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Autore: argentina1988    13/05/2012    5 recensioni
Una piccola cittadina americana, un ospedale, un pronto soccorso... cosa mai potrà succedere se i nostri eroi di Glee si ritroveranno in un universo alternativo fatto d'amori, di passioni, di tradimenti, di innamoramenti... se siete curiosi si saperlo leggete!
Dal primo capitolo:
-Ma dove cavolo sarà finita?- si domandò tra sé e sé l’infermiera bionda –non so neppure come si chiama o come reperirla…- i pensieri della giovane furono improvvisamente interrotti da una figura alta e magra che, sorreggendo un’anziana signora, fece il suo ingresso al pronto soccorso di Lima
Dal secondo capitolo:
“Puck” il portantino del pronto soccorso fu chiamato dalla dottoressa Fabray “potresti venire un attimo nel mio ufficio?” domandò
“Certo dottoressa, accompagno la signora White dal dottor Hudson e arrivo immediatamente!” rispose il giovane con un bellissimo sorriso stampato sul volto
Dal capitolo V:
Non riusciva a staccare i suoi occhi color cielo da quelli scuri come la pece della latina che, dopo quel lieve contatto con la sua pelle, era rimasta di fronte a lei, guardandola con desiderio. Non riusciva a capire il perché, ma si sentiva spoglia, nuda davanti a quello sguardo così intenso e così penetrante.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola Chicos

ecco a voi il nuovo capitolo di como todo empezò

spero che sia di vostro gradimento

BUONA LETTURA A TUTTI

A

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“Cazzo Britt, che stai facendo?” domandò Quinn osservando la scena che le si parava davanti “No, non ci posso credere! Noi abbiamo un’importantissima riunione con Schuester, ovvero con il nostro primario, non con un medico qualsiasi, il primario e tu che stai facendo??” chiese la bionda ancora più innervosita.
 
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La giovane psicologa appena uscita dalla sala congressi si sentì chiamare da una leggera voce alle sue spalle.
 
“Dottoressa Lyn Newkirk!”
 
“Si?” domandò la bionda voltandosi
 
“Buongiorno dottoressa, volevo presentarmi, sono Rachel Berry, mentre questa è Santana Lopez, la nostra bravissima pediatra!” esclamò dolcemente Rachel facendo rapidamente le presentazioni.
 
“Piacere, Julia Lyn Newkirk, ma chiamatemi Julia!” si presentò la psicologa sorridendo.
 
“Piacere Julia, come ti ha già detto Rachel, io sono Santana” si presentò rapidamente la latina andando a stringere la mano della nuova collega seguita a ruota da Rachel che fece esattamente lo stesso gesto “Ci stavamo chiedendo se potessimo aiutarti in qualcosa!”
 
“Si, effettivamente mi sareste di grandissimo aiuto... dovrei farmi assegnare un armadietto e cambiarmi, sapreste dirmi cosa devo fare?” chiese la bionda guardando dritta negli occhi Santana.
 
“Certo, non ti preoccupare, vieni con noi!” esclamò l’ispanica iniziando a camminare lungo il corridoio.
 
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Brittany si svegliò, di soprassalto, nel letto sudata ed ancora eccitata dal sogno. Non poteva crederci, aveva nuovamente sognato la giovane pediatra. Ancora sconvolta notò che il sogno che aveva appena fatto, l’aveva fatta eccitare a dismisura e la sua vergogna aumentò fino all’inverosimile quando si rese conto dell’immenso lago caldo che si era formato nella sua zona più intima.
 
“Cavoli Quinn, che c’è? Che hai da urlare in quel modo?” domandò la giovane infermiera bionda con un tono di voce misto tra lo scocciato e l’arrabbiato
 
“Hey sorellina, ti ha morso una vipera?? Come mai così aggressiva?” domandò incredula l’altra bionda spiazzata dal comportamento aggressivo della sorella “Su lasciami un po’ di spazio sul letto e racconta” aggiunse andando a sdraiarsi a fianco a Brittany
 
“Non è niente!” rispose rapidamente “Non ti preoccupare Q è che sono un po’ agitata!” disse la bionda notando come la sorella era rimasta male nel ricevere quella risposta così sgarbata.
 
“Come mai sei agitata?” domandò Quinn
 
“Ma non è nulla, ho fatto un sogno che mi ha fatta agitare…” spiegò più dolcemente l’infermiera
 
“Vuoi parlarmene?” domandò gentilmente la dottoressa notando il cambio di stato d’animo dell’altra
 
“No, Q, non adesso per lo meno… ora l’unica cosa che voglio fare è una bella doccia fredda e prepararmi per iniziare il turno in ospedale”
 
“Doccia fredda?” domandò incuriosita la bionda dai capelli corti
 
“emmm… si Quinn” disse per prendersi il tempo di elaborare una qualsiasi scusa “ti ho detto che ho fatto un sogno piuttosto agitato e voglio essere sicura di essere bella sveglia per quando inizierò il turno!”
 
“mmm… sarà, ma tu non me la racconti per niente giusta sorellina” le rispose Quinn “comunque fai in fretta che come già ti ho detto, prima che mi sbraitassi dietro, siamo terribilmente in ritardo per il lavoro visto che Schuester ha avuto la brillante idea di convocare una riunione all’ultimo minuto senza, apparentemente, nessuna motivazione.”
 
“Ok Quinn, sarò rapidissima” disse abbracciando la sorella prima di fiondarsi nel bagno per la famosa doccia gelata.
 
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“Bene Julia, ti presento Mercedes la nostra addetta alla accettazione, Mercedes ti presento Julia!” le presentò Rachel che in quel momento sembrava più una consulente d’incontri di coppia che una giovane e brillante infermiera.
 
“Piacere”
 
“Piacere”
 
“Mercedes, Julia avrebbe bisogno un armadietto per potersi cambiare…”
 
“Ok latina non dire nient’altro che Cedes vi risolve immediatamente il problema!” esclamò felice la giovane di colore mentre cercava in uno dei scaffali posti dietro il bancone del ricevimento una cartellina rossa  “Bene ecco qui il prospetto” aggiunse tirando fuori dal raccoglitore una piantina raffigurante la disposizione degli armadietti “l’unico libero che abbiamo in questo momento è quello di fianco alla dottoressa Lopez!”
 
“Mercedes ti ho già detto di chiamarmi Santana!” la rimproverò la l’ispanica
 
“Si scusami Santana, ma ogni tanto un po’ di professionalità non mi fa certo male!” le rispose la ragazza facendo scoppiare a ridere le tre giovani che aveva di fronte a lei
 
“Ahahah sempre la migliore mama Jones!” la canzonò la più bassa tra le risate collettive.
 
“E dai finiscila diva che nessuno ti batte quando ti ci metti!” le rigirò la battuta Mercedes mettendosi a ridere insieme alle altre.
 
Proprio mentre le quattro ragazze stavano ridendo per questo simpatico scambio di battute Quinn e Brittany fecero il loro ingresso nella hall del pronto soccorso.
 
“Buongiorno!” esclamarono all’unisono le due sorelle ottenendo l’attenzione di tutte e quattro le donne presenti all’accettazione.
 
“Buongiorno dottoressa Fabray, ciao Brittany!” rispose educatamente la Jones guardando di traverso la prima delle due bionde che per il suo caratteraccio ed il suo atteggiamento da superiore non riusciva proprio a digerire.
 
“Buongiorno” risposero contemporaneamente Rachel e Julia voltandosi mentre Santana, chinando il volto verso il bancone, rimase di spalle senza proferire parola.
 
“Mmm… scusate, ma io devo andare, mi aspettano per una consulenza su in reparto, non posso trattenermi oltre… ci vediamo dopo ragazze…”  disse la latina iniziando a dirigersi verso gli ascensori “ah Julia mi raccomando per qualsiasi cosa non esitare a chiedere, sono sempre a disposizione!” esclamò dolcemente l’ispanica rivolgendosi direttamente alla nuova arrivata.
 
“Grazie Santana, sei davvero gentilissima” le rispose cordialmente la bionda dagli occhi nocciola “ci vediamo in giro”
 
“Ma che cazzo sta succedendo qui? disse Brittany in un sussurrò pressoché inudibile
 
“Britt hai detto qualcosa?” le domandò la sorella distogliendola dai suoi pensieri
 
“eh?” la guardò perplessa “emm… si mmm cioè no!”
 
“Si o no Brittany?” chiese Quinn notando un leggero rossore sulle gote dell’altra
 
“Si ho parlato, ma non era nulla di importante…” le rispose rapidamente tagliando di netto un possibile ed imbarazzante discorso “Hey ragazze che succede? Perché Schue ci ha chiamate per una riunione improvvisa?”
 
“Voleva comunicarci solamente due cose” le spiegò Rachel “la prima è che per qualche giorno sarà a NY per una conferenza su… mmm non ho capito ben cosa e per questa ragione per ogni problema dobbiamo rivolgerci direttamente alla Holiday e poi voleva comunicarci che finalmente ci hanno mandato i rinforzi!” disse indicando la bionda al suo fianco “questa è Julia Lyn Newkirk, la nostra nuova psicologa!” sorrise fiera della sua terza presentazione nel giro di pochi minuti.
 
“Piacere sono Julia!” disse la psicologa allungando la mano verso le sue nuove colleghe
 
“Piacere Dottoressa Quinn Fabray!” rispose per prima la bionda stringendo la mano dell’altra
 
“Brittany Susan Pierce” esclamò poi, fredda come il ghiaccio, la ex ballerina
 
“Piacere mio!” disse Julia guardando stranita le altre due.
 
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“Hey Santana, hai finito la tua consulenza in reparto?” domandò Rachel vedendo l’ispanica girovagare per i corridoi del pronto soccorso
 
“Si grazie a Dio, il primario Sylvester è qualcosa di spaventoso, non riesco proprio a capire come una donna con il suo caratteraccio abbia voluto prendere una specializzazione del genere…” borbottò ripensando ai momenti d’inferno che aveva passato con quella donna “Mamma mia, Hitler a confronto era un poppante per quanto riguarda la crudeltà!” 
 
“Eh già…” le rispose la mora con un filo di voce “pensa che io ero stata assunta a pediatria e qualche anno fa ho chiesto il trasferimento in pronto soccorso dalla disperazione… è impossibile vivere sotto gli ordini della Sylvester… sai quante infermiere sono passate da quelle parti resistendo al massimo 20 giorni?” domandò retoricamente alla latina “un’infinità e tutte correvano via sconvolte, alcune credo che dopo averla incontrata abbiano addirittura lasciato la professione!”
 
“Davvero?” domandò incredula l’ispanica
 
“Si!” le rispose Rachel “dopo di me ne sono arrivate altre 15 e nessuna è voluta rimanere… l’unica che sembra riuscire nell’impresa di stare accanto a quel demonio fatto persona è l’ultima arrivata… se non ricordo male si chiama Becky Jackson… è qui da quasi un anno e non si è mai lamentata del suo primario, anzi sembra essere la sola persona che la Sylvester tratta come un essere umano e non come una sottospecie di mutante che deve essere sterminato per salvare la ‘razza ariana’!” spiegò la piccola mora riallacciandosi alla battuta fatta dall’ispanica pochi istanti prima
 
“Dio Rachel, se dovessero offrirmi un posto fisso in pediatria ricordami di rifiutare, non ho intenzione di rovinarmi lo stomaco per una persona del genere!” esclamò la latina facendo l’occhiolino all’altra “Senti io andrei a mangiare qualcosa visto che è mezzogiorno passato, vuoi venire con me?” domandò dolcemente
 
“Mmm… mi piacerebbe, ma sono già d’accordo con Brittany e Kurt… però se vuoi unirti a noi sarebbe perfetto!” rispose la moretta
 
“No grazie, sarà meglio organizzare per la prossima volta” disse Santana tagliando il discorso “io allora vado, ci vediamo dopo!”
 
“A dopo Santana!”
 
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Caffetteria dell’ospedale di Lima
 
 
“Hey, ma guarda chi si vede!”
 
La latina non avendo riconosciuto la proprietaria della voce che l’aveva “chiamata” alzò gli occhi dalla rivista che stava distrattamente sfogliando mentre attendeva che David le servisse il suo meritatissimo pranzo.
 
“Hey Julia! Che piacere vederti! Come mai qui? Caffè veloce o pranzo?” domandò osservando la psicologa
 
“Pranzo, sempre veloce, ma pranzo!” sorrise la bionda
 
“Ah beh, se è così perché non ti siedi qui con me e mi fai compagnia?”
 
“Sarebbe un enorme piacere pranzare con te Santana!” le rispose Julia sedendosi al suo fianco “che stavi leggendo?”
 
“Ma nulla di particolare, sfogliavo la rivista giusto per passare il tempo…” rispose “tu hai già ordinato?”
 
“Si, sono andata al bancone prima di vederti qui e l’ordine l’ho fatto a quel ragazzo con la camicia rossa” disse indicando Dave
 
“Perfetto, allora non dobbiamo far altro che aspettare sperando che quel cameriere che ha già fatto cadere tre portate abbia la clemenza di farci mangiare il prima possibile!” esclamò la latina facendo ridere l’altra
 
“Beh potremmo approfittarne per conoscerci meglio che ne dici Santana? Fin’ora conosco solo il tuo nome e so che lavori qui come pediatra!” propose la psicologa
 
“Perché no? Dimmi Julia, cosa vuoi sapere?”
 
“Mmmm…. Dai tuoi tratti somatici posso tranquillamente affermare che non hai origini statunitensi, quindi di dove sei?” domandò
 
“Bella osservazione chica, sono portoricana, ma vivo negli Stati Uniti da quando avevo 5 anni! Tu invece da dove vieni?”
 
“Io sono nata a Chicago, ma ho girato il mondo fino a quando non ho iniziato l’università”
 
“Come mai?”
 
“Mio padre è ambasciatore…”
 
“Beh con questo hai praticamente detto tutto” la interruppe l’ispanica capendo con quelle 4 semplici parole l’intera storia “in che paesi sei stata?”
 
“Ho vissuto in Canada, Argentina, Messico, Italia, Spagna, Australia e Russia”
 
“Wow è davvero impressionate come cosa… hai praticamente girato il mondo!”
 
“Già!” sorrise
 
“Scusate ragazze se interrompo le vostre chiacchiere, ma vi ho portato il pranzo!” esclamò gentilmente Dave “Ecco a te Santana ed ecco a te…”
 
“Julia Dave, si chiama Julia!” intervenne Santana per andare incontro al proprietario della tavola calda.
 
“Ed ecco a te Julia, posso darti del tu vero?” domandò goffamente Dave
 
“Si, certamente Dave” rispose dolcemente la bionda osservandolo
 
“Perfetto!” esclamò alzando il volto “Hey ma guarda un po’ chi è venuta a trovarmi?” domandò retoricamente il giovane non appena vide entrare i tre infermieri in caffetteria “Scusate ragazze, ma devo andare a salutare quella bellezza bionda dagli occhi azzurri che è appena entrata!” si scusò indicando Brittany “Buon appetito!” disse prima di allontanarsi dal tavolo.
 
“Grazie” rispose con un sorriso Julia
 
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“Hey Brittany, Rachel, Kurt! che piacere vedervi nella mia umilissima caffetteria!” esclamò felice Dave
 
“Il piacere è sempre nostro ragazzone!” gli rispose Kurt approfittando della situazione per stampargli due baci sulle guance
 
“Già Kurt ha ragione, è sempre bello trovarti qui nel locale!” aggiunse la mora “senza di te ci annoiamo a morte!” aggiunse facendo un lieve broncio
 
“Finiscila Rachel non essere così melodrammatica!” rispose Brittany con un tono di voce che non piacque a nessuno dei tre presenti.
 
“Ma si può sapere che hai oggi Brittany?” domandò Kurt spazientito “è tutta mattina che ti comporti in questo modo insopportabile! Hai per caso litigato con Artie?”
 
“No e sinceramente non credo che siano faccende vostre quello che mi passa per la testa in questo momento!” esclamò l’ex ballerina ancora più incazzata di prima. Quelle due così vicine che ridevano insieme non le piacevano per nulla
 
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“fa sempre così si comporta sempre da don giovanni?” domandò Julia scoppiando a ridere
 
“è?” domandò Santana che non aveva minimamente ascoltato la domanda della psicologa e sinceramente nient’altro di ciò che era stato detto  da quando Brittany era entrata in caffetteria
 
“Cosa succede Santana?” domandò dolcemente la bionda afferrandole la mano
 
“Perché questa domanda?” le rispose abbozzando un sorriso
 
“Santana non prendiamoci in giro, cosa sta succedendo?” domandò nuovamente la bionda “e non mentire ricordati che sono una psicologa, mi accorgo se la gente mi sta raccontando una palla o meno!”
 
“Davvero non c’è nulla Julia” rispose corrugando il mento… grosso, ma grosso errore
 
“Santana le tue parole dicono una cosa ma il tuo corpo ne sta dicendo un’altra” la riprese la bionda lasciandole la mano “Sai, a livello di comunicazione paraverbale il fatto di corrugare il mento, cosa che hai fatto tu in questo preciso momento, mi indica che hai appena finito di dire una menzogna!” le spiegò la bionda “Lo so che ci conosciamo da qualche ora e so che non è facile fidarsi di una persona dopo così poco tempo, ma tu hai assolutamente bisogno di parlare con qualcuno… quindi avrei una proposta da farti che ne dici se andiamo nel mio ufficio o nel tuo e parliamo da psicologa a paziente e non tra amiche? Sono sicura che questo potrebbe aiutarti e anche molto!” insistette la psicologa
 
“Credo che tu abbia ragione Julia, ma non mi va di parlare negli uffici, che ne dici se andiamo a mangiare nel parco qui vicino e discutiamo il tutto li?” domandò Santana
 
“Per me va bene!” esclamò felice la psicologa “Dai andiamo a pagare e poi dritte al parco!”  aggiunse alzandosi e prendendo sotto braccio la mora
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“Si Brittany ma allora che hai, perché ti comporti così?” ridomandò Kurt cercando di mantenere la calma
 
“Ti ho già detto che non sono affari vostri, che non sono tenuta a raccontarvi tutto!” si alterò ancora di più l’infermiera nel vedere la biondina prendere sottobraccio l’ispanica
 
“Ma…”
 
“Nessun ma Rachel! Sono stufa che tutti mi facciate il terzo grado e mi urliate dietro, questa mattina perfino Quinn mi ha svegliato urlando, non ne posso più!” esclamò spazientita e sempre più nervosa

“Cooosaa? Hai dormito dalla Fabray?” domandò perplesso Kurt
 
“Cosa c’è di male?” chiese ingenuamente Dave non riuscendo a capire l’agitazione del piccolo infermiere
 
“Senti Kurt Quinn sebbene non ti stia per niente simpatica, è una persona con la quale io mi trovo bene e l’amicizia con te certamente non mi impedisce di trascorrere le notti in casa sua!” rispose nuovamente acida l’ex ballerina
 
“Ho capito, oggi non è giornata, sarà meglio limitarci a mangiare per poi riscendere in pronto soccorso altrimenti ci daranno per dispersi!” esclamò Kurt ponendo fine a quell’assurda discussione.
 
“Si, Britt è meglio che vi sediate mentre io vado a dare in cucina i vostri ordini” propose Dave.
 
“Voi restate pure, ma io non ho più fame!” esclamò la bionda prima di uscire frettolosamente dal locale.
 
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“È stato veramente gentile Dave ad offrirci il pranzo!” esclamò la bionda mentre lei e Santana uscivano dalla caffetteria
 
“Si devo ammettere che quando vuole sa essere veramente galante!” le rispose la mora “e se questa galanteria la usasse nelle occasioni giuste sicuramente non sarebbe più single!”
 
“Dai Santana non prenderlo in giro!” la riprese la bionda
 
“Va beh dai, ti va di sederci su quella panca li c’è anche un tavolo, potremmo stare più comode!” propose la latina
 
“Per me va bene basta che mantieni la promessa che mi hai fatto prima!”
 
“Si Julia parola di Girlscout!” disse iniziando a sistemare il tavolino con le tovagliette che Dave le aveva dato dopo avergli spiegato che preferivano mangiare fuori
 
“Dai siediti e inizia raccontare!” esclamò la bionda notando come l’ispanica stesse tergiversando
 
“Credo di essermi innamorata!” iniziò l’ispanica una volta seduta
 
“Bene prosegui”

“ha un’altra persona e di me non ne vuole sapere niente!”
 
“Di questo ne sei sicura?” domandò la psicologa
 
“Direi proprio di si”
 
“E questo come fai a saperlo?”
 
“Prima di andare avanti Julia voglio essere completamente onesta con te!” disse la mora prima di deglutire pesantemente e prendere un’ampia boccata d’aria
 
“prosegui tranquillamente, non c’è bisogno di raccontarmi nulla di ciò che tu non voglia!” le ricordò la ragazza
 
“Sono gay Julia” le rivelò l’ispanica guardandola dritta negli occhi “non me ne vergogno, mai me ne sono vergognata, ma visto che nell’ultimo periodo ho avuto alcuni problemi per il momento ho preferito mantenerlo privato e quindi in ospedale nessuno ancora lo sa” aggiunse prima di bloccarsi in attesa che l’altra dicesse qualcosa, ma non ottenendo risposta dall’amica decise di continuare il racconto
 
“Ho combinato una cazzata anzi due… una sera sono uscita con Blaine e siamo andati ad un locale che inauguravano quella stessa sera e li ho incontrato lei con alcuni suoi amici… loro erano stanchi di ballare e anche Blaine mentre io e lei avevamo ancora voglia di scatenarci in pista e quindi siamo rimaste da sole in mezzo alla folla sino a quando le ho proposto di andare a bere qualcosa… mentre eravamo al bancone due imbecilli si sono avvicinati a noi e non volevano lasciarci in pace ed è stato li che per convincerli che non eravamo interessate alla loro compagnia l’ho baciata. Dopo quel bacio è rimasta paralizzata e non ha detto nulla per alcuni minuti sino a quando non sono arrivati i suoi amici e hanno deciso di andare a casa. Il giorno dopo quando l’ho incontrata l’ho trovata abbracciata ad un’altra persona e quando questa se n’è andata ho cercato di parlarle per chiederle scusa, ma è arrivato qualcun altro a cercarla e da quel momento sino alla sera non l’ho più vista… si doveva cambiare e credendo che con lei ci fosse la persona con la quale l’avevo trovata abbracciata la mattina mi ha chiesto di aiutarla ad abbassare la zip del vestito che indossava e a quel punto non so il perché, ma le ho baciato il collo, sembrava ‘contenta’ da quel gesto, ma quando si è girata e mi ha trovato di fronte, mi ha guardata, mi ha tirato un ceffone ed ha iniziato ad urlare come una pazza dicendomi che non dovevo mai più permettermi di fare una cosa del genere. Da quella sera sono passati 10 giorni e non riesco a  neppure a guardarla!”
 
“Devi parlare con Brittany!” rispose la bionda dopo alcuni minuti di silenzio
 
“Co-cosa?” la guardò sorpresa la mora “come fai a sapere che è Brittany la persona di cui stavo parlando?”
 
“Ti ho ascoltata ed ho osservato” rispose “questa mattina quando non arrivate le due bionde ti sei come gelata e sei scappata via senza neppure girarti, dopo che sei salita in pediatria la biondina mi ha squadrata da capo a piedi e quando mi sono presentata mi ha ghiacciata con un solo sguardo… poi in caffetteria ti sei iniziata a comportare nuovamente in modo strano non appena Dave ha pronunciato il suo nome”
 
Santana non sapeva cosa rispondere tutto ciò che Julia aveva detto era realtà
 
“Santana, chi è la persona a cui l’hai trovata abbracciata?”
 
“Era… era la Fabray” rispose ricordando la scena
 
“Per me quelle due nascondono qualcosa, ma non sono amanti” rispose sicura la bionda
 
“E come fai ad esserne sicura?” domandò curiosa la latina rincuorata da quanto la biondina al suo fianco aveva appena finito di dire
 
“Non so spiegartelo, ma ho avuto l’occasione di osservarle questa mattina e per essere intime lo sono senza alcun dubbio, ma non per quello che pensi tu!” spiegò celermente
 
“Beh se devo essere onesta lo spero sinceramente” rispose la mora con un barlume di speranza impresso negli occhi
 
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“Quinn ho assolutamente bisogno di parlare con te!” esclamò la bionda entrando nello studio della sorella senza neppure bussare.
 
“Cazzo Britt!” esclamò Puck mezzo nudo mentre con la sua massa corporea cercava di coprire la dottoressa bionda.
 
“Su Puck rivestiti e va via immediatamente ho bisogno di parlare con lei!” disse nervosamente
 
“Senti Brittany perché non esci e non rientri da due minuti così da dare a Quinn almeno il tempo di rivestirsi!” propose Puck
 
“Puckerman non mi fare incazzare più del dovuto oggi!” ringhiò Brittany “Mettiti a posto quei maledetti pantaloni e lascia me e Quinn sole!”
 
Puck rimase pietrificato dal comportamento assunto dall’infermiera bionda; in tutti quegli anni da che la conosceva non l’aveva mai sentita usare un tono del genere rivolgendosi a qualcuno sebbene quel qualcuno l’avesse trattata a pedate in faccia.
 
Terrorizzato da quello che sarebbe potuto succedere decise di fare come gli era stato chiesto, si ricompose ed abbandonò lo studio della sua amante il più velocemente possibile.
 
“Brittany, cosa ti succede?” domandò la bionda dagli occhi verdi notando quando la sorella fosse sconvolta
 
“Io Q non ce la faccio più!” esclamò scoppiando a piangere sul collo della sorella
 
“Cosa Britt? A cosa ti riferisci? Ti prego parlami!” rispose la bionda ancora seduta sul lettino delle visite in reggiseno e con la gonna piuttosto alzata
 
“Io cre-do di essermi innamorata Quinn!” balbettò l’infermiera tra un singhiozzo e l’altro
 
“è questo il motivo per cui piangi?” domandò stringendo a se la bionda “e di chi ti sei innamorata Brittany?”
 
“Q è tutto un casino colossale!” farfugliò prima di scoppiare in un pianto ancora più fragoroso
 
“Ok tesoro, questo è quello che credi tu, ma se me ne parli possiamo trovare una soluzione!” disse dolcemente la bionda baciandole la testa “perché è un casino Brittany?”
 
“Perché credo che stia con un’altra persona e se non sta con quella credo che ci stia provando con un’altra ancora” esclamò ferita e con il sangue che le ribolliva nelle vene
 
“Si ma questo non vuol dire che non possa provare qualcosa per te tesoro mio! Ne hai parlato con il diretto interessato? Gli hai spiegato che ti stai innamorando di lui?” domandò dolcemente baciandole la guancia
 
“Io continuo a sognarla, continuo a sognare di fare l’amore con lei, ma poi quando la incontro ritorno alla realtà, ora neppure mi parla…” singhiozzò nuovamente.
 
“Tesoro mio come mai non ti parla? Cos’hai fatto?”
 
“Un mese fa sono uscita con alcuni amici per un’inaugurazione, questa persona era li con un’altra persona e alla fine della serata mi ha baciata… è stato un semplice sfioramento di labbra, ma questo mi ha fatto andare nel panico… un’altra sera invece pensando che ci fossi tu con me mi ha aiutato a slacciare un vestito e mi ha baciato il collo… io ero straconvinta che fossi tu e quando mi sono girata e non ho visto il tuo viso, i tuoi occhi verdi, ma i suoi occhi scuri come la pece sono nuovamente andata nel panico e invece di affrontare l’intera situazione ho stampato le mie cinque dita sulla sua guancia!” raccontò con le lacrime le rigavano pesantemente il volto
 
“Tesoro se davvero ci tieni a questa persona devi affrontare tutto questo casino e cercare di sistemarlo” le spiegò dolcemente alzandole il mento per guardarla dritta negli occhi “Sei meravigliosa Britt e se questa persona non ti vuole sarà solo e soltanto peggio per lei” aggiunse prima di avvicinare le sua labbra a quelle della sorella unendole in un tenero bacio.
 
Un leggero toc toc e la porta dello studio della dottoressa Fabray si aprì nuovamente lasciando entrare al suo interno una figura dai capelli scuri.

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Alla prossima

A
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