Sono
nel mio camerino.
Provo
un’infinità di vestiti ma nessuno mi piace granché.
Alla
fine opto per un abito corto di colore nero che mi arriva più o meno a
metà
coscia.
Ha le maniche corte e non è per niente scollato anzi, ha il collo a
lupetto. E’ aderente fino alla vita mentre da quel punto in poi si apre
una
gonna a palloncino.
Ai piedi calzo dei sandali con tacco, dello stesso colore
del vestito.
Certo
se fosse stato Nathan avrei prestato più attenzione al vestito. No, ma
che
penso?!
Io e
Nathan siamo solo amici e colleghi niente di più.
Indosso
la stella in oro bianco che mi ha regalato lui, ma sto uscendo con
Mark, quindi
indosso anche il suo bracciale.
Mi
guardo allo specchio, e istintivamente sfioro delicatamente la stella
con
l’indice.
“…perché tu sei una stella! La
stella più
bella e più brillante nel mio universo.”
Ripenso
alle sue parole.
Ha detto il mio universo. Non l’universo in
generale.
Arrossisco.
Lui ha questo strano potere di farmi
imbarazzare o arrossire in molte
situazioni. Come l’anno scorso al Comic Con, quando mi hanno fatto
leggere un
pezzetto di ‘Heat Wave’.
Sorrido
al ricordo. I fan almeno si sono divertiti.
Do
un’ultima sistemata al trucco e ai capelli, che lascio sciolti.
Forse
dovrei spuntarli un po’.
Sono davvero lunghi. Ne parlerò domani con la
parrucchiera, visto che tanto dovremmo girare quello spot per il nuovo
presidente della ABC.
Perfetto,
sono pronta.
Esco
dal camerino e Mark è fuori che mi aspetta con un fascio di rose rosse
in mano.
-“Non
ho voluto dartele prima, perché… beh sai… c’era il tuo collega, volevo
che
avessimo un po’ di privacy.”- dice porgendomi le rose.
Sorrido.
In effetti le rose mi piacciono molto anche
se non capisco perché non avesse
potuto darmele di fronte a Nathan.
-“Grazie,
sono davvero molto belle. Vieni, le sistemo in un vaso e poi andiamo.”-
Sto per
voltarmi ma noto un ombra vicino a noi.
Controllo meglio con lo sguardo ma non
vedo più nulla. Forse era solo un gatto.
Sistemo
le rose e Mark è alle mie spalle, ma all’improvviso sento le sue mani
sui miei
fianchi.
Faccio
per voltarmi, ma lui mi blocca le mani e intreccia le sue con le mie.
-“Mark…”-
lo avviso.
Noi non siamo Yves e Sophia.
-“Sai,
se FLO dovesse andare bene e piacere al pubblico, con Mike stavamo
pensando di
girare For Lovers Only 2. Questa volta saresti pagata!”-
Mi
volto velocemente.
-“Sul
serio state pensando di farne un seguito?”- chiedo emozionata.
Registrare
questo film mi ha fatto capire davvero cosa voglia dire amare qualcuno
tanto da
superare i limiti e i confini.
-“Ti
interessa?”- mi chiedi, ma vedo che il tuo viso si sta avvicinando al
mio e
d’istinto mi stacco da te, facendo finta di recuperare la borsa.
-“Ovvio
che mi interessa, ma possiamo parlarne a cena? Ho davvero fame.”- dico
cercando
di cambiare argomento.
Ci
dirigiamo verso la macchina.
Inutile dire che preferirei la compagnia di
qualcun
altro.
Sento
un rumore di passi dietro di me e voltandomi vedo di nuovo un’ombra.
Mark si
accorge che mi sono fermata e mi raggiunge.
-“Tutto
bene?”-
-“Si,
mi era solo sembrato… nulla! Sarà stato qualche gatto. E’ meglio
andare.”- dico
sorridendo.
Mi prende per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo, e
insieme ci dirigiamo verso la macchina.
Durante
il viaggio scende un silenzio imbarazzante.
Non so se sono più imbarazzata per
le scene girate con lui in FLO o per come mi ha abbracciata prima.
Non
vedo l’ora che la serata finisca.
In
effetti volevo passare il mio compleanno con un’altra persona, ma non
mi ha
chiesto nulla, per cui penso che non sia interessato.
Questo
pensiero è come un colpo al cuore, una morsa che mi stringe lo stomaco.
Ma se
voglio che lo show vada avanti, devo essere un’attrice professionale.
Non devo
farmi influenzare.
Continuo
a guardare fuori dal finestrino e penso come Castle avrebbe potuto
gestire la
situazione.
O Beckett.
No lei avrebbe rifiutato in tronco. C’è il
muro di
mezzo.
E poi
dallo specchietto noto una macchina scura dietro di noi con i fari
spenti.
È
strano compie il nostro stesso percorso.
-“Gira
a sinistra!”- dico a Mark.
-“Cosa?
Perché?”- mi chiede.
-“E’
una scorciatoia, eviteremo il traffico!”- dico sicura, ma è una balla.
Voglio
solo verificare se la macchina dietro cambia percorso.
15 minuti
e 4 strade sbagliate dopo, siamo sulla via del ristorante.
Della
macchina non c’è traccia. Forse mi sbagliavo.
Il
cameriere ci fa accomodare e ci porta il menu.
Non ho
tanta fame per cui ordino una semplice insalata.
Ma nel
momento in cui il cameriere va via, Mark mi prende la mano, e con il
pollice
giochetta sul mio dorso.
-“Allora…
come vanno le riprese di Castle?”-
-“Bene…
oggi abbiamo girato la mia quasi morte!”- dico entusiasta.
È stato
fantastico e poi Andrew e Will hanno scritto un copione con i fiocchi.
I fan
avranno tutti un attacco cardiaco.
-“Wow…
potevano risparmiarti almeno il giorno del tuo compleanno!”- esclama.
-“Sai
com’è, non si possono perdere giorni così. E poi domani giriamo un
ultimo spot
e finalmente iniziano le vacanze.”-
-“Dove
andrai quest’anno?”- mi chiede piuttosto interessato.
-“Mah,
non saprei. Mi hanno invitata allo Zlin festival quindi devo andarci e
poi non
so… pensavo a qualche posto che non ho mai visto, anche se devo andare
in
Canada dalla mia famiglia.”-
-“Perché
non vieni con me a Parigi?”- mi domanda.
Wow,
ok. Questo non l’avevo previsto.
-“E’… è
per il film che me lo chiedi? O mi stai invitando a passare le vacanze
con
te?”- domando piuttosto confusa anche se so dove vuole andare a parare.
Qui non
si tratta del film.
-“Secondo
te?”- chiede con un sorriso furbo.
-“Non
lo so. I-io… devo pensarci. E poi Parigi… ci sono già stata e… devo
pensarci!”-
dico balbettante.
Mi
spiace dirgli di no, ma non voglio passare le mie vacanze con lui se
non
dobbiamo girare un film.
Arrivano
le nostre ordinazioni e come in macchina, mangiamo in un rigoroso
silenzio,
ma… quella pianta, non vi sembra che si sia mossa?!
Avrei
giurato che stava al lato sinistro della porta e ora è sempre più
vicina al mio
tavolo.
Continuo
a mangiare anche se con la mano sinistra gioco con la stella che mi ha
regalato
lui.
È stato
così dolce. Sorrido ancora al pensiero.
-“Sei
felice?”- mi domanda Mark vedendomi sorridere dal nulla.
Oddio,
e ora che gli rispondo? Che stavo pensando a Nathan e invece sono
uscita con
lui?!
Non è
carino pensare a un uomo mentre stai cenando con un altro.
-“Oh…
io…”- ma un forte rumore di piatti infranti mi fa voltare.
Un
cameriere ha fatto cadere tutto e il caposala lo sta strapazzando.
-“…sembra
che tu sia qui solo da un giorno!!”- dice infuriato.
In
effetti mi sembra un po’ impacciato e goffo. E anche troppo grosso per
fare il
cameriere.
Ha una
stazza familiare.
-“Vai al
guardaroba e restaci!!!”- tuona il padrone.
-“Poverino.”-
esclama Mark –“Eh quando qualcuno non sa fare bene il proprio lavoro è
meglio
che ne faccia un altro! È come se un attore non sapesse recitare o
avesse
vergogna di recitare scene di nudo.”- dice ammiccando.
Io
resto a bocca aperta.
-“Pensi
che non sia brava?”- dico maliziosamente.
-“Al
contrario! Sei stata magnifica. In quelle scene ti sei superata!”-
-“Beh
sono un’attrice. Fa parte del pacchetto. In quel momento non ero io.
Ero
Sophia, innamorata di Yves. Sono solo personaggi!”- esclamo cercando di
fargli
capire che non eravamo noi due lì, non Stana e Mark, ma solo due attori
che
fanno il loro lavoro.
La cena
continua tranquillamente fin quando arriva la torta.
Mark ci
ha fatto mettere sopra una candelina.
Sto per
soffiare ma lui mi blocca.
-“Devi
esprimere un desiderio.”-
Già, un
desiderio.
Chiudo
gli occhi.
Cosa
desidero?
Ho tutto.
Ho un lavoro, guadagno bene, sono in salute.
Ma la vocina
dentro di me sa che c’è qualcosa che manca nella mia vita.
Due
occhi azzurri come il cielo appaiono di fronte a me.
So cosa
voglio.
Soffio
la candelina ed esprimo il mio desiderio. Chissà magari qualcosa
cambierà durante
l’anno.
Mangiamo
la torta ma io vorrei davvero andare a casa.
Sono molto stanca e domani devo
alzarmi presto. Ho bisogno di riposare.
Ci
dirigiamo verso il guardaroba.
Resto
un po’ in disparte osservando ancora quel magnifico ristorante. Venire
con la
persona giusta dev’essere davvero molto romantico.
Mark
chiede i nostri soprabiti.
-“Non
fa un po’ caldo?”- sento Mark che parla con qualcuno.
A quel
punto mi giro e vedo che il cameriere ha una sciarpa avvolta intorno al
viso,
che gli lascia scoperti solo gli occhi.
Non
sento cosa risponde, ma mi avvicino e prendo il mio soprabito.
Le
nostre mani si sfiorano e avverto quei brividi che sento solo quando
Nathan mi
sfiora.
Alzo
gli occhi, e incontro quelli di questo cameriere.
Sono
azzurri.
Come il mare. Come il cielo.
Come l’oceano.
Restiamo
a fissarci così per qualche istante e so che è lui.
Solo
con lui riesco a perdermi così nei suoi occhi.
Sto per
dire qualcosa ma Mark mi porta via per riaccompagnarmi sul set.
Appena
rientrata mi faccio una doccia veloce e inizio a preparare i miei
bagagli.
Domani sarà tutto molto frenetico e non voglio ridurmi all’ultimo.
Accendo
la radio e mi ricordo che Nathan dovrebbe aver registrato in qualche
radio.
Cerco la stazione velocemente, la manopola per poco prende fuoco, e poi
sento
la sua voce inconfondibile, calda e tranquilla.
“Stana is like a
delicious cake. She knows the language of seduction and
we have fun together.”
Arrossisco
e scuoto la testa ridendo.
So che
era lui, prima al ristorante.
Era Nathan. Sa anche lui che l’ho riconosciuto.
Perché
era lì? Mi ha seguita? E perché?
Domani
dovremmo parlare.
Un
sorriso spunta sul mio volto.
Forse non tutto è perduto come pensavo.
ANGOLO MIO: Buonaseeeeera!!! xD ecco a voi questo
secondo capitolo... ehm mi sono dimenticata di dirvelo l'altra volta ma
l'avrete capito da soli.. in questa ff non parlo solo dal punto di
vista di Nathan o di Stana.. sono capitoli alternati, quindi il primo
era di Nathan, questo di Stana e così via...
bon non ho altro da aggiungere...ringrazio chi ha letto e anche chi ha recensito il precedente capitolo..
ok la smetto e lascio a voi la parola..
a presto!
sbaciotti ;>