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Autore: _TaylorMomsen_    11/05/2012    5 recensioni
Sul grande letto a baldacchino, attorniato da cuscini e coperte,giaceva il corpicino di un bambino dai capelli scuri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un bambino allegro e spontaneo,un padre felice all’apparenza,ma devastato dentro. Emozioni contrastanti,grandi lotte nel cuore di Kaname che lo stavano inaridendo. Ma lui non lo stava dando a vedere, soprattutto a suo figlio di 6 anni. Già… erano già passati sei anni… In un battito di ciglia.
 
Si era ripromesso che non si sarebbe mai legato a qualcuno, dopo che i suoi genitori lo avevano abbandonato ed etichettato come “mostro”,come stavano facendo tutti gli umani,d'altronde. Tuttavia suo figlio, vivace e sorridente, stava riuscendo a trasmettergli almeno un po’ di gioia e subito si ridestava dai suoi pensieri cupi e tristi.
 
 
 
 
 
 
 
“Papà?!”
 
 
 
 
 
 
 
Kaname si era girato subito,guardando Daisuke negli occhi. Era nel salotto,mentre stava sorseggiando un po’ di acqua con qualche pasticca ematica sciolta dentro: le aveva appena create.
 
 
 
 
 
 
 
“Dimmi…”
“Mi sono fatto male con la spada che stai costruendo…”
 
 
 
 
 
 
 
Il vampiro aveva sospirato,ecco cos’era quel lieve odore di sangue,si era detto. Aveva preso una soluzione giallognola dentro una provetta di vetro e vi aveva imbevuto una benda.
 
 
 
 
 
 
 
“Ti ho detto mille volte di non entrare lì dentro perché è pericoloso!”
 
 
 
 
 
 
 
Aveva esclamato sospirando: non riusciva ad arrabbiarsi con lui, gli era impossibile. Stava ammirando suo figlio: sapeva bene che la ferita gli stava facendo male,ma lui non stava dando alcun segno di sofferenza. Impassibile e fiero.
 
 
 
 
 
 
 
“Non versi una lacrima,eh?”
“I vampiri non versano lacrime: noi siamo forti.”
“E cosa te lo fa pensare?”
“Beh,perché noi viviamo in eterno!”
 
 
 
 
 
 
Kaname aveva sorriso di fronte all’ingenuità di suo figlio. Lo aveva preso in braccio e lo aveva adagiato sul tavolo,continuando a medicarlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Ti svelo un segreto: noi siamo molto più deboli di quanto credi!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli aveva detto Kaname cercando di farlo sembrare un gioco. Daisuke non era stupido e di certo non poteva lasciar correre così, come se niente fosse. Allora,spinto dalla sua innata curiosità,gli aveva domandato
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“E perché dici così,papà?”
 
 
 
 
 
 
 
 
Kaname aveva trattenuto a stento una risata.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Semplice: conoscevo due signori,i genitori di uno dei miei amici. Erano persone in gamba! Quando hanno avuto la loro erede, una bella femminuccia, si sono subito accorti che c’era qualcosa che non andava… lei era… diversa. Si erano accorti che non voleva il latte materno,ma sangue. Sapevano che era un mostro,ma era la loro unica figlia,così fino alla loro morte l’avevano allevata.”
“Cosa vuoi dirmi,papà?”
“Semplice Daisuke: gli umani sono molto più forti di noi… quando sarai più grande forse riuscirai a comprendere le mie parole…”
 
 
 
 
 
 
 
 
L’aveva messo giù ed aveva fissato l’orizzonte: il sole stava per nascere.
 
 
 
 
 
 
 
 
“E’ ora di andare a dormire,Daisuke!”
“No papà!! Voglio che tu mi racconti qualcos’altro!”
“E cosa?”
“Per esempio… qualcosa su mamma!”
 
 
 
 
 
 
 
 
A sentire quella parola,Kaname si era incupito ed aveva avuto un sussulto al cuore. Neanche un’eternità sarebbe bastata a curare le sue ferite. Ma Daisuke non stava capendo il perché di quello strano comportamento da parte del padre. Kaname lo aveva preso in braccio e si era seduto sul divano,appoggiando il figlio sulle sue ginocchia.
 
 
 
 
 
 
 
“La mamma… la mamma era una bellissima donna,dai lunghissimi capelli biondo cenere e dagli occhi limpidi… dolce e comprensiva,ma forte e decisa…”
“Perché non è qui con noi?”
 
 
 
 
 
 
 
 
Quel bambino gli stava facendo del male,inconsciamente. Il Sangue Puro,tuttavia,non stava battendo ciglio,ma non poteva dire ad un bambino di 6 anni che la mamma si era suicidata! Così aveva gli aveva detto
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Beh,la mamma non è qui perché ora fa parte della natura!”
“In che senso,papi?”
 
 
 
 
 
 
 
 
“Papi”… lo aveva fatto sorridere il modo in cui lo aveva detto suo figlio. Si era alzato,sempre con Daisuke in braccio,e si era diretto verso una delle grandi finestre della villa,che successivamente aveva aperto,mentre il vento di primavera era entrato prepotentemente nella residenza,portando la fragranza di fresco e fresie.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Senti il sibilo del vento? E’ la tua mamma che ti parla!”
“Davvero?!”
“Si! Devi solo desiderare con tutto il tuo cuore di sentirla e lei ti parlerà!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Daisuke si era concentrato al massimo,con scarsi risultati. Si era arreso ed aveva abbracciato il padre,che stava ridendo sommessamente.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Per ora voglio ascoltare solo te!”
 
 
 
 
 
 
 
 
Kaname si era stupito a quell’esclamazione,ma aveva abbracciato il bambino,stringendolo a se.
 
 
 
 
 
 
 
“Andiamo a dormire,ora…”
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed aveva chiuso la finestra,cullando il figlio come quando era piccolissimo.
 

   
 
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