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Autore: suni    04/12/2006    2 recensioni
Al 12 di Grimmauld Place, nel silenzio, soltanto un uomo ed una penna d'oca, per raccontare una storia d'amicizia che è una storia d'amore, un amore mai ammesso e mai nato...
(siate altruisti, lasciatemi un commento, anche se probabilmente negativo...)
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter Minus

 

Più, con il passare dei giorni, vado avanti con le pagine, scendendo nei particolari, più la scrittura si fa difficile, spinosa e sofferta. Ci sono aspetti della mia storia che ancora oggi risvegliano in me sensazioni di una violenza che spezza il fiato, intense come se tutto quanto fosse avvenuto pochi giorni fa. L’odio è sicuramente la più forte, ed è canalizzato quasi tutto verso un singolo, miserabile individuo, l’unico uomo in terra che vorrei uccidere con le mie mani.

Voldemort, insomma era il cattivo della storia: e quello era il suo ruolo, era quel che faceva. Era normale che tentasse di ucciderci e distruggerci, era ciò che ci aspettavamo da lui. Non era una sorpresa che utilizzasse qualunque mezzo, che fosse pronto ad ogni meschinità. Era il suo posto nella storia e tutti quanti lo sapevamo, regolandoci di conseguenza.

Il tradimento è la più schifosa delle colpe.

Ma non voglio stare qui a scrivere un’arringa di accusa contro Peter Minus, perché non saprei trovare le parole, perché il solo pensiero mi fa tremare d’ira, e perché suppongo che una simile arringa si scriva da sé nella mente di chiunque venga a conoscenza dei fatti, perché in nessun modo è giustificabile un simile orrore. Non è questione di Grifondoro o Serpeverde: anche Voldemort punisce i suoi traditori –sono spesso tentato di avvisarlo riguardo a Snivellus (oh, lo so, Remus, la devo piantare)- ed è anzi quella per il tradimento la pena più dura prevista nel suo codice.

Peter ad Hogwarts era di un’ingenuità che poteva a tratti risultare imbarazzante per chi gli stava intorno. Che potesse anche solo immaginare che i suoi due grandi amici si amassero in modo anche vagamente distante dal fraterno, è assolutamente impossibile.

E’ altrettanto certo però, che in qualche modo Peter fosse geloso della nostra intimità, proprio perché non arrivava a capirne l’origine: affinità elettive e cose del genere erano concetti troppo al di là della sua portata. James e io avevamo, nei suoi confronti, un atteggiamento di paziente, condiscendente affetto. Come si fosse trattato di un fratellino un po’ tonto. So che da parte nostra non era troppo gentile, ma così era Peter: un fratellino un po’ tonto.

Non ho mai capito –né mi sono mai realmente voluto interrogare- su quale meccanismo l’abbia spinto a fare quel che ha fatto. Ma quando mi guardo indietro e ripenso a tutte le cose e abbiamo condiviso e tutto quel che abbiamo fatto per lui… Perché sì, forse eravamo due stronzi e forse l’abbiamo tenuto un po’ in disparte, ma del resto non era il genere di persona con cui sentirci a nostro agio e alla pari come tra noi tre. Non è che lo facessimo con cattiveria e con intenzione –quelle le riservavamo ai Serpeverde- ma era così che stavano le cose, semplicemente: Peter non era come noi.

 Arrivava alle cose sempre un attimo dopo, e aveva sempre almeno il doppio di paura di quanta ne avessero James e Remus, e quando abbiamo scoperto della Licantropia è stato l’unico di noi tre a sembrare terrorizzato o contrariato o chissà cosa.

Eppure ne abbiamo fatte delle cose per lui. Perché quando qualche Serpe gli dava noia c’era James a tirare fuori la bacchetta –in gola avrebbe dovuto ficcartela, la bacchetta, vigliacco maledetto- e se Trasfigurazione andava storta quel povero cretino, quell’ingenuo abissale e demente di Sirius si affannava a passare le notti in bianco per dargli ripetizioni. Come un fratello, l’ho trattato, e lui ridacchiava mentre dodici persone saltavano in aria e la mia condanna all’inferno veniva firmata con il loro sangue.

Stupido, debole, vile, disgustoso Peter.

James era certo della sua fondamentale bontà d’animo. Quando era certo di qualcosa, del resto, nemmeno a sbattergli in faccia prove lampanti dell’esatto contrario di quel che erano le sue convinzioni bastava a fargli cambiare idea. Sono testardo io, lo so. Ma a confronto di James Potter resto pur sempre un dilettante.

Penso che James sarebbe anche morto, per Peter. Era fatto così, lui. Quando voleva bene, lo faceva senza misura, senza limiti o punti di rottura; una volta arrivato a conquistarti la sua stima, potevi star certo che solo macchiandoti dei crimini più gravi l’avresti potuta perdere, e forse nemmeno. Per James, Peter era un amico un po’ imbranato da tenere d’occhio con una premura che, lo ammetto, alle volte era un po’ svogliata. Ma pur sempre sincera.

Non lo so, non lo so cos’abbiamo sbagliato, ma qualcosa dev’essere stato. Perché non si ammazza un amico così, non si condanna un amico all’ergastolo dentro Azkaban senza una buona ragione. Non si può.

 

 

Ci ho dormito su.

Non arriverò a capo di nulla se non analizzo le questioni oggettivamente, con calma. Non è a questo che serve scrivere?

Ma perché, del resto, devo essere oggettivo? E’ Peter Minus, Merlino, ha preso la mia vita, l’ha fatta in briciole e le ha gettate nel fango per poi calpestarle a dovere.

Quel gran bastardo non ha avuto nemmeno le palle di farsi ammazzare come si deve, si è messo a strisciare intenerendo Harry, uno spettacolo raccapricciante.

Anche James s’impietosiva facilmente.

Gli somiglia, molto. Ma, cosa realmente assurda, che farà ridere chi legge –uno  a caso, Lupin-  somiglia molto anche a ME.

Noi ci fidavamo di Peter.

Ma è stata mia l’idea, non me lo potrei perdonare nemmeno vivendo millenni interi.

James voleva me, come Custode, me, me, me, me. Ho dovuto faticare per convincerlo che Peter era l’uomo giusto. Lui voleva me, lui si fidava solo di me…

Non servono a niente neanche le lacrime. Quante ne ho già piante, non lo so.

Me lo ricorderò tutta la vita quel maledetto momento, l’attimo in cui James ha annuito  e ha detto sì. E per tutta la vita mi ricorderò il sorriso falso e ipocrita di quel ratto mentre la porta si chiudeva alle mie spalle pochi minuti prima che effettuassero l’Incantesimo.

Ma si può essere più stupidi di me? Spesso me lo chiedo, è quasi imbarazzante. Penso a tutta la mia buona fede, dieci anni di amicizia, insomma, come ho potuto essere così cieco così a lungo? E lo stesso vale per James.

Ma eravamo solo due ragazzi che amavano la vita e volevano credere in essa. Volevamo pensare che nel mondo ci fossero cose buone più forti delle cose cattive. Peter Minus è stata la nostra dimostrazione di errore.

Si possono passare cento anni a costruire un Castello enorme e bellissimo come Hogwarts. Può bastare un terremoto assestato nella giusta maniera a distruggerlo in pochi attimi.

Noi volevamo vedere solo il Catello, e non la scossa.

Forse, alla fin fine, non abbiamo capito chi davvero fosse Peter Minus perché non abbiamo voluto, così come non volevamo capire che non eravamo due migliori amici come gli altri.

Che teste di cazzo.

 

 

 

 

X Mixky: Grazie per tutti quei complimenti su Beacuse. A me veramente non fa impazzire, anche se a tuttoggi la confermo e sottoscrivo pienamente dal punto di vista di Remus. Riguardo a marzo, invece, sto cominciando a notare anche io una certa raccapricciante analogia con i fatti “reali” dei Marauders.

Tu trovi Remus noioso?... Ohibò… Non me l’aspettavo. Ma il mio Remus o Remus come personaggio? Ma il mio Remus è noioso? Veramente? …

Strano. Temo di aver sbagliato qualcosa allora perché non avevo intenzione di renderlo tale. Ci lavorerò.

X sourcream: … Da’ un’altra volta del limitato al mio can- ehm… Uomo, e ti farò pentire di essere nata, serpe. Sei avvisata. Ma tu davvero trovi che stiano bene insieme? Ma sai che più ci penso più mi spaventi?

X Elly: Guarda, ti capisco… E’ lo stesso per me, questo pairing è allucinante. Tuttavia è appunto un buon esercizio di stile, e chissà, se riesco ad abituarmi un po’ all’idea va a finire che mi diverto pure… (“diverto”, ho detto, NON “appassiono”)

   
 
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