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Autore: _shadowofsun_    13/05/2012    0 recensioni
Selene non si innamora mai, non importa quanto la sua amica Samanta cerchi di trovarle un ragazzo nessuno è mai quello giusto, ''non so, non fa per me'' è la frase che ripete sempre. Quando però due ragazzi bellissimi e un po' strani le susciteranno emozioni contrastanti e travolgenti ed un biondino riporterà allo scoperto sensazioni sopite da tempo la vita di Selene cambierà mettendola difronte a situazioni troppo grandi per essere affrontate in una vita sola.. PRIMA storia della serie Soul Mate
Questa è la prima storia che scrivo spero vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 Soul Mate - Pietra di Luna



- Allora che ne pensi di Francesco?  era la quarta volta questa settimana che sentivo questa frase, l’unica variante? Il nome. Sam mi ripeteva la domanda alla fine di ogni serata, accuratamente organizzata da lei con lo scopo di trovarmi un ragazzo, ed ogni volta le rispondevo nello stesso modo - non so, non fa per me .
Samanta Massari era la mia migliore amica fin dalla prima elementare aveva una folta chioma rosso fuoco, grandi occhioni color cioccolato, naso alla francese ed un continuo bisogno di recitare la parte di Cupido.

Mi guardava con la fronte corrugata e le labbra strette in un chiaro segno di disapprovazione dovuto alla mia risposta, non era la prima volta che mi rivolgeva quello sguardo e sicuramente non sarebbe stata l’ultima, ma ormai non ci facevo più caso.
Prese a dondolare le gambe seduta sulle ginocchia di Paolo, Sam era bassina al contrario di Paolo alto quasi un metro e novantacinque ma qui finivano le differenze, anche lui aveva i capelli rossi, gli occhi marroni e qualche lentiggine sulle guance, vedendoli in quel momento chiunque avrebbe potuto scambiarli per fratello e sorella. In realtà Paolo era il ragazzo di Sam stavano assieme  da quando lei aveva quattordici anni e lui sedici ed ora, tre anni dopo erano una coppia unita più che mai, io ero felicissima per loro ma purtroppo questo rapporto aveva esiti catastrofici su di me, spinta costantemente dall’idea che l’amore e la totale felicità fossero sentimenti inscindibili, Sam cercava in ogni modo di farmi provare le stesse cose e così una sera si ed una sera no ci ritrovavamo tutti e tre seduti sulle panchine del cortile di casa di Samanta a ripetere la stessa sceneggiata.
-Certo che sei assurda Selene, non ti va mai bene nessuno. Davide era troppo basso, Marco parlava troppo in dialetto, Giulio aveva gli occhi troppo piccoli ..che altro difetto assurdo sei andata ad inventarti per Francesco?  disse Sam incrociando le braccia.
-Ehi io non mi invento niente! I difetti ci sono altrimenti sarebbe impossibile per me trovarli e ,con tutto il rispetto per il fatto che lui è un tuo amico Paolo, ma ha davvero un alito pestilenziale! Non appena apriva bocca mi veniva voglia di scappare.
 Il suo alito puzzava, questo enorme difetto sarebbe il suo alito? Compra una scatola di mentine e risolviamo tutto no?!  - Non è solo questo, è un po’ tutto …è che, non so, semplicemente non è il mio tipo. Vidi Samanta stringere gli occhi e la sentii sbuffare -Questa tiritera l’ho già sentita Sel e sto iniziando sul serio a stancarmi, com’è possibile che nessun ragazzo al mondo sia il tuo tipo? Cavolo se continui a respingere tutti arriverai zitella a sessant’anni. - Ma saranno fatti miei no?! Magari voglio arrivare zitella ai novanta tu sei felicemente fidanzata con Paolo perché ti fai tutti questi problemi?
 - Perché sei la mia migliore amica ecco perché, perché voglio che anche tu sia felice. sentite queste parole mi alzai ed iniziai a camminare verso il portone di casa sua, oggi dormivo da Samanta, prima di scomparire dietro l’angolo però dissi alla mia amica - Io sono felice e un ragazzo complicherebbe solo le cose, arrenditi Sam io sono una sfida che non vincerai mai.
Una volta seduta sugli scalini con il portone alla mia destra e l’ascensore accanto a me tirai il cellulare e le cuffie fuori dalla borsa,impostai la mia playlist preferita ed iniziai a canticchiare aspettando la mia amica.
Sam mi raggiunse solo dopo una ventina di minuti, entrò senza dire una parola ma mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi con la coda dell’occhio vidi Paolo salutarmi con la mano da dietro i vetri del portone chiuso, ricambiai con un sorriso ed un cenno della testa poi io e la mia amica entrammo nell’ascensore.
Samanta abitava al settimo piano in un appartamento molto grande con le sue due sorelle e la madre, un cagnolino di nome Tommy ed un pappagallo, Stefano. Appena entrate fummo accolte dall’odore di pizza e da vari saluti.
Attirate dal profumo del sugo e della mozzarella corremmo nella sala da pranzo. Attorno al tavolo circolare erano sedute Angela, la madre di Sam, Dalila la sorella ventenne e Cecilia che aveva tredici anni. Era metà settembre ma faceva ancora molto caldo, tutte le finestre erano spalancate, ma dato che era sera e la luce era accesa le zanzariere erano abbassate per paura di attacchi improvvisi da parte di quegli insettini fastidiosi. Sul tavolo oltre la pizza vedevo una caraffa piena d’acqua e cubetti di ghiaccio -Com’è andata la serata? chiese Angela - Bene, il pub dove siamo andati era divertente. Risposi nello stesso istante in cui Sam disse -Sarebbe andata meglio se Selene non fosse così testarda. Angela ed il resto della famiglia Massari scoppiarono a ridere capendo subito a cosa si riferiva la mia amica. - Direi che possiamo rimandare quest’argomento a dopo, sto seriamente rischiando di morire di fame!  mi lamentai io. Sam sbuffò ma lasciò cadere il discorso preferendo addentare una grossa fetta di pizza capricciosa.
La cena passò tra chiacchiere e risate e appena finito di mangiare io e la mia amica andammo in camera sua.

Appena entrata mi spaparanzai sul letto accanto alla finestra quello che prendevo sempre quando dormivo a casa di Samanta; il che accadeva più o meno ogni due giorni. Aveva un cuscino morbidissimo ed un copriletto giallo intonato alle tende proprio come quello sull’altro letto.
Accanto all’enorme armadio in ciliegio c’era un divanetto sul quale era buttala la mia borsa. Non avevo la minima voglia di cambiarmi, il letto era semplicemente troppo comodo per abbandonarlo.
-Sam passami la mia roba per favore. Chiesi con gli occhi chiusi, meno di un minuto dopo una borsa mi atterrò sulla faccia. -Ahi! Mi hai fatto male! esclamai massaggiandomi il naso - La prossima volta non essere pigra e vedrai che il mondo ti sorriderà. Rispose Sam facendomi una linguaccia, scoppiai a ridere.
Dopo esserci cambiate accendemmo la tv che era di fronte al letto di Sam sul quale ci sedemmo entrambe a gambe incrociate - Stasera non fa nulla di decente . - è domenica che ti aspettavi? 
- speravo in un Brad Pitt a petto nudo.
- Disse la ragazza fidanzata.
- Guarda che sono fidanzata mica deficiente. Ridemmo entrambe dopo la sua risposta.
 Tra critiche indirizzate ai divi del cinema e biscotti con gocce di cioccolato arrivarono le due di notte.  -Cavolo! -Che è successo?  mi chiese Sam spaventata. -Sono le due.
-Scema mi avevi fatto venire un infarto. - Non hai capito, sono le due di notte e domani alla prima ora abbiamo la Stevenin. Gli occhi della mia amica si spalancarono -Nooo quella se arrivi in ritardo di due minuti ti butta fuori dalla classe e di sicuro non riuscirò a svegliarmi alle sei domani, far incazzare la Stevenin il primo giorno di scuola perfetto!
-Già, mi sa che ora ci tocca andare a dormire.  -Notte. dissi scendendo dal letto dopo averle dato un bacio sulla guancia.
Buonanotte . rispose Sam sistemandosi sotto le coperte.
 - Ragazze, svegliatevi è tardi!  furono queste le prime parole che sentii la mattina dopo.. seguite dal rumore di pugni contro una porta. Mi alzai grugnendo.
Samanta aveva la testa nascosta sotto il cuscino,una gamba fuori dal letto e un braccio in una posizione che sembrava assolutamente innaturale. Le scossi il braccio e le tolsi il cuscino di dosso -Io vado a cambiarmi quando torno voglio vederti in piedi. dissi -mmh sisi tu va. Fu la risposta che ottenni.
Raccattai un paio di jeans chiari ed una maglia arancione dalla borsa e corsi in bagno, quando ne uscii Sam era ancora sdraiata sul letto con  il braccio ancora nella posizione strana. .ohi alzatiii! Urlai. Lei si mise a sedere di scatto mormorando -Eh? Cosa? Si sono sveglia. Risi iniziando a mettere le mie cose nella borsa mentre lo zombie Sam andava a cambiarsi. Quindici  minuti dopo quando Samanta riemerse dal bagno eravamo a undici minuti dalla soglia del ritardo.
Uscimmo da casa in tutta fretta e corremmo verso scuola, che per fortuna era a soli due isolati di distanza. Superato il primo però mi fermai. -Che fai?  chiese affannata la mia amica - Oggi è il 15.
 - si e allora?
-E allora  oggi è il compleanno di Diana e io ho dimenticato il suo regalo a casa!
-Ma che te ne frega lo vai a prendere dopo scuola.
-Non posso, dopo scuola devo andare con Ivan a sistemare il locale per la festa!
-che cavolo vorresti fare allora?  mi guardai attorno, la scuola era a due minuti di distanza, casa mia era dietro l’angolo e all’ora X mancavano cinque minuti.
-Tu vai avanti io corro a casa e poi ti raggiungo.
-Come ti pare ma poi non lamentarti se la Stevenin ti ha sulle palle!  disse Sam subito prima di iniziare di nuovo a correre verso la scuola.
Ci misi due minuti e cinquanta secondi per prendere il regalo e ritornare a quell’incrocio, un tempo da record!
Davanti a me il semaforo per i pedoni era verde così attraversai senza rallentare ma mentre correvo sulle strisce sentii una clacson suonare. Mi girai con gli occhi spalancati verso l’auto blu notte che si era fermata a tre centimetri di distanza da me, gettai un’occhiata frettolosa ai capelli neri, gli occhi verdi e il maglioncino azzurro del guidatore e poi ripresi a correre verso la scuola urlando a quella specie di pirata della strada un- stai attento coglione!
Arrivai all’ingresso di scuola col fiatone. Savanna la bidella del plesso, chiamata affettuosamente da tutti Sanna mi guardò con un mezzo sorriso -in ritardo il primo giorno Selene? - non infierire Sanna ti prego!
 Savanna scosse la testa e tornò a sedersi alla cattedra accanto alla biblioteca, guardai l’orologio: 8:06 poi mi sedetti accanto a lei.
-Beh perché ti siedi qui? - Sono in ritardo di sei minuti e ho la Stevenin in classe  non mi farebbe mai entrare, oltretutto entrare interrompendo la lezione la farebbe più  incazzare che altro. -Stevanin il primo giorno, bel rientro! sorrisi
- Sanna tu non dovresti dire queste cose a noi studenti. scherzai - Sono sicura che non parlerai di questo mio commento a nessuno. replicò lei altrettanto sorridente.
Passammo il tempo chiacchierando accompagnate dal tè caldo al limone delle macchinette, poi vedemmo un ragazzo che poteva avere più o meno venticinque anni, capelli nero pece, occhi verdi e bocca carnosa avvicinarsi alla cattedra dove eravamo sedute. Savanna sorrise allo sconosciuto chiedendo in cosa poteva essergli utile. -Sono il nuovo insegnante il professor Xel, vengo dalla sede centrale del liceo, la preside mi ha detto che inizio alla seconda ora in II F. - Oh certo mi ha avvertito questa mattina presto, Selene dato che tu frequenti la II F perché non accompagni tu il professore in classe? Tanto mancano solo cinque minuti allo scattare sella seconda ora.  – Certo. Dissi alzandomi dalla sedia ed iniziando ad incamminarmi verso le scale. - L’aula della II F è al piano superiore.spiegai mentre il professore mi seguiva per le scale.
Arrivammo davanti alla porta della classe ancora chiusa e il prof mi chiese - La vostra vecchia professoressa vi aveva già avvertito che non sarebbe rimasta con voi quest’anno? - Avvertito no, ma ci aveva detto che qualche possibilità c’era.
- Capisco. Fece qualche altra domanda sulla classe poi la campanella suonò e la Stevenin puntuale come un orologio Svizzero uscì dall’aula. Ci superò senza degnarci di uno sguardo. -Devo dire che sei una ragazza molto educata Selene, è davvero un peccato che la tua educazione svanisca per strada. Disse il professor Xel. Lo guardai con la fronte corrugata mentre entrava nella classe e fu in quel momento che mi accorsi che indossava un maglioncino azzurro.
 Non può essere  pensai con gli occhi sbarrati -Hai intenzione di unirti al resto della classe o la corsa di prima era solo per passare un po’ di tempo in più con la tua amica ‘Sanna’ ? mi disse Xel dopo essersi seduto alla cattedra ed aver dato il buongiorno alla classe.
 Entrai in classe e mi sedetti accanto a Samanta pensando oh cazzo, è proprio il coglione che mi stava investendo questa mattina! Aspetta un attimo ho dato del coglione al mio professore e lui l’ha decisamente sentito! Oh cazzo!.
Una prof incavolata per un ritardo e un altro incazzato per un insulto ed è solo la seconda ora.  
Bentornata a scuola Selene!




Il primo capitolo della mia storia finisce qui, spero vi sia piacuto :) un ringraziamento enorme alla mia Beta Stero_love96 senza te non saprei come fare <3

le recensioni sono gradite xD
  
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