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Autore: Taila    10/05/2012    4 recensioni
Il White Collar viene coinvolto in una nuova indagine. Mentre un diamante preziosissimo viene rubato e una vecchia conoscenza fa il suo ritorno, Neal deve fare i conti con quell'improvvisa attrazione che prova nei confronti di Peter, per cercare di capire cosa rappresenti davvero per lui l'amico.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Neal Caffrey, Peter Burke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve salvino gentili lettrici e ben ritrovare ^__^ Con il capo cosparso di cenere chiedo umilmente venia per l’immondo ritardo con cui sto aggiornando questa long, ma nel mentre mi sono laureata alla magistrale, sono mancata da casa qualche giorno e soltanto qualche giorno fa sono riuscita a riprendere in mano questa fic. Ringrazio il_vaso_di_Pandora_: Ti ringrazio davvero ^o^ Per come è la sua personalità, ho immaginato che l’abbraccio di Peter non poteva essere altro che caldo e dolcissimo… inoltre, immaginarli abbracciati è stato piacevolissimo *___* Spero che anche questo capitolo di ti piaccia ^^ Ringrazio Danyel: Finalmente, come promesso, son tornata ^^ Sono contenta che il bacio tra Peter e Neal ti sia piaciuto, perché ho sempre paura che inserire scene romantiche tra di loro, con la situazione sentimentale che hanno, possa stonara… Ehmmmm… Mi spiace ma sulle intenzioni di Phineas ho la bocca cucita ^^ Ringrazio margheritanikolaevna: Beh, immagino che dopo questo capitolo le tue perplessità sulla remissività di Peter siano placate, soprattutto visto che le condividevi con Phineas. Peccato che non possa sbottonarmi di più, ma altrimenti spoilerei sui prossimi capitoli ^^ Comunque lieta che la scena del bacio ti sia piaciuta ^_^ Ringrazio BlackCobra: Alla fine ce l’ho fatta a tornare, infatti la sostituta di Hatty ha fatto in tempo a creare altri problemi a Callen e andarsene ^^ Diciamo che Peter sta ancora cercando di fare l’etero convinto (come il Watson della bbc che continua a ripetere che non è gay e nessuno ci crede ^O^) Beh, Neal è un po’ sottotono, ma prometto che si riprenderà, anche perché altrimenti non potrebbe aiutare il suo federale ^__^ Beh, ammetto che la mossa di Peter è parecchio sleale, ma non oso pensare a quello che Phineas potrebbe fare a Neal se finisse nelle sue grinfie geloso com’è O||O Già dove sono Jones, Diana e gli altri? Tu li hai visti per caso? ^O^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia ^^
Ringrazio: BlackCobra, Danyel, il_vaso_di_Pandora_, Kae e Malena che hanno inserito questa long tra i preferiti. Ringrazio: BlackCobra e Danyel che hanno inserito questa long tra le fic da ricordare. Ringrazio: ArabaFenice, avalen, Danyel, DamonLady, draco potter, ELE106, fange69, Il_Genio_del_Male, Pamy91 e Toru85 per aver inserito questa long tra i seguiti.
Ringrazio tutti coloro che hanno anche solo letto e tutti coloro che leggeranno e commenteranno questo capitolo.
Adesso la smetto e vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente |^O^/


Capitolo 6: Faccia a faccia
Neal per una manciata di minuti rimase a fissare la porta della cella che Phineas aveva chiuso dietro di sé. Sapeva che doveva mantenere la parola data a Peter e trovare aiuto, ma non riusciva a pensare a nient’altro che al suo amico che si era sacrificato volontariamente per permettergli di scappare.
Nervoso, si morse le labbra e avvertì un sapore diverso sotto la lingua, che non faticò a ricondurre al federale e nella sua mente esplosero le immagini della notte che avevano trascorso in quella cella, della gentilezza di Peter e di quel bacio così spontaneo e giusto, non gli veniva altro termine per definirlo. Si portò la punta di due dita alle labbra, mentre un soffuso calore si condensava sotto la pelle delle sue guance e avvertiva ancora il sottile piacere che Peter era riuscito a fargli provare con un solo bacio.
Non posso abbandonarlo!
L’energumeno che Phineas aveva lasciato di guardia era sempre lì, immobile davanti la porta con un’ottusa espressione neutra da film di spionaggio, con le braccia incrociate sul petto per evidenziare i bicipiti e il cellulare stretto nel pugno destro. Neal lo studiò a lungo, ma quell’uomo era una montagna di muscoli d’acciaio e cattiveria, e non sarebbe mai riuscito ad avere ragione di lui, avrebbe dovuto quindi cercare di superare la sua forza con la propria astuzia. Si guardò intorno in cerca di un’idea e a un tratto il suo sguardo venne attirato da una finestrella mezzo nascosta da uno scaffale, impolverata e dall’apertura a bocca di lupo che avrebbe potuto fare a caso suo.
Un inquietante sorriso divertito si formò sulle sue labbra, un attimo prima che riportasse la sua attenzione sulla guardia.


§§§



Peter seguì in silenzio Phineas Dulles, cercando di fare attenzione a dove stessero andando e memorizzare così il percorso, ma quei corridoi che stavano percorrendo erano tutti uno identico all’altro, tutti ugualmente bui e maleodoranti di muffa e stantio. Non sarebbe stato facile ritrovare la via, nel caso avesse avuto la sorte di liberarsi di Phineas.
Il truffatore si fermò all’improvviso e, aguzzando la vista, il federale riuscì a distinguere una porta che l’altro aprì con un fastidioso rumore di cardini arrugginiti che ruotano, per poi fargli cenno di entrare. Peter passò accanto all’altro uomo e lo precedette nella stanza che si rivelò essere una camera da letto. L’interno era arredato con gusto ed eleganza, ma in qualche modo gli risultò più inquietante della cella fredda e spoglia in cui aveva trascorso la notte con Neal.
- Prego accomodati.- lo invitò Phineas, indicandogli con un cenno della mano una sedia accanto a un tavolo posto lungo la parete orientale della stanza.
Peter si sedette, mentre il ladro si avvicinò all’angolo bar e iniziò a trafficare con bottiglie e bicchiere, e il federale ne approfittò per guardarsi intorno, in cerca di una qualsiasi via di fuga. Sperava soltanto che Neal fosse riuscito a trovare un modo per scappare e a dare l’allarme.
- Sono sicuro che il tuo cuccioletto sia già lontano.- esclamò la voce divertita di Phineas.
Il federale si volse di scatto e lo trovò in piedi accanto a lui, mentre gli tendeva un bicchiere con ghiaccio e qualche dito di bourbon.
- Non capisco.- cercò di glissare, mentre prendeva l’oggetto dalle mani dell’altro.
Phineas rise, sedendosi sulla sedia accanto alla sua e squadrandolo con un misto di divertimento, malizia e lussuria che lo fecero deglutire a vuoto.
- Avevo creduto, e anche un po’ sperato lo ammetto, che facessi parecchia resistenza, ti lascio quindi immaginare quanto sia stata grande la mia delusione quando ti ho visto seguirmi come un cagnolino obbediente. Mi sono chiesto perché, ma poi ho capito. – e si interruppe per prendere un sorso di liquore – Hai cercato di distrarmi, mentre il tuo uccellino prendeva il volo!- e gli rivolse un sorriso falso e inquietante.
- No, non è come credi. Io…- Peter provò a difendersi, ma venne interrotto da un gesto perentorio della mano dell’altro uomo.
- Va bene così. È stato molto nobile da parte tua sacrificarti per lui, ma credo che tu non abbia ben compreso in cosa ti sia cacciato.- e il suo sorriso assunse una sfumatura sadica.
Peter sentì qualcosa tremargli dentro al pensiero di cosa celassero quelle parole, ma si impose di calmarsi e per fare questo bevve un lungo sorso di bourbon. Quando aveva seguito Phineas fin lì, sapeva bene a cosa sarebbe andato incontro e non si sarebbe tirato indietro proprio in quel momento. Avrebbe lottato per non lasciarsi sottomettere e se fosse morto lo avrebbe fatto con orgoglio.
Phineas intanto si era sporto verso di lui fino a portare il volto contro il suo, esattamente come quel giorno alla villa di Fulton, ma questa volta si ritrasse di scatto, come se l’altro scottasse, facendo irritare il ladro che lo afferrò per il bavero della camicia e lo riportò nella sua posizione originaria.
- Tu appartieni a me, vedi di capirlo. Nessun altro può accampare diritti su di te eccetto me e prima te ne farai una ragione, meglio sarà.- gli ringhiò contro.
Il federale strinse i denti sotto le labbra serrate, imponendosi di stare calmo.
- Io appartengo a me stesso e alla donna che ho sposato, appartengo a Neal e ai miei amici. Scelgo io a chi appartenere.- replicò in tono duro, fissandolo diritto negli occhi.
Le iridi verdi di Phineas furono attraversate da un lampo di gelida furia, prima che colpisse con un violento manrovescio l’uomo davanti a sé, la cui testa scattò di lato per il contraccolpo. Dopo un istante che parve troppo lungo, Peter raddrizzò la testa: un’ombra rossa stava formandosi sulla sua guancia e dal labbro spaccato scendeva un rivolo di sangue, ricalcando la forma del suo mento e condensandosi in una goccia sul profilo della mandibola, che tremolò un attimo prima di staccarsi e precipitare in una perfetta forma ovale sul colletto bianco e inamidato della sua camicia. Lo sguardo che piantò in quello di Phineas era così deciso e sicuro, che l’altro si ritrovò a deglutire affascinato.
Il ladro allungò una mano e con le dita tremanti lo ripulì dal sangue, perché odiava vedere quella pelle dalla meravigliosa sfumatura ambrata, macchiarsi con quell’orrido liquido che nella sua testa era associato alla morte.
- Vedi che cosa mi fai fare? Non voglio farti del male, io desidero soltanto amarti come meriti.- disse con un tono di voce addolcito, fissandolo con uno sguardo carico d’affetto.
- Ho già qualcuno che mi ama e che io amo, Phineas.- cercò di spiegargli ragionevole.
In un nuovo scatto di rabbia, il ladro si rimise in piedi e lo fronteggiò con un cipiglio furioso, lasciandolo a bocca aperta per il repentino cambio di umore.
- E chi sarebbe? Quel moccioso che ti porti sempre dietro e che aspetta soltanto l’occasione giusta per pugnalarti alle spalle e scappare via?- gli abbaiò contro, le mani strette a pugno e uno sguardo di fuoco.
- Neal non lo farebbe mai.- replicò convinto il federale.
A quella risposta, Phineas esplose in una risata stonata, falsa, che fece rabbrividire l’altro uomo.
- L’ha già fatto. Non stava forse per partire con la sua bella fidanzatina lasciandoti qui? – gli ricordò cattivo – Cosa ti fa credere che il Signore della Truffa mantenga la sua parola e torni a salvarti da me, dopo che lo hai così eroicamente lasciato fuggire?- insinuò sperando di instillare in lui un’ombra di dubbio.
Peter non rispose ma al contrario strinse le labbra fino a farle sbiancare, conscio che qualsiasi cosa potesse dire sarebbe sembrata come un’infantile giustificazione. Phineas allungò una mano fino a toccargli con la punta delle dita la guancia.
- Neal Caffrey appartiene alla mia stessa razza, amore mio. Non viviamo bene costretti da catene e ogni occasione è buona per liberarcene. Eppure io sono disposto a imprigionarmi volontariamente per il tuo amore, puoi dire lo stesso di quel moccioso? Dimmi di sì mio adorato, dimmelo e stringerò con le mie stesse mani i ceppi attorno ai miei polsi.- quasi lo supplicò.
Davanti quello sguardo implorante e innamorato, il federale si sentì vacillare. Sapeva che Neal non avrebbe mai tradito la sua fiducia, che il loro rapporto era arrivato a un punto in cui non era più possibile includere il tradimento, tuttavia non poteva dimenticare che Neal era in debito con la giustizia americana e le parole di Phineas erano andate a toccare quei dubbi che negli anni aveva sepolto sotto la cenere. Peter strinse i denti e per un attimo non seppe che fare, perché quel truffatore aveva una personalità sadica e narcisista, che non avrebbe mai sopportato un netto rifiuto, eppure non poteva lasciarsi andare perché avrebbe significato dargli qualcosa che non era disposto a concedergli.
Per prendere tempo prese un lungo sorso del liquore che gli aveva portato Phineas e per un attimo avvertì sulla lingua un vago sapore amarognolo, per questo si allarmò quando l’altro uomo iniziò a sogghignare vittorioso.
- Hai messo qualcosa nel bicchiere.- disse piano e non era una domanda.
Lentamente l’espressione di amorevole dedizione sul volto di Phineas mutò e venne sostituita da una colma di lascivia che fece rabbrividire immediatamente Peter.
- Oh, è solo un aiutino mio adorato. Ti conosco, so per certo che tu non cederesti mai volontariamente ai miei desideri, quindi ho dovuto forzare un po’ la mano. Mi perdonerai se non indugio in tipiche romanticherie di questi momenti, ma ti desidero troppo e da troppo tempo e la mia pazienza è giunta veramente al termine.- sorrise crudele.
Peter deglutì, mentre sentiva la testa improvvisamente vuota e una senso di confusione gli stava offuscando i sensi. Avvertì una fitta di rabbia trapassargli il petto nel rendersi conto di quanto fosse stato stupido in quel frangente, nel non prevedere che Phineas avrebbe potuto drogarlo per ottenere ciò che voleva.
- Phineas ti… ti prego… non…- cominciò a parlare, a fatica e sentendo la lingua impastata, ma venne interrotto dall’altro.
- No, non pregarmi adesso, avrai tempo per farlo dopo.- sogghignò il truffatore.
Il federale lo fissò con un ultimo sguardo arrabbiato, prima che gli occhi velati dal sonno gli si chiudessero e la testa ciondolasse in avanti priva di controllo. Phineas si alzò dalla sedia e gli si avvicinò, gli mise due dita piegate sotto il mento e gli sollevò il viso addormentato.
- Adesso ti insegnerò quale piacere sia essere amati da un uomo, amore mio.- rise e si chinò in avanti per baciarlo sulle labbra.


§§§



Neal si fermò ansante allo sbocco di un vicolo e si guardò intorno per controllare che non ci fossero poliziotti in giro. Non sapeva quando avessero intuito in ufficio di quella storia, ma era fermamente convinto che i Marshall avessero diramato l’allarme della sua fuga indipendentemente dal motivo e l’ultima cosa che desiderava era finire in galera.
Appurato di essere fuori pericolo, Neal attraversò la strada e, cercando di comportarsi il più normalmente possibile, entrò in un bar. Una cameriera gli si fermò accanto e gli sorrise civettuola, per poi chiedergli cosa desiderasse.
- Vorrei un caffè e potrei fare una telefonata? Il cellulare si è improvvisamente scaricato e il mio capo mi ucciderà se non lo richiamo subito.- le spiegò rivolgendole la sua espressione più irresistibile.
- Ma certo. Il telefono è proprio lì, accanto alla porta dei bagni.- rispose lei arrossendo e indicandole un corridoio alle sue spalle.
Il truffatore la ringraziò e si diresse verso il punto indicatogli, era un vecchio telefono a gettoni, di quelli che erano ormai in disuso da anni e che potevano interessare soltanto ai nostalgici ormai. Compose il numero, curando di inserire il prefisso per addebitare la chiamata al ricevente e rimase in attesa, contando gli squilli a vuoto, sembrandogli un tempo infinito. Non voleva fermarsi a pensare a cosa Phineas potesse stare facendo in quel momento a Peter, non aveva lo stomaco.
- Pronto?- rispose alla fine la voce di Jones.
- Sono io!- disse cercando di rimanere il più calmo possibile.
- Caffrey? Dove accidenti vi siete cacciati tu e il capo? Ogni dipartimento della città vi sta cercando.- esclamò con voce agitata.
- Phineas Dulles ha rapito Peter, io sono in un bar sulla cinquataquattresima, si chiama Blu. Non abbiamo molto tempo, sbrigatevi.- spiegò frettolosamente Neal.
- Ok, arriviamo subito, tu non muoverti di lì!- rispose Jones prima di attaccare.
Neal chiuse gli occhi e appoggiò la nuca al muro dietro di lui sentendosi mortalmente stanco, ma almeno i rinforzi stavano arrivando e insieme avrebbero potuto salvare Peter.

  
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