La bionda
si alzò
dalla sedia, a passo lento ma misurato, quasi a calcolare ogni
millimetro con
quella cadenza sexy. Fece un sorriso a Sugar e prese il suo posto sulle
sbarre.
Le mani ancora curate, così in apparenza fragili, si
chiusero in una morsa sulle sbarre mentre catturava
l’attenzione di tutti con
quel visino da angelo, gli occhi chiari e sicuri, il sorrisetto che si
piegava
di lato quasi a formare un ghigno.
Quinn Fabrey sembrava una vittima a prima vista, ma se era
lì di sicuro era passata dalla parte della carnefice.
Non appena aprì bocca, rivolgendosi subito alla platea,
iniziò a raccontare la sua storia.
“Ho
conosciuto Noah
Puckerman di Lima, circa due anni fa. Mi aveva detto di essere single,
così
abbiamo subito preso fuoco.”
Quinn era stata abbandonata a sé stessa
all’età di sedici
anni dopo che era rimasta incinta di uno sconosciuto che
l’aveva fatta
abortire. Quell’episodio non solo la fece cacciare da casa,
ma la segnò a vita.
Iniziò a non fidarsi degli uomini finchè non
conobbe Noah, o come preferiva
farsi chiamare, ‘Puck’.
Lui era il ragazzo più gentile che avesse conosciuto, un
buon lavoro non meglio specificato che faceva sì che
potessero comprarsi un
appartamento insieme, uno di quelli piccoli ma che se arredato
decentemente
sembrava una villa.
Quinn passava le giornate tra il lavoro da commesso e pulire
la casa. Non appena Puck tornava, lei gli faceva trovare sempre il suo
scotch
con tre cubetti di ghiaccio, proprio come piaceva a lui e poi andava a
togliere
la cena dal forno.
Passò forse i due anni migliori della sua vita, assieme a
quell’uomo così premuroso nei suoi confronti. Le
aveva chiesto addirittura di
sposarla!
“E
poi l’ho scoperto. Single,
mi aveva detto. Single, un cazzo.”
La voce, prima così calda e suadente che aveva intrattenuto
il suo pubblico, si fece roca e aspra.
Puck era uno di quegli uomini che professava la poligamia,
uno di quei mormoni. Aveva non una, ma ben sei mogli e come se non
bastasse il
suo rispettabile lavoro, non era
altro che fare il pappone. Aveva un bordello di sua
proprietà e obbligava le
sue mogli e altre ragazze straniere a lavorare per lui, per compiacere
i suoi
clienti che pagavano profumatamente.
Non appena Quinn lo scoprì iniziò ad avere paura.
Stava
organizzando il matrimonio, ma quella adesso la vedeva come una
condanna ad una
vita scomoda. Una vita nella prostituzione. Cosa poteva fare adesso?
Se l’avesse lasciato lui l’avrebbe picchiata e
costretta
comunque a lavorare per lui? Doveva inventarsi qualcosa e in fretta.
Quella sera, con lo scotch e il ghiaccio, la biondina versò
dell’arsenico nel bicchiere di quell’uomo che
adesso le facevo nient’altro che
schifo.
Lo vide bere fino all’ultima goccia prima di vedere il
bicchiere schiantarsi a terra e lui che teneva il braccio, ormai senza
vita,
penzoloni dal suo divano.
You know, some guys
just can’t hold their arsenic.
E’ ancora
soddisfatta mentre racconta la sua storia, mentre sento il coretto di
sottofondo che canta insieme a lei.
He had it coming
He had it coming
He took a flower
In its prime
And then he used it
And he abused it
It was a murder
But not a crime!
Tornò al suo posto ‘Six’ lasciando il posto all’altra bionda che continuava a fare ‘Squish’…