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Autore: Faust_Lee_Gahan    14/05/2012    3 recensioni
"Sherlock si passò le mani sugli occhi e si appoggiò al muro.
Sarebbe stato meglio se gli avesse davvero dato un pugno."
[Sherlock/John]
Seguito di 'The Most Exhausting' - 1x03
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lie to me

Summary: Sherlock si passò le mani sugli occhi e si appoggiò al muro.

Sarebbe stato meglio se gli avesse davvero dato un pugno.

Pairing: SherlocK/John

Rating: PG

Words: 1112

Disclaimers: Non miei e “blablablabla! Lascia stare! Abbiamo detto queste cose centinaia di volte!”

Notes: Seguito di The Most Exhausting. Per la Sherlothon dello SFI sul prompt #8 (“La sua moralità non è migliorata. Adesso, agli altri suoi vizi aggiunge anche le bugie”) TEAM CANON!




Lie to me


Truth is a word that's lost its meaning.

[…] So lie to me […]

Make me think that at the end of the day

some great reward will be coming my way.”

(Depeche Mode)


Sherlock si passò le mani sugli occhi e si appoggiò al muro.

Sarebbe stato meglio se gli avesse davvero dato un pugno. (1)

Si staccò dal muro e salì le scale fino alla porta di John, risoluto.

Fu tentato di aprirla ed entrare senza bussare, però poi pensò che in fondo non era una buona idea.

«John.» chiamò allora.

Silenzio.

«John.»

Ancora silenzio.

Sospirò. Appoggiò il braccio alla porta e la fronte sul braccio. Perché doveva essere tutto così difficile?

«John. Potresti aprire questa porta? Per favore.»

Sempre silenzio.

Sherlock si raddrizzò e strinse le labbra. «L'avrai voluto tu.» mormorò.

E cominciò a bussare. John poteva anche essere un testardo, ma lui lo batteva senz'altro, e di parecchie incollature, per giunta. Bussò ininterrottamente per quasi dieci minuti. Si stupì della resistenza di entrambi, a dirla tutta. Bussò finché John aprì la porta con aria stanca e lo guardò.

«Cosa vuoi, Sherlock?»

Lui chiuse per un momento gli occhi e sospirò ancora. Che cosa voleva?

«Non lo so...» ammise.

Probabilmente niente.

John scosse la testa e tentò di richiudere la porta ma la mano di Sherlock fu più veloce a bloccarla.

«Non stai facendo le valige, vero?» chiese prima di poterselo impedire.

Lui lo guardò come se fosse impazzito. «Certo che no. Dove potrei mai andare?»

Dalla piattola, per esempio.

«Da Sarah, per esempio.»

«Non dire sciocchezze.»

Sherlock si prese un attimo per prodigarsi in un mezzo sorriso sollevato, senza smettere di fissarlo. Non se ne stava andando, era lì, e ci sarebbe stato sempre. Ci credeva come non mai in quel momento. Era lì, era suo.

«Fammi entrare.» disse a mezza voce, come se si vergognasse del suo bisogno di lui. Tremendo, disumano bisogno di lui.

John scosse la testa. «No.»

«Perché?»

«Perché sono stanco, Sherlock! Sono esausto

Sherlock si mise a osservarlo. Era stanco, davvero. Gli occhi spenti, socchiusi, oltre le palpebre pesanti, erano fin troppo eloquenti.

«Mi odi.» diagnosticò.

«Lo preferirei di gran lunga, credimi.» sibilò John «Ma ci vorrebbe troppa fatica. Molta più di quella che mi serve per starti vicino.»

Sherlock scosse la testa. Gli si era bloccato un sapore amaro alla bocca dello stomaco.

«Perché fai così? Sai che non posso mentirti. Non a te. E a dirla tutta non voglio nemmeno!» disse.

John lo trapassò con uno sguardo gelido. «Impara a farlo, allora.»

Lasciò andare la porta e Sherlock ne approfittò per entrare. Il suo coinquilino sospirò pesantemente quando la sentì chiudersi. Vide le sue spalle abbassarsi distintamente e la testa fare un cenno di diniego. Si stava arrendendo.

«Dimmi perché dovrei mentirti.»

John non si voltò. Alzò la testa in alto, come se stesse parlando con qualche entità superiore. «Ne ho bisogno, Sherlock! Sono un essere umano, e ho bisogno di speranza! Ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa! Ho bisogno di avere un conforto, una rete su cui cadere!»

«Non esiste una rete, John! Perché cullarsi nell'illusione che ci sia quando sappiamo entrambi che non è così?»

Cominciò a dubitare delle sue capacità intellettive: gli sembrava abbastanza chiara come esposizione, eppure continuava a non capire il punto. Perché? Perché mentire, agli altri e a se stessi, quando la realtà è così chiara?

«Perché è l'illusione di averla che porta le persone ad andare avanti, Sherlock!»

Avevano alzato la voce, come avevano fatto prima. John si era girato a guardarlo in viso, sul quale Sherlock vedeva solo rabbia e frustrazione. Nessuna traccia della stanchezza fisica. Lui abbassò il capo sospirando, sconfitto, e parlò con tono più calmo. Si era pentito di aver urlato, probabilmente. Aveva anche lo sguardo più dolce. Ora riusciva a vedere il suo John.

«Il fatto è che tu non credi in niente. Nell'esattezza della scienza, forse, e sicuramente in te stesso, quel tanto che ti basta per far sentire il resto del mondo una merda secca. Io invece credo in molte cose, Sherlock. Credo che la vita vada sempre in modi diversi da come l'abbiamo programmata. Credo che se mangio una fetta in più di pane tostato con la marmellata a colazione poi la giornata andrà meglio. Credo che incontrarti e vivere qui con te sia stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. E non è facile, non è facile per niente! Tu non rendi le cose facili, mai. Eppure io sono felice. E lo so che tu non riesci a capire quello che sto dicendo perché fa tutto parte del mondo di noialtri comuni mortali che hanno bisogno anche delle bugie inutili per sopravvivere. Perché noi sopravviviamo, Sherlock. In questo credo. Ed è esattamente pensare di sopravvivere che ci permette di sopravvivere. Anche se in questo momento mi risulta tremendamente difficile, perché tutta questa realtà è soffocante.» (2)

Puntò i propri occhi nei suoi, e Sherlock provò uno strano senso di vuoto all'altezza dell'ombelico. Le viscere gli fecero male, ed ebbe la certezza che il suo corpo stesse mettendo in atto una rivoluzione nel momento in cui John gli si avvicinò e gli prese il volto tra le mani.

«Lo so che ti sembra stupido. Lo so. Ma io ne ho bisogno. Ho bisogno di convincermi che sopravviverò. Ho bisogno che tu me lo dica, anche se non ci credi. Potrei credere a qualsiasi cosa se me la dicessi tu.»

Aveva di nuovo smesso di respirare. Era la seconda volta a distanza di pochi, miseri minuti.

«Se vuoi le bugie, allora te le darò. Ti dirò tutte le bugie che vuoi.»

John tirò le labbra in un sorriso debole, chiuse gli occhi e appoggiò la fronte contro il suo mento.

«Mentimi, ma fallo con sincerità.» sussurrò. (3)

Sherlock gli mise le mani tra i capelli. La sua moralità non era migliorata. Adesso, ai suoi vizi aggiungeva anche le bugie. La verità è che non faceva molta differenza.

«Ascoltami bene. Io e te usciremo da questa situazione. Non sentiremo mai più parlare di Moriarty. Tu non hai nulla da temere, e, quando sarà finita questa storia, non avrai mai più nulla da temere.»

John annuì come se stesse immaginando la scena. «Dimmi che non hai nulla da temere nemmeno tu.»

«Non ho nulla da temere nemmeno io.»

«Dimmi che non ti farà del male.»

«Non mi farà del male. Non può. Ci sei tu a proteggermi.»

John strizzò gli occhi, per scacciare questa scena.

«E se io non potessi farlo?»

«Ne dubito.»

«Hai così fiducia in me?»

«Potrei non averne?»

John esalò una mezza risata. Sherlock sentì le sue dita tentare di aggrapparsi quanto più possibile al suo viso. Lasciò i suoi capelli e gli prese le mani.

«Io credo in te

John gliele strinse forte, in modo convulso. Aveva il respiro affannoso. Aveva bisogno di lui.

«Non stai mentendo.»

«Non so mentire così bene.»

John aprì gli occhi.

«Andrà tutto bene.»

«Andrà tutto bene.»

Perfino Sherlock ne aveva la certezza. Come aveva la certezza che anche lui stava sopravvivendo. Ed era pensare di sopravvivere, che glielo consentiva. Era pensare di avere John che gli permetteva di sopravvivere.

Lui sospirò. «Lo so che sono solo bugie, ma è bello sentirle.» mormorò poi. (4)

Non ne aveva mai dette di più sincere.






Notes, again:

Dopo soltanto 15 mesi, ecco il seguito! Perdono!

Titolo e citazione da Lie to me dei Depeche Mode ♥

Citazioni: (1) finale di The Most Exhausting; (2) Izzie. Perché ultimamente Grey's Anatomy mi uccide più del solito; (3) Lie to me; (4) The Crying Game di Neil Jordan, uno dei miei film preferiti.

Soliti dovuti ringraziamenti a Sonia. ♥


  
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