Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Paolina91    12/05/2012    3 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4

Dopo una serata passata in tutta tranquillità le ragazze si ritirarono nella loro stanza per dormire.

Hilaryera molto stanca.

Aveva lavorato tutto il pomeriggio con il suo gruppo di studio.

Dovevano preparare un progetto di scienze da presentare all’esame, ormai mancava poco e loro erano abbastanza in ritardo con i tempi.

Poi doveva controllare le ultime parti della sua tesina.

Aveva sviluppato un argomento che le interessava particolarmente.

L’importanza della comunicazione, ecco perché aveva fatto il liceo linguistico e perché voleva diventare una giornalista.

Ormai era esperta in quel campo, aveva letto tutti i libri possibili ed inimmaginabili.

Ma non si è mai troppo preparato, poi si era ritrovata in un ambito molto vasto e complesso.

Lei era fatta così le piacevano solo le cose complicate altrimenti non era contenta.

Insomma per lei era stata una giornata veramente pesante.

Anche per sua sorella lo era stata.

Fare le prove di danza l’aveva stancata moltissimo, ma lei non perdeva mai l’energia e la felicità.

Anche dopo una giornata stancante riusciva a fare ancora un miliardo di cose.

Da questo punto di vista l’ammirava tantissimo.

Era una ragazza solare, dolce, comprensiva e molto matura per la sua età.
Forse il suo carattere aveva un unico aspetto negativo: la pignoleria.
Tutto doveva essere perfetto.
L’unico aspetto su cui si somigliavano, se facevano una cosa doveva essere perfetta altrimenti niente.
Lo dicevano anche i genitori mai viste due sorelle tanto diverse.
E non solo dal punto di vista fisico.
Una bionda e liscia con gli occhi chiari, l’altra mora e riccia e occhi nocciola.
Lasciavano stupiti tutti quando dicevano di essere sorelle.
Poco dopo cullata dai suoi pensieri si addormentò.

**


La mattina seguente Honey si svegliò parecchio in anticipo rispetto al suono della sveglia.

Non sapeva esattamente il motivo ma si sentiva in piene forze, e aveva addosso un incredibile carica.

Non vedeva l’ora di poter comunicare alla sua amica che sarebbe andata al concerto con lei.

Ora che ci ripensava, sapeva che molto probabilmente sarebbe stata l’ultima occasione di uscita con la sua best friend, anche perché a giugno sarebbe tornata nella Grande Mela per sostenere il provino.

Si chiedeva se ce l’avrebbe fatta.

Sperava con tutto il cuore di si, ma sapeva che la concorrenza era agguerrita.

Doveva aspettarsi di tutto.

Ma quello che più la spaventava era di ricevere un no secco.

Cosa avrebbe fatto allora?

La sua vita era per la danza, e un rifiuto tanto importante le avrebbe tolto qualsiasi speranza.

Ormai era ora di alzarsi, si diresse verso il bagno per la solita doccia.

Accese la musica sulla sua stazione preferita, stavano passando proprio la canzone dei suoi nuovi idoli.

E bastarono quelle note di chitarra, basso e batteria insieme a quella voce perfetta per farle dimenticare tutti i brutti pensieri che le avevano affollato la mente fino a poco prima.

Corse in camera a vestirsi.

Pantaloni neri e aderenti che sottolineavano la sua vita magra, e le forme perfette.

Maglietta bianca abbastanza particolare, una spalla restava fuori, e l’altra manica era a tre quarti.

La sua maglietta preferita, aveva una scritta fatta con i brillantini rossi e verdi che recitava “J’e t’aime a la folie”.

Prese anche il giacchetto di pelle e scese di sotto a fare colazione.

I genitori erano già usciti per il lavoro.

Prese il solito succo all’arancia e la brioche.

Poi si avviò insieme alla sorella alla fermata dell’ autobus.


La solita giornata scolastica si preannunciò parecchio noiosa.

Ci furono due ore di assemblea scolastica.

Discussero riguardo alla festa di fine anno, e poi per l’organizzazione della consegna dei diplomi.

Era tutto così emozionante.

Honey si ritrovò a pensare che però avrebbe perso sua sorella quel giorno.

Ma in fin dei conti era giusto così, anche lei aveva diritto ad inseguire il suo sogno.

Poi si immaginò il giorno del suo diploma, se fosse entrata alla American Accademy non ci sarebbe stato alcun diploma per lei.

Sarebbe stata una grande delusione per i suoi genitori.

Preferì non pensarci concentrandosi per l’interrogazione di tedesco.


Alla fine della giornata scolastica, tutti i suoi compagni si stavano organizzando per il week end.

Per lei non ci sarebbe stato.

Preferiva rimanere a casa, portandosi avanti con i compiti scritti e lo studio.

Salutò la sua migliore amica e si affrettò ad uscire da scuola.

La stava aspettando il suo insegnante.

Anche quel pomeriggio avrebbe studiato.

Ma non sentiva il peso o la fatica, sapeva che tutto quello era per una buona causa.

Ormai erano finite anche quelle tre ore di studio.

Aveva ripassato quasi tutte le materie per lunedì.

Ripose i libri nella sua tracolla.

E salutò il suo insegnante.

Non vedeva l’ora di andarsene da lì.

Il perché non le era chiaro; forse era molto stanca.

Oppure il motivo più plausibile secondo lei erano i cattivi pensieri che aveva già in testa dal primo mattino.

Ma come un flashback le ritornarono in mente le parole che le aveva detto il suo insegnante il giorno prima.

“Io ho filmato le tue coreografie così dalla prossima volta le perfezioniamo. “

Lui quindi non le pensava perfette, voleva cambiarle.

Questa volta Honey non avrebbe accettato un simile ricatto, aveva visto la faccia del direttore.

Praticamente l’aveva lasciato senza parole il che significava che erano già perfette.

Avrebbe parlato con il suo insegnate il giorno seguente sperando di poter chiarire tutto.

Ora voleva solo tornare a casa e rilassarsi un po’ prima di cena.


**


Hilary stava continuando a rileggere la sua tesina.

Non era completamente soddisfatta.

Ogni volta che faceva una correzione sembrava essere perfetta, ma rileggendola per la seconda volta trovava sempre qualche difetto.

Sapeva che ormai doveva sbrigarsi.

I professori dovevano correggerla, e successivamente ne avrebbe inviata una copia all’università.

Così si era ritrovata con un obiettivo in testa.

Terminare qualsiasi correzione entro lunedì.

E una volta ricorretta dai professori l’avrebbe inviata per fine settimana al rettore del suo college.

Era ora di cena.

Si ritrovarono tutti a cena, in perfetta tranquillità ed armonia.


Dopo cena tornò nella sua camera per continuare il suo lavoro.

Mentre sua sorella aveva preso il portatile.

Era scesa in cucina per non disturbarla.



**


Seduta al tavolo.

Si connesse ad internet.

Prima di tutto controllò se c’erano delle novità da parte dell’accademia.

Poi decise di cercare qualche video della band che aveva scoperto da poco.

Dal vivo erano spettacolari.

Dei mostri da palcoscenico.

Intrattenevano il pubblico come mai aveva visto prima di allora.

Sua madre si sedette al suo fianco osservando quelle ragazze in visibilio.

-Però che energia! –

Già aveva ragione la mamma, erano straordinari.

E le loro fans europee non avrebbero mai avuto rivali.

Anche se lei voleva trovare un modo per far ricordare anche le fans americane.

-Eh si! Le loro fans sono proprio straordinarie. Non riusciremo mai ad arrivare ai loro livelli. –

-Ma non dire così tesoro. Loro amano tutte le loro ammiratrici. Chi preferisci fra i ragazzi della band? –

-Sinceramente non lo so, lo saprò dopo averli visti dal vivo. –

-Capito, ma possibile che nessuno di loro ti abbia colpito?-

-Beh, direi di no per il momento. Sono tutti particolari e mi stanno simpatici per ora. –

La madre preferì non indagare oltre, lasciando la figlia in pace.

Honey passò così il suo venerdì sera in completa tranquillità.

Stranamente per lei visto che solitamente usciva con i suoi compagni di classe.

Si ritrovavano in un pub per bere qualcosa e cercavano di divertirsi come potevano.

Erano una classe affiatata, andavano d’accordo fra di loro, anche se non sopportavano le cheerleaders.

Infatti le quattro bionde ossigenate non prendevano mai parte alle loro serate, preferivano stare con la squadra di football, mentre le altre ragazze quelle che contavano passavano i loro week end divertendosi insieme a tutti i figli di papà.

Per cui il gruppo classe di Honey non era veramente grandissimo.

Era formato soprattutto da ragazzi, una dozzina e poi come uniche ragazze del gruppo c’erano lei e Jennifer.

Ma quello che adesso si chiedeva era perché i ragazzi non l’avessero chiamata una volta notata la sua assenza.

Riflettendo meglio arrivò alla conclusione che Jenny aveva spiegato tutto agli amici.

Però le mancavano tanto.

Chissà come avrebbe fatto senza di loro, una volta che se ne sarebbe andata da quella cittadina.

Ma lei sentiva dentro di sé che era il momento di crescere.

Abbandonare le sue origini per percorre la sua strada.

Una strada che si prospettava tutta in salita.

Con questo ultimo pensiero, spense il suo computer e si decise ad andare a dormire.

Indossò il suo pigiama preferito, blu scuro e si mise sotto le coperte.

Nemmeno il tempo di posare la testa sul cuscino che Morfeo l’aveva accolta tra le sue braccia.



**


Era arrivato anche sabato.

Il giorno preferito da qualsiasi studente.

Iniziava il week end, e tutti i ragazzi pensavano solo alle uscite.

Solo Hilary si era alzata al solito orario scolastico.

Doveva terminare dei compiti, e cominciare il ripasso per gli esami e in più quello sarebbe stato il giorno della verità.

Avrebbe stampato la tesina e una volta riletta solo se ne sarebbe stata soddisfatta avrebbe chiesto ai genitori un parere.

Lei era fatta così, se una cosa non le piaceva non permetteva a nessuno di leggerla.

Forse perché non credeva abbastanza in se stessa.

Chissà da chi aveva preso quell’aspetto del suo carattere?

Tutta la sua famiglia era composta da gente positiva e sicura.

Decise di non pensarci troppo, in fin dei conti non si è tutti uguali.

Poco dopo sua sorella scese in cucina per la colazione.

Non la salutò nemmeno, sapeva che era molto irascibile appena sveglia.

Si sedette al bancone mentre mangiava il suo latte con i cereali.

A volte le sembrava così bambina.

Mentre spesso si mostrava adulta, così decisa su tutto quello che voleva dalla sua vita.

Poco dopo le si sedette affianco e si abbracciarono.

Sicuramente le sarebbe mancata tantissimo, ma non avrebbe perso occasione di tornare a casa per le feste; e ogni tanto invitare sua sorella nella fredda Germania, per passare del tempo con lei.

Hilary continuò i suoi compiti mentre la sorella si dedicava alla sistemazione della loro camera e dei suoi libri.


**


Poi anche lei decise di studiare un po’, in fondo il suo impegno doveva essere costante solo così avrebbe potuto dire di essere promossa.

Mancava un mese e mezzo alla fine dell’anno scolastico.

Fortunatamente era riuscita a recuperare tre materie, ed era certa che con altre tre settimane di impegno sarebbe riuscita ad alzare la sua media.

Ormai era molto importante avere una media alta, solo così poteva ottenere maggiori crediti in vista del diploma.

Decise però di non pensarci troppo, in fin dei conti mancavano ancora due anni al suo diploma.

Due lunghissimi anni secondo lei, ma sapeva che sarebbero volati.

E poi cosa avrebbe fatto?

Beh certo se sarebbe stata presa all’accademia non avrebbe terminato la scuola, ma visto che era una piccola probabilità era meglio pensare al futuro in forma più concreta.

Non sapeva cosa fare della sua vita e solo perché l’aveva costruita intorno alla danza, ma lei doveva credere in se stessa e non abbandonare il suo obiettivo.

Nel primo pomeriggio una volta terminati tutti i compiti, scese in salotto per chiedere il permesso dei genitori per uscire.

Doveva assolutamente chiarire con Gabriele, ne andava della sua ammissione.

-Ok però devi tornare verso le 18.30, così sarai a casa per cena. –

Prese le chiavi e il cellulare e a velocità super sonica corse verso la casa del suo amato insegnante.

Suonò il campanello e poco dopo lui le aprì la porta sorridendole.

Non si aspettava di certo che lei andasse da lui.

Honey riprese fiato sedendosi sul divano blu del salotto come se fosse a casa sua.

Cominciò a parlare di cosa aveva fatto, e poi prese il coraggio per dire la frase che si teneva dentro da due giorni ormai.

-Tu non cambierai le mie coreografie! – lo disse con un tono che non ammetteva repliche tanto che Gabriele si limitò soltanto ad annuire abbassando lo sguardo.

Sapeva di aver sbagliato ma come al solito era troppo orgoglioso per scusarsi con lei, nonostante la amasse.

Lei pensava che quando si ama una persona bisognava mettere da parte l’orgoglio e fare qualsiasi cosa per dimostrare l’amore.

Evidentemente quel sentimento non era così forte per loro.

O almeno non per lui.

Si alzò dal divano e salutandolo tornò a casa.

Era ancora presto ma non aveva voglia di fare niente, voleva solo starsene sola con la sua musica.

Quello che aveva capito le aveva fatto troppo male. 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Paolina91