Capitolo 11

Rosalie
‘Non sono suo fratello Harry.' Non riuscivo a credere alle mie orecchie, non sapevo che fare, magari me l'ero solo sognato.
'Che vuol dire questo?' Entrai nella stanza senza nemmeno chiedere il permesso 'Posso spiegarti' cercò di difendersi lui 'Bene, spiega allora, sono tutta orecchie' cercavo di stare il più calma possibile, per non finire a urlargli in faccia 'Rose, calma, sono sicuro che Louis ha una spiegazione più che valida' affermò Harry avvicinandosi 'Stai zitto tu. E non chiamarmi Rose.' risposi bruscamente 'Senti, Rosalie, è una faccenda delicata, e spiegartelo non sarà molto semplice, nè per me e nè per te.' intervenne Louis prevenendo un possibile litigio tra me e il riccio. 'Non m'importa Louis, parla.' risposi guardandolo negli occhi 'Siediti.' disse facendomi sedere sul suo letto, accanto a lui 'E' successo tutto la notte del 19 Dicembre del 1996; sentii bussare, e poi delle urla. Noistra madre andò ad aprire e..e c'èri tu. Da allora ti ha sempre trattata come se fossi figlia sua, e io ero davvero contento di avere una sorellina, poi, beh è successo quel che è successo, e mi sono ritrovato solo a prendermi cura di te. Mi sentivo una merda a non poterti dire nulla, eri piccola, e la mamma voleva che te lo dicessi quando saresti stata abbastanza matura da poter capire' le lacrime ormai invadevano il mio viso, avevo una voglia matta di prenderlo a schiaffi, ma non ci riuscivo, sentivo che in qualche modo aveva fatto bene 'Quando intendevi diremelo? Sul letto di morte?' anche Harry era sconvolto, ci guardava senza proferire parola, come se avesse paura di intromettersi 'Ro, ti prego, capiscimi, non volevo ferirti, anzi, cercavo di proteggerti' continuò a giustificarsi Louis 'Come? Come intendevi proteggermi facendomi credere che i miei genitori fossero morti mentre invece sono da chissà quale parte del mondo? E' così che intendevi proteggermi?' gli urlai contro 'Senti, ti aiuterò a cercare i tuoi genitori, ma ti prego, non essere arrabbiata con me' a quell'affermazione, detta con tono supplichevole, la mia mano partì in automatico, e in men che non si dica cinque dita erano tatuate sulla guancia destra del ragazzo 'Come puoi dirmi questo? Come pretendi che non sia arrabbiata con te?' non rispose, mi guardò soltanto.
Aprii la finestra, e iniziai a guardare fuori 'Lasciatemi da sola' dissi poi 'No Rose, non ci pensare nemmeno' disse Harry chiudendo aggressivamente la finestra 'Ma che fai? Uno non può nemmeno più affacciarsi alla finestra oh. Ma andatevene un po' a fanculo.' detto questo, scesi le scale e uscii di casa, con l'intento di fare una passeggiata.
Andai direttamente al parco del quartiere, di solito non c'era mai nessuno, sarei potuta stare tranquilla per almeno un paio d'ore.
Mi sedetti sulla prima panchina che trovai, alzai gli occhi al cielo e poi li chiusi, sperando che fosse tutto un brutto incubo e aprire gli occhi risvegliandomi nel mio caldo letto, ma ahimè, appena aperti gli occhi, nulla era cambiato, persino due uccellini lì davanti erano rimasti nella stessa esatta posizione di prima.
Vidi qualcuno sedersi accanto a me, e mi girai trovando un meraviglioso Liam Payne intento a fissarmi 'Ehi bella, come mai tutta sola?' cercò di interrompere l'imbarazzo che si era creato 'Penso' risposi sorridendo 'Mmh, interessante, a cosa pensi di bello?' chiese lui sorridendo a sua volta 'Di bello proprio nulla direi' replicai abbassando lo sguardo 'Come mai? C'entra Louis?' domandò con tono preoccupato 'Lunga storia' gli risposi 'Ti va di parlarne? Magari davanti a un caffè?' lo guardai per qualche istante. Come avevo fatto a non notare prima quanto era meraviglioso questo ragazzo? Eppure lo conoscevo da molto tempo. 'Andata.' risposi infine.

Jennifer.
'Non posso crederci' erano le uniche parole che riuscivo a dire o pensare. Non sapevo che fare, se dirlo a qualcuno o tenermelo per me, sapendo però che non avrei potuto nasconderlo per più di tre mesi.
Sentii la porta di casa aprirsi, e un 'Tesoro sono tornata' provenire dall'ingresso. In fretta nascosi il test, e mi precipitai a salutare mia madre, poi, tornai in camera mia e mi distesi sul letto toccandomi la pancia. Non sapevo a chi dirlo. Di dirlo a Zayn non se ne parlava, mi avrebbe lasciata sul momento, mia madre mi avrebbe cacciata subito di casa invece.
Conoscevo solo una persona di cui sapevo di potermi fidare ciecamente, ma tornare da lei avrebbe voluto dire affrontare il fratello, ed io non ero pronta, ora men che mai.
Ero andata a vivere da mia madre, nella periferia della città, in modo che solo Zayn sapesse dove trovarmi. Mi ero isolata da tutto e da tutti, avevo cambiato scheda telefonica, e-mail, e ogni volta che mi cercavano tramite Zayn io non c'ero. Ero scappata dai problemi facendo l'egoista, senza dedicare neanche un minimo pensiero agli altri.
Sapevo chi era il padre del bambino, ne ero certa, anche perchè non ero stata a letto con nessun'altro dopo di lui. Il vero problema però non era chi era, il problema era come dirglielo, come dirgli dopo tutto quello che è successo che lui è il padre di mio figlio?

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My corner
Hello bella gente :')
Essì, sono ancora viva uu
So di essere nuovamente in tremendo ritardo, ma ora mi è tornata l'ispirazione, sto già scrivendo il capitolo dodici hvbdjfn.
Perciò vi prego di recensire, davvero, senza un vostro parere non sono tanto motivata a continuare çç
Grazie ancora a chi ha recensito e a chi l'ha messa tra seguite/preferite/ricordate ufhgbnjfg grazie :'3
Passo e chiudo LOL bye.