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Autore: timscrivello    11/05/2012    1 recensioni
Daniele Diaz è un poliziotto che ha sempre desiderato una vita facile, casi semplici e un percorso in cui il traguardo è una pensione presa facilmente. Ma arriva il caso della sua vita. Una corsa contro il tempo, una maledizione, e un serial killer.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque giorni prima della fine del mondo
 
Diaz si sedette sul suo letto matrimoniale. Quello stesso pomeriggio aveva abbandonato quel caso.
Trovava insopportabile tutto.
Non riusciva a capire quale mente brutale avesse potuto uccidere sua figlia e altre ragazze.
La vivisezione era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
La sua stanza era lugubre e spenta e, sua moglie già a letto da qualche ora nonostante fossero le dieci di sera, sembrava far parte dell'arredamento.
Aprì il terzo cassetto del comodino di fianco a letto e un odore di ricordi lo inondò. Sorrise lievemente.
Prese una scatola e la aprì.
Si ricordò il giorno in cui aveva compiuto cinquantadue anni. Lui e la sua famiglia erano andati a fare un picnic nel parco che si trovava a due isolati dalla loro casa. C'era ancora Chiara.
Il parco era veramente grande, presentava faggi, limoni ed eccezionalmente Salici piangenti che rendevano l'aspetto dell'ambiente circostante fermo nel tempo. A creare un forte contrasto erano i bambini che trascinavano i loro aquiloni nel vento e i giovani che lasciavano incisioni romantiche sulla corteccia di quell'albero secolare che sarebbe durato ancora più del loro amore.
Martina, sua moglie, teneva i capelli biondi legati con una treccia e rideva con Marco, il loro figlio più piccolo.
Chiara armeggiava col cellulare, ma contrariamente alle altre giovani insieme alle loro famiglie lei rideva, non teneva il broncio.
Era buona.
A ripensarci, la vedeva come una scena al rallenty.
Anche se era un picnic avevano preso il cibo al McDonald e, in fondo in fondo, non dispiaceva a nessuno.
Poi Martina si allontanò per qualche secondo, e ritornò con una torta.
La torta era al cioccolato, la sua preferita, e ne mangiarono gran parte, Chiara addirittura ne mangiò due fette.
Martina era un po' irritata perché Marco si puliva le mani sulla maglietta nuova.
Lui rideva di gusto. Era felice.
Anche Diaz era felice.
Sua figlia gli mise le mani agli occhi e gli disse di porgere le mani davanti a se.
Diaz lo fece, ma sentì ridere Chiara che non aveva pensato a come prendere il regalo se teneva le mani sul volto del padre. Risero e lui le fece il solletico.
Chiara prese la scatoletta e gliela porse.
Diaz la aprì.
Si trovò di nuovo nella sua stanza.
Dentro il contenitore c'era una catenina d'argento a cui era collegato un proiettile, sempre di argento.
Il proiettile entrava perfettamente nella sua Beretta 92, aveva persino l'innesco e detonante.
In quel momento si sarebbe potuto uccidere con quel proiettile e un giorno, se lo avesse dovuto fare, l'avrebbe fatto con quel proiettile.
Accarezzò il proiettile e lesse la dedica che la sua famiglia aveva lasciato impressa su quel proiettile: Al mio angelo custode.
Voleva morire.
Suonarono alla porta, maledisse chiunque ci si trovasse dietro ma aprì comunque.
Rimase impietrito.
Era Giovanni Sperino, il ragazzo del bar, ma gli ci volle un secondo per riconoscerlo.
- Signor Diaz, deve seguirmi, so chi ha ucciso le ragazze!- 
  
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