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Autore: Shizuru117    01/05/2004    22 recensioni
Cosa hanno in comune Orlando Bloom ed Eric Szmanda? Niente...a parte la stessa fidanzata!! Un ritorno all'università, tra situazioni equivoche e confusioni indecenti!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

Prometto di non scocciarvi troppo con le mie note, in questa storia. Innanzitutto vorrei ringraziare Kristel, che mi sarà sicuramente d'aiuto (non è vero?^^) e poi, al solito, chiunque sarà così di buon cuore da voler recensire. Questa volta ho voluto fare qualcosa di diverso, mettendo nella fic anche un attore che, a mio modesto parere, è molto carino (ma, purtroppo, sconosciuto). Passo la parola a voi e...buona lettura!!!^^ Bacini, Shi*

 

Capitolo 1.

Incontri.

 

A volte, le situazioni più strane, sono create da eventi che, al momento, non sembrano nè importanti nè influenti. Chi di voi non si è mai chiesto cosa succederebbe se, per caso, potesse tornare indietro e cambiare qualche scelta? Tutti, credo. Eppure, anche il celebre detto lo dice: mai piangere sul latte versato. Quella che doveva essere una semplice serata di lavoro, infatti, si sarebbe tramutata in qualcos'altro.

 

Come suo solito, Kelly era uscita di casa con lauto anticipo, con la speranza di trovare il tempo di preparsi. Era una ragazza molto bella: alta, slanciata, dei lunghi capelli biondi fin sotto le spalle, occhi verdi e un fisico da mozzare il fiato. Adorava vivere con i suoi mezzi e, proprio per questo, passava da un lavoro part time all'altro. Quella volta le avevano offerto di fare da cubista in una nota discoteca inglese, la Formula One. Era un posto abbastanza tranquillo, anche se molto frequentato. Delle volte, capitava pure che ci fosse qualche personaggio famoso, a causa della bellezza delle barman o delle ballerine.

 

Arrivò in camerino verso le 22.00, assieme a tutte le altre. Quella sera c'erano all'incirca trenta ragazze, quasi tutte studentesse universitarie. Anche Kelly era lì per lo stesso motivo, quello di trovare dei fondi per finanziarsi gli studi. Frequentava la facoltà di giurisprudenza e, dato che la retta era piuttosto alta, i soldi che le mandavano i suoi genitori non erano sempre sufficienti. Si era tolta velocemente il suo vestito leggero, indossando una minigonna nera, di pelle, un top attillato e un paio di stivali neri dal tacco alto. Ancora non era arrivato nessuno e, di conseguenza, si era messa a discutere un po' con le altre che si trovavano lì, assieme a lei.

 

"Ehi, tu, Black Lady" Disse una, indicando Kelly "Come mai questo abbigliamento da donna sadomaso?"

 

"Veramente, non lo trovo affatto sadomaso. A me piace mettermi in mostra, per questo ho scelto questo completo." Rispose, sorridendo.

 

"Secondo me è un po' troppo volgare." Si intromise un'altra, scarrozzando alcuni bicchieri.

 

"A me piace essere un po' volgarotta..." Si mise un dito in bocca. "E' così che si abbordano gli uomini, ragazze mie. Non voglio di certo relegarmi dietro ad un bancone, ad ascoltare le proposte più assurde. Preferisco di più recitare una parte...attiva!"

 

"Sei nuova, dell'ambiente?"

 

"Sì. Ho accettato questo lavoretto per pagarmi l'esame di diritto commerciale. Il prof. Galsworhtly è una vera pizza, mi mancano ancora tre lezioni per potermi presentare all'esame. Quello là pretende pure che mi ricordi tutto il codice civile a memoria...è completamente pazzo!"

 

"Me lo ricordo. Io ho avuto lezione con lui quasi un anno fa. Anche se è molto severo, è veramente bravo. Per prendere più di 24, basta che ti presenti in sede di esame con degli abiti succinti; gli piace da matti spogliarti con lo sguardo."

 

"Ragazze, smettetela di cincischiare. Tutte al lavoro, svelte!"

 

Il proprietario, un uomo sulla cinquantina, aveva esortato tutte quante ad andare al loro posto, dando ad ognuna una sonora pacca sul sedere. Al Formula funzionava così. A mezzanotte era già pieno di gente, chi era ubriaco, chi era ancora sobrio, chi con la ragazza, chi con gli amici, insomma, ce ne erano di tutti i tipi. Kelly, in ogni caso, dalla sua postazione 'elevata', aveva già individuato un bel ragazzo. Alto, capelli scuri, occhi scuri, un bel sedere e un fisico niente male. Aveva continuato a fissarlo per tutta la serata, lanciandogli delle occhiatine languide e leccandosi, puntualmente, il labbro superiore. Lui, che di certo stupido non era, si era accorto di aver attirato su di sè innumerevoli attenzioni. Quando Kelly scese, per dare il cambio ad un'altra, si diresse subito verso l'oggetto dei suoi desideri. Non appena fu sufficientemente vicina, andò a parlargli.

 

"Ciao biondona, come va la vita?" Chiese lui, appoggiandosi ad una sedia, sorseggiando della birra.

 

"Benissimo, dopo averti visto. Allora, ti piace guardarmi mentre ballo?" Quando voleva, sapeva farsi desiderare.

 

"Certo, il tuo corpo è talmente bello e sensuale che mi verrebbe voglia di toccarlo tutto, da cima a fondo..." Si avvicinò, poggiando una mano sulle sue spalle.

 

"Anche io vorrei scrutare ogni centimetro della tua pelle, ma ora devo tornare al lavoro. Starai qui fino alla chiusura?"

 

"Se è per una bellezza come te, sicuramente."

 

"Allora ci vediamo dopo." Lo afferrò per la maglietta e gli stampò un profondo bacio sulle labbra.

 

"A dopo, mia bellissima regina."

 

Quel povero ragazzo, naturalmente, era rimasto veramente sorpreso dall'atteggiamento spigliato di lei. Sì, insomma, sembrava a tutti gli effetti la classica ragazza facile che si poteva incontrare a scuola. E, come al solito, sarebbe stata tante parole e niente fatti. Poco dopo, arrivò anche un suo amico che, ovviamente, aveva visto l'intera scena da lontano.

 

"Allora, abbiamo già fatto colpo su quella bella cubista? Mi è sembrata una tipa piuttosto diretta..." Esclamò, mettendosi a ridere.

 

"Sarà anche diretta, però è un gran bel pezzo di figliola. Cavoli, mi ha praticamente invitato ad andare a letto con lei."

 

"Sempre il solito culo rotto! Ma è mai possibile che le più bone te le prendi sempre tu?"

 

"Che ci vuoi fare, Dom, è destino...tu sei un perdente, al contrario del sottoscritto."

 

"Vaffanculo Orlando!" Disse Dominic, prima di andare ad ordinare un whiskey, doppio.

 

La serata, ad ogni modo, volse presto al termine. Kelly, occasionalmente, osservava il ragazzo, senza nè remori nè paura. Un po' lo intimidiva, questo atteggiamento provocante, tanto da metterlo in imbarazzo, delle volte. Alle 4.00, la ragazza si diresse nei camerini, a cambiarsi per rimettere i suoi vestiti, di certo più comodi e sobri di quelli che aveva indossato fino ad ora. Si struccò, velocemente, lasciando il suo viso pulito e liscio, ma pur sempre bellissimo. Prese la borsa e si diresse verso l'uscita. Non appena attraversò la porta, sentì suonare un clacson dietro di lei. Si girò istantaneamente, già pronta a mandare a quel paese quella persona così irritante finchè, contenta, notò che era il ragazzo che l'aveva abbordata qualche ora fa.

 

"Dove vai, tutta sola, a quest'ora della notte?" Domandò Orlando, con una punta di maliziosità nella voce.

 

"A casa, caro mio. Tu, piuttosto, mi stavi aspettando?" Kelly era abilissima nel parlare, quasi fosse stata una macchina addestrata a questo.

 

"Ma come siamo presuntuose?! E se stessi aspettando qualcun altro?"

 

"A meno che non reputi quelle racchie delle mie compagne di lavoro più belle di me...cosa alquanto difficile. Non per vantarmi, ma credo di essere l'unica decente, in questa specie di bordello."

 

"Allora che intenzioni hai? Mi concedi di darti un passaggio?" Si sporse un po' dal finestrino, avvicinandosi al suo volto. "Ma è di sola andata...per casa mia." Disse, infine.

 

"Se hai un bel letto comodo e un buon quantitativo di preservativi, è fatta." Le spalancò la portiera. "Bene...nome?"

 

"Orlando Bloom, ma puoi chiamarmi solo Orlando."

 

"Bene...Orlando" Salì, senza sapere quale fosse realmente la meta. Però, era cosciente di quello che stava per fare: sesso.

 

Fu, senza dubbio, una serata indimenticabile. La casa di Orlando era molto grande, isolata, con un bel lettone a due piazze, tutto per loro. Doveva ammetterlo, la sua performance era stata ammirevole. L'avevano fatto tre volte, senza interrompersi neanche per cinque minuti. La mattina, alle 9.00, Kelly si alzò senza farsi sentire e lasciò un bigliettino sopra al comodino con scritto: Ottimo lavoro, complimenti! Kelly. Niente di più, niente di meno. Le piaceva molto avere delle relazioni di sesso, ma non dovevano sfociare assolutamente in niente di più. Voleva essere libera e, di conseguenza, fuggiva sempre dalle relazioni troppo lunghe e noiose. Le piaceva sentire quella pulsione che soltanto un nuovo amore può darti. Si incamminò velocemente verso l'università, nella speranza di fare in tempo per la sua lezione di diritto.

 

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Era già da un po' di tempo che Eric Szmanda era stato tentato di continuare i suoi studi di biologia. Dopo aver recitato in CSI, poi, la sua voglia era addirittura aumentata.  Certo, aveva quasi trent'anni suonati, però gli era dispiaciuto molto lasciare l'università per andare a scuola di teatro. Era davanti alla Tennyson University, a Londra, con i suoi libri in mano. Si sentiva un po' stupido vedendo che, tutto intorno a lui, giravano dei ragazzi che avevano appena finito le superiori mentre lui...beh, le aveva finite da un pezzo. La sua prima lezione si sarebbe tenuta proprio quella mattina, con il prof. Langton. Andò alla reception, per sapere in che aula fosse.

 

"Mi scusi" Chiese all'attempata inserviente. "Sa dirmi dove devo andare per la lezione del prof. Langton."

 

"Un attimo che guardo..." Disse con voce roca. "Dunque, dovrebbe essere alla 98b, secondo piano."

 

"Grazie mille."

 

Girò in lungo e in largo, mai si sarebbe aspettato che quell'università fosse così grande. Lui, che era sempre vissuto in America, aveva visto delle scuole molto diverse, sicuramente più moderne di quella in cui si trovava in quel momento. Dovette chiedere a due o tre persone di indicargli l'aula, tanto si era perso. Entrò senza bussare e riuscì a malapena a sedersi prima che il prof entrasse. Tirò fuori il suo block notes, per prendere gli appunti, e cominciò a scrivere. Tuttavia, dopo neanche cinque minuti, si era accorto che qualcosa non andava.

 

"Secondo la semplice sintesi di Samuelson, l'economia politica si pone tre domande fondamentali, strettamente collegate le une alle altre: che cosa, come e per chi produrre. La terza domando è, tuttavia, considerata dagli economisti in un suo specifico senso, che non riguarda tanto le scelte della produzione ma quelle della distribuzione della ricchezza creata dalle attività produttica. Per chi produrre assume..." Il professore aveva cominciato a fare alcuni segni alla lavagna, continuando a parlare.

 

Eric, un po' spaesato, chiese ad una ragazza vicino a lui dove fosse capitato.

 

"Scusa ma, questa non è la lezione del prof. Langton?" Domandò. Notò che lei aveva già riempito un foglio di appunti. 'Caspita, proprio una secchiona dovevo incontrare' pensò.

 

"No...m-mi dispiace. Q-questa è la lezione del prof. Sangton." Aveva parlato a bassissima voce. Si era girata pochissimo e, subito dopo, si era nascosta il volto sotto la lunga frangetta. Aveva dei capelli biondi raccolti in una coda bassa, degli occhiali abbastanza spessi e una marea di lentiggini nelle guancie.

 

"Come sarebbe a dire? Ma, allora, questa non è la facoltà di biologia?"

 

"No...è economia e commercio."

 

"Allora che cavolo mi ha detto quella della reception?!" Vide lei emettere un leggero risolino.

 

"La signora Gower è un po' distratta. Si sarà confusa, lo fa spesso." Aveva tolto le mani dal viso, mostrando due bei occhi color ghiaccio.

 

"Accidenti, adesso mi toccherà andarmente." Fece per farlo, quando lei lo fermò.

 

"Non ti conviene. Il professor Sangton è molto permaloso, non vuole che si arrivi in ritardo...tantomeno uscire in anticipo." Era visibilmente preoccupata per lui. Teneva ancora la testa bassa, per non farsi vedere.

 

"Allora...sono proprio nei guai. Tu sei?" Le sorrise, come solo lui sa fare.

 

"...ehm...c-chiamami Katie." Era arrossita.

 

"Benissimo, io sono Eric. Piacere." Tese la mano per salutarla, ma lei non ricambiò il gesto.

 

"P-piacere."

 

"Voi due, lassù. Anche se la mia lezione non è interessante, siete comunque pregati di fare silenzio!" Urlò il professore, indicandoli con la sua bacchetta. Eric notò che Katie si era nascosta ancora di più.

 

"V-vorrei seguire la l-lezione...se non ti spiace." Disse, infine.

 

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Orlando era rimasto molto affascinato da Kelly, tanto che per lui stava quasi diventando un'ossessione. Non aveva nessun indizio per poterla trovare e così, quel pomeriggio, come ultima spiaggia, andò dal proprietario del Formula One. Lui, un po' ritroso a dare delle notizie delle sue dipendenti, disse soltanto due cose: Kelly Hilding, Tennyson University. Il ragazzo, senza farselo ripetere due volte, prese la macchina e si indirizzò verso la scuola. La conosceva molto bene, non era molto distante dalla sua casa di Londra. Parcheggiò alla meno peggio e si diresse verso la reception, per sapere il numero di camera di quella ragazza.

 

"Mi scusi" Chiese, molto impazientemente. "Sto cercando una certa Kelly Hilding, sa dirmi dov'è?"

 

"Certo che lo so, la maggior parte delle volte che mi chiamano è per sapere dove sia. Dormitorio H, camera 247"

 

Orlando non la ringraziò nemmeno e corse fuori, a cercare l'edificio. Lo trovò in un attimo e, dopo aver fermato una ragazza, trovò la fatidica camera 247. La porta era aperta e, con suo grande piacere, vide una sagoma con una folta chioma bionda seduta alla scrivania. Si avvicinò, furtivo e, senza che lei riuscisse a dire qualcosa, la baciò. Vide lei sussultare a quel contatto ma, quando volle 'inserire' la lingua nella sua bocca, la vide staccarsi, tremante.

 

"Ma si può sapere che..." Non riuscì a finire la frase che, con suo grande disappunto, si accorse che quella ragazza non era la sua femme fatale. "...Kelly, dove sta Kelly?"

 

"Sarà la centesima volta che succede!" Esclamò lei, al colmo dell'imbarazzo. "Io non sono Kelly...sono Katie. Kelly è la mia sorella gemella."

 

CONTINUA...

  
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