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Autore: GirlOnFire    10/05/2012    1 recensioni
Cross-over con Chicago, scritto a 4 mani con youlooksobeautifultonight.
Le sei ragazze sono alle prese con la loro condanna a morte, racconteranno le loro storie alla platea e al giudice Sylvester, con l'aiuto dell'avocato Jones.
Riusciranno ad essere scagionate?
Genere: Angst, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quinn si sedette e lasciò l’attenzione dei giurati e del giudice all’altra bionda delle “sei allegre assassine” che le fece l’occhiolino, prima di attorcigliare la gamba destra su una delle sbarre e sorridere con innocente malizia alla guardia più vicina. Squish, al secolo Brittany, infatti, non era cattiva, era dolce e ingenua, ma sapeva essere davvero sexy e perdeva tutto ciò che c’era di innocente in lei quando ballava. A suo marito Sam Evans ciò non piaceva. Mentre le compagne cantavano e si muovevano, cominciò a muovere il bacino e le spalle seguendo il ritmo, poi prese parola.

“Ero in cucina a tagliare il pollo per cena, facendomi gli affari miei quando mio marito Sam entra in casa ubriaco urlando di gelosia..”
Brittany Susan Evans una volta era Brittany Pierce, promettente ballerina di provincia, attratta dalle luci della città. Si era infatti trasferita dalla sua abitazione con la famiglia sulle sponde del lago alla grande Chicago dove aveva cominciato a lavorare come lavavetri e tutto fare presso un nightclub. Una sera aveva provato per gioco a ballare sul palchetto in cui si esibiva Sandra, la cantante, e Luke, il proprietario, trovandola perfetta l’aveva assunta come stripper.
Brittany, adottando lo pseudonimo di Squish, si divertiva un mondo, ballava per un pubblico, sebbene di pervertiti e ubriaconi, e lei amava danzare. Proprio lì conobbe Sam Evans, un ragazzo dalle umili origini, ma che si era fatto strada tra i commercianti del quartiere in cui Brittany aveva una stanza in affitto presso una dolce signora. Si innamorarono perdutamente e dopo poco tempo andarono a vivere insieme in un appartamentino che avevano scelto insieme, non passò molto prima che Sam le chiese di sposarlo. Brittany da credente qual’ era, aveva voluto un matrimonio sì semplice e informale, ma con un delizioso abito bianco con un bouquet dello stesso azzurro dei suoi occhi. Per amore aveva rinunciato alla sua promettente carriera nel club in cui lavorava come spogliarellista, restando come semplice donna delle pulizie, ma aiutando comunque le sue ex colleghe in caso di malesseri. Sam non lo sapeva, il loro era un piccolo e dolce idillio nella città con più puttane e drogati d’America, Brittany l’amava con tutta sé stessa e lui sembrava ricambiare.
Nel loro angolo di paradiso c’era una piccola nota dolente, la gelosia di Sam che si amplificava quando alzava il gomito. E negli ultimi mesi succedeva troppo spesso, la povera Brittany era costretta a farlo dormire sul divano in soggiorno e chiudersi in camera matrimoniale per evitare che lui tentasse di farla sua su ogni superficie disponibile.
Il giorno in cui avvenne il fatto erano le sette di sera quando Sam irruppe in casa come una furia, ubriaco fradicio, urlando. “Ti sei scopata il lattaio, eh? “
Brittany non rispose, restò solo pietrificata alla rabbia del tono usato da quella voce, solitamente così dolce e accondiscendente, poi riprese a tagliare il polpettone di pollo che aveva preparato, confidando che l’uomo avrebbe smesso presto. Ma quella volta Sam era veramente fuori di sé e continuò a insinuare che lei fosse andata a letto con il lattaio, cosa per altro vera: Brittany aveva fatto sesso con il signor Grey solo perché lui le aveva proposto uno sconto sull’acquisto di prodotti caseari e, con tutti i soldi che Sam spendeva in bevute ai pub, ne aveva un discreto bisogno. Non aveva tradito, con quel grassone puzzolente poi, per il mero gusto di cornificare suo marito, che amava moltissimo, ma per una reale necessità di entrate nella dinamica famigliare. Quella sera però sembrava davvero avere alzato troppo il gomito, infatti aveva cominciato ad avvicinarsi a lei con espressione eccitata: Sam quando si ubriacava passava da dolce marito premuroso a uomo assetato di sesso, Brittany stava avendo paura, ma tenne in mano il coltello con cui stava ancora tagliando la cena, tremando.
“Puttana! Te lo sei scopata sul nostro letto, eh?”
Sam urlò ancora e si sporse verso di lei a baciarle il collo e tentò di levarle la gonna e i collant, Brittany cercò di divincolarsi dalla presa e il coltello le scivolò a terra. Si chinò a raccoglierlo e notò che Sam si era aperto la patta dei pantaloni, lo guardò con terrore, non che le piacesse fare l’amore con suo marito, ma non così. La prese per le spalle e portò verso la parete più vicina per essere più comodo, la baciò sulle labbra con violenza, aveva un alito pestilenziale e Brittany non lo poteva tollerare, così lo spinse via.
Non sapeva che respingere un ubriaco voglioso poteva portare solo violenza, Sam, infatti, le strappò di mano il coltello leggermente unto e ripartì alla carica. Passò l’arnese sul suo collo candido, strappando a Brittany un urletto acuto, fortunatamente l’olio aveva impedito che la ferisse seriamente, ma quell’ubriacone aveva tentato di sgozzarla! La mente della bionda passò automaticamente in modalità lottatrice e gli mollò uno schiaffone in pieno viso e riafferrò il suo coltello, passandoselo sulla gonna scura per renderlo più affilato.
La paura e il dolore si erano trasformati in rabbia e furia cieca: la donna alzò il coltello e lo abbassò sull’addome di suo marito, lo fece più e più volte, urlando e piangendo.  Il corpo di Sam cadde con un tonfo sordo a terra e Brittany si accorse di averlo accoltellato per ben dieci volte, aveva smesso di piangere ed era sotto shock, ma sorrideva. Era il suo bellissimo sorriso che l’aveva portata in quel carcere la notte stessa, la polizia si rifiutava di credere che fosse legittima difesa a un tentativo di violenza domestica. Sam sembrava, ed era da sobrio, il ragazzo più adorabile del mondo e un marito premuroso che porta i fiori ad ogni occasione, che riempie di complimenti la sua giovane mogliettina e che conquista persino le nonne, non poteva aver tentato di stuprare sua moglie in un raptus dettato dall’ubriachezza. L’avevano condotta in una cella vicino alle sue compagne di processo e lì si era sentita felice come lo era mentre ballava tra la folla da piccola.
Ora la sua storia, raccontata per la prima volta in tutta la sua triste verità, la faceva sentire pulita, come se si fosse fatta un lungo bagno rigenerante. Era certa che avrebbero capito, mandò un bacio al giudice con una risata irriverente e mosse i lunghi capelli biondi lasciati sciolti sulle spalle, cantando l’ultima strofa della canzone, prima di lasciare il palco, pardon cella, alla bruna Uh uh.

They had it coming all along
I didn't do it
But if I'd done it
How could you tell me that I was wrong?

   
 
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