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Autore: MaryLouise    12/05/2012    8 recensioni
1980, Prima Guerra Magica.
L'Ordine della Fenice necessita di tre persone per una missione apparentemente semplice ma rischiosa. Minerva, nonostante Albus disapprovi, è tra queste.
Ma qualcosa va storto e la professoressa si ritrova in grave pericolo insieme ai suoi compagni; la situazione diventa per Albus e Minerva l'occasione per riflettere sui sentimenti che provano l'uno per l'altra, da troppo tempo messi a tacere.
Riusciranno a salvarsi e, soprattutto, a rivelare il loro amore?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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And the games you'd play, you would always win, always win.
[Adele - Set Fire to the Rain]

Capitolo 1

 

5 luglio 1980.

La notte incombeva su Villa Lestrange; una notte oscura e silenziosa in cui nemmeno un filo di vento scuoteva le fronde degli alberi, in cui nemmeno un leggero chiarore proveniente dalla luna illuminava l'ampia strada che conduceva ai cancelli in ferro battuto dall'aria imponente.
L'intero edificio era immerso nel buio, tranne che per un vago bagliore proveniente da una finestra al pian terreno. Proprio in quella stanza, il salotto di casa Lestrange, un'importante riunione stava avendo luogo.
Lord Voldemort sedeva con classe su un divano damascato, giocherellando con la bacchetta. Bellatrix Lestrange e suo marito Rodolphus stavano seduti di fronte a lui: l'uno tentava di nascondere un'espressione irritata che gli faceva corrugare la fronte, l'altra non staccava gli occhi di dosso all'Oscuro Signore, come in adorazione.
Lucius Malfoy, perfetto nel suo vestito scuro, camminava avanti e indietro per la sala con la coda bionda svolazzante.
«Pazienza, Lucius, pazienza», lo ammonì Voldemort con voce melliflua.
Malfoy si fermò nel mezzo della stanza, irrigidendosi come una statua. Si girò lentamente verso chi aveva parlato, abbozzando un falso sorriso. «Sì, mio Signore», mormorò.
«Severus è in ritardo questa sera, ma sono sicuro che avrà ottime notizie riguardo l'Ordine».
«Certamente».
«Lo spero per lui», ringhiò Bellatrix, sprezzante.
«Come sta il piccolo Draco, Lucius?», gli domandò l'uomo, mentre giocherellava con una ciocca di capelli scuri.
«Più che bene», rispose l'interpellato. «Narcissa lo sta allattando in questo periodo e il bambino cresce sano e forte».
«Speriamo non come il padre», borbottò la cognata tra i denti, mentre Rodolphus le dava una gomitata facendole segno di tacere.
«Porgi i miei saluti alla tua signora, allora», commentò Voldemort con uno strano sorriso.
Malfoy chinò il capo, «Sarà fatto».
In quel momento le quattro persone presenti nella stanza percepirono un rumore di passi provenire dall'ingresso e avvicinarsi rapidamente al luogo in cui si trovavano.
Una smorfia quasi compiaciuta comparve sul volto dell'Oscuro Signore quando Severus Piton fece la sua entrata. «Buonasera, Severus. Ti stavamo aspettando».
«Mi scuso per il ritardo, mio Signore, ma purtroppo non potevo arrischiarmi a venire prima».
Riddle fece un cenno con la mano. «Ti capiamo», rispose a nome di tutti, «Sei perdonato».
Piton s'inchinò lievemente.
«Dimmi, che notizie ci porti?», domandò curioso.
«Alcuni membri dell'Ordine hanno intenzione di uscire a far provviste tra qualche giorno. Me l'hanno accennato quest'oggi. Non hanno specificato il momento preciso, ma so per certo che saranno in tre».
«Molto bene», replicò Voldemort. «Come avete sentito, miei fedeli amici, tra qualche giorno avrete la possibilità di eliminare altri membri dell'Ordine. Tre è un numero niente male», ridacchiò. «Credo vi divertirete», commentò notando il sorriso malvagio che aveva illuminato il volto di Bellatrix. «Voglio massimo cinque uomini ad occuparsi della faccenda», diede ordini poi, «E che siano tra i migliori, Silente non lascerà uscire di certo i più sprovveduti. Occupatene tu, mia cara», fece cenno alla donna di fronte a lui.
Bellatrix annuì con fervore. «Certo, mio Signore», rispose soave.
 
*
 
Quella sera, gran parte dell'Ordine della Fenice era riunito attorno al tavolo della cucina del Quartier Generale.
«Necessitiamo di un abbondante numero di provviste», cominciò Molly Weasley. «Ho controllato la dispensa con Mary e mancano diversi alimenti».
Albus Silente annuì. «Dobbiamo organizzare una squadra per andare a recuperare i principali generi di sussistenza».
«Quanto possiamo tirare avanti ancora?», domandò Alastor.
«Non più di due giorni», rispose Molly con un'espressione preoccupata.
«In tal caso, sarà meglio organizzare tutto per domani sera», cominciò Albus. «La prassi è la solita: le tre persone scelte si Materializzeranno a Londra e faranno compere molto velocemente, per poi tornare qui il prima possibile. In questo modo eviteremo molti rischi».
I suoi interlocutori annuirono.
«Non ci resta che scegliere chi andrà», concluse Silente.
«Eliminiamo in partenza i Potter», cominciò Sirius. «James e Lily sono segregati in casa loro e chissà per quanto tempo dovranno starci», commentò.
«La gravidanza di Lily dovrebbe essere a termine in questi giorni», s'illuminò Molly. «Qual è il giorno stabilito?».
«Il ventotto di questo mese», rispose prontamente Sirius.
«Potrei andare io», saltò su Arthur, dopo una silenziosa riflessione. «Molly riuscirà a cavarsela da sola con i bambini per qualche oretta».
«Assolutamente no», proferì Black. «Non mi pare il caso di affidarti una missione così pericolosa. Insomma, hai moglie e sei figli, Arthur, di cui uno di pochi mesi», disse accennando al piccolo Ronald che dormiva tra le braccia della madre, succhiandosi un pollice. «E' escluso che tu vada».
Molly mimò un "grazie" con le labbra, non vista dal marito.
Sirius rifletté ancora un poco. «Non mi pare il caso di coinvolgere Alice e Frank Paciock, proprio quando la gravidanza di Alice è quasi a termine. Inoltre Remus è malato in questo periodo», aggiunse, pensando all'amico che stava affrontando il suo "piccolo problema peloso", «E Peter dice di essere molto impegnato. Senza escludere che Albus e Alastor lavorano costantemente al Ministero... rimane poca gente».
Alzò una mano subito dopo. «Io mi offro volontario per l'operazione», annunciò.
Anche la mano di Mary scattò in aria, mentre la proprietaria cercava di nascondere la sua preoccupazione, «Io pure», proferì.
«Stai scherzando, spero», abbaiò Sirius. «Non puoi venire con me, non ho intenzione di metterti in pericolo!».
Mary MacDonald lo fulminò con lo sguardo. «Ehi Black, forse non ti hanno insegnato che non si può sempre giocare a fare l'eroe», sbottò. «Stiamo insieme o no? Se tu ridi, io rido, se piangi, io piango, se vivi, io vivo, se muori, muoio anch'io».
Sirius sbuffò, «Quando smetterai di preoccuparti per me, donna?», domandò alla ragazza di fianco a lui, che gli rispose mostrandogli la lingua in modo scherzoso.
Lui le sorrise, baciandole dolcemente la guancia e stringendole la mano sotto il tavolo.
«Molto bene», annuì Albus. «Ne manca uno».
 Guardò Mundungus Fletcher che sedeva di fianco a Moody, come per incoraggiarlo, ma quello non diede l'impressione di volersi offrire come candidato.
«Potrei andare io», rispose qualcuno dal fondo della stanza.
La voce apparteneva a una donna alta e magra, gli occhi facevano pendant con la tunica verde smeraldo, i capelli neri avvolti in una stretta crocchia le conferivano un aspetto austero. 
Gli occhi di Silente incontrarono quelli di Minerva McGranitt, che in tutto quel tempo era stata di fronte alla finestra a guardar fuori, con la stessa attenzione e lo stesso sguardo fisso di un felino.
Il suo cuore saltò un battito. No, lei no. Non era la missione adatta a Minerva.
Peccato che nessuna delle missioni sia adatta a lei, nonostante sia una strega brillante e capace, sussurrò una voce nella sua testa.
«Minerva», cominciò cauto, «So che può sembrare una cosa da nulla, ma ti assicuro che questo compito è assai delicato e difficile».
Ti prego, desisti.
«Non c'è problema», rispose. «Del resto non sono più una bambina, da tanto tempo anche».
Gli occhi verdi e penetranti della donna brillavano, dandole un'espressione fiera e temibile.
Albus scosse la testa impercettibilmente. Dannata testardaggine. Una Grifondoro fino in fondo.
«Ottimo», tagliò corto Sirius. «Io, Mary e Minerva. Il magico trio».
Le due donne gli sorrisero, annuendo.
 
*
 
Le lancette dell'orologio segnavano quasi mezzanotte. Tutti i membri dell'Ordine erano andati a dormire ai piani superiori, solo Albus era ancora sveglio e percorreva a grandi passi la cucina, avanti e indietro, come se si stesse preparando per una maratona.
«Albus? Che ci fai ancora sveglio?», domandò qualcuno.
Silente si girò e fissò la professoressa McGranitt, che era appena entrata in cucina.
«Anche tu sei sveglia», ribatté. «Ed è quasi mezzanotte».
«Appunto», rispose l'altra, «Hai un'espressione stanca, forse è davvero il caso che tu vada a letto», gli disse accingendosi ad uscire.
«Sei sicura di quello che stai facendo, Minerva?», le domandò a bruciapelo, non riuscendo a impedire alle parole di uscirgli di bocca.
La donna ritornò nella stanza, accigliata. «Sicura riguardo a cosa?».
Respirò profondamente, ormai era fatta. «Riguardo a domani».
Lei alzò gli occhi al cielo, aprendo la bocca per parlare, ma Albus la interruppe alzando una mano. Minerva richiuse la bocca con disappunto, stringendo le labbra fino a farle divenire livide.
«Non è un compito così semplice; ci sono centinaia di pericoli là fuori, i Mangiamorte danno la caccia ad ognuno di noi. Lily e James sono già segregati in casa loro da giugno e praticamente tutti i membri dell'Ordine vivono qui stabilmente. Chi esce per andare al lavoro si sposta sempre in gruppo e nonostante questo abbiamo già perso molti amici e compagni per colpa dei seguaci di Voldemort. Questa missione non è uno scherzo, anche se non ti sembra così».
Un discorso davvero persuasivo, complimenti.
Minerva allargò le narici. «Non capisco perché, facendo parte dell'Ordine a tutti gli effetti, sono sempre esclusa da qualsiasi incarico. Non fraintendermi, le mie non sono manie di protagonismo, semplicemente non comprendo perché non vai a fare la paternale a Sirius o a Mary, che sono molto più giovani di me: per loro sì che questa missione sarebbe pericolosa».
Per una delle poche volte nella sua vita, Albus era rimasto senza parole. Sapeva che se le avesse rivelato ciò che lo turbava sarebbe stato tutto più facile, ma non poteva dirle la verità, oh no.
«Io ci andrò comunque, domani. Mi dispiace, Albus, ma Mary e Sirius hanno bisogno di qualcuno più esperto di loro a guidarli».
Lui annuì, sconfitto. Era una battaglia ad armi impari: aveva vinto, avrebbe sempre vinto contro di lui.
Minerva gli sorrise. «Buonanotte», mormorò uscendo dalla cucina.
«Buonanotte», salutò lui, un sussurro appena percettibile.
Si sedette su una sedia, poggiando i gomiti sulle ginocchia e massaggiandosi le tempie.
Sarebbe andata comunque, domani.







Buonsalve.
Questa idea folle è nata dalla canzone di Adele, Set Fire to the Rain.
Spero vivamente che la fic inizi a piacervi, o almeno che questo capitolo vi abbia attirato un poco.
Un ringraziamento a tutti quelli che sono arrivati anche solo fin qui.
Sperando di avere qualche lettore che mi seguirà anche al prossimo capitolo... *ditina incrociate*
Buona serata a tutti
Jo




   
 
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