Crossover
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Autore: eugeal    01/12/2006    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Buffy fosse morta definitivamente?
Cosa avrebbe fatto Rupert Giles dopo aver assistito alla sua fine?
Forse sarebbe andato via da Sunnydale per sfuggire ai ricordi, ritrovandosi in Giappone. Giappone che, come molti di voi sapranno, è la patria di Sailor Moon.
E forse una delle nemiche di Sailor Moon non è morta come sembrerebbe vedendo la serie, ma aspetta solo di risvegliarsi.
Cosa succederà poi?
L'unico modo per saperlo è leggere questa storia.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Telefilm
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eudial sedette accanto al letto di Spike, preoccupata. Il vampiro dormiva profondamente e non sembrava soffrire, ma lei sapeva che le sue condizioni presto sarebbero peggiorate. In pochi giorni Spike si sarebbe indebolito per la mancanza di cibo e presto la fame lo avrebbe torturato. Lei continuava a sentirsi stanca e debole e non sapeva per quanto sarebbe riuscita ad avere una vita quasi normale. Giles si stava impegnando al massimo per trovare un vampiro sopravvissuto alla malattia, ma finora non aveva avuto successo. Lei e Xini lo avevano assistito nei primi giorni, utilizzando fucili di precisione caricati a narcotico, ma da un paio di sere Eudial non aveva più la forza per uscire.
Spike aprì gli occhi e la guardò tristemente.
- Non era così che speravo di morire. No non in questo modo... -
- Non morirai Spike. Dobbiamo avere fiducia in Giles. Lui troverà una soluzione, ne sono certa.-
- Ma non lo vedi? Si sta distruggendo. Esce tutte le notti a caccia di vampiri, ma non riesce a trovare quello che cerca. E quando rientra non dorme, spesso la notte resto sveglio per la fame e lo sento camminare nella sua stanza, è come se non trovasse pace. Digli di smettere, non ne vale la pena per me. -
- No Spike, non smetterò. - Disse Giles dalla porta.
Eudial e Spike alzarono gli occhi a guardarlo, non lo avevano sentito rientrare. L'Osservatore indossava ancora un cappotto nero che metteva in evidenza il pallore del suo volto e aveva un'aria esausta, smentita solo dalla luce febbrile nei suoi occhi.
- Ne vale la pena. Per entrambi. Mi rifiuto di lasciarvi morire, io non mi arrendo! -
L'Osservatore uscì in fretta dalla stanza e Spike guardò Eudial preoccupato.
- Perchè ha detto entrambi? Eudial, anche tu sei stata contagiata? -
Eudial chinò la testa senza rispondere e Spike scoppiò in lacrime di disperazione.

Giles salì di corsa le scale della soffitta e afferrò una spada di legno, usandola per colpire ripetutamente il sacco da allenamento. Sferrò fendenti su fendenti con rabbia finché non rimase senza fiato, poi si lasciò cadere sul materassino imbottito ansimando affannosamente.
Tutti i suoi sforzi sembravano vani: quella maledetta malattia sembrava sempre letale, per quanto avesse cercato, non c'erano vampiri sopravvissuti e ogni minuto che passava, Eudial e Spike si indebolivano sempre di più.
Anche lui si sentiva a pezzi, il suo corpo era costellato di lividi e ferite causati dalla lotta contro i vampiri e stava rapidamente esaurendo le energie. Da giorni dormiva poco e male e si sentiva nervoso e pronto a scattare per qualunque motivo. Si sentiva tremendamente frustrato e angosciato dalla propria inutilità. Stava fallendo di nuovo, stava ancora una volta lasciando morire la sua Cacciatrice senza poter far nulla per salvarla. Aveva l'impressione che un baratro si stesse spalancando sotto i suoi piedi, pronto ad ingoiarlo.
E poi c'era quel pensiero a torturarlo...
Se avesse avuto potere, se avesse avuto un potere immenso, forse sarebbe riuscito a fare la differenza, forse sarebbe stato in grado di proteggere le persone che amava.
Ogni volta lo respingeva, rifiutando di lasciarsi allettare da quel pensiero seducente, ma ogni volta la tentazione era più forte e la sua volontà più debole.
Lanciò uno sguardo al libro: la copertina nera istoriata di lettere d'oro sembrava brillare nella pallida luce della luna, e risaltava tra gli altri libri.
Giles si mosse verso lo scaffale senza nemmeno rendersene conto e sfiorò il dorso del libro con un dito.
Sentiva il potere, poteva intuirlo da quel semplice contatto che gli aveva trasmesso un brivido bruciante.
Sfilò il libro dal suo posto e tornò a sedere sul tappeto, ammirando gli intrecci dorati sulla copertina, complessi e quasi ipnotici.
La parte razionale della sua mente gli gridava di rimetterlo subito a posto, ma il solo stringere il volume fra le mani lo faceva sentire più forte.
Se lo avesse aperto, ci sarebbero state tremende conseguenze, lo sapeva, ma senza quel potere Eudial e Spike sarebbero morti. E quale conseguenza avrebbe potuto essere peggiore di quella? Impadronendosi di quel potere nero, Giles avrebbe potuto rischiare la vita, o la sua stessa anima, avrebbe potuto impazzire, sopraffatto da una forza troppo superiore a lui o perdersi nel potere stesso, ma di fronte alla prospettiva di perdere ancora delle persone care, tutto ciò perdeva di importanza.
Lentamente aprì il volume antico.

Xinuxunil si girò nel letto troppo vuoto e troppo grande per lei sola. Ripper non sarebbe venuto a dormire nemmeno quella notte e lei si sentì triste. Lo vedeva impegnarsi con tutte le sue forze e si sentiva immensamente triste per ogni suo fallimento. Non voleva che Eudial e Spike morissero, ma temeva anche per la salute dell'uomo che amava. Ripper si stava consumando in quella ricerca vana e la frustrazione lo stava rendendo scontroso.
Con un sospiro Xini abbracciò un cuscino.
Dopo pochi secondi si drizzò a sedere sul letto di scatto, guardandosi intorno: aveva avuto l'impressione che un'ondata di energia avesse attraversato la stanza, ma adesso sembrava tutto a posto.
Perplessa, tornò a stendersi e chiuse gli occhi, addormentandosi dopo pochi secondi.
Un rumore la destò pochi minuti più tardi e sorrise nel vedere la figura di Ripper incorniciata dalla porta della stanza.
- Sei qui. - Gli disse dolcemente alzandosi dal letto e andandogli incontro. - Come stanno Eudial e Spike? -
Giles la strinse a sè passandole un braccio intorno alla vita e la guardò intensamente.
- Non lascerò che muoiano. Io li salverò, Xini. -
La ex-dea appoggiò il viso al suo torace, un po' sorpresa. Si aspettava di trovarlo esausto e sfiduciato, ma lo sentiva vibrare di energia e di sicurezza.
L'Osservatore chinò la testa a baciarla con passione, quasi con avidità, poi la sollevò di peso e la stese sul letto, coprendo il corpo minuto di lei con il suo.

Eudial si stese sul letto, stringendosi contro il corpo di Spike. Il vampiro era molto magro e privo di forze, come lei del resto. Cercava di aggrapparsi alla vita con tutte le sue energie ma Eudial si sentiva sempre più debole, ormai passava quasi tre quarti della giornata dormendo, sfinita.
Sognava spesso, ed era piacevole. Sogni in cui lei e Spike erano felici e potevano passeggiare insieme alla luce del sole, con Giles e Xini che li guardavano sorridendo, sogni in cui erano davvero una famiglia e non dovevano più combattere contro incubi infernali. E poi c'erano i sogni che la inquietavano e che ultimamente stavano diventando sempre più frequenti, sogni di occhi profondi che la fissavano, occhi non umani, occhi di vampiro, ma diversi da quelli di tutti i vampiri che aveva conosciuto fino ad allora.
Si svegliò di soprassalto, con l'impressione di essere osservata. A fatica si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra e aprì una delle ante per guardare fuori. Il suo sguardo si fissò in quello degli occhi che aveva sognato tanto spesso e che la chiamavano fuori casa in un invito muto.
Come ipnotizzata, scavalcò il davanzale della finestra e si lasciò scivolare nel vuoto, sicura della presa salda del vampiro che la depose a terra delicatamente. Era uno dei vampiri più affascinanti che avesse mai incontrato dai capelli neri come una notte senza luna e incredibili occhi oscuri e brillanti come stelle riflesse in un pozzo, la pelle liscia e dura come marmo candido. Le strinse una mano intorno alla gola, immobilizzandola.
- Sei tu quella che chiamano Cacciatrice? -
- In un certo senso... si. -
- Allora morirai per quello che hai fatto. -
- Lo dicono tutti i vampiri prima di finire in polvere sotto il mio paletto. -
- Io non sono come gli altri. Io sono Drak'l. -
Eudial scoppiò a ridere.
- Dracula? Come quello del libro? Hai letto troppo, carino. -
Il vampiro sospirò irritato.
-Maledetti siano Bram Stoker e il suo stupido romanzo. Io sono Drak'l, uno degli Antichi. Puoi crederci o no, non mi importa, ma morirai per le atrocità che hai commesso. E i miei fratelli rideranno sulla tua agonia come tu hai fatto spietatamente sulla nostra. Ti rendi conto di quello che hai fatto? Non hai una coscienza?! -
- Lasciala immediatamente! -
Drak'l ed Eudial guardarono in direzione della porta di casa, scorgendo Giles. L'Osservatore avanzò verso di loro ed Eudial lo fissò colpita dal suo pallore spettrale che contrastava con lo sfavillio minaccioso dei suoi occhi verdi.
- Tu sei l'Osservatore, immagino. Morirai anche tu. Quello che sta succedendo è colpa vostra, esclusivamente vostra. Mio Dio, diffondere un virus! E poi i cattivi saremmo noi! -
Giles si bloccò, colpito dalle parole del vampiro.
- Non mentire! Noi stiamo cercando la cura per quello! -
Drak'l rise amaramente.
- Taci! Se non sapessi la verità, se non la conoscessero tutti, sembreresti quasi credibile! -
Giles socchiuse gli occhi.
- E quale sarebbe la verità? -
- Lo sanno tutti. È stata la Cacciatrice a creare il virus e gli Osservatori l'hanno aiutata a diffonderlo! -
Giles lo fissò, pietrificato dalla comprensione improvvisa.
- Ma certo... Tera! Deve essere stata lei... -
Eudial e Drak'l lo guardarono.
- Tera? -
- Si. È lei la Cacciatrice che cercavi. Eudial non è la cacciatrice ufficiale, anche lei è stata contagiata dal virus... "La scienza è la chiave..." ora capisco cosa intendeva... -
Drak'l lo fissò, dubbioso.
- Non riesco a leggere la tua mente. Dimostrami che non stai mentendo. -
Giles annuì.
- Fallo pure. -
Drak'l lasciò andare il collo di Eudial e si avvicinò a Giles, affondandogli i denti nella carotide. Giles contrasse il viso in una smorfia di dolore nel sentire la trafittura, ma rimase tranquillo, non opponendosi al morso del vampiro. Eudial gridò spaventata, ma l'Osservatore alzò una mano e lei scoprì di non potersi avvicinare a loro.
Drak'l si staccò da Giles e l'Osservatore vacillò leggermente, ma si riprese subito.
- Allora, mentivo? -
Il vampiro lo guardò, impressionato, bevendo il suo sangue era come se avesse bevuto anche i pensieri e i ricordi dell'uomo. Aveva provato il forte impulso di bere quel sangue intriso di potere finché non ne fosse rimasta nemmeno una goccia, ma si era costretto a staccarsi, lasciando in vita l'Osservatore.
- No, non mentivi. Ma non troverai la cura che cerchi. L'unica speranza è lei. - Disse, indicando Eudial.
- Io? -
Drak'l sorrise.
- Tu non sei vampira e non sei umana, tu sei l'unica che potrebbe sopravvivere alla malattia, ma non sei abbastanza forte. Continuando così morirai. -
Giles lo guardò rabbiosamente.
- Non lascerò che avvenga! -
Drak'l si rivolse a Eudial.
- Riesci ancora a bere il sangue? Ti dà dolori? -
- No, non me ne ha mai provocati. -
Il vampiro allargò le braccia.
- Vieni, allora, bevi il mio. È sangue antico e potente e ti renderà più forte. Il tuo Osservatore ti darà energia con i suoi incantesimi. -
Eudial guardò Giles e l'Osservatore annuì.
Drak'l prese la ragazza tra le braccia e fissò Giles negli occhi.
- Stai attento. Il tuo è un gioco pericoloso. -
   
 
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