Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: Vampiresroads    08/05/2012    4 recensioni
Cosa se i Green Day non ne avessero avuti di giorni?
Una piccola finestra sulla vita dei tre amici burloni nell'età infantile/adolescenziale.
E' una giornata soleggiata che Billie e Mike si stanno godendo a pieno, che cosa potrebbe mai succedere?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Raccolsi tutta la forza che mi era rimasta, una parte insignificante rispetto a quella con cui ero partito, e tornai a casa.
Per tutto il crepitante cammino mantenni nel mio cuore orgoglioso la speranza che nel momento in cui avessi aperto la porta, Mike sarebbe stato lì pronto a fare pace stringendo un dito e promettendoci le stesse fatidiche parole, come avevamo sempre fatto.
I miei piedi poggiarono sull’uscio della porta di casa.
Tenni la testa bassa per tutte quelle infinite ore di cammino inutile, l’alzai la prima volta per aprire la porta.
Avevo una paura lacerante. La paura terribile di spingere quella porta e trovare la casa vuota come l’avevo lasciata.
Ci sarebbe stata la tristezza, mia fedele compagna, a farmi compagnia, mentre la spossatezza avrebbe cercato di addormentarmi.
Infilai la chiave; lo stridio che era solito accompagnare la mia entrata in casa sembrava più forte di qualsiasi altra volta.
Presi coraggio e velocemente spinsi la porta entrando in casa. Lasciai la presa e questa venne chiusa imprudentemente dal vento. Il forte rumore mi fece intuire che in casa ci fosse stato qualcuno.
Iniziai così a chiamare il nome di Mike con tutta la voce che avevo in gola, ma l’unico Mike a sentirmi fu il vicino, che corse a chiedermi cosa fosse successo e per quale motivo urlavo a quell’ora, tanto da svegliare mezzo vicinato.
“Scusi Mr. Stright, è un periodo difficile, credevo fosse entrato qualch…”
Questo mi fissava con lo sguardo raccolto e preoccupato, non credo avesse capito qualcosa di ciò che avevo detto. Ingarbugliai qualche scusa, ma la rabbia continuava a spingere e confessai:
“Mi dispiace, va bene? Le ho chiesto scusa ma il mio migliore amico non è con me cazzo, non so dove sia potuto finire e gli altri mi hanno lasciato solo come un povero coglione. Sono stato abbandonato da tutti in questa fottuta vita, mi permette almeno di essere preoccupato per il mio migliore amico?”
“Puoi cercare chi vuoi, avere la vita che vuoi, ma non puoi uccidere anche il sonno di mezzo vicinato. Non so se mi sono spiegato. Ora moderati con i vocaboli che sei solo un ragazzino e non hai ancora capito nulla, quando vedrai le vere sciagure riderai di questo. Ora dormi!”
Se ne andò borbottando cose come ‘stupido bambino’ o ‘ragazzino viziato’.
Non avevo mai discusso con quell’uomo, ma di certo non gli avrei dato ascolto, questo è poco ma sicuro.
Percorsi chilometri girando intorno al tavolo e nulla sembrava muoversi.
In quel momento entrò mia madre, avrei dovuto sperare che lei sapesse qualcosina, perlomeno una piccola traccia.
Appena entrò la ricoprii di domande, ma la risposta era ‘non lo so, calmati’ o ‘non lo so, lo troveremo’.
Fu in quel momento che esplosi. Ero fottutamente stanco di tutte le risposte incerte, delle mie scelte sbagliate, della sfiga, della mia vita di merda in generale.
Non bastava più una chitarra per farmi stare bene, tutto ciò che mi teneva in vita era da qualche parte lontano da me, in un posto che probabilmente non avrei mai attraversato.

Presi al scelta più frettolosa e sbagliata di tutta la mia vita.
Mi affrettai verso quella porta fredda dietro alla quale ho tanto sperato e la attraversai con fretta mostruosa.
Osservai la mia dimora per quella che ero convinto fosse stata l’ultima volta e corsi con una forza impressionante. Una forza che trovai nella speranza di una vita nuova.
-
La stazione.
Quanti ricordi quel posto, ci avevo passato la mia infanzia con Mike, quel piccolo ragazzo che era l’unica cosa che avevo,  fino a qualche tempo prima.
Era da tantissimo che non entravo qui. Per qualche millesimo di secondo fui quasi felice di rivedere quel posto buio, ma familiare.
Ero davvero un coglione, ma un coglione convinto. Mi avvicinai alla ferrovia e il mio piede sfiorò le rotaie.
Pensai che era il suicidio più stupido e scontato.
Non pensavo tanto al pericolo, a cosa ci sarebbe stato dopo. Ero incredibilmente felice. Avrei abbandonato tutta quella merda che mi circondava.
“Tre, due, un…”
“Billie attento! Fermati, non farlo.”

FLASH BACK.

Ancora quelle parole. Ancora la stessa voce a dirle. Ancora quel fischio assordante.
Erano passati otto anni ormai.
Magre mani familiari mi afferrarono il braccio con un fare spontaneo e dolce.
Gli occhi del mio migliore amico mi salvarono per la seconda volta dalla fine peggiore.
Balbettai il suo nome mentre mi abbracciava fiero.

“Sapevo che l’avresti fatto, ero qui ad aspettarti. Ti proteggerò sempre, amico mio.”

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: Vampiresroads