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Autore: scheggia18    11/05/2012    1 recensioni
Allison è la protagonista di questa storia. Una ragazza interessata allo studio, alla lettura e alla sua amica Francine. Ma è proprio nella monotonia di tutti i giorni che accade qualcosa di inaspettato che può cambiare il corso dei giorni. Sarà allora che dovrà scegliere tra il “tenere i piedi per terra” o vivere una vita diversa, piena di avventura, emozione e passione. Ma si tratta realmente di una scelta? Forse in cuor suo Allie l’ha sempre saputo da che parte stare…
“Francine prese il quaderno degli appunti e copiò alcune cose sul suo quaderno e io uscii il mio piccolo album dove racchiudevo alcuni schizzi.Mi piaceva stare seduta li, con la mia migliore amica e racchiudere in un disegno le scene che vedevo […] Ma in quel momento mi colpì in particolare una scena: c’era un ragazzo in lontananza che stava steso su una panchina, con dei fogli che gli coprivano il viso e il fodero di una chitarra appoggiata addosso a lui. Alcuni piccioni gli giravano intorno, come se fosse un corpo abbandonato. Così presi il mio gessetto e decisi di raffigurare quell’immagine…”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VIII CAPITOLO

“Questo è troppo corto, questo è troppo semplice, mmh… questo troppo impegnativo! Vediamo un po’ cosa c’è qui”
Aprii tutti i cassetti e ne feci uscire magliette di tutti i colori e fantasie. Aprii l’armadio e lo svuotai. Quando finii mi girai verso il letto e rimasi senza parole. Non sapevo di avere tutta quella vasta scelta, eppure ero indecisa e mi sembrava di non avere niente da mettere o meglio, niente che poteva andare per quella serata.
Non avevo idea di dove mi avrebbe portata Thomas. Conoscendolo almeno un po’ avrebbe optato per  quelche locale “In” oppure mi avrebbe portata al cinema. Di solito si svolgono lì i primi appuntamenti. Ma in realtà non ero certa di ciò che sarebbe successo. Da un lato desideravo tanto poterlo rivedere e scoprire le sue vere intenzioni, dall’altro lato invece non mi interessava.Pensavo che dandogli questa opportunità lui si sarebbe illuso di avermi in pugno e che bastava una chiamata per farmi cadere ai suoi piedi.Ma immaginare la serata non mi sarebbe stato d’aiuto, così decisi di lasciar perdere e concentrarmi sull’abbigliamento da adottare.
Mi voltai di nuovo verso il letto ricoperto di robe e dissi sbuffando.
“E ora pensiamo a noi”
 
Presi la borsa e le chiavi e mi diressi verso la porta.
“Mamma faccio tardi oggi”
Non feci in tempo a uscire che mi bloccò davanti alla porta
“Dove devi andare così?”
Alla fine avevo messo i pantaloncini di jeans, sopra una canotta bianca, degli stivali senza tacco e una giacca di lana beige.
Ero molto casual e rispecchiava il mio modo di vestirmi. Non avevo nessuna intenzione di vestirmi come il nostro primo incontro, quello fu solo un caso e doveva sapere che non mi ero preparata molto per la serata. Del resto dovevo andare al negozio e quindi non potevo passare tutto il pomeriggio vestita di punto per poi uscire.
Mi guardai seguendo lo sguardo di mia madre.
“Cosa c’è che non va?”
Le dissi delusa. Ero sempre insicura di me e prima di prendere una scelta ci mettevo tanto, anche troppo, tempo.
“Così devi andare a lavoro?”
Annuii e la guardai alzando le sopracciglia.
“Certo, poi esco direttamente”
“Ma non porti le calze?”
Mi guardò le gambe nude e subito me ne vergognai. Detestavo dare tante spiegazioni, soprattutto detestavo i modi che aveva mia madre di mettermi in imbarazzo. Ogni volta che mi vestivo lei era lì che controllava e dava le sue opinioni sul mio abbigliamento. Non le piaceva che ero così sportiva ma sapeva bene che non poteva farci nulla.
“No, oggi fa caldo! Non farmi perdere tempo per favore, devo andare ad aprire il negozio. Ci vediamo stasera, anzi non mi aspettare in piedi farò tardi”
Cercai di liquidarla con la scusa del negozio. Ero certa che non mi avrebbe trattenuta.
Decisi di non prendere la macchina e fare due passi a piedi. Il tempo era bellissimo, c’era un sole caldo e si respirava un odore piacevole dei fiorni primaverili.
Il negozio era aperto quindi zia Carol era già arrivata.La trovai infatti, a sistemare i nuovi arrivi negli scaffali. Io ne avevo definiti una buona parte ma erano rimasti ancora alcuni scatoloni. Poggiai la borsa dietro al bancone e mi precipitai ad aiutare Carol.
“Ciao cara.”
Mi disse appena si accorse della mia presenza.Presi i maglioni che aveva in mano, lei era sopra la scala.
“Zia non è meglio che salgo io sulla scala? Magari me li passi tu i maglioni”
L’aiutai a scendere. Ormai il pancione era evidente e lei aveva problemi a sopportare quel peso che la spingeva in avanti facendole male la spalla.
“Dai siediti ci penso io”.
Il pomeriggio fu più movimentato del solito. Ci furono molti clienti che mi tennero occupata sia nel reparto maschile che in quello femminile. Carol mi diede una mano ma io cercavo di fare tutto da sola per non farla stancare troppo. Verso le 19:00 venne suo marito che aveva smesso di lavorare e dicisero di andar via insieme (anche se zia non era del tutto convinta).
Mi ritrovai nuovamente sola e senza far niente. Il primo pensiero che mi venne in mente fu quello di chiamre Francine. Non sapevo cosa dirle, non mi andava di parlarle di ciò che era successo la mattina ma da un lato avevo voglia di condividerlo con lei. Alla fine decisi di non telefonargli e mi tenni occupata uscendo e piegando le robe. Mentre sistemavo i vestiti nel reparto femminile ne vidi uno che mi piacque particolarmente.Era un vestitino corto da sopra le ginocchia color rosa shocking. Uscii fuori per controllare se veniva qualcuno, quando vidi che nessuno passava da quelle parti chiusi il negozio a chiave. Presi il vestito e me lo provai senza andare nel camerino. Mi guardai allo specchio e stranamente mi stava d’incanto. Ero sempre troppo magra e quindi i vestiti addosso a me perdevano molto. Negli ultimi anni avevo preso un po’ di chili che rendevano il vestito perfetto su di me. Il colore mi donava, l’unica cosa che non andava bene era il modello. Troppo corto per i miei gusti. Aveva l’apertura avanti e ad ogni passo si apriva mostrando le cosce.
Mi sentii tentata nel volerlo indossare per la serata, poi il giorno dopo lo avrei riportato indietro. Mi guardai ancora allo specchio e feci alcune mosse da diva sentendomi stupida al tempo stesso. Sciolsi i capelli e sfilai a piedi nudi nel negozio.
Ad un tratto sentii bussare alla porta. Mi venne un colpo e il cuore inziò a battere più forte. Non trovavo i pantaloncini.
Bussarono di nuovo.
“Un attimo”
Gridai.I pantaloncini non li trovai ma non potevo far aspettare ancora dato che continuavano a bussare.Così mi affacciai dalle tendine con la speranza che non fosse zia Carol e facendomi vedere dal cliente per farlo attendere.
Da dietro la tendina vidi un uomo alto che fissava da dietro i vetri. Riconobbi subito Tom e guardai l’orologio appeso, erano le 21.20.
Gli aprii la porta e lo feci attendere scappando nel camerino. Lui entrò confuso e divertito al tempo stesso.
“Arrivo subito”
Trovai i pantaloncini nel camerino e mi tolsi il vestito in fretta. Poi mi accorsi che non avevo la canotta.
“Maledizione! “
Dissi a voce alta, innervosita dalla situazione.
“Posso aiutarti?”
Disse Tom seduto du un divanetto.
“No grazie, ho quasi finito”
Andai nel panico e spiai dalla tenda in cerca della canotta bianca.
“Dove cavolo sta?”
Vidi una mano sbucare dalla tenda con in mano la canotta.
“Forse cercavi questa?”
Lui era girato da un’altra parte e io l’afferai subito indossandola.
“Dove stava?”
“Sotto i cuscini del divano”.
Uscii scalza e appena trovai gli stivali me li misi.
“Ma cosa hai combinato?”
Mi disse ridendo. Io avevo la testa bassa cercando di sistemare il vestito e appenderlo al suo posto.
“Ho provato un vestito”
Me lo sfilò dalle mani.
“Davvero molto bello. Non puoi mettere questo per stasera?”
Ero certa che non mi avrebbe fatto nessun complimento vestita con un pantaloncino e canotta. E devo ammettere che quello era il mio intento, non avevo nessuna intenzione di prestare troppa attenzione nell’abbigliamento. Avevo scelto un completo comodo e che andava contro lo stile di Tom.
“Quel vestito non è mio”.
Gli dissi prendendo la borsa e la giacca.
“Bè potrebbe esserlo adesso. Te lo compro io.”
Aggrottai la fronte e inarcai le sopracciglia.
“Grazie, ma non mi sembra il caso.”
“Perché no? Il negozio è aperto e io sono un semplice cliente”
“Per favore non insistere, non mi comprerai con un vestito. Sta iniziando male questa serata”.
Sospirò ma sembrava ancora convinto.
“Andiamo?”
Gli sorrisi evitando ulteriori situazioni di imbarazzo.
Lui mi ricambiò il sorriso e mi aiutò a chiudere il negozio.
“Cosa facciamo?”
Gli chiesi.
“Facciamo in modo che questo sia il nostro vero primo appuntamento”.
Lo guardai curiosa e lui in risposta mi abbracciò e ci incaminammo verso la direzione opposta da dove ci trovavamo. 

Buonaseraaa!
Scusate il ritardo ma ho una buona scusa (almeno credo).
Sono stata via per una settimana (come vi avevo detto) e poi ho iniziato a scrivere un altro libro a cui ci tengo in maniera particolare.
Ma non vi preoccupate "Forgiveness" ha la precedenza! 
Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? 
Descrive l'appuntamento con Tom e ho voluto dividerlo in due parti perché è lungo e sarà ricco di colpi di scena!
Avrete notato un'altro aspetto del carattere di Allie che sarebbe quello meno serio. Ebbene si, anche lei fa la stupida sfilando!
Il fatto del vestito "rosa shoking" è stata un'idea che mi è venuta guardando delle immagini su google.
Ho descritto un vestito che ho visto e c'era scritto che era proprio "rosa shoking" (scusate ma io non ne avevo mai sentito parlare).
Poi magari posso rispondere ad ogni vostro eventuale dubbio, come faccio sempre!
Volevo ringraziare chi mi aggiunge tra le preferite, seguite e da ricordare.
Ringrazio chi mi lascia un commento e in particolare ringrazio JunoEFP perché è sempre presente e perde un pò del suo tempo lasciandomi una recensione. Grazie davvero!
Alla prossima. (che non so quando sarà)
Un bacio e buona serata scheggia ;)
   
 
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