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Autore: Depeep    12/05/2012    4 recensioni
Ossequi! In questa raccolta si narrano alcune vicende che hanno visto come protagonisti diversi personaggi di SE quando erano piccoli. Spero che vi piaccia.
Di nascosto. - Non andava agli altri. Ma questa era la loro realtà, non la sua.
Anniversario. - - Grazie, Spirit - disse soltanto, afferrando il mazzo come se fosse stata costretta ad accettarlo.
Come i grandi. - Non avete mai colpa di nulla. Quella... è sempre mia.
Paura di un no. - Se lui non avesse voluto giocare, le avrebbe ugualmente detto di no.
Farfalla agrias. - Perché quell’espressione preoccupata, padre? E’ totalmente antiestetica.
Tetto di nuvole. - Ma non la vide, perché a nasconderla c’erano le nuvole.
Senza risposte. - - Gli strumenti non provano emozioni - bisbigliò l’altro con gli occhi umidi.
Cameratismo. - Il nostro è semplice cameratismo. Noi non siamo amici.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Farfalla agrias (Death the Kid)


Se ne stava lì in piedi, ad osservare la parete bianca davanti a lui. Socchiuse gli occhi sporgendo in avanti la testa, per guardare meglio. Al centro del muro, si notava solo un minuscolo chiodo storto.
Sospirò. Erano rari i giorni in cui poteva permettersi di tornare a casa, almeno per controllare la situazione. E, ogni volta, c’erano sempre sorprese.
Prese a passeggiare nervosamente per il porticato, chiedendosi dove quel ragazzino pieno di problemi avesse nascosto quel brillante quadro astratto che fino a poco tempo prima figurava nell’atrio. A proposito, lui dov’era?
Girò il capo un paio di volte guardandosi intorno, finché non scorse l’esile figura di un bambino dai capelli neri che se ne stava rannicchiato in giardino a guardare con la solita espressione nostalgica gli arbusti che crescevano in giro.
Sì, era decisamente pieno di problemi, quel ragazzo. C’erano un sacco di cose che gli davano fastidio. Oltre ai quadri astratti, a dargli noia erano anche quelli semplicemente storti, le macchie di vernice sul pavimento, o il disordine che suo padre inevitabilmente finiva per creare, per un motivo o un altro. Lo seccavano persino i suoi capelli! No, “seccare” non è la parola giusta. Diciamo che, in un qualche modo, ne era addirittura spaventato.

-Padre, perché ho tre strisce bianche su un solo lato della testa?
-Sono le tre linee di Sanzu, tutti gli shinigami le possiedono, infatti non scompaiono nemmeno sotto una tinta!
-Oh…- in quel momento la carnagione del bambino stava pericolosamente variando dal rosa pallido al viola scuro –E non si può fare niente?
-Perché dovresti fare qualcosa, Kid? Ti stanno così bene!
A quelle parole il bambino aveva emesso un lamento incomprensibile, aveva iniziato a tremare convulsamente mentre gli occhi ambrati si stavano rapidamente inumidendo. Poco dopo era già inginocchiato a terra con lo sguardo basso e le mani sul pavimento, mentre mormorava flebili insulti verso se stesso.

Lo shinigami rabbrividì al solo ricordare quella scena. Non capiva in base a quale criterio certe cose turbassero tanto suo figlio, e, a quanto pareva, non lo sapeva nemmeno il diretto interessato. Quando quella volta aveva provato a chiedergli perché detestasse tanto il Picasso appeso in salotto, il piccolo aveva risposto con un elusivo: -Perché quell’espressione preoccupata, padre? E’ totalmente antiestetica.
Non sapeva se i vari problemi del ragazzo dipendessero dalla mancanza di una figura materna –e, adesso che ci pensava, anche paterna, viste le poche volte in cui il padre era presente- e, se fosse stato così, sicuramente ciò sarebbe stato motivo di rammarico per lui, l’onnipotente dio della morte che non sarebbe mai riuscito a riempire quel vuoto nel cuore del figlio.

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti proprio dalla voce sommessa del bambino, che però, in quel momento, trasudava una gioia quasi sconosciuta.
-Padre! Padre, vieni qui!
Lo shinigami si diresse velocemente verso il giardino, dove il ragazzino stava scrutando estasiato una piccola farfalla di un brillante rosso carminio che volava con indifferenza, indicandola con il ditino.
-E’… la creatura più bella che abbia mai visto!
-Oh… una semplice farfalla agrias- fece il padre pensoso ma un po’ stupito dalla reazione del figlio davanti a quella bestiolina –Ehi, Kid, perché sei tanto affascinato da quella farfalla?
Il bambino tamburellò il dito indice sulle labbra, sovrappensiero. –Uhm… Perché è così… così…
-Così come? Colorata? Leggiadra? Piccola?
Il ragazzo scosse lievemente la testa, e, dopo averci pensato ancora un altro po’, sussurrò: -E’ così… simmetrica.

~

Note: Rieccomi qui, sempre in leggero ritardo sulla tabella di marcia, con un nuovo capitolo di Backgrounds. Fans di Kid(so che siete molte, anzi, di più), non trucidatemi! Anche se devo ammettere che questa shot è forse una delle mie preferite. Lunghetta, però... Il protagonista indiscusso è Kid, ma il tutto viene visto da un point of view di suo padre, preoccupato per le varie crisi del figlio, che non sa nemmeno lui cosa lo attira nelle cose simmetriche e cosa invece lo turba in quelle asimmetriche. Beh, lo scopre per la prima volta osservando le ali di una farfalla(ce l'avevo in testa già da un po', questa storia). Spero di non avervi annoiato e... beh, commentate(non è un ordine, ma una supplica che non siete per forza tenuti a soddisfare), e grazie per chi lo ha fatto!
See ya!

  
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