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Autore: BuriedAliveInANightmare    13/05/2012    3 recensioni
Una madre in fissa per i diari segreti, una figlia un po' speciale e una famiglia che non è la propria.
Buona fortuna a chi si addentrerà in questa storia!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La notte l'avevo passata in bianco, a pensare al nulla, letteralmente, e a rigirarmi nel letto.
La sveglia suonò come ogni mattina alle 7 e 15 minuti. La bloccai con un braccio dopo il primo trillo, quando di solito suonava per minuti e minuti.
Mi alzai come un automa, senza capire realmente perchè lo stessi facendo, invece di fregarmene dell'università, creare una rivoluzione familiare e scappare via.
Mi vestii, andai in bagno, scesi per la colazione. Tutto normale, come se non fosse successo niente di strano nelle ultime 9 ore.
- Buongiorno ragazze - ci salutò papà entrando in cucina pronto per bersi il caffè e poi uscire.
Ho ancora il diritto di chiamarlo così ora che ho scoperto tutto?
Feci un cenno con la testa e un sorrisino tirato. Al momento non mi riesce altro.
- Tesoro, a che ora torni oggi? -
Che pagliacciata. Spero almeno che lui sappia che in realtà non sono sua figlia.
- Dopo le 8. -
Rispose Darren a Elisabeth. Non ho più il coraggio di chiamare "mamma" una persona che tiene nascoste determinate informazioni a suo marito.


Passarono 16 giorni da quel giorno e io avevo già preparato tutto: ero pronta per andarmene da quella casa.
La mattina scesi a fare colazione, visibilmente di buon umore, salutai Elisabeth e Darren e andai fuori, dove avevo precedentemente calato dalla finestra tre valigie con tutta la mia roba e del cibo per i primi due-tre giorni.
Prima di trasferirmi, avevo ovviamente pensato a tutto: ottenere un lavoro con una bella paga, affittare un appartamento nelle vicinanze del lavoro, apportare modifiche per l'università: la riduzione delle rate e il passaggio a non-frequentante alle lezioni o avrei perso il lavoro.
L'unico rimpianto è quello di non averlo detto a qualcuno.
Mamma come minimo andrà nel panico quando non mi vedrà tornare a casa questa sera e comincierà a tartassarmi di messaggi e chiamate a cui non risponderò.
L'autobus numero 46 si fermò davanti a me, in perfetto orario, aprendo le porte, per poi far scendere l'autista che caricò i miei bagagli, mentre salutavo il mio quartiere un'ultima volta.

Cinquanta minuti dopo ero di fronte alla porta d'entrata del condominio dove avevo trovato casa.
Ad aspettarmi oltre la porta marroncina, un signore sulla sessantina, capelli brizzolati, camicia eccentrica e folti baffi grigi.
- Lei dev'essere Jennifer -
Annuì, sorridendogli e cedendogli di buon grado una delle mie valigie.
- Sono l'amministratore condominiale, chiamami pure Signor Amministratore. -
Come se avessi altre chances.
- Sembrate ragazze a modo. Spero non creerete confusione, essendo così giovani. -
E io che avevo già programmato un super alcool party. Ora dovrò annullare tutto..!
- Non si preoccupi -
Mi fermai dietro di lui, mentre mi apriva la porta e mi lasciava appese le chiavi dell'appartamento. Libertà. Responsabilità. E' tutto così fottutamente eccitante ed appagante che potrei urlare come un'idiota per ore.
- La ringrazio, signor amministratore, buona giornata! -
Lo salutai con un cenno della testa e mi chiusi la porta alle spalle, cercando un posto dove mettere le mie valigie. Dopo aver dato un'occhiata alla sala andai in cucina, cercando la coinquilina che doveva ancora essere dentro.
- Ciao coinquilina! - la salutai con una mano non appena arrivai in cucina. Quella alzò lo sguardo dal lavabo, dove stava pulendo una tazza da prima colazione e mi sorrise.
- Ben arrivata! - mi rispose asciugandosi le mani in un panno bianco a righe gialle e blu.
- Sono Jennifer - mi presentai.
- Monica Suzy, ma chiamami Monica, molto piacere. L'amministratore mi aveva detto che saresti arrivata oggi, ma non immaginavo così presto! -
Le sorrisi. - Si, scusami per l'improvvisata.. -
- Non ti preoccupare! - disse finchè
sparecchiava la tavola.
- Seguimi, ti mostro la villa - scherzò aspettandomi sulla porta che dava sul corridoio interno una volta finito.
- Questa è la mia stanza - mi disse dopo qualche passo, indicando una porta arancione. - E questa invece è la tua -
L'aprì facendosi da parte così da permettermi di vedere com'era arredata all'interno.
Sembra accogliente, se solo non fosse così spoglia. Il letto ammassato al lato destro, la finestra chiusa dalla parte opposta con una scrivania grigia al di sotto e un armadio a tre ante nascosto dietro la porta.
Sui muri c'erano i segni bianchi dei quadri del precedente possessore, che avrei nascosto con i miei poster, un lampadario centrale e due lucette -una sulla scrivania e una sul muro sopra al letto- che facevano un sacco di luce.
- Beh? Lo so che è un po' piccola, ma purtroppo la metratura di questa casa lascia a desiderare.. -
Scossi la testa, sorridendole dal centro della stanza. - Oh, no, affatto, anzi, è più grande di quella che avevo prima e quell'armadio a tre ante sarà difficile da riempire, quindi se ti serve qualche mensola per le tue cose, fammelo sapere! -
Spensi la luce e continuammo il giro.
- Qui, c'è la terrazza. - mi disse voltando l'angolo a un metro dalla mia camera.
- Occhio quando prendi il sole, se lo prendi in topless, perchè purtroppo comunica con un altro appartamento, abitato da soli ragazzi. -
Oh bene, speriamo almeno siano carini.
- Uno è mio cugino tra l'altro, quindi se da fastidio fammelo sapere.. Si chiama James, ha 19 anni. L'altro invece solo 16 e si chiama Benjamin. Qualche volta puoi trovare anche il cugino di James e mio nipote, Jared, appena 17enne. -
Suo nipote!?
- Hai un nipote? Wow. - le domandai sorridendole.
- Già - mi rispose quella - I miei mi hanno avuta tardi e il mio fratellone si è dato da fare a soli vent'anni circa quindi.. -
"Non vedo l'ora di conoscerli" pensai ritornando dentro.
- Uhm, la porta rosa è quella del bagno, con Jacuzzi annessa. -
Spalancai la porta, convinta mi prendesse in giro e invece c'era sul serio quella vasca.
Il bagno più grande che io abbia mai visto.
- Questo è il pezzo forte della casa, che te ne pare? -
Risi, sconcertata. - Dico che ci dev'essere uno sbaglio. Con questa vasca dovrebbe costare molto di più l'affitto! - conclusi ragionandoci su.
Monica scosse le spalle, indifferente. - Beh, io non faccio domande, e per tutto il tempo che sono stata qui nessuna si è mai lamentata di questa vasca. Oltre te. -
- Sono venute solo donne? -
- Esatto. - mi spiegò richiudendo la porta del bagno.
- E come mai? - le chiesi sistemando un quadro storto appeso sul muro del corridoio.
- Bella domanda.. - mi rispose sospirando. - Me lo sono chiesta spesso anch'io. -

Tornammo in cucina e dopo una mezz'ora mi salutò per andare a lezione. Anche lei frequentava alcuni dei miei corsi, eppure non l'avevo mai vista.
Disfai i bagagli, attaccando qua e la poster di gruppi musicali, poi appesi la bacheca di legno con tutte le mie foto assieme ai ragazzi del New Jersey e a quelli dell'università sopra al letto, dal lato a cui era appoggiato, per vederli sempre.
Stavo sistemando le scarpe quando sentì uno strano rumore, come di una porta che non voleva aprirsi.
Poi delle imprecazioni.
"Ma che diamine..?"
Corsi immediatamente a vedere e trovai un ragazzo dai capelli blu elettrico e neri con due occhi azzurri che mi fissavano incazzati.
- Mi apri? - mi chiese indicando con la mano la maniglia della porta.
"Sto cazzo.." pensai incrociando le braccia sotto al seno.
- Sono uno dei vicini, mi chiamo Ben e non ho cattive intenzioni! - rispose facendosi una croce sul cuore.
- Non crederai che ti apra, spero! - gli feci notare mantenendo la mia posizione. Solo perchè mi ricordo di un certo Benjamin nominato da Suzy mica ti faccio entrare.
- Mi serve Monica, per favore. Me la chiami? -
Aprì la porta, dopotutto aveva detto le paroline magiche.
- Monica non c'è, l'hai mancata per qualche minuto. Se vuoi puoi dire a me, così appena torna glielo dico! -
Si issò il cappuccio della felpa in testa con sguardo di sfida.
- No, signora - e calcò sulla parola signora, per farmi incazzare - Aspetterò che rientri, buona giornata. - E se ne andò.
Mi ha dato della vecchia!?
- Per tua informazione ho 19 anni, marmocchio, quindi non darmi della vecchia!!! - gli urlai dietro risbattendo la porta e tornandomene  in camera mia.
"Ma vaffanculo.."


L'ora di pranzo arrivò in fretta, e io stavo ancora sistemando la mia stanza. Afflitta, decisi di prepararmi una pasta con pomodoro e tonno. Io amo il tonno. Vivrei di tonno. Lo mangierei anche a colazione, con il caffè. No beh, a colazione forse no, ma dopo una serata fuori con gli amici, assolutamente si.
Apparecchiai finchè l'acqua andava ad ebollizione e portai le cibarie dal mio zaino, alla credenza e nel frigo. Spero siano ancora mangiabili, dopo una mattinata nel mio zaino a scaldarsi.
Accesi la tv, e il telegiornale delle 11.30 stava per concludersi.
" Tempo mite e sereno per tutta la settimana " diceva il vecchietto puntando la stecca di legno con cui si aiutava a indicare le zone sulla cartina.
" Come se potesse piovere.. " pensai rialzandomi per controllare a che punto fosse l'acqua.
Aggiunsi il sale e buttai i fusilli, poi alzai la fiamma al pentolino con il sugo, mescolandolo ogni tanto. Se si brucia, è la fine.
Stavo riversando la pasta nello scolapasta quando comparì Monica, con una strana espressione sulla faccia.
- Ehi, che ti prende? - le domandai sventolandomi la mano di fronte al viso, per diradare il vapore della pasta.
- Ben. Mi ha intercettata sul pianerottolo. Questa sera vogliono conoscerti, quindi non prendere impegni. -
Mollai lo scolapasta, sorpresa.
- Che mi venga un crampo alle chiappe se ci vado. -
Monica rise, appoggiandosi allo stipite della porta, aveva le lacrime agli occhi.
- Si.. - mi disse dopo essersi ripresa - Mi ha raccontato di come vi siete conosciuti, se così si può dire. -
Si sedette a tavola, aspettando che le porgessi la pasta, coltello in una mano, forchetta nell'altra.
- Ecco qua, spero sia commestibile. Toglimi una curiosità: ma quel Ben, è solito entrare qui come se fosse a casa sua? -
Rise ancora, scuotendo la testa.
- Si si, non ti preoccupare. E' innocuo. Lascia pure la portafinestra aperta, tanto viene a prendersi solo lo zucchero e il burro. -
Un piccolo, stronzo ma sexy cleptomane. No, non credo che basti per convincermi a farlo girovagare per casa.
- Sarà, ma mi sta già antipatico. Prima mi ha dato della vecchia, non so se mi spiego. Ho 19 anni, dannazione, non 70. - dissi inforcando con più cattiveria due fusilli innocenti, inglobandoli.
- Sa di essere il più piccolo, ecco perchè fa lo stronzo. In realtà è tenero e poi sembra un cucciolo con quegli occhioni blu che si ritrova. -
Stronzo rimane, però.
Sbuffai, finendo la mia pasta, che decise di venire commestibile, fortunatamente per la mia coinquilina. Ne vorrei ancora.
- Ascolta, ho una domanda da farti, se posso. - le dissi guardandola finire la sua porzione.
- Dimmi -
- Ma anche tu sei solita andare da loro quando vuoi? -
Lei mi guardò, impiegandoci un po' a capire a chi mi riferissi, e poi sorrise. - Certo, James è mio cugino di secondo grado in quanto mio fratello è sposato con la sorella gemella di sua madre. Beh e poi c'è Jared che è mio nipote.. -


Ecco il secondo capitolo. Devo dire che mi piace un sacco, sorprendente! xD
Voi che ne pensate? Ci state capendo qualcosa in più? Lo spero. :D
Al prossimo bella gente! <3
Love u all
Pome
   
 
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