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Autore: Andrew R Tyler    14/05/2012    1 recensioni
Quella che state per leggere è una breve storia di alieni e di guerra, con uno sconcertante finale a sorpresa.
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Genere: Angst, Guerra, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

"Invasori"

 

Stamattina mi sono alzato, e le ho viste. Sono molto più vicine di quanto non lo fossero ieri sera. Quelle fottutissime, enormi astronavi. Anche da qua si vedono distintamente le pesanti armature, i grossi portelloni degli hangar interni pronti a rigurgitare mezzi da guerra.

 

Si stanno preparando a sbarcare. Massimo un paio di giorni, e saremo schiacciati nella polvere. Non possiamo competere con loro. Quei maledetti alieni.

 

E pensare che era cominciato tutto con un segnale di aiuto. Nel centro spaziale, dove ho lavorato fino a qualche giorno fa, ora mi hanno mandato a casa, per via dell'invasione. Certo, parlandone così sembra un motivo assurdo, ma non lo è affatto.

Beh, mi sembra ieri che abbiamo captato la chiamata. Ne abbiamo captate molte. Tutte più o meno con lo stesso contenuto. Dicevano che quei bastardi avevano esaurito tutte le risorse nel loro pianeta, e che ora cercavano dei bei cucciolotti alieni pronti per farsi addomesticare e regalare loro ogni sorta di tecnologia che li potesse aiutare.

Cosa gli abbiamo risposto? Col cazzo. Dovevate pensarci prima. A dire il vero non ci siamo nemmeno degnati di inviare una risposta, anche se ammetto che era eccitante poter entrare in contatto con una civiltà che non fosse la nostra, seppur così depravata.

Poi i messaggi hanno cominciato a cambiare. Diventavano minacce, prima velate, dopo meno, fino all'aperta dichiarazione di guerra. Purtroppo a causa della distanza i segnali arrivano in ritardo. Altrimenti avremmo potuto approntare un'accoglienza degna di ciò che volevano fare. Di ciò che purtroppo faranno, spazzandoci via. Abbiamo poche colonie, qualche stazione orbitante. Dubito che della nostra specie rimarrà molto.

 

Un rumore secco, che si propaga in lungo e in largo su tutta l'atmosfera mi distoglie da questi pensieri. I portelli si sono aperti. Tanti velivoli più piccoli escono, come insetti, dalle pance delle navi.

 

Le sirene suonano, la gente corre ai rifugi, costruiti apposta per l'occasione. L'esercito inizia a sistemarsi, pronto per assorbire il primo attacco.

 

Io sto qua, affacciato fuori dalla finestra. Tanto prima o poi dovrò morire. Tutti dobbiamo morire. Allora tanto vale finirla nel modo più figo che ti viene in mente.

 

Mentre rifletto su ciò, uno di quei coleotteri giganti color bianco sporco, peraltro molto affascinanti, si avvicina verso casa mia a folle velocità. I grandi cannoni montati sulle torrette ruotano, le bocche di fuoco si allineano con il muro. Sono belle, quelle bocche, mi dico, tecnicamente molto raffinate.

 

Un lampo arancio, un boato assordante, poi non sento più nulla, e lentamente scivolo nell'oblio.

  
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