Hola!^^
Rieccomi con il secondo capitolo! So che non è degna di "E a me, del tuo
nome?" però, mi raccomando, recensite!!!^^ Bacini, Shi*
Capitolo 2.
Tante strade che conducono sempre allo stesso posto...
Orlando guardava quella ragazza con due occhi simili a due enormi
palle da bowling. Erano gemelle? Ma se non si rassomigliavano affatto! Questa
qui era molto più brutta, con un fiume di lentiggini e due occhiali da
secchiona. Avevano in comune solamente il codice genetico, niente di più.
"B-beh...v-visto che mia sorella non c'è...p-puoi pure
andare." Disse Katie, con la voce che le moriva in gola. L'aveva
riconosciuto all'istante. Lei, che era un'appassionata di cinema e libri, si
era vista almeno un centinaio di volte 'il signore degli anelli'.
"Sai quando torna?" Chiese, sfacciatamente. Era rimasto
molto deluso di non aver trovato Kelly in casa e, soprattutto, di aver dato un
bacio a quella racchia di sua sorella.
"E' a lezione, in questo momento. P-penso che dovrebbe
tornare tra poco." Continuava a coprirsi il volto con le mani. In quel
mentre, la porta si spalancò, lasciando intravedere la figura dell'altra
gemella. Si guardò un po' attorno, stranita dal fatto che ci fosse un uomo in
camera sua e poi, riconoscendolo, lo portò via di peso. Katie, che aveva
osservato tutta la scena inerme, aveva tirato un sospiro di sollievo.
"Si può sapere che diavolo ti è preso? Ti sembra questo il
modo di entrare nella vita privata della gente?!" Gli urlò, smanettando a
destra e sinistra.
"Quanto siamo permalose" Orlando le cinse i fianchi con
le braccia. "Eppure, l'altra sera, non mi sembravi così ritrosa." Di
tutta risposta, si beccò un ceffone.
"Bada a come parli, caro il mio sciupafemmine. Ciò che faccio
e, soprattutto, con chi lo faccio, non sono affaracci tuoi. Sono una donna, per
giunta libera, e faccio le cose solamente quando mi va di farle! Perciò, non
prenderti più il permesso di fare ciò che ti frulla per la testa! Specialmente
qui, all'università." Aveva cominciato a parlare con un tono di voce veramente
incazzoso (ci sta un po' male, ma rende l'idea!^^ NdShizuru117).
"Se sei lunatica, non dare la colpa a me! L'altra mattina,
quando mi sono svegliato, ho notato subito il tuo bigliettino. Pensavo che
fosse un invito per venirti a cercare!" Anche lui aveva assunto un tono di
voce piuttosto offeso. Dopotutto, era stata lei ad accettare di andare a letto
con lui.
"La prossima volta, vedi di farlo funzionare meglio quel
cervello! Sono venuta a letto con te, e allora? Io posso andare a letto con chi
mi pare e piace." Rientrò in camera, sbattendo la porta.
"Non finisce qui, cara la mia Kelly. Vedrai che non finisce
qui!" E se ne andò, arrabbiatissimo.
Il discorso che gli aveva fatto la ragazza, in effetti, era
piuttosto giusto. Essendo libera e maggiorenne, poteva fare ciò che più
l'aggradava, senza chiedere il permesso a niente e nessuno. Però, per Dio,
poteva trattarlo anche meglio! In fondo, era stato lui il coglione che era
andato a cercarla. Ormai era diventata una questione di principio, nessuna si
doveva prendere il permesso di trattarlo così. Camminando per il corridoio,
andò a sbattere contro qualche persona ma non si fermò neanche a chiedere
scusa. Intanto, Eric, che aveva assistito a tutta la scena da lontano, si
chiedeva cosa poteva essere successo a quel pezzo di pane di Katie. Dopo quello
sbadato errore, doveva andare a consegnarle il suo quaderno degli appunti, che
aveva dimenticato in aula. Bussò alla 247, sperando di non ricevere un coccio
di fiori in testa.
"CHE DIAVOLO VUOI ANCORA?" Aprendo la porta, Kelly aveva
continuato ad urlare. Quando si accorse che non era Orlando, si calmò subito.
"Scusami, ti avevo scambiato per un'altra persona. Che vuoi?"
"Katie?" Disse lui, confuso. Sembrava lei, ma molto
molto più bella.
"Ah, cerchi mia sorella. Un attimo che te la chiamo."
Sbattè la porta di nuovo, tanto che i capelli di Eric svolazzarono
per un po' al vento. 'Qui dentro, o sono pazzo io, o sono pazze loro' pensò,
facendo sbucare dalla testa un enorme punto interrogativo. Dopo qualche istante,
venne ad aprire l'interessata.
"S-scusami, i modi di mia sorella lasciano un po' a
desiderare. C-come mai mi hai cercato?" Questa volta era lei. L'aveva
riconosciuta subito, visto che aveva nascosto il viso non appena l'aveva visto.
"Ciao Katie. Senti, ti ho riportato il quaderno degli
appunti. L'avevi lasciato nell'aula, alla fine della lezione." Glielo
porse, gentilmente. Lei, piano, lo riprese e lo nascose dietro la schiena.
"G-grazie." Fece per richiudere la porta, quando le mani
di lui la fermarono.
"Aspetta, devi farmi un favore. Sto disperatamente cercando,
da più di un'ora, la biblioteca...mi ci puoi accompagnare?" La vide che
cercava di ritrarre la mano.
"N-no...per favore...l-lasciami..." Cominciava a
balbettare più del solito, sembrava paralizzata davanti a quel gesto. Non era
niente di importante, eppure, si era irrigidita talmente tanto da avere gli
occhi sbarrati.
"Andiamo, cosa vuoi che sia? Devi soltanto portarmi lì
davanti, prima che mi perda in questo labirinto."
"No!" In quel mentre, Eric l'aveva strattonata a tal
punto da farla cadere sulle ginocchia. Mentre succedeva questo, due ragazze
avevano cominciato a fare dei piccoli risolini e a dire qualcosa.
"Toh, il mostriciattolo è uscito dalla tana!" Lo dissero
ad alta voce, di modo che Katie lo sentisse bene.
"Santa blatta, e vieni fuori!" Le prese di peso e la
trascinò per tutto il corridoio, fino ad uscire.
La ragazza era rimasta sconvolta, allibita. Ognuno che la vedeva
passare la squadrava peggio di una tac e, i pochi uomini che la videro,
cominciarono a parlottare tra di loro. Katie, che nel frattempo avrebbe voluto
scomparire, stava cominciando a tremare dal terrore. Sapeva che le intenzioni
del ragazzo erano più che buone ma non voleva, non voleva essere vista, non
voleva essere osservata. Quando arrivarono in giardino, si fiondò giù dalle sue
braccia, nascondendosi dietro al primo albero che aveva trovato. Il ragazzo, un
po' spaesato da quello strano comportamento, mise le mani in tasca e si
incamminò verso di lei.
"Si può sapere che ti succede? Perchè cerchi sempre di
scappare?" La vide nascondersi dietro alle mani, per l'ennesima volta.
"E smettila di coprirti il viso." Si inginocchiò davanti a lei.
"Sono venuto a cercare te perchè sei l'unica che conosco, cara la mia
Katie Hilding. Devi solamente portarmi in biblioteca e, dato che in portineria
c'è quella vecchia rincitrullita, non vorrei di certo finire in chissà quale
posto!"
"N-non sei venuto p-per sapere di mia sorella?" Disse,
piano.
"Certo che no! Quella scalmanata di tua sorella l'ho vista
solo cinque minuti fa e, ti giuro, non mi ha fatto una bella impressione."
Si mise a ridere. "Dai, se tu sei la prima persona che ho conosciuto
dentro questa gabbia di matti! Sono appena arrivato e, capirai da te, che mi
trovo peggio di un pesce fuor d'acqua. Ho trent'anni e voglia di fare 0. Poi,
visto che mi hai dato l'impressione di essere molto brava, potresti aiutarmi a
studiare."
"M-ma tu fai biologia, non economia." Sorrise,
lievemente.
"Oh, finalmente ti vedo fare un bel sorriso. Tu quanti anni
hai Katie?" Domandò, molto più tranquillo nel vedere che si era rilassata.
"Ne devo f-fare venticinque questo autunno."
"Che anno frequenti?" La vide togliersi le mani dal
volto.
"L'ultimo, dovrei d-dare la tesi entro dicembre, s-sono
riuscita ad anticipare di un anno."
"Caspita!" Esclamò il ragazzo, visibilmente stupito.
"Ma ora sarà meglio smetterla con questo terzo grado, che poi ti faccio
anche sentire a disagio. Vogliamo andare a questa benedetta biblioteca, sì o
no?"
"V-va bene. Passiamo per un'altra strada, c-così entriamo
dalla porta secondaria." Si alzò e, dopo aver controllato che non ci fosse
nessuno, si incamminò.
Da quello che aveva visto Eric, Katie doveva essere proprio una
ragazza molto timida. Per strapparle due parole aveva dovuto faticare come un
matto. E poi, in fondo, non era così male. Sembrava molto tranquilla e posata,
con l'unica pecca di balbettare un po' troppo. Camminava tutta ricurva, per
nascondere nuovamente il volto. Senza contare che, vestita con quegli abiti
larghissimi che aveva, sembrava ancora più brutta di quella che non era in
realtà. Cielo, non è che fosse bella, però poteva pur tenersi meglio. Se
soltanto fosse stata affascinante come la sorella...allora sì che sarebbe
andata bene. Pensando a questo, non si accorse di essere arrivato davanti ad un
edificio molto vecchio rispetto all'università, di mattoni, immerso in
un'ambiente quasi agreste. Era circondato da alberi e fiori che, tutt'intorno a
loro, lasciavano un delicato profumo. Vide la ragazza bussare, molto piano, e
una donna sui quaranta andò ad aprirle.
"Che bella sorpresa vederti, Katie." Le diede un bacio
sulla guancia. "Hai finito di leggere 'guerra e pace'?"
Il volto del ragazzo divenne paonazzo. 'Guerra e pace? Ma non era
quel mattone tremendo di mille e passa pagine?" pensò, strabuzzando gli
occhi.
"No, signorina Isherwood. Sono arrivata solo a metà a causa
del mio prossimo esame." Sembrava che la conoscesse molto bene.
"Tu, invece, chi sei? Come mai sei con lei?" Il tono di
voce della donna era diventato stranamente ostile.
"Non si preoccupi, mi ha chiesto di accompagnarlo qui perchè
è appena arrivato. Non è uno di loro..." La ragazza le prese una mano, per
calmarla.
"Ha ragione Katie, sono io che l'ho costretta a venire qui!
Se non sono il benvenuto, ripasso un'altra volta." Fece per andarsene,
quando la signorina Isherwood lo richiamò.
"Se ha detto che non sei uno di 'loro', allora puoi
venire." E aprì la porta, invitandoli ad entrare.
La biblioteca doveva essere molto vecchia, a giudicare dai tanti
volumi che si potevano trovare sugli scaffali. Tolstoj, Shakespeare,
Hobbes...un professore di lettere antiche avrebbe dato un polmone per avere uno
di quei libri. Girovagò per un po', senza meta, finchè non trovò la sezione che
lo interessava: 'Scienze naturali e studio della biologia'. Tirò fuori qualche
libro e lo osservò un po', prima di aprirlo. Sembrava quasi nuovo, non aveva
neanche una parte rotta o magari usurata. Fece per chiedere alla signora
Isherwood quando vide la donna, assieme a Katie, davanti ad un piccolo
armadietto. Si avvicinò, senza farsi sentire, per poter origliare.
"Prendi qualcosa anche questa volta?" Chiese la donna.
"Mi piacerebbe poter prendere 'Otello' ma, non lo so, forse
sono più propensa a prendere 'la mandragola'. Lei cosa mi consiglia? Il fatto è
che non vorrei andare a tuffarmi in cose troppo vecchie." Rispose,
titubante.
"Perchè non provi 'Notre Dame'? Anche se non è teatrale, è
sempre un buono spunto. Su, avanti, portalo via."
"Forse sto approfittando un po' troppo della sua gentilezza.
Davvero posso?"
"Ma certo che puoi, non sono domande da fare."
Eric se ne andò quasi subito, sentendosi di troppo in quella bella
scenetta. Eppure, da quello che aveva visto, Katie frequentava economia...che
c'entravano tutti quei libri di letteratura? Magari aveva l'hobby di leggere,
era possibilissimo. Se ne tornò al suo bel volume, che titololava
'l'evoluzione', che lo stava chiamando, sconsolato. L'idea di farsi una
mangiata di biologia non è che lo esaltasse molto. Però, da quando recitava in
CSI, aveva avuto l'idea di ritornare all'università, avendo provato cosa voleva
dire essere un tecnico di laboratorio. Andò alla cattedra, per farsi segnare.
"Signorina Isherwood, vorrei prendere questo in prestito."
La vide sbucare da un angolino.
"Bene, riportalo il mese prossimo." Disse, secca.
"Se per allora non sarai riuscito a studiare, verrai qui e ti farai
prolungare il prestito. Intesi?"
"Sì. "Girandosi, notò che Katie era vicina a lui.
"F-finito?" gli domandò, guardando per terra.
"Già. Senti, io adesso devo andare. Grazie di tutto
e..." fermò il discorso a metà.
"C-che c'è?"
"ehm...non so come dirtelo...tua sorella che facoltà
frequenta?" A questa domanda, vide Katie sospirare.
"Giurisprudenza, quarto anno. Se vuoi s-saperlo, stasera è
libera." Stava ricominciando a tremare.
"No, ma cosa vai a pensare! Era per curiosità, tanto per
sapere!" Cercò di giustificarsi. "Tu, piuttosto, stasera uscirai con
le tue amiche, no?"
"N-non ho amici..." Si stava di nuovo nascondendo.
Eric si era sentito proprio un verme. Aveva fatto la figura del
solito cretino che aveva chiesto informazioni su una ragazza alla persona
sbagliata. Doveva cercare di farsi perdonare, o perlomeno di glissare.
Dopotutto, era un attore.
"Il fatto è che...beh, se non hai impegni, perchè una queste
sere non vieni a bere un caffè con me?" Era stata la prima cosa che gli
era venuta in mente.
"Sei d-davvero sicuro?" Lei sembrava molto stupita.
"Ma sì! Allora, che mi dici?"
"V-va b-bene."
Ecco, l'aveva fatto. Invece di cercare di invitare fuori Kelly, si
era messo nel pasticcio di uscire con Katie. Con la vitalità che aveva, sarebbe
di sicuro stata una serata INTERESSANTISSIMA...
CONTINUA...