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Autore: Giorgia98    10/05/2012    1 recensioni
..Col trascorrere dei minuti, tuttavia, mentre Eragon scrutava la pianura sconfinata, sentì il cuore placarsi, le lacrime si asciugarono e piano piano un senso di pace si diffuse nel suo animo. Si chiese quali meraviglie avrebbe potuto incontrare in quelle terre selvagge e pensò alla vita che lui e Saphira stavano per intraprendere, una vita insieme ai draghi e ai cavalieri. ''Non siamo soli piccolo mio'' disse Saphira. Un sorriso gli increspò il volto..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nasuada si dirigeva spedita alla sala di riunione, i suoi passi producevano eco nei grandi corridoi pavimentati di marmo.

Posò la mano destra sulla maniglia della porta, e l'altra la mise sul fianco stretto, respirò rumorosamente ed entrò.

La stanza era gremita dalle razze più svariate, c'era Orik, rappresentante dei nani, Lord Datherd elfi, Nar Garzhvog urgali, che nonostante non avessero un re aveva deciso di venire in nome della sua razza ed infondo ad una sedia, con l'aria di voler sparire di fronte a quei potenti sovrani c'era Trianna.

La regina entrò alzando il mento e salutando con un cenno della mano tutti i presenti, poi si sedette.

-Sappiamo tutti perchè siamo qui.- Esordì.

-Dobbiamo decidere una cosa tutti insieme, una mia proposta più esattamente, quindi vorrei chiedervi il permesso di iniziare.-

Tutti acconsentirono.

-La pace non esiste, lo so bene, ma se ci riflettiamo qual'è stata la rottura dei periodi felici in questi ultimi anni?..- Stette muta qualche secondo per dare maggiore enfasi alle sue parole.

-La magia, che ci può salvare dalle ferite mortali, aiutare in caso di bisogno, ma, nel caso degli umani una differenza. La magia è l'ingiustizia più grande che sia sulla terra, perchè nel caso di noi umani, i nani, Orik e gli Urgali si manifesta solo ad alcuni elementi, che poi possono prevalere sugli altri. Io stessa non sarei in grado di tenere testa ad un mago. Quindi per non gravare gli squilibri nella popolazione avrei in mente qualcosa. Ogni suddito deve fare un giuramento nell'antica lingua che non farà del male alle persone con la sua magia, anche se non la sanno utilizzare. In tal modo potranno sempre farne ricorso, ma non per nuocere altri. Vorrei chiedere a Orik e Nar Garzhvog se erano d'accordo se farlo anche con il loro popolo..-

Il nano si accarezzò la lunga barba con il pollice e l'indice, riflettendo ogni alternativa.

Poi come riscuotendosi da un sogno disse convinto:

-Noi accetteremo, questo patto aiuterà sia a mantenere la pace in Alagaesia che quella tra noi nani! Ti aiuterò Nasuada.-

Lei, per tutta risposta sospirò era felice di avere qualcuno dalla sua parte.

-Anche noi siamo con te Lady Furianera.- Il vocione di Nar Garzhvog la raggiunse da un lato, gli sorrise.

-E noi Maestà, che ruolo abbiamo in tutto questo?- Lord Datherd aveva un tono di sufficienza che non le piacque.

-la richiesta che voglio fare a voi elfi è questa, siete tutti in grado di utilizzare la magia, quindi vorrei che ogni elfo giuri nell'antica lingua di non nuocere a nessun umano, nano o Urgali. Va bene?-

L'elfo arricciò le labbra infastidito:

-Sai già che non lo faremo mai Nasuada, perchè ci vuoi far promettere?-

Lei sorrise, sapeva già cosa rispondere:

-Per avere più sicurezza, non è ovvio? Poi, se tanto voi lo fareste già che cosa vi costa dirlo nell'antica lingua?-

-Ci penseremo.-

Lei ribattè:

-Vorrei la risposta ora grazie.- Non sapeva cosa la spingeva ad essere così arrogante ma l'elfo le stava sempre più antipatico.

-Non posso .- Disse calmo e cocciuto lui.

-Tra una settimana la voglio Datherd, va bene?-

-Non prendo certo ordini da te umana!- Esclamò quasi con disgusto lui. -Non sono uno dei tuoi sudditi, ricordatelo, forse essere salita sul trono alla tua età ti ha dato alla testa.-

Questo era troppo, perfino per lei abituata a stare calma in ogni situazione, ad evitare lo scontro a costo di scoppiare dentro.. fece un grande respiro, cercando la risposta giusta aprì la bocca e...

-Basta così!- Intervenne Orik, aveva visto che la regina era già li per rispondere male, così aveva deciso di intervenire.

-Tu..-Ed indicò Datherd -Tra una settimana le farai sapere e tu..- Indicò Nasuada -Modera le risposte.-

Lei abbassò il capo come una bambina, ma non era affatto dispiaciuta, anzi avrebbe trovato il modo di fargliela pagare. Riprendendo la sua normale autorità dichiarò conclusa la riunione, così tra saluti e rumori di sedie che strusciano per terra la sala ripiombò nel silenzio.

Erano rimaste solo Nasuada e Trianna.

La regina la guardò, ricordandosi delle litigate furiose che avevano avuto, la maga sapeva essere astuta e alla fine aveva trovato lei la soluzione ottimale. Il piano iniziale di Nasuada era controllare tutti gli stregoni, quindi ognuno di essi avrebbe dovuto perdere i proprio poteri, nessuno lo avrebbe accettato.

Così Trianna aveva proposto di fare solamente un giuramento vincolante che impediva solamente di utilizzare i poteri a danno del prossimo.

Aveva ragione, era una condizione più vivibile.

La regina ruppe il silenzio:

-Sei stata brava a trovare questo accordo, hai soddisfatto tutti.- Poi fece una parvenza di sorriso.

La maga abbassò gli occhi:

-Io non ho fatto niente maestà, ho solo difeso la mia posizione.-

Nasuada la guardò attentamente:

-Si, ma ti sei anche sforzata di trovarmi una soluzione, e per questo ti ringrazio.-

-Prego maestà.- Poi anche lei sorrise.

Restarono in silenzio ancora per un po', nessuna delle due osò rompere quel momento di intesa che si era formato tra loro.

Forse siamo simili Si ritrovò a pensare, erano entrambe due donne umane che erano sopravvissute alla guerra, contro gli stenti e la fame. Ostinate e decise a fare quello che volevano.

Nasuada stava per dirle qualcosa quando la ragazza si congedò dicendo che doveva ritirarsi.

E lei si ritrovò sola, di nuovo.

Aveva paura della solitudine, da soli è più difficile dimenticare il passato, ti insegue e si infiltra in ogni pensiero. Ti rincorre qualunque cosa tu faccia, poi quando arrivi ad averne paura, come nel caso di Nasuada ti demoralizza.

La regina si prese la fronte tra le mani e cercò di scacciare i cattivi pensieri, ma non se ne andavano allora prese a recitare la poesia che le aveva insegnato suo padre quando era bambina.

Recitava i versi a memoria, sapendo ogni sillaba con sicurezza, con troppa sicurezza, ben presto non serviva più a niente.

Aveva bisogno di qualcosa di impegnativo da fare, in un angolo erano ammucchiati vari fogli di carta, ne prese uno con un pennino. Intinse la punta sottile nell'inchiostro nero ed iniziò a tracciare lunghe righe sul foglio bianco immacolato.

Si perse nel suo disegno, fino a che la vista non le si sfumò ed entrò nello stato dormi veglia, in cui era solita sostare da bambina, quando non sapeva cosa fare.

Battè le palpebre cercando di riaquisire la lucidezza necessaria per fare un bel dipinto, quello che vide la lasciò stupefatta. C'era il ritratto di un giovane uomo e lei lo sapeva chi era.. Lo prese e lo accartocciò disgustata da se stessa e dalla sua vulnerabilità.

Stette un lungo tempo immobile con le mani stese sul tavolo di fronte a lei i palmi all'ingiù, lo sguardo fisso, da folle, non si riconosceva più.

Senti il cigolio di una porta che si apriva accompagnata da dei piccoli passi, una piccola figura si mise di fianco al lei. Le prese il mento, costringendola a guardarla negli occhi violetti.

Era Elva.

-Nasuada, basta pensarci, tanto sicuramente tra poco tornerà, quanto credi che duri la sua gita in solitaria? E' umano anche lui.-

Quelle parole bastarono a farla tranquillizzare, quella bambina era il suo unico appiglio, per tornare in superficie.

La guardò gli occhi colmi di gratitudine, come sempre.

  
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