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Autore: SweetNemy    08/05/2012    2 recensioni
Sapete quando si dice che la vita riserva sempre delle sorprese? Beh, a volte esse sono davvero strane, così questa ragazza che odiava la sua vita monotona in un inutile quartiere della California, si ritrovò ad affrontare un viaggio tra lo spazio e il tempo su un isola che in realtà non esiste!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per il giorno di ritardo, ma ieri non ho potuto postare. Va beh, per farmi perdonare il prossimo lo posterò domani! Buona Lettura! =P 
Capitolo 3. Quel misterioso ragazzo

Evelyn decise di uscire allo scoperto e camminò lentamente in quello strano piazzale, arricchito solo da un pozzo, dalle facciate delle case della gente e dal loro passeggiare velocemente.
Era bagnata fradicia dalla testa ai piedi, ma nonostante questo era vestita meglio di quel popolo sconosciuto!
Aveva quasi attraversato la strada, quando incontrò lo sguardo minaccioso di un soldato. Egli la scrutò meglio e poi sparò un colpo con in suo fucile.
La giovane ragazza si trovò spiazzata, quando scoprì che era stata sparata. Chiuse gli occhi immaginandosi a terra priva di vita, ma stranamente non sentì niente, allora aprii gli occhi e si vide nello stesso luogo tra le braccia di un bellissimo ragazzo.
-Tu sei un angelo, vero? – chiese la ragazza, pensando di essere stata eliminata.
-No, ma devi muoverti. Entra!
Il ragazzo la trascinò in una casa, probabilmente la sua e la fece accomodare.
Era un ragazzo dai capelli dorati e luminosi, un po’ ricci e lunghi e dagli occhi verdi e preoccupanti come il mare in tempesta. Come se non bastasse, aveva un sorriso stupendo, che gli illuminava ancor di più gli occhi. Era un ragazzo all’apparenza simpatico, eppure aveva qualcosa di misterioso in lui, c’era qualcosa che lo preoccupava: chiunque se ne sarebbe accorto!
Evelyn distolse i suoi pensieri e chiese:
-Come mai qual tizio voleva uccidermi? – chiese la ragazza nella sua ingenuità.
-Come non lo sai? Dovresti saperlo. Beh, comunque perché è un soldato turco.
-Non capisco lo stesso.
-Cosa? Ma tu chi sei? Da dove vieni? – chiese il ragazzo quasi impaurito.
-Ah giusto, che maleducata! Piacere Evelyn, vengo da San Diego, in California. – disse cedendogli la mano.
Il ragazzo restò sconcertato e incredulo, non solo per la risposta e la spontaneità nel darla, ma anche per il gesto fatto dalla ragazza.
-California? –chiese il ragazzo balbettando, poi continuò – non sapevo che lì si ci vestisse in quel modo ridicolo. E poi, come sei arrivata fin qui senza che i turchi ti vedessero? Per via mare, forse? Sei tutta bagnata! Giusto?
-Ehi, piano con le domande! Risponderò una alla volta. Non sono vestita in modo ridicolo, sono solo alla moda. Piuttosto tu vai vestito come uno dell’ottocento! Non chiedermi come sono arrivata che non lo so nemmeno io, dev’essere stato una specie di varco che mi ha teletrasportato da lì fin qui.
-Per il tuo bene sarà meglio vestirti come me. – la ragazza si vestì e quando tornò il giovane continuò -Un varco? Oddio, che cosa complicata! Comunque non capisco perché sei tanto sorpresa! Sono passati solo 27 anni.
-Da cosa?
-Dal 1800. Siamo nel 1827.
-Che cosa? Milleottocentoventisette? Era un varco spazio-temporale. Mi ha portato lontano sia nello spazio che nel tempo. Io vengo dal 2009.
Il ragazzo restò incredulo. Anche la nostra Evelyn lo era, ma qualche volta aveva visto un film ed era preparata a cose di questo genere, invece il giovane non aveva mai visto cose del genere, dato che a quell’epoca non esisteva nemmeno la televisione!
Tutt’un tratto si udì una voce, sembrava la voce di un bambino:
-Hermos, i turchi sono andati via, dobbiamo riunirci nell’agorà per pregare per il bene dei nostri soldati e per la libertà. Ma chi è lei?
-Alexis non possiamo andare. Loro si nascondono e poi appena usciamo di casa ci fucilano. Ricordi cosa successe a nostra madre? – disse il ragazzo con un pizzico di dolore negli occhi, poi riprese a parlare per toglierlo – Comunque lei è Evelyn. Evelyn lui è mio fratello Alexis, e io mi chiamo Hermos.
-Hermos? Non so perché, ma questo nome ha qualcosa di familiare. Somiglia molto a.. Ermes, che è un dio greco! Siamo in Grecia? Nel 1827, sotto i turchi. Dovete pregare per i soldati. Oddio, non dirmi che c’è una guerra.
-Sì. Siamo da molto tempo sotto i turchi e il nostro popolo qualche anno fa ha deciso di ribellarsi. Abbiamo combattuto per molto tempo, ma i turchi avendo anche l’appoggio dell’Egitto erano sempre in vantaggio. Ora però una nuova speranza si è riaccesa: sono venute in nostro aiuto le tre potenze europee più importanti: l’Inghilterra, la Francia e la Russia. Il nostro esercito, o almeno quello che ne è rimasto, insieme a quello inglese, francese e russo sta combattendo contro quello turco per sconfiggerlo. Vorrei tanto che il nostro paese divenisse libero. Vorrei che ritornasse a splendere dopo tanti secoli di sofferenza.
-Tra non molto finirà, stanne certo! Ehi, ma tuo fratello?
-Non dirmi che è scappato. Non posso crederci. Senza di lui io sarei solo.
-Ti aiuto a cercarlo.
Evelyn si incamminò dalla parte opposta in cui era andato Hermos e iniziò a cercare il bambino scrutando attentamente ogni angolo che gli capitava davanti, poi si affacciò per la finestra che guardava fuori e vide un piccolo corpicino che giaceva a terra immobile e privo di sensi, sulla testa gli stessi capelli biondi e sul viso gli stessi occhi verdi. Capì che era lui. Era ferita a vedere quella scena, tanta crudeltà su un bambino era solo da pazzi senza cuore. Gli scese una lacrima gelida sul viso, e senza asciugarla si voltò e andò dal ragazzo.
-Hermos, ascolta.. – disse con voce rauca e con gli occhi lucidi.
-Che succede? Perché stai piangendo? È successo qualcosa a mio fratello? – Evelyn continuava a trattenere le lacrime, in segno di rispetto, finché lui gli chiese – E’ morto vero?
Evelyn tirò un grande sospiro facendo scomparire le lacrime e fece sì con la testa. La ragazza, seguita dal suo amico s’incamminò verso la finestra, con lo sguardo basso e facendo ricadere i capelli sul viso spostò la tenda e girò il viso.
Il ragazzo era come incantato da quella scena, sembrava mancargli il respiro e la voce, sembrava fosse triste per aver perso suo fratello e nello stesso tempo sembrava fosse spaventato di essere rimasto solo. Ad un certo punto stessa reazione, una lacrima attraversò il suo viso e lui si girò dando le spalle alla ragazza, si lasciò cadere sulle ginocchia e alzò lo sguardo verso l’alto chiudendo gli occhi.
Evelyn si sedette accanto a lui abbracciandolo e al ragazzo, anche se appariva strano, dava sicurezza. 


Grazie per aver letto. Spero vi sia piaciuto! Ci sentiamo domani 9 maggio con il prossimo =)
  
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