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Autore: Armida    10/05/2012    2 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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George e Angelina passarono prima a casa della ragazza per comunicare brevemente ai genitori che andava tutto bene.
Si smaterializzarono quindi nel salotto dei Granger e senza tanti problemi trascinarono via Hermione.
Terza tappa del viaggio fu ovviamente casa Dursley dove un annoiatissimo Harry sobbalzò alla loro vista. La sua reazione fu mite se paragonata a quella di Vernon che cominciò ad urlare come un pazzo. Grazie alle doti oratorie di Angelina ed Hermione, Harry riuscì ad allontanarsi da casa degli zii in breve tempo e senza passare per un maleducato.
Tutti e quattro insieme tornarono alla Tana. George si fermò davanti l'entrata.
"Andiamo per gradi" disse tentando di dare un ordine ai propri pensieri "Prima di tutto me e Angelina: siamo ufficialmente fidanzati, vero?"
La ragazza annuì lanciandogli un'occhiata obliqua: "Ci manca giusto l'anello" biascicò ironica.
"Anello, anello, anello. A-nel-lo. Ah, si! Tipo questo?" Domandò il rosso inginocchiandosi ai piedi della Johnson e tirando fuori dalla tasca una scatolina di velluto.
"Tu sei pazzo!" esclamò Angelina.
"No, solo previdente! Era scontato ci saremmo sposati! Sono morto per te..."
Hermione lanciò strabuzzò gli occhi in un'espressione interrogativa e Harry che scosse la testa: "Ti racconteremo dopo..."
"Tu non racconterai proprio nulla!" s'intromise George staccandosi dalle labbra di Angelina: "Ti sei perso un bel po' di avvenimenti, scappando da quegli zoticoni, mio caro. Ora ti chiamo Ginny, così ci parli velocemente e quando rientrate alla Tana vi racconto cosa è successo e quanto sono geniale"
Harry arrossì e si passò una mano tra i capelli: "Non me la sento di parlarle. Non ancora."
"Scherzi? Punto primo, non ti stavo chiedendo se volevi farlo, è un semplice ordine. Punto secondo, non hai tempo da perdere perchè Lord Voldemort è passato ma potrebbe caderti ora un ramo in testa che ti uccide. E tu vuoi morire senza aver vissuto l'amore perchè avevi bisogno di aspettare? Non c'è nulla da aspettare. Ti chiamo Ginny."
E così detto si infilò in casa trascinandosi dietro un'Angelina in preda ad un attacco di ridarella.
Dopo poco Ginny fu fuori.
Lo raggiunse a testa alta e lo fissò per alcuni interminabili minuti negli occhi.
"Auguri" borbottò infine.
"Auguri..."
"Ci ho messo del tempo del tempo per capirti, per capire cosa cazzo volessi. E ora lo so. Lo so perchè non ce l'ho più. Voglio te Harry. Mi sono abituata sempre alla tua assenza, alla tua lontananza, alla tua mancanza. Prima mi ignoravi, poi quasi di punto in bianco ti sei interessato a me, ma nonostante stessimo insieme avevi l'incredibile capacità di essermi mentalmente lontano, preso da altro. E poi sei ripartito, non c'eri, non eri fisicamente al mio fianco. Tornata ad Hogwarts dopo la guerra ero convinta di poter convivere ancora con la solitudine che la tua assenza mi regala. Sapevo di poterti avere sempre, dopo ogni passo. Mi sbagliavo. Quando ho capito di essermi creata da sola quell'aura di solitudine ho sentito vivo come non mai il bisogno di averti vicino a me; di vedere il tuo sorriso, le tue fossette, i tuoi occhi; di sentire il tuo profumo, la tua risata, la tua voce, il tuo alito caldo. Non sto tentando di giustificarmi, non avrebbe senso ora. Non mi pento di averti tradito, però, perchè questo mi ha permesso di capire quanto vali. Non volevo farti del male, sei il mio amore unico da sempre, sono stata solo stupida."
Hermione, che non aveva trovato un modo adatto per dileguarsi prima aveva ascoltato in silenzio il discorso dell'amica. Quando questa finì capì che davvero non poteva più rimanere lì e si allontanò sorridendo.
Harry l'avrebbe perdonata. Ginny sarebbe cambiata.
Doveva trovare un modo per sbloccare anche lei quella maledetta situazione schifosa che si era creata con Ron. Voleva avere il coraggio della più piccola dei Weasley ma sapeva che non ci sarebbe riuscita: aveva troppa paura della sua debolezza.
Il coraggio si scontra con l'orgoglio. Era una Grifondoro.
"George mi ha minacciato" borbottò Ron in piedi davanti a lei "mi ha costretto. Ma sarei venuto a cercarti lo stesso."
Hermione rimase in silenzio, la voce bloccata in gola. Non se l'aspettava.
"Io ho sbagliato con la mia insicurezza, con le mie paure, con l'ansia che ti ho messo addosso. Ma è difficile per me reggere il confronto con Krum, lo è sempre stato, lo detesto!"
"Ma sei uno dei salvatori del mondo magico..."
"E quindi? Cosa... Hermione che c'entra? Merlino! Sai che bello! Lui ha avuto il potere di catturarti il cuore per primo e a me questo interessa, non quanto vola veloce sulla scopa o quanti maghi oscuri ha annientato..."
"Ma cosa vai blaterando, Ron? Che non lo sai che mi piaci da sempre? Tu incredibile Troll!" Il ragazzo le lanciò uno sguardo torvo e Hermione si affrettò a continuare "Avrei dovuto dirti che sarebbe venuto, lo so. Ho pensato che il silenzio fosse meglio."
"Non lo è. Non lo è mai stato e non lo sarà mai."
"Hai ragione. Ho già ammesso le mie colpe potresti cercare di capirmi ora?" Ron le lanciò uno sguardo furente e tentò di ribattere ma Hermione si lanciò tra le sue braccia coinvolgendolo in un bacio appassionato. Il rosso strabuzzò gli occhi e si lasciò andare.
"Riprenderemo dopo il discorso" Biascicò, le labbra a pochi millimetri da quelle della ragazza che annuì vigorosamente prima di reimmergersi nel suo amore unico di sempre.
 

  
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