Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Ale HP    08/05/2012    2 recensioni
Blaine di ritorno da una serata con gli amici, Kurt sul ciglio di una strada pronto a prostituirsi.
Così, in quel momento, seduto nel suo vecchio rottame, guidava per le strade della periferia di New York. A quell'ora - le due di notte - quelle vie non gli avevano mai dato un bel sentore e continuava ad immaginare che un pervertito armato sarebbe saltato da un momento all'altro sul cofano della sua macchina e avrebbe tranciato il tettuccio.
Sì, e poi si sarebbe messo a ballare il tip tap sulla sua testa gelatinata.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Personaggi: Blaine/Kurt
Raiting: Giallo (giusto un accenno a delle erezioni)
Avvertimenti: AU - Prostitute!Kurt 
Prompt: Prostitute!AU
Note alla fine (:


You can become free, if you want.



Blaine era terribilmente stanco. Così tanto che a malapena riusciva a guidare senza chiudere gli occhi dal sonno. E tutto era colpa di alcuni stupidi ragazzi che continuava a chiamare amici che avevano pensato bene di fare una rimpatriata proprio nel giorno in cui Blaine aveva il turno lungo a lavoro.

Così, in quel momento, seduto nel suo vecchio rottame, guidava per le strade della periferia di New York. A quell'ora - le due di notte - quelle vie non gli avevano mai dato un bel sentore e continuava ad immaginare che un pervertito armato sarebbe saltato da un momento all'altro sul cofano della sua macchina e avrebbe tranciato il tettuccio.
Sì, e poi si sarebbe messo a ballare il tip tap sulla sua testa gelatinata.
Doveva farsi seriamente vedere da uno psicologo e doveva anche smetterla di pensare.

Accese lo stereo e subito la sua playlist di Katy Perry iniziò e molto probabilmente se ne accorsero anche i barboni, dato che essi saltarono dai loro cartoni come se avessero preso la scossa. Blaine posò subito il piede sull'acceleratore, per paura che uno di quelli potesse davvero ballare sui suoi connotati facciali.
E mentre si affrettava ad arrivare a casa con Katy Perry che cantava Firework a squarciagola, il suo sguardo si posò su un ragazzo al bordo della strada, con un sorriso malizioso e dei pantaloni iper-attillati.

Blaine si ritrovò a pensare che quello era davvero un bel ragazzo e che quei pantaloni valorizzavano davvero bene il suo... Cavolo, no!
Si sgridò mentalmente, mentre cercava di distogliere lo sguardo da quel ragazzo che... che lo stava guardando?

Merda, merda, merda, questo mi vuole stuprare.

Ma Blaine non aveva capito che anche se quel ragazzo lo avesse veramente voluto, non sarebbe potuto entrare nell'auto. Però Blaine era conosciuto anche come Blaine Il gel mi ha dato alla testa Anderson, e quindi ci si poteva ben aspettare il suo futuro comportamento.

Infatti, il ragazzo con il suo adorato papillion al collo, si accostò lentamente e abbassò il finestrino.

« Cosa vuoi farmi? » domandò.

Quel ragazzo dovette prenderlo per pazzo, senza ombra di dubbio. 

« Io? » chiese allora quello in strada, non capendo.

Come poteva sapere che Blaine non dormiva da quarantotto ore e aveva appena trascorso una serata con quattro pazzi?

« Tu... tu mi guardavi come un maniaco! » esclamò finalmente Blaine, facendo ridere quel ragazzo.

Quel tipo, pensò lui, non era solo pazzo, ma di sicuro aveva bevuto chissà quanti litri di alcol.

 « Giusto per informazione, sei fatto? »

Blaine strabuzzò gli occhi a quella domanda e fece per andarsene in un momento di lucidità, ma ormai il danno era fatto e quel ragazzo si stava iniziando a divertire.

« In ogni modo, io sono Kurt, piacere ».
 

 




Blaine non sapeva nemmeno come si era trovato a fare sesso con quel Kurt nella sua macchina.

Forse era stato per colpa del suo cervello, che era andato in tilt per il poco sonno e che ora stava partendo a raffica con i pensieri; o forse era stata colpa del suo cuore, pieno di emozioni così contrastanti in un solo momento: eccitazione, paura, rabbia e am... Oh, cazzo, no! Lui non si stava innamorando di quel tipo, di quel tipo che in quel momento lo stava trombando.

Eppure era così delicato - sì, anche in quel momento. Doveva essere per la pelle chiara - aveva sempre pensato che la gente pallida fosse troppo debole per fare qualunque cosa - e per i lineamenti sottili, oppure era per quella voce vellutata e oh, cazzo, per quegli occhi luminosi.
Sì, decretò Blaine, erano proprio quegli occhi che lo facevano sembrare così delicato, cosìdolce e delicato.

« Pensi troppo » lo rimproverò Kurt, mettendo una mano sulla sua erezione avidamente.

Basto quel tocco - quel tocco delicato - a far rinsanire Blaine. Cosa diavolo stava facendo?
Spinse via quel ragazzo, disgustato da lui, ma prima da se stesso.

« Cosa ti prende? » domandò stizzito il prostituto.

« Non sono... non sono il tipo da "queste" cose » spiegò lui, gesticolando fortemente sulla parola "queste".

« Nemmeno io lo ero un tempo, lo sai? Ma la gente cambia... » constatò Kurt, con un pizzico di malizia che accompagnava tutto.

Blaine pensò che dovesse essere proprio un bravo attore, ma che i suoi occhi non sapessero mentire come faceva il resto del suo corpo. C'era troppa tristezza in quei pozzi blu per poter veramente pensare che quella non fosse una maschera.

« Perché non facciamo due chiacchiere, già che sei qui. Invece di... di "quello" » propose il ragazzo rosso dall'imbarazzo.

Kurt rise di gusto; Blaine doveva essere il classico ragazzo "scuola-lavoro-casa", il classico figlio viziato e un po' mammone. Ma nonostante questo il ragazzo non ebbe il coraggio di dire di no alla sua faccia imbarazzata.

« E di cosa dovremmo parlare esattamente? » chiese, lasciando andare via il suo tono malizioso.

« Non so, di noi. Di te. Per esempio del perché fai questo... » Blaine si interruppe: non sapeva assolutamente come definire quella cosa.

« Lavoro? » propose Kurt, capendo i suoi pensieri.

« Non lo chiamerei proprio così » constatò l'altro.

Kurt rise leggermente; non era il primo che glielo diceva, bensì il millesimo. Nessuno, però, gli aveva mai chiesto quel dannato perché. Quella, aveva deciso Kurt, era la parola che odiava più al mondo. Era una parola troppo invasiva, una parola troppo personale, alla quale non aveva mai voluto dare una sua risposta.
Ma quella era la serata delle novità, e quindi non negò a Blaine sapere cosa si celava dietro quel perché.

« Era iniziato tutto come una salvezza. Ero una nullità - a dire la verità lo sono ancora -, non riuscivo ad affrontare i corsi della NYADA, non ne ero all'altezza e sapevo che la mia carriera a Broadway sarebbe stata nulla. Abbandonai tutto. Mio padre iniziò a mandarmi dei soldi, dicendo di trovarmi almeno un lavoro in un bar, ma io non lo volevo. Io ero depresso, nel vero senso della parola. Tutti i miei sogni, tutte le mie difficoltà, a New York avevano cambiato dimensioni. Ero bravo in Ohio a pensare a come sarebbe stato essere qui, a come sarebbe stato esibirsi a Broadway, magari in una versione maschile di Wicked. Poi, incontrai un ragazzo in uno streetclub. Non sapevo nemmeno perchè ero andato in un posto del genere, non faceva per me. Per il vecchio me.
Diventai schiavo di me stesso. Wikipedia dice che un uomo è libero quando può agire secondo i suoi pensieri e la sua volontà. Non dice niente al riguardo di cosa significhi essere schiavi di se stessi. Una parte di me continuava a dirmi che non era ciò che volevo, che stavo sbagliando, ma l'altra parte - una parte di me che non avevo mai visto - mi incoraggiava, mi diceva che era quello che dovevo fare, senza ripensamenti, per forza ».

Kurt aveva parlato a raffica, e Blaine lo aveva ascoltato attentamente.

« Puoi sempre provare ad essere libero » tentò di suggerirgli.

« E come, Blaine? Ho quasi ventotto anni, sono nudo in una macchina di uno che non conosco nemmeno e con cui sto parlando dei miei problemi più profondi, da cui non so come staccarmi. Come pensi che possa riuscirci? »

« La volontà e potere, questo non lo dice Wikipedia? » Blaine gli sorrise, prima di continuare. « Posso... posso aiutarti io ».

 Kurt girò la testa, e gli sorrise ampiamente, prima di annuire e abbracciare quel semi-sconosciuto.

Se qualcuno fosse passato di lì, alle quattro del mattino di quel martedì gelido, sarebbe rimasto estremamente confuso da quello che avrebbe visto sbirciando in quella macchina ferma in mezzo alla strada.




Nda:
Questa, miei cari, doveva essere per la Challange del Gleeky Cauldron. Inutile dire che sono in ritardo, ma non fa niente.
Questa storia  uscita dal nulla, non l'avevo per niente programmata, ma in ore di noia a scuola cosa si può fare?
E' estremamente corta e banale, ma ormai il danno è fatto e mi farei prendere dai sensi di colpa se non pubblicassi questa mia creatura. 
Nient'altro da dire, quindi,
Alla prossima! 
Ale <3
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Ale HP