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Autore: Karima    13/05/2012    3 recensioni
Sono passati molti anni, le vicende di “Alla ricerca del passato” sono lontane nella memoria per i protagonisti che le hanno vissute.
Nuove presenze si aggirano per i boschi che circondano La Push.
P.S. Per capire a pieno gli avvenimenti narrati in questa FF vi consiglio di leggere prima “alla ricerca del passato”.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Alla Ricerca Del Passato'
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Capitolo tredici

 
POV: Edward
La ragazza, Vivien, riposa da ore grazie al sonno indotto dai farmaci. Nella sua mente si alternano immagini oniriche confuse: un incendio, voci concitate, uomini misteriosi armati di fucile e poi, altre ancora più inquietanti fatte di sangue e decine di volti che hanno in comune solo l’espressione terrorizzata. Su tutto questo aleggia, incongruo, il viso di mia nipote. La piccola Claudia appare senza una logica chiara tra tutti questi orrori.
All’inizio, non riuscivo a decifrare molto dell’intricato puzzle nella mente di Vivien. Poi la maggior parte dei pezzi hanno trovato la loro giusta sede.
Un’altra leggenda è venuta a noi. Una figlia della luna.
“Devo parlarvi” annuncio al salone principale vuoto.
Istantaneamente i membri della mia famiglia, sparsi per tutta la casa, si materializzano davanti a me.
“Dicci, figlio” mi esorta Carlisle.
“Ascoltando i pensieri della nostra ospite ho scoperto un fatto sconcertante: quasi sicuramente abbiamo in casa uno dei responsabili delle stragi di William Lake.”
La sorpresa serpeggia se non nei volti, nelle menti dei miei congiunti. Esme tra tutti è la più colpita dall’idea che una delle sue nipotine sia stata per giorni in balia di Killer efferati.
“Quindi, anche il vampiro che adesso si trova a La Push …”deduce Bella.
“Esatto”
“Sarà meglio avvertirli” conclude Carlisle, recuperando il cordless.
“Aspetta” lo ferma Jasper. “Non scopriamo subito le nostre carte: se ci dimostriamo ostili, perdiamo qualunque possibilità di avere informazioni utili sul rapimento di Claudia.”
“Hanno il diritto di sapere” interviene Bella con foga.
Jasper scuote la testa “I lupi sono poco pragmatici, quando si tratta di vite umane”.
“Ma ..” tenta di replicare Esme, subito interrotta da mio fratello.
“Li informeremo, certo, ma solamente al momento opportuno”.

 
POV: Bella
“A cosa pensi?”
Edward mi fa questa domanda per l’ennesima volta, ancora non digerisce che la mia mente è privata.
Rotolo su un fianco fino a trovarmi a pancia in giù nel nostro letto.
“Bella…”
“Penso che stiamo sbagliando” dico con una smorfia. “I lupi hanno il diritto di sapere la verità”.
Da quasi una settimana ospitiamo Vivien e Aiden facendo finta di ignorare il disastro che hanno combinato in Canada.
“Senza contare che non stiamo facendo molti progressi”.
 “E’ vero” ammette Edward. ”Ma non credo che posiamo incolpare loro di questo, ci stanno aiutando come possono”
Non posso che dargli ragione, in particolare Vivien sembra sinceramente affezionata a Claudia. “Mi sembra impossibile che sia lei la responsabile delle stragi, sembra così dolce”.
“Ha sofferto molto, ma non è totalmente malvagia” la giustifica Edward.
Con il passare dei giorni è riuscito a ricostruire la sua storia: dopo aver perso la sua famiglia in modo brutale, ha vagato per anni nei boschi del Canada vivendo allo stato selvatico, finche Aiden non l’ha trovata e presa con se.
“Approvi ciò che ha fatto?” chiedo stupita.
“No. No, ma lo comprendo. Vedi, lei odia con tutto il cuore gli abitanti di quel paese, e in generale diffida degli umani. Nella sua mente sono loro i veri mostri”
“Mostri?” non capisco.
“Pensaci bene: gli umani hanno ucciso, mentre Aiden- un vampiro- l’ha salvata, si è preso cura di lei, le ha insegnato  tutto quello che sa...”
“Quindi, nella sua mente si è formato il concetto: umani cattivi, vampiri buoni?”
“Precisamente”
“E Garrett?” l’ha quasi uccisa, non penso lo classifichi tra i buoni.
“Garrett, l’ha scossa un po’, credo che stia iniziando a riconsiderale la situazione”
Questo cambia le cose, forse possiamo aiutarla. Mostrarle che non tutti gli umani sono cattivi.
Un po’ più ottimista alzo gli occhi verso la finestra. Un altro giorno sta iniziando.
“Andiamo” dice Edward, alzandosi “Abbiamo molto lavoro da fare”.

 
POV: Celeste
Un sottofondo di violini, accompagna la nostra cena in un noto locale nel centro di Roma.
La bionda con il viso pietrificato dal botulino che è seduta davanti a me, ride come un’oca alle battute idiote del suo accompagnatore.
Odio quando Fulvio mi trascina alle sue cene di rappresentanza.
Tanto per cominciare, non sembra più lui: mellifluo e accondiscendente sorride al ciccione lampadato, degno compagno di miss botulino.
Giuro, mi sembra un alieno.
Con discrezione mi alzo e mi avvio verso il bagno, ho bisogno di una piccola pausa per calmare i miei nervi, o rischio di esplodere.
La toilette sembra un salotto: tutto è pulito e scintillante. Mi sciacquo le mani tanto per fare qualcosa. In realtà vorrei infilarci la testa sotto l’acqua, per schiarirla da ore di discorsi inutili.
Mentre cerco di far funzionare l’asciugatore, il cellulare nella mia borsetta vibra.
È Stefano.
Un brivido mi attraversa la schiena: è da un po’ che non lo vedo, a parte le ronde non abbiamo niente in comune.
“Celeste, vieni alla casa comune. Adesso!” il tono è brusco e diretto, nella mia mente un solo nome lampeggia come un’insegna a neon: Andrea.”
“Stefano … io … è successo… Andrea… sta…” farfuglio.
“C’è stato uno scontro. È ferito. Vieni. Ora!” ringhia categorico.
“Arrivo” rispondo.
In un secondo sono al tavolo, ignorando i suoi commensali mi avvicino a Fulvio.
“Tesoro, devo andare, una chiamata improvvisa” mi giustifico salutandolo in fretta. Nella mia mente sono già per strada.
Lui mi rincorre, afferrandomi per un braccio proprio sulla porta del locale.
“Celeste aspetta, dove vai, che succede?” mi chiede confuso.
“Niente tesoro” mormoro rassicurante ,ansiosa di sganciarmi “Cose di famiglia, sai come è fatto mio fratello...”
Fulvio mi guarda sconcertato, effettivamente non conosce molto Andrea. Le poche volte che si sono incontrati, mio fratello si è limitato ad esprimersi a monosillabi e a fissarlo minaccioso. Credo che Fulvio pensi che sia un delinquente o qualcosa di simile.
“Ti accompagno” dice poco convinto.
Certo, fantastico, sono sicura che troverai la casa comune interessante. In fondo non capita spesso di visitare un ritrovo di mutaforma, penso. Ma mi limito a dire solamente “No, Amore non serve. Sarà sicuramente una stupidata, non vale la pena di rinunciare alla cena, sono sicura che Marini si sia quasi convinto a investire nel tuo progetto. Prenderò un taxi”.
Le parole Marini e investire nella stessa frase lo convincono istantaneamente a lasciarmi andare.
Naturalmente, non cerco nemmeno di prendere un taxi, con questo traffico sono moto più veloce io a piedi. Mi allontano discretamente dalla confusione del centro, per defilarmi verso strade più isolate. Appena sono sola, mi libero dei tacchi e inizio a correre.

 
 Ciao bella gente, ecco puntuale il nuovo cap. domande? Curiosità? Opinioni? Fatemi sapere.
 
Come sempre un ringraziamento particolare va a:
1 - 
Claire66 
2 - 
helly96 
3 - 
mikmik69 
4 - 
nessieejake
Che hanno aggiunto questa storia alle preferite.
1 - 
Beth90 
2 - 
BRIGIDA 
3 - 
Claire66 
4 - 
eia 
5 - 
lenny87 
6 - 
lilyblake 
7 - 
mikmik92 
8 - 
nessieejake 
9 - 
princess peack 
10 - 
Scarlett FJD 
11 - 
vampiryuk12 
Che hanno aggiunto questa storia alle seguite.
1 - 
Claire66 
2 - 
nessieejake
Che hanno aggiunto questa storia nelle ricordate.
Naturalmente un grazie immenso va a tutti quelli che mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti.
  
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