Cenai anche se il mio stomaco non voleva il cibo e poi mi misi a dormire. 










 
Spazio autrice
" Come sei bella, sexy lady dimmi che farai stasera, esci con me, andiamo dove, dove fuori non piove, metti giù il maglione, spogliati fuori è primavera"

Yoo, fan !
Ahahahah scusate, sabato sono stata ai TRL Awards
XD
Qui vediamo quello stronzo di Marco in azione.
Cosa succederà a Jasmine il giorno successivo?
Posso darvi solo un'anticipazione.
CI SARA' UN NUOVO PERSONAGGIO PRINCIPALE, UNA RAGAZZA.
Ops, ho detto troppo.
Cosa ne pensi? Cosa ti costa scrivermi due parole se hai letto?
Recensisci ! xD
Ciao, I love all.
Ketty
  
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